La Natività del Museo Bagatti Valsecchi attesta la profonda devozione per i Santi Sebastiano e Rocco, che sono raffigurati al lato sinistro della tavola in atto di adorazione del Bambino. Il quadro fu con ogni probabilità eseguito per l’oratorio della Confraternità di San Rocco a Castelnuovo Scrivia. La tavola è stata restaurata dalla Nuccia Comolli Chirici nel 1997 grazie al contributo da J.P. Morgan.
Acquistata presumibilmente nel 1882 dai fratelli Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi per la loro abitazione milanese, la tavola è esposta nella Galleria della Cupola, nel rispetto della sua collocazione originale.
Riferita nel 1974 da Dall’Acqua a pittore lombardo della prima metà del Cinquecento, nel 1984 la tavola è stata accostata da Steve Pepper all’Annunciazione della Bob Jones University Collection of Religious Art di Greenville attribuita ad anonimo pittore bergamasco della fine del Quattrocento. Nel 1986 Giovanni Romano radunava intorno a quest’ultimo dipinto un ristretto gruppo d’opere, per le quali proponeva il nome di Gabriele da Castelnuovo Scrivia, maestro reclutato, tramite il referendario di Tortona, da Ludovico il Moro per la decorazione della sala della Balla del Castello Sforzesco nel 1490. Nel 1991, infine, Mauro Natale indicava la lunetta lignea oggi custodita in Sant’Ignazio a Castelnuovo Scrivia come pertinente alla tavola di proprietà Bagatti Valsecchi. Nel dipinto, che esibisce un linguaggio figurativo permeato di elementi liguri e lombardi, si riconosce l’esplicita citazione da un’incisione giovanile di Marcantonio Raimondi, cui il pittore guardò per le figure di San Giuseppe e del Bambino.
Relazione Tecnica del Restauro (riportato dalla scheda di restauro)
OPERAZIONI DI RESTAURO: velinatura dei punti sollevati, rimozione delle tre traverse avvitate negli anni ’40; risanamento delle fenditure, tre per tutta l’altezza del dipinto più una quarta sino al viso della Madonna, cercando di mantenere la planarità della tavola; risanamento graduale del dipinto con inserti a cuneo ed eliminazione delle vecchie farfalle non perpendicolari alle fibre del legno tramite loro ricostruzione con segmenti di legno che colmano il vuoto; applicazione di gattelli e traverse in alluminio anticordal a forma di T; mordezzatura e ceratura della tavola; pulitura graduale con soleventi volatili in modo da ottenere un effetto equilibrato e armonioso (durante la pulitura si è notato che i margini laterali della tavola sono stati dipinti ad olio, forse nel periodo seicentesco, perché probabilmente una grossa cornice copriva abbondantemente le parti laterali per 5-6 centimetri; della stessa materia sono state trovate anche altre pennellate sul paesaggio, per sottolineare colpi di luce; forse nella stessa occasione il cielo è stato ripassato ed è stato coperto un elemento dorato a forma di luna (?), nella parte sinistra vicino alla nuvola); stuccature a gesso e colla di coniglio; reintegrazione pittorica a vernice su basi ottenute in sottotono; verniciatura finale semiopaca.