Storie di Ciro. Ciro libera gli Ebrei e restituisce loro il tesoro del tempio di Gerusalemme. Ciro in trono promulga l'editto che libera gli Ebrei (porzione destra dell'arazzo originario)
Fiandre, manifattura di Bruxelles
Circa 1570 -1580
Arazzi; orditi: 6/7 fili per cm; trame di lana e seta Privi di marche.
409 × 286 cm
Inv. 1405
Sala da Pranzo
Gli arazzi rappresentano due frammenti di un arazzo più grande, raffigurante la scena dell'editto promulgato da Ciro per liberare gli Ebrei schiavi a Babilonia e invitare i Persiani a offrire loro oggetti preziosi per il tempio di Gerusalemme.
Il frammento "b" mostra Ciro seduto su un trono, con un ministro che gli presenta l'editto, mentre Sesbassar e altri Ebrei ricevono i tesori del tempio restituiti in ginocchio nel frammento "a".
Sia la scena che la bordura sono identiche a un arazzo incluso nelle Storie di Ciro già a Hinton House, eseguito dallo stesso arazziere a Bruxelles.
Gli arazzi sono parte di un insieme di rappresentazioni artistiche che raffigurano la stessa scena biblica, con varianti nei dettagli, eseguite da diversi artisti e presenti in molte collezioni private e musei in Europa e Nord America.
Storie di Ciro. Ciro libera gli Ebrei e restituisce loro il tesoro del tempio di Gerusalemme. Gli Ebrei inginocchiati ricevono il tesoro del tempio (porzione sinistra dell'arazzo originario)
Fiandre, manifattura di Bruxelles
Circa 1570-1580
Arazzi; orditi: 6/7 fili per cm; trame di lana e seta Privi di marche.
410 × 204 cm
Inv. 1402
Sala da Pranzo
Le due scene frammentarie mostrano l'episodio della liberazione degli Ebrei da parte di Ciro il Grande, come descritto nel Libro di Esdra dell'Antico Testamento.
Nel frammento "b", Ciro è rappresentato seduto su un trono con un ministro che gli mostra l'editto, mentre Sesbassar, principe della tribù di Giuda, riceve i tesori del tempio restituiti nel frammento "a".
Questi frammenti facevano parte di un unico arazzo, che era decorato anche con scene mitologiche al centro dei lati e bordure che rifinivano l'arazzo.
Michiel Coxcie ha creato questa composizione, che presenta figure e pose già utilizzate in altre opere simili. Ci sono altre versioni dello stesso soggetto, ma questi frammenti sono identici a un arazzo di Bruxelles eseguito dallo stesso arazziere.
Tappeto Ushak
Manifattura dell'Anatolia occidentale
Metà del XVIII secolo
Lana; ordito: lana rossa; trama rossa, due passaggi per fila di nodi; nodo: simmetrico; densità: 2 × 2 per cmq; colori: rosso robbia, azzurro, marrone, verde, blu, beige, rosa
690 × 370 cm
Inv. 1082
Deposito
Il tappeto presenta un classico impianto delle produzioni Ushak, con un ampio medaglione centrale blu e quattro medaglioni angolari a fondo verde, interrotti dalle bordure. Il vello, di media lunghezza, è molto usurato.
La riduzione delle dimensioni e della bordura interna, fa apparire i grandi medaglioni schiacciati. La bordura principale, di fondo rosso, è decorata con tradizionali rosette rosse e blu alternate.
Questo tappeto è datato alla metà del XVIII secolo, un'epoca in cui il disegno ha perso la precisione e l'eleganza dei manufatti più antichi, sostituito da una staticità dovuta all'annodatura
grossolana.
Storie di Ciro. Sconfitta dei Massageti e morte di Spargapise. Cattura di Spargapise (porzione destra dell'arazzo originario)
Fiandre, manifattura di Bruxelles
Circa1570 - 1580
Arazzi; orditi: 6/7 fili per cm; trame di lana e seta Privi di marche.
410 × 290 cm
Inv. 1403
Sala da Pranzo
L'arazzo è stato tagliato in due frammenti che raffigurano la vittoriosa fase della guerra di Ciro contro i Massageti, come descritta da Erodoto.
Nel primo frammento si vede l'esercito persiano infilzare i Massageti caduti con lance davanti all'accampamento in battaglia; nel secondo frammento, un cavaliere dei Massageti sta cadendo a terra mentre viene attaccato dai fanti persiani. Tra le due scene, nella versione originale dell'arazzo, c'era una fascia verticale che è visibile in un'altra stanza del palazzo. Lungo i lati dei frammenti sono presenti alcune scene mitologiche in tondi che fanno riferimento agli episodi della guerra tra Persiani e Massageti.
Al lato inferiore del primo frammento ci sono due personificazioni femminili sedute.
Alcune repliche puntuali dell'arazzo sono state realizzate seguendo lo stesso cartone dell'originale.
Tappeto Ushak
Manifattura dell'Anatolia occidentale
Seconda metà del XVIII secolo
Lana; ordito: lana azzurra; trama: rossa, due passaggi per fila di nodi; nodo: simmetrico; densità: 1,5 × 1,5 per cmq; colori: blu, rosso robbia, blu chiaro, giallo, rosa, marrone
620 × 460 cm
Inv. 1083
Sala da Pranzo
Questo grande tappeto presenta un classico impianto Ushak, caratterizzato da un medaglione centrale, quattro medaglioni secondari più piccoli e otto medaglioni simili, interrotti dalle bordure. Rispetto ad altri tappeti simili presenti in collezione, qui il fondo è decorato con piccoli motivi romboidali che fanno sembrare i medaglioni, con arabeschi tipicamente Ushak, come sospesi.
La sua datazione più tarda è indicata dall'annodatura grossolana. Il tappeto è usurato e ha subito un ampio restauro, con colori virati e più chiari rispetto alle aree con annodatura originale. La cimosa è originale.
Documenti d'archivio attestano che tra il 1882 e il 1885 furono effettuati significativi restauri su sei tappeti della collezione. Considerando le attuali condizioni del pezzo, è plausibile che fosse uno dei tappeti restaurati da Virginia Pasqua.
Il Sole e i suoi figli
Fiandre, manifattura di Oudenaarde
Circa 1550 -1560
Arazzi; ordito: 5 fili per cm; trame di lana e seta, con filati d'oro sovrapposti. Privi di marche.
300 × 138 cm
contorno 340 x 418 cm
Inv. 1406-1407
Scalone d'ingresso
L'arazzo è un'opera tessile incompleta e frammentaria.
Il pezzo conservato mostra il carro del Sole trainato da due cavalli guidati da Apollo con una sola ruota ornata con l'immagine della costellazione.
La scena descrive anche un antico soldato barbuto che lancia una pietra e un uomo in abito giallo e manto rosso che osserva. Altri personaggi compaiono nelle vicinanze e nel paesaggio circostante.
Nell'arazzo appaiono atti ginnici, sportivi o di addestramento militare.
Le teorie astrologiche dell'epoca assegnavano al Sole un influsso maschile e una connessione alla prima maturità. L'opera è stata ispirata da incisioni di artisti come Georg Pencz e Virgil Solis. L'arazzo, pur essendo frammentario, è in buono stato conservativo e i colori sono ancora vivaci.
Tappeto Sarab
Manifattura persiana nord-occidentale
Seconda metà del XIX secolo
Lana e cotone; ordito: cotone beige; trama: lana rossa, tre passaggi di trama per ogni fila di nodi; nodo: simmetrico; densità: nodi 2 x 1,5 al cmq; colori: giallo, blu, marrone, azzurro, rosso robbia, rosso brillante, verde, verde scuro
95 × 1,450 cm
Inv. 1081
Deposito
Questa lunga galleria presenta un campo a fondo blu decorato con rosoni alternati a coppie di rosoni più piccoli. La bordura principale è decorata con motivi, mentre quella secondaria è a zig zag. Il tappeto è documentato nell'album fotografico del 1880, esposto sulle scale di accesso al museo, permettendo di datarlo con certezza alla seconda metà del XIX secolo.
Era fissato alla base dei gradini con fermi, uno dei quali ha causato un taglio in larghezza. Una testata è stata riannodata e sono stati effettuati vari restauri.
Il tappeto è probabilmente stato scelto per la sua notevole lunghezza, che consente di coprire l'intera scalinata e parte della Galleria delle Armi. La decorazione fitta e geometrizzante è tipica delle produzioni della Persia nord-occidentale.
Tappeto cosiddetto Smirne
Manifattura dell'Anatolia occidentale
Inizio del XIX secolo
Lana; ordito: lana gialla chiara, trama rosso robbia e giallo chiaro, due passaggi per ogni fila di nodi; nodo: simmetrico; densità: nodi 1,5 x 1,5 al cmq; colori: giallo, verde, azzurro, marrone, rosso robbia
530 × 560 cm
Inv. 1080
Deposito
Il tappeto è ampiamente usurato, presenta toppe e buchi. L'impianto decorativo è caratterizzato da un grande medaglione centrale a fondo verde con pendenti, che occupa quasi interamente lo spazio. Il fondo giallo è decorato con piccoli motivi esagonali, mentre alle estremità quattro motivi angolari su fondo rosso, interrotti dalle bordure.
Pur mantenendo alcuni legami con l'antica produzione Ushak, i colori utilizzati si differenziano dai classici manufatti, riflettendo lo stile dei centri anatolici che commerciavano attraverso Smirne. Queste produzioni miravano a creare tappeti per il mercato occidentale, giustificando l'ampio uso del giallo come colore di fondo, che rende il tappeto molto adattabile agli arredamenti europei.
Mercurio e i suoi figli
Fiandre, manifattura di Oudenaarde
Circa 1550 -1560
Arazzi; ordito: 5 fili per cm; trame di lana e seta, con filati d'oro sovrapposti. Privi di marche.
336 × 468 cm
Inv. 1102
Scalone d'ingresso
L'arazzo raffigura il dio Mercurio su un carro trainato da galli, circondato da segni zodiacali.
In primo piano ci sono vari sapienti che praticano la loro disciplina, tra cui un medico che osserva un orinale, due astrologi che studiano le caselle zodiacali su una sfera armillare e un filosofo con un libro. Un cane dorme in primo piano. L'arazzo presenta una bordura di foglie e fiori.
Mercurio è associato all'intelligenza, alla riflessività e alla creatività. Il cane accanto a uno studioso può rappresentare la tenacia nell'attività speculativa, mentre gli influssi simili a quelli di Saturno rappresentano la malinconia.
L'arazzo è stato ispirato da un'incisione con lo stesso soggetto.
Tappeto cosiddetto Smirne
Manifattura dell'Anatolia occidentale
Fine del XVIII secolo
Lana; ordito: lana beige: trama: lana rossa, tre passaggi per fila di nodi; nodo: simmetrico; densità: nodi 1,5 x 2 al cmq; colori: verde, giallo, blu, azzurro, senape, marrone
410 × 440 cm
Inv. 1079
Deposito
Il tappeto a fondo rosso è decorato con due grandi rosoni uncinati centrali blu e vari motivi vegetali. Tuttavia, l'attuale condizione presenta ampie zone in cui il vello è quasi completamente scomparso, rendendo difficile la lettura dello schema decorativo.
La bordura principale, a fondo blu, è adornata con rosoni, mentre la bordura secondaria a fondo rosso è parzialmente mancante. Nelle aree meglio conservate della zona centrale, il vello è lungo e in lana serica.
Considerando l'usura non omogenea del vello, è probabile che il tappeto, già esposto nella Camera Rossa, fosse in parte coperto dal mobilio.
Cappello maschile
Manifattura italiana
Metà del XVI secolo
Pelle scamosciata, ricamo in seta e applicazione di passamaneria e cordoncini metallici
Inv. 0941
Galleria delle Armi
Cappello in pelle scamosciata di manifattura italiana, riferito alla metà del XVI secolo. Il manufatto è caratterizzato da una calotta allungata, composta da sei spicchi di tessuto fermati all’apice da un bottoncino; il perimetro è rifinito da una banda imbottita e ornata con un effetto torchon, interrotta da un lato da una decorazione a rosetta – che racchiude al suo interno uno stemma – e dall’altro da una cornucopia che, in origine, reggeva piume di struzzo.
La superficie è definita da raffinati arabeschi ricamati in verde scuro, in forte contrasto con la pelle chiara della struttura; le giunture sono ulteriormente evidenziate da cordini di passamaneria che arricchiscono la decorazione.
La struttura rigida del cappello e il materiale impermeabile lo rendevano adatto a viaggi e spostamenti a cavallo. Tale destinazione è confermata da un’illustrazione realizzata da Abraham de Bruyn come corredo iconografico del volume edito a Colonia nel 1577, Diversarum Gentium Armatura Equestris, nella quale un cavaliere spagnolo è rappresentato con un cappello analogo ma adorno di piume
Guanti
Manifattura italiana
Metà del XVI secolo
Seta rossa broccata in oro filato, maglia di seta rossa
27 × 18.5 cm
Inv. 0921
Camera Rossa
Paio di guanti maschili di seta rossa con decorazioni in broccato d'oro risalenti al XVI secolo, di provenienza sconosciuta.
La broccatura in filo metallico si estende sia alla zona del dorso che del palmo e della manopola, mentre le dita sono eseguite a maglia con applicazioni decorative in filo metallico lavorato a catenella disposto a cerchi.
Nella decorazione figura una cornice a greca e un vaso di fiori fortemente geometrizzato e stilizzato.
Il paio di guanti è stato visibilmente alterato tramite il rifacimento delle dita nel XIX secolo per allargarne le dimensioni originarie.
Gli accessori vestimentari tradizionalmente eseguiti a maglia e decorati, come questi guanti, erano molto comuni nel XVI secolo, sia per gli uomini che per le donne.
Dall'XI secolo, i guanti di seta divennero parte dell'ornamento liturgico, ma presto divennero anche un accessorio indispensabile all'eleganza, proibiti solo in certi casi dal Senato veneziano.
Copriletto e baldacchino
Manifattura milanese
1880 circa
Damasco di seta rossa; raso di seta avorio, azzurro; velluto di seta viola; cordoncino in filo ritorto dorato; fodera in cotone rosso
altezza 292 x lunghezza 285 cm (copriletto); altezza 31 x lunghezza 181 cm, altezza 31 x lunghezza 282 cm (bande laterali del capocielo); altezza 20 x lunghezza 178 cm (fondale)
Inv. 1047
Camera Rossa
Il parato del letto è realizzato in damasco di seta rossa con grandi motivi floreali costituiti da vasi di fiori racchiusi da ghirlande.
Il fregio è decorato con cordoncino dorato e velluto viola con motivi vegetali e animali stilizzati.
Al centro è presente il clipeo con il motivo araldico della famiglia Borromeo e del giglio Bagatti Valsecchi.
Il parato risale ai primi anni Ottanta del XIX secolo, realizzato in occasione delle nozze tra Giuseppe Bagatti Valsecchi e Carolina Borromeo nel 1882.
Il motivo del vaso fiorito e i simboli araldici delle due famiglie erano anche presenti nella tappezzeria cinquecentesca delle pareti della stanza.
Il tema del vaso rappresenta l'albero della vita, il rinnovamento, l'eternità e la fecondità.
Portiera
Manifattura milanese
1880-1885
Raso di seta rosso porpora; ricami ad applicazione in raso di seta dipinti ad acquarello; profili in cordoncino di seta dorato
370 × 175 cm
Inv. 0978
Galleria della Cupola
Questa portiera in raso di seta rosso porpora è decorata con lo stemma della famiglia Bagatti Valsecchi, fiancheggiato da figure antropomorfe e motivi di tralci stilizzati.
Risalente all'ultimo quarto del XIX secolo, è stata restaurata nel 1988, quando è stata sottoposta a pulizia generale, rifacimento del supporto e integrazione di motivi mancanti con nuovi elementi simili a quelli originali.
Il manufatto è stato ricollocato nella sua posizione originale nel palazzo Bagatti Valsecchi, dove riveste una particolare importanza nella ricostruzione del gusto dell'abitare di fine Ottocento.
Una fotografia del 1918 documenta l'esistenza di un'altra portiera nella stessa galleria, andata perduta nel tempo.
Portiera a due facce
Manifattura milanese
1880-1885
Panno di lana rosso; ricami ad applicazione in raso di seta dipinto; profili in cordoncino di seta; galloni in seta e oro filato; fodera in raso di cotone; frangia in seta bicolore
288 × 156 cm
Inv. 1411
Galleria della Cupola
Questa portiera in panno di lana rosso ha due facce e presenta sul centro di entrambi i lati un cartiglio con nastri recanti l'emblema araldico della famiglia Bagatti Valsecchi del cavaliere in armi e del toro.
La cornice originale è andata perduta, ma è stata sostituita con due galloni recenti.
Nel 1997 ha subito un restauro conservativo, che ha incluso la pulizia generale e l'integrazione di alcune parti del ricamo danneggiate.
Portiera a due facce
Manifattura milanese
1880-1885
Panno di lana rosso; ricami ad applicazione in raso di seta dipinto; profili in cordoncino di seta; galloni in seta e oro filato; fodera in raso di cotone; frangia in seta bicolore
288 × 156 cm
Inv. 1410
Galleria della Cupola
La portiera a due facce in panno di lana rossa presenta le insegne della famiglia Bagatti Valsecchi (aquila e gigli) al centro del fronte e, lungo il perimetro, una cornice con trofei d'arme uniti da nastri.
Sul bordo inferiore è presente un cartiglio con i nomi dei fratelli Fausto e Giuseppe. Sul retro, al centro, si trova uno stemma con l'emblema araldico della famiglia e due galloni sostituiscono la cornice originale.
La portiera rispecchia l'armonia stilistica degli arredi della stanza principale della casa, con trofei d'arme e sigle dei fratelli Fausto e Giuseppe, dimostrando la loro piena adesione al gusto ornamentale rinascimentale.
La datazione può essere collocata tra il 1880 e il 1885, periodo in cui l'arredo del salone veniva realizzato.
La portiera è stata oggetto di un intervento di restauro conservativo nel 1997.
Copriletto e baldacchino
Manifattura milanese
1880-1885; ricamo del capoletto, XVI secolo
Damasco di seta verde, seta gros de Tours di diversi colori, velluto nero, raso di seta dipinto, filo d'oro e d'argento, lamina d'oro, cordoncino di seta dorato, teletta d'argento; fodera in raso di cotone verde
altezza 158 x lunghezza 253 cm (copriletto); altezza 105 x lunghezza 223 cm (cortine); altezza 47 x lunghezza 210 cm, altezza 47 x lunghezza 110 cm (bande del letto e del capocielo); altezza 278 x lunghezza 112 cm (fondale)
Inv. 1046
Camera Verde
Il letto a baldacchino è rivestito in velluto nero con dettagli di ricami di diverse epoche.
Uno dei ricami più antichi è del XVI secolo e raffigura la Pietà, mentre il resto della decorazione è del XIX secolo con motivi di uva, piante e fiori su sfondo nero.
Il letto presenta inoltre un fregio a racemi d'acanto e grappoli d'uva decorati con l'emblema araldico della famiglia Bagatti.
Il copriletto, il fondale e le cortine, in damasco di seta verde, presentano un articolato disegno a maglie con motivi geometrici intrecciati a foglie di acanto.
L'intero parato del letto è stato restaurato nel 1987.