La rotella Bagatti Valsecchi, come la maggior parte degli scudi noti, è caratterizzata da un’impaginazione in cui domina un grande campo centrale, al quale sono affiancati clipei, tutti incorniciati da sottili serti d’alloro e alternati con volute di esili rami e piccole foglie, che si svolgono in simmetria. Nel centro il soggetto principale sembra compendiare i passi del XVIII e XIX libri dell’Iliade–ove è narrata la discesa di Teti dall’Olimpo per consegnare le armi forgiate da Efesto al figlio Achille–, mentre negli orbicoli sono disposte raffigurazioni della Fama, del sacrificio di Marco Curzio, di Ercole che lotta contro il leone Nemeo, e il profilo di una figura in elmo che potrebbe essere quello di Atena. Sul verso sono rappresentate le figure della Fama e di Muzio Scevola. Non è possibile, allo stato attuale degli studi, avanzare ipotesi puntuali riguardo i centri e le officine di produzione di questi manufatti che, con motivazioni diverse, sono stati situati a Milano, Firenze, Ferrara. Omogeneo solo in apparenza, il corpus di rotelle in cuoio inciso e sbalzato riunisce infatti opere di diverso esito stilistico e tecnico che–sebbene presentino tangenze con la decorazione delle armi in metallo–sembrano avere maggiori affinità con altre tipologie di manufatti in “cuoio cotto”. Né è risolvibile senza dubbi consistenti il problema delle datazioni, che oscillano tra i tardi anni venti e gli anni ottanta del XVI secolo. Di recente, la cronologia di un nucleo di esemplari, che mostrano un certo grado di parentela con la rotella in esame, è stata circoscritta tra il 1550 e il 1570.
La rotella del Museo fu restaurata dall’Istituto Centrale di Restauro. La rotella, protagonista di un temporaneo percorso–tracciato nel Museo–sul cuoio con speciale attenzione ai bambini (2002) e parte integrante della mostra su Caravaggio adibita dalla Regione negli spazi del Museo (2004), è esposta nella Galleria delle Armi nel rispetto della sua collocazione originale.
La rotella (diametro max. 54,6 cm, diametro min. 52,6, freccia max. ca. 9 cm. peso 2900 g) è costituita da una struttura lignea sagomata approssimativamente a forma di calotta sferica e da un rivestimento in cuoio decorato. Dall’indagine radiografica la struttura lignea appare composta da tre strati di sottili lamelle di legno (probabilmente pioppo) sovrapposti con fibratura sfalsata, verticale negli strati esterni, orizzontale in quello mediano. La curvatura e l’incollaggio delle lamelle è stata probabilmente eseguita su di una sagoma utilizzando il vapore o il calore per deformare in maniera permanente il legno. Il rivestimento in cuoio conciato al vegetale (probabilmente quercia) si compone di due dischi (privati dei bordi originali) che si adattano rispettivamente alla faccia interna e quella esterna della struttura lignea. La lavorazione plastica del cuoio interessa l’intera superficie a disposizione e sembra palesemente imitare i più pregiati esemplari in metallo negli effetti conseguiti e nelle tecniche utilizzate: l’incisione, lo sbalzo, il modellato, la granitura. Inoltre, la tecnica di esecuzione è del tutto simile a quella adottata per la decorazione di manufatti in cuir bouillì o “cuoio cotto”. Il rivestimento è assicurato alla struttura lignea attraverso l’impiego di piccoli chiodi di legno distribuiti con regolarità sulla superficie. La colorazione nera conferita alla pelle vuole probabilmente riproporre la brunitura tipica di molte armature in metallo. Prima del restauro, la parte lignea della rotella conservava senza gravi distorsioni forma e consistenza strutturale. Anche il rivestimento in cuoio, si conserva in condizioni relativamente buone per quanto riguarda la stabilità del tessuto fibroso. Tuttavia condizioni ambientali e vicende conservative nella casa come dimora hanno influito in maniera determinante sul materiale provocando danni solo in minima parte reversibili, quali lesioni, deformazioni e irrigidimenti e causando il progressivo distacco del rivestimento in cuoio dal supporto ligneo. Gli elementi metallici (chiodi e bullette) mostrano tutti segni evidenti di ossidazione e la superficie appare ricoperta e offuscata da consistenti depositi di sostanze grasse che oltre a inglobare notevoli quantità di polvere e sporcizia sono andate a colmare gli incavi del modellato ottundendo le linee del disegno e privando di incisività i rilievi. Inoltre, tali sostanze, essendo presenti in eccesso, hanno pregiudicato gli scambi di umidità con l’ambiente contribuendo alla progressiva disidratazione delle fibre e alla contrazione del cuoio.
Relazione Tecnica del Restauro (riassunto in parte dalla scheda di restauro)
La rotella è stata sottoposta in passato ad un accurato quanto radicale intervento di restauro volto a restituire integrità e funzionalità al manufatto: rimozione del rivestimento in cuoio dal supporto ligneo, consolidamento del supporto ligneo, riadesione del rivestimento in cuoio al supporto ligneo, raccordo perimetrale tra il rivestimento interno e quello esterno, stuccatura delle lacune, trattamento delle superificie con un grasso pigmentato di nero, applicazione di due nuove imbracciature rivestite in velluto verde. Le indagini microanalitiche per la valutazione dello stato di conservazione del cuoio sono state effettuate presso l’Institut Royal du Patrimoine Artistique di Brussel, mentre presso il laboratorio di chimica dell’ICR sono state eseguite le analisi per l’identificazione delle sostanze grasse presenti sul cuoio. Nel definire le procedure d’intervento si è tenuto conto, oltre che dello stato di conservazione della rotella, anche delle esigenze e condizioni espositive del Museo in cui l’oggetto è ambientato senza vetrina nel rispetto della collocazione originale. L’intervento si è articolato nelle seguenti fase: rimozione dei depositi di grasso dalla superficie, rimozione sul lato interno dei chiodi non funzionali all’ancoraggio del rivestimento in cuoio, riduzione delle deformazioni di moderata estensione, ancoraggio delle parti del rivestimento in cuoio distaccate dal supporto ligneo medianti sottili chiodini a staffa realizzati da un filo metallico in acciaio inox di differente spessore (0,8 mm, 1 mm, 1,2 mm) e successivamente bruniti, stuccatura delle lesioni e delle lacune, reintegrazione pittorica delle stuccature con colori a vernice (le parti in vista del supporto in legno sono state abbassate di tono con colori ad acquarello). Infine, la pulitura della superficie ha rilevato l’incisività dei rilievi e rende possibile la lettura del soggetto.
Per disporre della relazione tecnica del restauro in versione integrale, gli studiosi sono pregati di contattare la Direzione del Museo.