La ricca collezione di arredi è parte fondamentale del progetto collezionistico e di vita della casa Bagatti Valsecchi. I fratelli non si sono fatti scrupolo di affiancare ai pezzi del Quattrocento e del Cinquecento pezzi fortemente restaurati, o addirittura pezzi ottocenteschi in stile rinascimentale, perché il loro obiettivo era quello di creare un ambiente in cui l'effetto complessivo fosse più importante e convincente dell'originalità dei singoli pezzi.
Manifattura Alto Veneto o Friuli
Prima metà del XV secolo
Legno di cipresso
24 × 51 × 24 cm
Inv. 0608
Cassetta a forma rettangolare con un coperchio decorato con losanghe e incisioni e formelle sul fronte.
Le formelle raffigurano un unicorno e un cervo in corsa circondati da anelli decorati.
Sotto la toppa si può notare la sagoma di uno scudo da torneo senza insegne.
Innocente Cattaneo
1885
Legno di noce
270 × 160 × 65,5 cm
Inv. 0069
L'armadio, realizzato in legno di noce, è interamente coperto da intagli e tarsie alla certosina.
La struttura è di tipo architettonico, con un basamento che nasconde un cassetto e pilastri angolari, coronati da un architrave che racchiudono due sportelli.
Tra i motivi decorativi si notano le insegne della famiglia Borromeo (tre anelli) e dei Bagatti Valsecchi (il giglio). Fu realizzata dall'intagliatore ed ebanista milanese Innocente Cattaneo per la Camera Rossa di Carolina Borromeo.
L'armadio fu commissionato insieme ad altri mobili in stile rinascimentale, tra cui due comodini con la firma dell'artigiano. Il disegno fu probabilmente fornito dai committenti.
Una fattura conservata nell'archivio della famiglia mostra che l'armadio, descritto come "guardaroba ricchissimo", fu consegnato nell'agosto 1885 al costo di 2800 lire.
Achille Merico
1885
Legno di noce
180 × 137 × 74 cm
Inv. 0064
Questa credenza con alzata contiene un pianoforte verticale con arpa metallica di meccanica francese.
Il corpo inferiore presenta una tastiera apribile (composta da sette ottave partendo dal "la"), una fascia sottopiano decorata con girali vegetali e pilastri con candelabre, mentre la parte superiore ha una struttura architettonica con colonne scanalate e intagliate tra cui vi è una composizione a falsa prospettiva.
Il mobile fu progettato dai fratelli Bagatti Valsecchi, i cui disegni preparatori sono conservati presso l'archivio del museo.
Manifattura fiorentina o veneta
XV secolo
Legno di noce e avorio
20,5 × 46,5 × 31 cm
Inv. 0607
Piccola cassa intarsiata con motivi geometrici su tutti i lati e all'interno del coperchio.
Le piccole tessere sono incassate secondo la tecnica certosina e hanno forme romboidali e triangolari. Gli angoli sono rifiniti da listelli lunghi di avorio.
All'interno si trova un scomparto intarsiato e una scanalatura dove un divisorio, ora perduto, era precedentemente posizionato.
La bocchetta di ferro è montata sul fronte, ma manca la serratura.
Anche se questi manufatti si ritiene siano originari dell'area veneta e veneziana, questa cassetta è stata attribuita anche all'area toscana.
Questo è l'esemplare più riccamente decorato tra gli oggetti con tessere d'avorio conservati nel museo.
Fratelli Mora (attr.)
Fine del XIX secolo con frammenti del XVI secolo.
Legno di noce
166 × 173 × 52 cm
Inv. 0006
La cassapanca è stata costruita utilizzando un frontale di cassone antico completo di balza.
Il frontale presenta due figure maschili intagliate con girali vegetali che sostengono uno stemma e cariatidi sulle colonne della cassa.
La parte superiore è decorata con sei lesene, formelle e pannelli con mascheroni e composizioni vegetali. Al centro della trabeazione c'è una cartella con un motto inciso che recita: "DIO CONSERVI LA PACE E LO PERFECTO AMORE".
L'opera è stata creata da artigiani probabilmente dell'Italia settentrionale, forse lombardi e risale alla metà del Cinquecento.
attribuito a Achille Merico
Fine del XIX secolo
Legno di noce e castagno
83,5 × 69 × 45,5 cm
Inv. 0079 - 0080
La coppia di comodini presenta uno sportello intagliato con un arco e pavimento prospettico, simile al corpo superiore del pianoforte nella Sala della Stufa Valtellinese (Inv. 0064), suggerendo che l'autore sia lo scultore in legno Achille Merico.
Il fronte è decorato con una cornice a squame, lesene a nastro intrecciato con rosette, e scanalature sulla parte frontale del cassetto.
Il piano presenta il becco di civetta e un gocciolatoio a dentelli.
Manifattura italia centrale
Prima metà del XVI secolo
Legno di noce
30 × 65 × 29 cm
Inv. 0310
Cassetta antica in legno di noce intagliato, decorato con motivi floreali, un vaso centrale affiancato da due sirene alate e putti con uccelli. La balza ha piedini a zampa di leone.
La cassettina ha subito dei restauri, alcune parti sono state rifatte, come i piedi posteriori. All'interno si nota uno scavo che suggerisce l'assenza di uno scomparto. La serratura è stata rimossa e le cerniere sono del XIX secolo.
Le etichette con le informazioni originali sono troppo danneggiate per essere lette.
Si ritiene che l'opera sia originaria dell'Italia centrale, forse della Toscana, del XVI secolo.
Firenze o Italia settentrionale (?)
Prima metà del XVII secolo
Legno di noce
117 × 48 × 40 cm
Inv. 0196-0199
Questi quattro sedili sono simili tra loro ma non identici, con schienali e cartelle intagliati con gigli, che presentano piccole varianti nella decorazione.
Sono tutti ben conservati e risalgono alla prima metà del XVII secolo. Non è certo che siano stati realizzati dalla stessa persona.
La presenza dei gigli potrebbe far pensare a un'origine toscana e fiorentine, ma non escludiamo invece la possibilità che provengano dall'Italia settentrionale.
Innocente Cattaneo
1885
Legno di noce
78,5 × 86 × 43 cm
Inv. 0065–0066
Una coppia di comodini in legno di noce, composti anche con materiale antico di recupero.
Presentano una balza alta con gola intagliata a foglie, lesene con nastri intrecciati e cassetti intagliati a fogliami.
I due sportelli hanno telai intarsiati con nastri prospettici e formelle a bassorilievo con conchiglie tra cartigli e volute.
Il piano ha un aggetto deciso e presenta un becco con profonde unghiature.
L'etichetta del fabbricante, "I. Cattaneo, Ebanista, Intagliatore, Negoziante oggetti d'antichità", è posizionata all'interno dei comodini. L'artefice, attivo a Milano alla fine del XIX secolo, seguiva un repertorio rinascimentale. L'artigiano dimostra una preferenza per composizioni rigorose, un intaglio minuto e forme neoquattrocentesche.
Manifattura Italia settentrionale
XVII secolo
Legno di noce e acero
36 × 55 × 32 cm
Inv. 0309
Cassa di piccole dimensioni perfettamente conservata con piedi posteriori rifatti successivamente.
Gli appoggi anteriori sembrano ispirati alle zampe dei leoni. Il fronte presenta una specchiatura decorata con un fregio a volute intarsiato in legno di acero, mentre sui lati sono presenti due lesene decorate con dischi sovrapposti intagliati.
Il coperchio è un pezzo unico di noce con becco di civetta e la serratura è originale.
Secondo Orombelli la cassa potrebbe essere di produzione bergamasca e databile al XVII secolo, anche se difficile da convalidare data la mancanza di opere certe da confrontare.
Innocente Cattaneo
1886
Legno di noce
196 × 86,5 × 46,5 cm
Inv. 0071
La vetrina è simile a quella presente nella stessa stanza (Inv. 0070) in termini di dimensioni e architettura, ma presenta fregi e candelabri diversi sulle lesene, sull'architrave, sul cassetto e sullo sportello.
Lo stemma con le insegne dei Bagatti Valsecchi e dei Borromeo è intagliato su un serto di lauro sullo sportello, mentre le iniziali LI/BA/VA/BO di Carolina Borromeo sono scolpite negli angoli della specchiatura. Un cartiglio in basso riporta la data di esecuzione dell'opera, MDCCCLXXXV.
Il mobile è stato realizzato dall'intagliatore milanese Innocente Cattaneo e consegnato nell'aprile 1885 per la somma di 2000 lire.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con tarsie del XV secolo
Legno di noce e ferro, avorio ed ebano
15 × 33 × 24,5 cm
Inv. 0585
Cofanetto di noce con intarsi geometrici in avorio ed ebano, una bocchetta di ferro con chiave montata sul fronte, cerniere ad anello, e una serratura di ferro.
Probabilmente una composizione fatta alla fine del XIX secolo con frammenti di tarsie quattrocentesche.
Fratelli Mora, Bergamo-Milano
Fine del XIX secolo
Legno di noce
80 × 327 × 94 cm
Inv. 0042
Il tavolo è composto da due robusti sostegni con zampe a forma di leone su cui sono presenti decorazioni di foglie e fiori.
La traversa di collegamento è intagliata con volute annodate simili al motivo intagliato posto sotto le gambe. Il piano è adornato con un nastro intrecciato sulle teste a basso rilievo. L'etichetta indica che fa parte della Mostra del Caravaggio con numero 203, di proprietà della famiglia Bagatti Valsecchi e intitolato "Tavolo della Biblioteca". L'arredo risale alla fine del XIX secolo, ed è molto simile a una replica presente al Museo di Arti Applicate del Castello Sforzesco di Milano, che è stata attribuita ai Fratelli Mora. In passato, altre due riproduzioni erano state invece considerate autentiche.
Infatti solo studi recenti sembrano indicare che tutte queste opere siano delle contraffazioni del laboratorio di Bergamo dei Fratelli Mora della fine del XIX secolo, anche se alcune caratteristiche suggeriscono l'originalità di alcuni esemplari.
Innocente Cattaneo
1886
Legno di noce
196,5 × 86,5 × 46,5 cm
Inv. 0070
La vetrina è composta da due parti decorate a motivi intagliati con lesene corinzie e grottesche.
La parte inferiore ha un tamburo e uno sportello con specchiatura unica. Dal cassetto è possibile estrarre una specchiera con appoggio.
L'elemento superiore è vetrato sui 3 lati e ha lesene sugli angoli. L'opera, simile all'altra vetrina nella stessa stanza, fu commissionata per Carolina Borromeo e destinata a contenere gioielli e altri oggetti personali. Fu realizzata dallo stesso artista che creò gli altri mobili neorinascimentali nella stanza, mentre il disegno di progettazione del mobile venne probabilmente fatto dai fratelli Bagatti Valsecchi.
La vetrina, insieme alla sua gemella, costò 2000 lire, come indicato sulla fattura datata 1886.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo
Legno di noce
13,5 × 66 × 12 cm
Inv. 0587 – 0588
Coppia di piccole cassette poggianti su piedi a zampa di leone, con coperchi dotati di cerniere ad anello e una fascia decorata con un fregio a nastri intrecciati.
Questi oggetti sono lavori del XIX secolo, realizzati con l'utilizzo di legno di recupero.
Manifattura Alto Veneto o Friuli
Prima metà del XV secolo
Legno di cipresso
12 × 28 × 13,5 cm
Inv. 0601
Una cassetta in legno di cipresso, con un intaglio decorativo sul fronte raffigurante cani affrontati con collare, circondati da un tralcio vegetale.
Sul coperchio esterno, decorato con incisioni a nastro, ci sono tracce di un piccolo scomparto, mentre all'interno ci sono tracce di un bordo decorato a punzone a rombo bulinato.
La cassetta appartiene ad una serie di cassette simili con decorazioni analoghe a animali da caccia di gusto orientale, datate alla prima metà del XV secolo e probabilmente realizzate in legno di cipresso.
Manifattura italiana
XV e fine del XIX secolo
Legno di noce e altre essenze
23 × 47 × 31,5 cm
Inv. 0592
Cassetta in legno di noce con intarsi geometrici sui lati e sul fronte.
Il coperchio è in massello con decorazioni eseguite con punzoni. C'è una serratura antica e l'interno è suddiviso in scomparti e cassettini intarsiati.
È possibile che la cassetta abbia subito trasformazioni, ma tutti gli elementi sono autentici e antichi.
Il decoro del coperchio e alcuni dettagli sui lati potrebbero indicare un riadattamento di pezzi di intarsio antichi su una cassettina originale già intarsiata.
Manifattura del veneto nord-orientale
Terzo quarto del XV secolo
Legno di cipresso
50 × 83 × 35,5 cm
Inv. 0604
La cassa è decorata con intagli ribassati su tutte le superfici visibili con motivi di difficile lettura a causa della perdita di decorazioni superficiali.
Il frontale presenta due scene principali, la prima con una o due figure a cavallo, mentre la seconda con quattro figure femminili con copricapo, circondate da un nastro decorato con amorini alati, fiere e cigni.
Sui fianchi del cassone ci sono angeli coronati e altre figurine alate che montano cigni.
Il coperchio ha una grande losanga incisa e una bordura punzonata.
Questo tipo di decorazione sembra essere tipico del Quattrocento e di un'ampia area geografica che copre l'Italia settentrionale, la Svizzera, l'Austria e la Germania meridionale, in particolare la zona veronese e dell'Alto Adige.
Manifattura Alto Veneto o Friuli
Prima metà del XV secolo
Legno di cipresso e pioppo
12,5 × 28,5 × 13,5 cm
Inv. 0602
Quest'opera è simile alle cassette Inv. 0601 e 0608, tuttavia è in pessime condizioni.
Il coperchio e il fondo sono realizzati in legno di pioppo, mentre il corpo è in cipresso, entrambi non sono originali.
Sul fronte ci sono due formelle raffiguranti un cane e una lepre racchiusi in tralci vegetali, con un vaso stilizzato al centro sotto la serratura.
Manifattura italiana
XV-XVI secolo
Legno di noce, altre essenze e ferro
15 × 25,5 × 33 cm
Inv. 0583
La cassetta è stata realizzata tra il XV e il XVI secolo.
Il coperchio è diviso in sei pezzi intarsiati con forme geometriche e ha una maniglia di ferro al centro.
I lati hanno lo stesso tipo di decorazione.
Innocente Cattaneo (?)
1884 (?)
Legno di noce
71 × 68 × 68 cm
Inv. 0062
Tavolino con gambe e traverse a forma di torciglione, con un ripiano intermedio.
Il piano può essere aperto in quattro parti secondo le diagonali. Ha elementi torniti che si ispirano ai lavori del XVII secolo, ma viene considerato di stile ottocentesco e si adatta bene all'arredamento della Sala della Stufa.
Si suppone che possa essere lo stesso tavolino da gioco descritto nei documenti come fornito da Innocente Cattaneo per la casa Bagatti Valsecchi nel settembre del 1884, al prezzo di 80 lire.
Manifattura di Siena
Ultimo quarto del XV secolo e fine del XIX secolo
Legno di pioppo, pastiglia dorata e dipinta
84 × 203 × 65 cm
Inv. 0027
Cassone di legno di pioppo riccamente decorato in pastiglia dorata e dipinta, dotato di un coperchio convesso.
Sul frontale vi è una fine decorazione vegetale in rilievo che inquadra una scena cavalleresca raffigurante un corteo – verosimilmente nuziale – composto da cinque gruppi di figure che si susseguono paratatticamente.
La rappresentazione è racchiusa entro due solenni figure angelicate, raffigurate di dimensioni maggiori rispetto alle figure del corteo, munite di scudo con simboli araldici: l’angelo a sinistra esibisce lo stemma senese della famiglia Piccolomini – caratterizzato da una croce caricata di cinque montanti d’oro – mentre sullo scudo dell’angelo sulla destra sono raffigurati una ruota rossa e simboli floreali.
Trattandosi di un cassone nuziale, è possibile ipotizzare che gli scudi delle due figure angeliche riportino la raffigurazione degli stemmi delle due casate che si sarebbero unite in matrimonio.
Il fondo è finemente inciso e bulinato con decorazioni a girali vegetali e presenta una netta suddivisione tra la porzione superiore e quella inferiore che simula una distesa erbosa.
Sui fianchi del cassone vi sono invece ricche cornici polilobate che racchiudono stemmi araldici non ancora identificati.
Manifattura francese (?)
Fine XIX secolo, frontale del XVI secolo
Legno di noce
100 × 198 × 50 cm
Inv. 0048
Credenza realizzata alla fine del XIX secolo. Presenta un fronte apribile a un'anta, decorata con un pannello intagliato.
Il pannello, proveniente da un frammento di cassone francese del XVI secolo, presenta al centro una testa virile circondata da animali marini fantastici e figure antropomorfe, sormontata da una targa con l'incisione "NUNQUAM RETRORSUM".
Il fronte intagliato può essere attribuito ad artefici francesi grazie alla tecnica di finitura dell'incisione e alle fisionomie delle figure rappresentate, che coincidono con quelle di alcune opere francesi.
Il resto della credenza, comprese le cornici della base, le colonne angolari, il piano, i fianchi e le fodere, sono opere di artigiani del XIX secolo che hanno utilizzato principalmente legno di recupero.
Manifattura italiana
XVII secolo
Legno di palissandro (?), avorio, bronzo e ferro
15,5 × 39 × 25 cm
Inv. 0586
Casetta con ossatura in legno di conifera, impiallacciata con un'essenza esotica, probabilmente palissandro indiano, con riquadrature geometriche di avorio.
Sul fronte ci sono tre cassetti: quello superiore grande con una bocchetta di bronzo e gli altri due più piccoli. Il cassetto in basso a destra ha perso la serratura originale. I lati presentano maniglie di ferro.
Questo lavoro di ebanisteria italiana risale alla metà del Seicento.
Innocente Cattaneo (?)
1885 (?)
Legno di noce
40 × 74 × 21 cm
Inv. 0103
L'attaccapanni è composto da due mensole antiche e parti moderne, tra cui l'architrave, il ripiano interno e i quattro torniti per appendere gli abiti.
L'opera è in serie con due cappellinai più piccoli conservati nella stessa stanza e risulta gemella a un altro cappellinaio conservato nel Museo di Arti Applicate del Castello Sforzesco di Milano.
Un documento d'archivio però sembra indicare diversamente: nel febbraio 1885, l'ebanista e intagliatore milanese Innocente Cattaneo, che stava lavorando al completamento dell'arredo del palazzo, chiede il compenso di 150 lire per "tre porta abiti di noce intagliati", tra cui forse anche questo attaccapanni.
Manifattura di Vicenza
Fine del XV - inizio del XVI secolo, con integrazioni di fine XIX secolo
Legno di pioppo dipinto e dorato, ferro battuto
124 × 190 × 67 cm
Inv. 0024
Il cassone dorato presenta tre dipinti, divisi da quattro candelabre, sul fronte: L'uccisione di Giulio Cesare, Enea che fugge col padre Anchise sulle spalle e il figlio Ascanio per mano, seguito dalla moglie Creusa e La testa di Pompeo presentata a Cesare.
La cassa è in legno di pioppo antico, mentre la balza è stata ricostruita con legname nuovo.
La doratura del coperchio sembra essere stata aggiunta in epoca moderna per coprire la policromia originale quattrocentesca.
Manifattura Germania meridionale (?)
Fine del XIX secolo con frontale del XVI secolo
Legno di noce
62 × 141 × 46,5 cm
Inv. 0002
Il cassone è composto da frammenti antichi e legno di recupero.
Tra le lesene decorate con foglie e volute, un uomo e una donna sono rappresentati su due dei pannelli del cerchio centrale: questi sono originali del XVI secolo, mentre un'altra lesena è una copia del XIX secolo.
Le due figure possono essere attribuite alla scuola tedesca della seconda metà del XVI secolo.
Il legno di noce e pioppo è stato utilizzato per il coperchio, i fianchi e le fodere.
Le maniglie di ferro battuto sui fianchi appartengono al Cinquecento, ma non sono pertinenti all'opera.
Manifattura italiana
XVII secolo
Legno di pero, noce, tasso e avorio
16 × 19 × 35,5 cm
Inv. 0584
Cassetta con coperchio intarsiato e cappello a piramide in pero ebanizzato, con tre facce a vista rivestite con piallacci di noce intervallati da intarsi in legno di tasso che imitano muri di mattoni.
L'interno ha uno scomparto senza serratura, ma con cerniere originali.
Probabilmente è del XVII secolo.
Innocente Cattaneo (?)
1885 (?)
Legno di noce
48 × 40 × 15 cm
Inv. 0104-0105
I due cappellinai sono stati costruiti da zero, senza l'utilizzo di pezzi antichi, e sono simili al modello più grande situato nella stessa stanza.
Sul retro dell'oggetto c'è un'etichetta con la scritta "Anticamera Via del Gesù".
In un documento dell'intagliatore milanese Innocente Cattaneo presente negli archivi Bagatti Valsecchi, si parla di una fornitura di tre attaccapanni destinati al palazzo di cui i due cappellinai potrebbero fare parte.
Manifattura Italia settentrionale
Fine del XIX secolo con aggiunta di frammenti più antichi
Legno di noce e rovere
169 × 123 × 49 cm
Inv. 0003
Lo stipo è sostenuto da due mensole con zampe leonine che si appoggiano su una balza.
Il corpo ha un'architrave baccellato, sportelli laterali, una ribalta centrale e una fascia con tre cassetti. Tutte le specchiature sono rivestite con piallacci di rovere e ornate con archetti a tutto sesto poggianti su pilastri.
Gli sportelli sono divisi da lesene intagliate con mascheroni.
Manifattura Italia settentrionale
Fine del XIX secolo con elementi del XVI-XVII secolo
Legno di noce e abete
110,5 × 140 × 46 cm
Inv. 0085
Il mobile era in origine il corpo superiore di un armadio da sacrestia o di uno stipo, allo stato attuale è classificabile come un cassettone.
La serratura a scatto, visibile sotto l'architrave, testimonia la preesistenza di uno sportello a calatoia.
I cassetti e le ante laterali hanno frontali decorati con fregi vegetali intagliati su fondi puntinati, mentre i due cassetti più grandi presentano un ovale, con una testa di cherubino e una colomba con un ramo di ulivo e due stelle, posizionato al centro.
Il basamento, i piedi e il piano sono rifacimenti più recenti.
Il mobile risale alla fine del XVI o alla prima metà del XVII secolo, ed è stato probabilmente prodotto in Italia settentrionale, forse in Lombardia. Una targhetta sul retro indica che il mobile si trovava in passato in una "saletta azzurra con pianoforte". Adesso il mobile si trova nella Camera Verde del Bagatti Valsecchi.
Manifattura Veneta
Prima metà del XVI secolo
Legno di cipresso, ferro
38 × 77,5 × 47,5 cm
Inv. 1050
Cofano decorato con intaglio a fondo ribassato, bulinato e pirografato.
Sopra il coperchio si trova una scena allegorica con la Fama, la Giustizia e la Fortezza che si rivolgono verso un angelo su un carro con uno strumento sconosciuto. Intorno alla scena corre una banda decorata con tre archetti che contengono figure femminili e un angelo musicante. La parte inferiore della bordura è decorata con un tralcio vegetale, due uccelli e un vaso.
Il fronte della cassetta ha due formelle gemelle che mostrano una tenda da campo tra soldati, con un re e due dame. Intorno alle formelle si trovano figure di animali e di uomini.
La serratura interna è originale, mentre le cerniere sono state sostituite.
Manifattura Italia settentrionale
Fine del XIX secolo con frammenti del XV secolo
Legno di noce
111 × 167 × 48 cm
Inv. 0037
La cassa è caratterizzata da grandi specchiature in legno di noce con intarsi geometrici e braccioli con volute; il lato esterno del bracciolo destro è privo di tarsia.
Alcune parti del mobile presentano incongruenze tecniche e stilistiche: ad esempio, il sedile ribaltabile ha cerniere ad anello di ferro che non corrispondono alla serratura odierna, l'interno è patinato artificialmente, la spalliera ha montanti interrotti con giunzioni nascoste e la cornice superiore è ricostruita.
Anche i braccioli non sono stilisticamente pertinenti con le decorazioni intarsiate.
Si pensa che l'opera sia stata creata utilizzando un cassone antico, forse settecentesco, rifinito con parti di altri mobili, intarsiato con frammenti di toppi quattrocenteschi.
Manifattura Veneta
XVI secolo
Legno di noce, bosso e avorio
15 × 35,5 × 23 cm
Inv. 0594
Cassetta in legno massello di noce, intarsiata all'antica con motivi geometrici di tessere d'avorio e filetti di bosso.
Sul coperchio c'è una scacchiera centrata, mentre all'interno ci sono vari scomparti e cassettini anch'essi intarsiati ma più recenti rispetto alle tarsie esterne.
La serratura e il relativo boncinello mancano, mentre le cerniere di ferro sagomato sono state sostituite.
Al museo ci sono altre casse simili, tradizionalmente ritenute provenienti dall'Italia settentrionale vicino a Venezia.
La cassetta è probabilmente del XVI secolo, ma potrebbe essere di un'epoca più recente.
Manifattura bolognese (?)
XVII secolo
Legno di noce, cuoio e bronzo
117 × 55 × 51 cm
Inv. 0968
Il seggiolone è caratterizzato da una struttura rigida con seduta e schienale di cuoio e braccioli incurvati, decorato con ciabatte con finali a zampa di leone e fiamme sui montanti posteriori originali.
L'opera ha subito un pesante intervento di restauro con la ricostruzione del bracciolo di destra e delle traverse della base e del telaio della seduta. Il cuoio e le borchie sono originali, ma sono stati ripristinati. Sullo schienale è presente uno scudo sovrastato da un elmo con tracce di doratura.
Il modello di cartella della base è comune ad altri esemplari attribuiti all'area bolognese.
Manifattura Italia settentrionale
Fine del XIX secolo, con frammenti del XVI-XVII secolo
Legno di noce
54 × 157 × 58 cm
Inv. 0029
Il cassone è stato creato utilizzando legno antico recuperato e presenta un basamento con piedi intagliati e una balza decorata.
Il fronte ha un pannello centrale che rappresenta due draghi che affrontano uno stemma diviso in croce.
I fianchi del cassone sono privi di decorazioni e la cornice è semplice.
All'interno del mobile è presente una targhetta in cui si riporta che "Contiene oggetti appoggiati e spade e corazze e bardature di cavallo che stanno sulla rastrelliera fra le porte verso il salone".
Manifattura Veneta
XVI-XVII secolo
Legno di noce, osso e ferro
19 × 25 × 17 cm
Inv. 0582
Piccola cassetta con decorazioni intarsiate di osso montate a incastro.
Sui lati presenta una serie di archi con all'interno edifici turriti, mentre sul coperchio è posta una stella a otto punte racchiusa in una cornice circolare. La chiusura è affidata a una serratura esterna con boncinello snodato. Le cerniere non sono originali ma dovevano essere ad anello.
La produzione veneta di provincia del XVI secolo o successiva è suggerita dal tipo di decorazione vagamente islamica.
Manifattura Italia settentrionale
XV e XIX secolo
Legno di noce
89 × 190 × 50 cm
Inv. 0016
Il cassone, nonostante sia in buono stato di conservazione, presenta vecchi segni di manomissione: i fianchi e il coperchio sembrano essere in legno antico ricostruito, mentre la fodera posteriore e il frontale sembrano essere originali del XV secolo.
Il frontale è decorato con archetti ciechi trilobati e fogliami ed è costituito da una sola grande tavola di noce agganciata al fianco da una chiodatura a vista.
I piedi sono composti, in materiale antico, da due elementi a forma di clessidra con scanalature, ma non corrispondono stilisticamente al frontale, suggerendo che provengono da un'altra opera.
La sequenza di archetti è simile a quella presente nel cassone delle Sette Virtù (Inv. 0025) ed è considerata una caratteristica presente nei cassoni lombardi tardo-gotici.
Manifattura Italia settentrionale
XV e fine del XIX secolo
Legno di noce, palissandro, ebano, avorio
51,5 × 113,5 × 54,5 cm
Inv. 0028
Il cassone presenta un fronte costituito da una tavola di noce intarsiata con tessere d'avorio, legni colorati ed ebano, ed è scandito da tre formelle.
I fianchi sono rifiniti con la tecnica "a buio" e sono privi delle maniglie originali in ferro.
Il fondo e la fodera posteriore sono patinate con mordente.
Il coperchio è difficile da valutare e non è chiaro se sia rimontato su un nuovo supporto di legno o mantenga l'ossatura antica.
La serratura e le cerniere sono moderne, come anche i piedi a ciabatta.
Nella decorazione presenta una bordura a girali, la rappresentazione del pozzo e dell'albero della vita ai lati della formella centrale e una specchiatura a stella su quest'ultima.
Manifattura Italia settentrionale
XVI secolo
Legno di noce, avorio, pero, ferro
45 × 60,5 × 37,5 cm
Inv. 0040
Un piccolo stipo da tavolo con sedici tiretti celati accessibili tramite un pannello a ribalta decorato con intarsi geometrici "alla certosina" in legno chiaro e avorio, incorniciati da legno di pero e rifiniti con maniglie di ferro battuto.
Il mobile ha una fodera posteriore in legno di pioppo e una serratura di ferro a vista.
Manifattura Italia settentrionale
XVI-XVII secolo
Legno di noce
22 × 43 × 21,5 cm
Inv. 0606
La cassetta presenta un frontale intagliato a bassorilievo con tralci a fogliami intorno ad uno scudo.
Il coperchio e la base sono decorati da cornici intagliate, mentre il sostegno anteriore è costituito da due volute.
L'oggetto, pur non essendo di alta qualità, è originale del XVI-XVII secolo. Invece, il supporto posteriore è stato rifatto in epoca recente.
Manifattura Italia settentrionale
fine del XVI secolo e fine del XIX secolo
Legno di noce, castagno e abete
190 × 234,5 × 60,5 cm
Inv. 0095
La credenza, per come viene vista oggi, è stata creata attraverso la composizione e il restauro di parti per lo più antiche che erano probabilmente parte di uno o due mobili simili ma di dimensioni e strutture diverse.
Gli elementi di restauro sono stati eseguiti con legname di recupero e anche con essenze diverse come il legno di castagno al posto del noce.
Il fronte del corpo inferiore della credenza è composto da due sportelli originali del XVI secolo con la sua ferramenta, anche i frontali dei cassetti centrali sono originali. Invece, la balza e i piedi del mobile sono stati creati nel XIX secolo con legname più antico.
La decorazione della credenza è composta da motivi a baccellature, ovuli, nastri intrecciati e dentelli.
Manifattura italia centrale
Seconda metà del XVI - prima metà del XVII secolo
Legno di noce
95 × 32 × 43 cm
Inv. 0183
Manifattura italiana
Fine del XIX con tarsie del XV secolo
Legno di noce, quercia, bosso, altre essenze, ferro
29 × 71 × 46 cm
Inv. 0597
Il cofano presenta tarsie su tutte le superfici tranne che sul lato posteriore e la fodera di base.
La decorazione comprende principalmente toppi geometrici e prospettici, con una scacchiera sul coperchio e una croce montata sulla faccia interna mediante la tecnica di incasso.
All'interno è presente un vano con coperchio intarsiato con forse dei piccoli cassetti; la ferramenta è costituita da due maniglie di ferro e cerniere ottocentesche, manca la serratura.
Manifattura italia centrale
XVI secolo e fine del XIX secolo
Legno di noce, abete e ferro
83 × 141 × 73 cm
Inv. 0087
Tavolo con tre cassetti tenuti da supporti decorati con volute intagliate a doppia S, sostenuti da ciabatte con estremità a zampa di leone.
La struttura antica è stata pesantemente manomessa o interamente ricostruita, mentre le maniglie sembrano provenire da un mobile settecentesco. La serratura è in stile ottocentesco.
Nonostante le modifiche, si tratta comunque di un pezzo che conserva la tipologia primitiva di arredi simili del Cinquecento.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo
Legno di castagno, abete e noce
90 × 86 × 32 cm
Inv. 0063
La credenza è costituita da un cassetto e da un'anta con quattro specchiature.
I piedi, collegati da una traversa, sono a forma di vaso intagliati e sostengono l'elemento superiore del mobile.
È stato realizzato nell'Ottocento o in tempi più recenti.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con decorazioni del XVI-XVII secolo
Legno di noce, bronzo e ferro
169,5 × 138 × 53 cm
Inv. 0083
Il mobile è costituito da uno stipo collegato ad un tavolo.
La parte superiore ha una grande calatoia rivestita in radica di noce con cerniere di ferro a vista, serratura centrale e due chiavistelli sui lati. Sugli angoli e sui lati ci sono "bambocci" raffiguranti angeli sovrapposti.
Sopra ci sono quattro cassetti intervallati da figure di putti e uno stemma con cappello cardinalizio diviso in croce con gigli e stelle.
Il piede ha sei gambe a torciglione collegate da traverse e un tamburo intagliato con motivi vegetali e due cassetti con grandi volute che fungono anche da sostegno per lo sportello a ribalta.
L'interno ha due sportelli laterali e una struttura centrale con cassetti di varie forme e maniglie di bronzo dorato.
L'opera è stata realizzata alla fine dell'Ottocento utilizzando alcuni fregi antichi, ma i "bambocci" e lo stemma sul fronte del mobile risalgono al Cinquecento.
Le lesene e la decorazione interna sono invece più recenti.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con frammenti del XVI-XVII secolo
Legno di noce, bronzo e ferro
220 × 145 × 55 cm
Inv. 0005
Mobile tardo-ottocentesco costituito da uno stipo con una grande calatoia e una credenza con due sportelli e due cassetti.
Sono stati utilizzati molti frammenti antichi, principalmente attribuibili a mobili genovesi del XVI e XVII secolo. La maggior parte del mobile è ricostruita.
La decorazione è costituita da una coppia di candelabri con bambocci montati sul fronte dello stipo e altre due montate sulla credenza. Si vedono due putti su cavalli marini montati sui sostegni per la calatoia, quattro mezzi busti del coronamento dello stipo e un puttino posto sull'angolo di sinistra.
Questo tipo di mobile con decorazioni antiche divenne molto popolare a partire dagli anni '70 dell'Ottocento.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con frammenti dell'inizio del XVI secolo
Legno di noce
80 × 137 × 65 cm
Inv. 0021
Il mobile è stato realizzato alla fine dell'Ottocento che riutilizza cinque tarsie antiche.
Sul fronte del cassone quattro lesene intagliate, con candelabre e capitelli, scandiscono le tre formelle raffiguranti la storia di Porcia, figlia di Catone, in vedute architettoniche.
I due lati del cassone sono provvisti di maniglie di ferro e due tarsie raffiguranti conigli ritagliati e adattati allo spazio. I nastri intarsiati attorno sono costruiti con frammenti di toppi prospettici antichi.
I tre riquadri intarsiati del fronte sono arricchiti con architetture, ma senza una rigorosa struttura prospettica, il che suggerisce un'attribuzione ad artefici lombardi attivi tra Quattrocento e Cinquecento.
Manifattura Italia settentrionale
Fine del XIX secolo con frammenti del XVI
Legno di noce e ciliegio
170 × 59 × 52 cm
Inv. 0050
Seggio creato assemblando elementi antichi su una nuova struttura di legno.
La base, i pannelli e la fodera posteriore sono di legno antico. Uno dei due braccioli a forma di aquila è stato completamente ricostruito. Le tarsie rappresentano ornamenti vegetali e sono fatte di ciliegio su sfondi di noce. Il coronamento mostra una grande conchiglia abbinata a vari fregi, alcuni dei quali sono eccellenti e altri ordinari. Il lavoro può essere visto dal montaggio, dalle stuccature e dalla necessaria patinatura artificiale. La provenienza dei frammenti non può essere stabilita con certezza, ma le aquile sembrano avere un carattere più nordico che italiano.
L'invenzione ricorda i braccioli del coro del duomo di Pisa.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con frammenti del XVI e XVII secolo
Legno di noce
85 × 132 × 63,5 cm
Inv. 0092
Il tavolo è composto da un piano, montato su un tamburo dotato di cassetti, e da un basamento caratterizzato da sette balaustri, innestati su una pedana rialzata. Il piano presenta i bordi smussati e ornati da intagli floreali iscritti entro regolari festoni semicircolari. Il tamburo è decorato da quattro fregi intagliati con motivi vegetali e giraliformi inframmezzati, sugli angoli, da cubi su cui si dispongono teste alate di cherubino e pinnacoli torniti. La struttura è sorretta da sette colonne solidamente tornite, ordinate su un imbasamento conformato a «H», caratterizzato da quattro teste leonine disposte alle rispettive estremità.
Il mobile è il risultato di un assemblaggio di frammenti antichi ed elementi prettamente ottocenteschi. Il piano, il tamburo, l’imbasamento e le relative ciabatte con le teste leonine sono coerentemente riferiti alla fine del XIX secolo mentre le colonne e le teste di cherubino sul tamburo sono riconducibili a epoche diverse: le prime verosimilmente di fattura seicentesca mentre le sculture di chiara manifattura cinquecentesca. Le quattro teste scultoree sono di eccellente qualità e nobilitano il mediocre insieme del tavolo pertanto, la critica le ha ricondotte alla mano di un talentuoso intagliatore cinquecentesco.
La collezione Bagatti Valsecchi conserva altri tre esemplari di analoga conformazione, prodotti nell’Ottocento assemblando frammenti di epoche diverse (inv. nn. 46, 49 e 58).
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con tarsie della seconda metà del XV secolo
Legno di noce, bosso e quercia nera
15 × 35 × 46,5 cm
Inv. 0603
Questa cassetta, definita "da scrivano" nei vecchi inventari del museo, è stata creata probabilmente con materiale di recupero nei tardi anni del 1800.
Ha un cassetto sul lato posteriore e due scomparti interni. Il coperchio presenta intarsi geometrici intrecciati attorno a uno stemma non identificato, mentre sui tre lati a vista ci sono bordi decorati, tra cui uno mostra un toppo prospettico con parallelepipedi disposti a croce.
I frammenti degli intarsi sono probabilmente provenienti da qualche opera distrutta di maestri della tarsia, attivi nel XV secolo. Questi motivi decorativi sono stati utilizzati sia nell'Italia centrale che nella parte settentrionale del paese.
Le cerniere e la serratura sono state rifatte.
Manifattura Italia settentrionale
Fine del XIX secolo con frammenti del XVI e XVII secolo (?)
Legno di cirmolo, abete e pastiglia
162 × 221 × 129 cm
Inv. 0051
Letto costituito da vari elementi antichi e moderni, tra cui due grandi bassorilievi antichi in legno di cirmolo e formelle con scene dell'Antico Testamento.
Sono presenti anche delle edicole con statuette di guerrieri e colonne intagliate con capitelli corinzi. Le parti antiche del letto sono incerte e potrebbero provenire da artefici valtellinesi o tedeschi del Seicento, mentre i frontali e le parti restanti sono ottocenteschi.
Non è chiaro se la storia della provenienza sia vera o meno, ma è possibile che l'opera sia stata inventata da un abile artigiano lombardo attivo intorno al 1880.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con tarsie della seconda metà del XV secolo
Legno di noce
93 × 73 × 40 cm
Inv. 0052
Il comodino, insieme al comodino gemello (Inv. 1100) è stato collocato al lato del letto nella Camera del Letto Valtellinese e sembrerebbe che sia stato fatto appositamente per questa stanza.
Il mobile è stato creato alla fine dell'Ottocento ed è decorato con una tarsia rinascimentale, composta da fiori e da uno stemma, montata sullo sportello centrale.
Le parti decorative esterne sono create con legno antico di recupero.
Manifattura Italia settentrionale
Fine del XIX secolo con frammenti del XVII secolo
Legno di noce e acero
134 × 68 × 47 cm
Inv. 0116-0117
Coppia di seggioloni creati utilizzando frammenti antichi di legno e decorazioni.
Un seggiolone ha schienale e cartella inferiore adornati con decorazioni scolpite e tarsie antiche di diverse provenienze, insieme ad altre decorazioni di recupero raffiguranti uno stemma con un leone sui braccioli. L'altro è di qualità inferiore e tutte le parti decorative sono state eseguite nel XIX secolo.
Entrambi i seggioloni sono dei falsi ma l'opera di ricomposizione delle cartelle è stata eseguita con grande abilità.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con tarsie della seconda metà del XV secolo
Legno di noce
93 × 73 × 40 cm
Inv. 1100
Il comodino, insieme al comodino gemello (Inv. 0052) è stato collocato al lato del letto nella Camera del Letto Valtellinese e sembrerebbe che sia stato fatto appositamente per questa stanza.
Il mobile è stato creato alla fine dell'Ottocento ed è decorato con una tarsia rinascimentale, composta da fiori e da uno stemma, montata sullo sportello centrale.
Le parti decorative esterne sono create con legno antico di recupero.
Manifattura Italia settentrionale
Fine del XIX secolo con tarsie della seconda metà del XV secolo
Legno di noce, cirmolo, ciliegio e altre essenze
121 × 95 × 45 cm
Inv. 0036
Panca composta da decorazioni antiche del XV secolo e rifacimenti del XIX secolo montati su una struttura moderna.
La base presenta tre tarsie rappresentanti bastioni e torri merlate, affiancate da cornici in rilievo e nastro ad intreccio intarsiate. I piedi sono stati rifatti, mentre i braccioli scolpiti con motivi di delfini e volute vegetali sono frammenti antichi. Lo schienale presenta una grande specchiatura centrata da un intarsio geometrico antico, bordata da cornici e nastro a intreccio. Le strisce intarsiate che rifiniscono la parte inferiore e superiore dello schienale e quelle sui braccioli sono quattrocentesche. Si ipotizza che la panca sia stata realizzata nei laboratori dei fratelli Mora poiché le tarsie con vedute architettoniche sono affini a quelle su un cassone appartenuto alla loro collezione.
La provenienza dei pannelli non è chiara, ma si ritiene che possano essere stati realizzati dal Platina o da un anonimo intarsiatore.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo e inizi del XX, con frammenti della metà del XVI secolo
Legno di noce e ferro
188 × 126 × 50 cm
Inv. 0101
Il cassone sembra risalire alla fine del XIX secolo, mentre il dossale fu approntato qualche decennio più tardi.
Tutto il dossale, compreso l'architrave, le mensole e le lesene, oltre ai braccioli, il piano di seduta e i fianchi con maniglie di ferro, sono rifacimenti in stile utilizzando per lo più legno nuovo.
Il frontale ha due formelle centrali intagliate ex novo, una bordura con fregio geometrico in parte antica e una balza anch'essa autentica del XVI secolo e pesantemente stuccata.
L'opera completa alla base con una coppia di lesene con frammenti autentici del Cinquecento, raffiguranti mascheroni, trofei musicali (sinistra) e armi (destra).
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo, con frammenti del XV e XVI secolo
Legno di noce, pioppo e altre essenze
126 × 88 × 59 cm
Inv. 0033
Una seduta realizzata verso la fine del XIX secolo, utilizzando elementi antichi.
La struttura sottostante è in gattice rivestito con piallacci di noce e toppi prospettici, con frontale e lato destro originali e il lato sinistro rifatto.
Gli animali marini fantastici intagliati sui due braccioli sono di recupero, probabilmente provenienti dai braccioli di un coro italiano del XVI secolo.
Lo schienale ha una formella centrale antica, ma la bordura a toppo e la fascia intarsiata a motivi floreali sono state rifatte.
La costruzione originale dell'elemento della cassa si ritiene il frutto dell'operato di artefici dell'Italia centrale del Quattrocento.
Manifattura Italia settentrionale
Fine del XV - inizio del XVI secolo
Legno di noce, ferro e panno
51 × 118 × 57 cm
Inv. 0032
Forziere in legno di noce con maniglie di ferro orizzontali sui fianchi e a cuore sul frontale, con tracce di doratura e lamine incassate su panno lana battuta.
La grande serratura esterna ha una bandella traforata a forma di torre e l'interno è ricco di 18 cassetti intarsiati con nastri e bordure geometriche. Sul lato posteriore del coperchio sono intarsiate le lettere JHS a forma di stella, monogramma di Cristo. La targhetta interna riporta la scritta "Venezia 1973/Mostra dell'arredamento del cinquecento veneto". Non ha subito manomissioni ed è probabilmente originale, appartenuta forse a una chiesa.
Appartiene ad una famiglia di forzieri analoghi ritenuti di manifattura dell'Italia settentrionale e risalenti al XV - inizi del XVI secolo.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo, con frammenti del XV, XVI e XVII secolo
Legno di noce, di frutto e pastiglia
66 × 183 × 63 cm
Inv. 0022
Cassone in legno di noce con innesti in pastiglia e tarsie lignee, sorretto da zampe leonine. La struttura è tripartita in formelle decorative: ai lati vi sono due bassorilievi a pastiglia con soggetti desunti dalla mitologia classica mentre al centro vi è una tarsia lignea raffigurante un paesaggio architettonico con una chiesa dominante su una piazza desolata. Le formelle sono divise tra loro da quattro fregi vegetali in pastiglia e sono sovrastate da un fregio decorativo composto dall’alternarsi di due leoni alati affrontati e due delfini con le code intrecciate.
Il manufatto è frutto di un articolato assemblaggio di frammenti tardo rinascimentali e ottocenteschi: l’ossatura della cassa è antica, i piedi a zampa di leone sono parzialmente originali mentre il coperchio è ricostruito. Le formelle laterali in pastiglia e le relative cornici quadrangolari sono state recuperate e adattate al cassone mediante stuccatura; i fregi vegetali posti all’esterno della composizione sono di matrice cinquecentesca mentre i fregi che inquadrano lateralmente la tarsia centrale sono da riferire dubitativamente al XVII secolo.
Manifattura Italia settentrionale
Inizi del XVII secolo
Legno di noce, cuoio, bronzo
110 × 60 × 41 cm
Inv. 0123
Il seggiolone è caratterizzato da seduta e schienale di cuoio decorato con borchie di bronzo a rosetta.
I montanti posteriori sono decorati con fiamme intagliate mentre braccioli e cartella traforata presentano piccole decorazioni. Sono presenti lievi interventi di conservazione, tra cui l'applicazione di scarpette alle gambe anteriori e una patina scura.
L'area di produzione non è stata identificata con precisione, ma potrebbe essere nell'Italia settentrionale.
Manifattura italiana
Inizio del XVII secolo e fine del XIX secolo
Legno di noce
56 × 164 × 52 cm
Inv. 0099
Il cassone presenta un frontale apribile a ribalta, con grosse cerniere.
È il risultato di una modifica più recente a un'opera originale del XVII secolo, con piedi a zampa di leone. Fodere e coperchio fanno parte dello stesso oggetto, mentre il frontale e le cariatidi sono stati probabilmente modificati.
Il fronte è decorato con volute vegetali, frutti e figure antropomorfe.
Manifattura Italia settentrionale
Metà del XVII secolo
Legno di noce
111 × 46 × 32 cm
Inv. 0126
Sedia con seduta di legno composta da una singola tavoletta e montanti rigidi con scanalature e fiamme intagliate.
Lo schienale e la base hanno cartelle sagomate decorate con miniature di cherubini alati, elementi floreali e uccelli. Al centro della cartella superiore c'è una coppa da cui esce un angelo senza testa, mentre quelle inferiori hanno una bugna intarsiata a losanghe. L'opera è originale con restauri modesti alle traverse laterali e la riparazione delle decorazioni delle gambe anteriori.
È stata attribuita ad artigiani dell'Italia settentrionale, forse lombardi o veneti, attivi verso la metà del XVII secolo.
Manifattura italiana
Metà del XVI sec
Legno di noce
61 × 173 × 58 cm
Inv. 0020 - 0026
I due cassoni sono pressoché integri, con l'eccezione del cassone Inv. 0020 che ha un piede posteriore e una cornice della base rifatti.
Sebbene in sostanza identici nella struttura, i frontali dei cassoni si differenziano nel decoro. Al centro dei cassoni, tra cartigli e due arpie contrapposte, compare uno stemma con testa di toro.
Seguono composizioni con varianti centrate su due grandi putti, da cui partono girali vegetali che terminano in infiorescenze, puttini e tori.
I fianchi sono lavorati con scanalature a due ordini e le balze sono rifinite con fogliami sugli angoli e al centro.
I cassoni poggiano su piedi leonini e sono collegati sul davanti da una cartella intagliata a volute identica su entrambi i mobili.
I coperchi sono caratterizzati da un ciglio lavorato a squame, con la parte centrale rialzata a urna.
Manifattura Italia settentrionale
Prima metà del XVII secolo
Legno di noce
111,5 × 54 × 39 cm
Inv. 0238-0239-0240
Sedie decorate con due grandi cartelle intagliate con motivi vegetali e uno stemma.
Il sedile ha un fregio di due delfini e una pendaglia con fiori stilizzati.
Sebbene la scelta decorativa sia originale, le sedie risultato profondamente restaurate.
Manifattura italiana
XV-XVI secolo e interventi posteriori
Legno di cipresso, tempera e ferro
13 × 35 × 21,5 cm
Inv. 0801
Una cassetta in legno dipinta con motivi losanghe in rosso e bianco.
La policromia è stata applicata su una preparazione a gesso stabilizzata da garza di tela originale del XV-XVI secolo. L'interno della scatola è foderato di carta.
È stata trasformata in seguito in una cassetta per le elemosine, con una rozza fessura sul coperchio e nuove serrature ai lati.
Sul frontale sono presenti tre bocchette a cuore di ferro, ma solo la bocchetta centrale è originale.
Ci sono due etichette lacere con le scritte: "G. Vendite Milano" e "55".
La struttura lineare e il decoro geometrico policromo fanno supporre una datazione tra XV e XVI secolo.
Manifattura italiana
XVI secolo (?)
Legno di faggio
82 × 40 × 27 cm
Inv. 0242
Un sedile pieghevole composto da cinque stecche dritte e uno schienale sagomato con due incisioni di cerchi concentrici. L'usura dei materiali, lo stato delle giunture e i restauri indicano che l'opera risale ad un'epoca antecedente il XIX secolo.
Questo modello di sedile è tradizionalmente considerato del XV secolo, ma è più probabile che fosse diffuso nel secolo successivo.
Si suppone che questo sedile sia stato prodotto in Italia settentrionale.
Manifattura italiana
XVI secolo (?)
Legno di faggio
87 × 39 × 27 cm
Inv. 0233 - 0237
La serie di sedie pieghevoli "a tenaglie" si compone di sei stecche incurvate decorate con angoli nella parte superiore.
Lo schienale è sagomato con semicerchi incisi e puntinature.
La superficie mostra segni di usura e il legno di faggio sembra appartenere ad un'epoca più antica del XIX secolo.
Si riscontrano esemplari simili nell'artigianato sardo del XIX secolo.
Manifattura Italia settentrionale
XVI e fine del XIX secolo
Legno di faggio (?), olmo e noce
95 × 39 × 49 cm
Inv. 0176
Lo sgabello è l'esemplare più decorato tra quelli conservati presso il museo.
È intagliato e traforato, probabilmente in legno di faggio. Lo schienale ha due cigni stilizzati interamente ricoperti da incisioni, dischi e ruote solari, con due uccelli che sostengono uno stemma con un serpente della famiglia Visconti. Il sedile ha al centro una figura virile in un cerchio decorato a motivi circolari. Gli appoggi a terra sembrano essere stati rifatti in un restauro del XIX secolo, ma in generale la realizzazione dell'oggetto sembra essere più antica.
Non è possibile stabilire origine e datazione con certezza, ma lo stemma visconteo suggerisce un'origine lombarda.
Manifattura italiana
fine del XIX secolo, con decorazioni del XVI (?) secolo
Legno di noce
93 × 95 × 39 cm
Inv. 0019
La credenza è stata realizzata alla fine del XIX secolo, utilizzando frammenti più antichi di difficile datazione, tra cui due ante, una coppia di colonne tuscaniche e due decorazioni verticali a medaglioni e anelli intagliati. Il resto del mobile, inclusa la fascia con cassetto, è databile al XIX secolo, il tutto creato utilizzando legno nuovo poi invecchiato.
I frammenti antichi incorporati nella credenza, probabilmente componenti di un inginocchiatoio, hanno richiesto una balza alta per essere utilizzati come elementi nella realizzazione del mobile.
La disposizione delle colonne sugli angoli richiama prototipi cinquecenteschi dell'Italia centrale.
Manifattura Italia settentrionale
XVI secolo
Legno di noce
110 × 75 × 55 cm
Inv. 0229-0230
SaloneSedia pieghevole a stecche centinate, modello "Savonarola".
Lo schienale ha due figure di delfini contrapposti sopra a uno scudo, mentre le stecche anteriori sono decorate con un motivo a perle e fusarole incise. Le ciabatte dei piedi hanno finali a zampa di leone stilizzata.
L'opera è presumibilmente originale, con una patina e un'usura congrue con la sua possibile età alla fine del XVI secolo. Tuttavia, si segnala che questo tipo di sedia è stata riprodotta e talvolta contraffatta a partire dalla seconda metà del XIX secolo.
Il nostro esemplare ha subito interventi di restauro e di consolidamento pertinenti che ne convalidano l'autenticità, nonostante uno schienale sospetto che potrebbe essere stato sostituito in un momento successivo.
Manifattura italiana
fine del XIX secolo, con decorazioni del XVI secolo
Legno di noce
165 × 89 × 40 cm
Inv. 0001
Credenza di fine XIX secolo. La struttura è interamente coperta da decorazioni a intagli, tra questi spiccano quattro candelabri a grottesca di dimensioni identiche tra loro, ma con disegni leggermente diversi, e due coppie di lesene con figure.
Il corpo inferiore ha una fascia sotto il piano, al di sotto della quale si trovano due grandi cassetti con frontale intagliato, affiancati da due piccoli tiretti celati da mascheroni. I pilastri sono decorati con sculture antiche, una cariatide e un telamone.
Nel corpo superiore, sul coronamento, è stato inserito un cassetto con fronte intagliato del XVI secolo.
Le candelabre presentano vasi, volute, figure antropomorfe, corazze e cartigli.
Le lesene ai lati hanno figure femminili su teste di mostri, elementi vegetali e tritoni. La somiglianza del tritone con quello intagliato da Rizzardo Taurino e aiuti nel 1572 sul fusto del leggio del coro di Santa Giustina a Padova suggerisce che questi pezzi possano essere originari del Veneto.
Il resto del mobile è stato costruito con del legname nuovo, successivamente scurito.
Manifattura ligure (?)
Inizio del XVII secolo - fine del XIX
Legno di noce
74,5 × 84 × 41 cm
Inv. 0075 – 0076
Due stipi collocati, rispettivamente, sui due cassettoni "a bambocci" della Camera Rossa.
Entrambi gli arredi sono stati pesantemente ristrutturati alla fine del XIX secolo, quando sono stati acquisiti dalla collezione Bagatti Valsecchi. Il mobile Inv. 0075, posizionato sul cassettone Inv. 0074, probabilmente è servito da modello per il lavoro decorativo sullo stipo Inv. 0076. Quest'ultimo, infatti, presenta tutte le decorazioni "a bambocci" dei pilastri, dell'architrave e delle edicole interne rifatti secondo modelli esemplati sulla prima opera.
Sono stati eseguiti interventi sulle strutture di entrambi gli arredi: rifacimento delle basi, delle fodere posteriori e dei cappelli, ma sono andati perduti i grandi sportelli a calatoia. Altri interventi sono stati effettuati all'interno degli stipi.
Gli sportelli dell'Inv. 0075 sono originali del XVII secolo, mentre quelli dell'altro sono stati ricostruiti.
Non ci sono informazioni certe sulla provenienza di questi arredi, anche se sono comunemente attribuiti all'ambiente genovese.
Manifattura ligure
Inizio del XVII secolo e fine del XIX secolo
Legno di noce, abete e pioppo
99 × 147,5 × 73 cm
Inv. 0074
Il cassettone ha un frontale semplice, con tre grandi cassetti e due mezzi cassetti separati da uno più piccolo quadrato, dove è intagliato uno stemma con elmo e due putti.
È stato pesantemente restaurato con elementi ricostruiti, ad eccezione dei fianchi antichi in massello di noce rifiniti da cornici moderne. La balza, i piedi e il fondo sono completamente ricostruiti, mentre l'ossatura dei pilastri è del XVII secolo.
Le guide, controguide e catene sono costruite con legno di recupero.
Le fodere dei cassetti sono costituite da integrazioni con parti antiche in legno di pioppo e d'abete. Invece, le maniglie dei cassetti a forma di putto che cavalca un delfino e le bocchette di bronzo raffiguranti putti alati con scudo sono originali del XVII secolo.
Manifattura Italia settentrionale
XVI-XVII secolo
Legno di noce, cuoio, bronzo
103,5 × 59,5 × 50 cm
Inv. 0180-0181
I seggioloni hanno montanti, traverse e braccioli con un motivo a perle e fusarole intagliate sui bordi.
La seduta e lo schienale sono di cuoio stampato a motivi vegetali, con uno stemma centrale che raffigura uno scudo con un leone rampante e figure non identificate. Le borchie che rifiniscono le parti in cuoio e i finali sui montanti posteriori sono di bronzo. In passato sono stati attribuiti ad artigiani italiani del XVI secolo, ma una datazione leggermente più tarda non può essere esclusa.
I finali montati su questi due esemplari sono probabilmente antichi, a differenza di quelli di molti altri sedili presenti nel museo.
Manifattura ligure
Inizio del XVII secolo e fine del XIX secolo
Legno di noce, abete e pioppo
93 × 156 × 55 cm
Inv. 0073
Il cassettone a nove cassetti è uno dei caratteristici arredi della Camera Rossa, insieme all'altro cassettone e ai rispettivi stipi, decorati con motivi a "bambocci".
I frontali dei cassetti sono in radica di noce, di cui otto decorati con cornici di ovuli e unghiature; il nono cassetto, centrale e più piccolo, presenta uno stemma tra due figure di putti. Tutti i cassetti presentano maniglie con figure intagliate.
Il mobile ha subito una riduzione della profondità di circa 10-15 cm, con rifacimento della fodera posteriore in abete nuovo.
Le bocchette di bronzo sono autentiche del XVII secolo solo sui cassetti del secondo e terzo registro, mentre quelle più in basso sono probabilmente rifacimenti ottocenteschi.
Manifattura Italia settentrionale
XVI-XVIII secolo
Legno di cirmolo o pioppo
89 × 37,5 × 53 cm
Inv. 0184
Lo sgabello a tre piedi con schienale sagomato e intagliato a motivi vegetali stilizzati presenta una figura di leone intagliata al centro della seduta, inscritta in un cerchio, e vari elementi circolari negli angoli.
Esso è integro e non ha subito alcun restauro. Confrontabile con altri due sgabelli conservati nel museo e altri esemplari noti, esso è stato datato al XIX secolo da Enrico Colle. Tuttavia, gli esperti del museo ritengono che la patina, l'usura e la presenza del tarlo implicano una datazione più antica.
Questo tipo di manufatto è espressione artistica popolare che spesso presenta sfasamenti stilistici e cronologici notevoli.
Manifattura lombarda (?)
Fine del XIX secolo
Legno di noce e vetro
244 × 111 × 51 cm
Inv. 0010–0011
Una coppia di vetrine ottocentesche.
Il corpo superiore a vetri è sormontato da un pesante cappello decorato con pilastri a 45 gradi ornati con cariatidi femminili.
La base è costituita da un cassetto e uno sportello a ribalta decorato con un pannello su cui sono visibili due draghi affrontati su uno scudo.
Gli angoli dei mobili presentano doppi mascheroni.
Manifattura Italia settentrionale
XVI-XVIII secolo e fine del XIX secolo
Legno di noce e olmo
93 × 40 × 49 cm
Inv. 0179
Lo sgabello a tripode presenta uno schienale intagliato e traforato in legno di noce con raffigurati due profili umani stilizzati contrapposti, coronati da fogliami e con un corpo unito ornato da due volute.
Il sedile, anche esso di noce, è decorato con profili umani, motivi floreali e un sigillo non identificato. Gli appoggi a terra, realizzati in legno di noce e olmo, sono stati completamente rifatti.
È possibile che sia un montaggio di due frammenti provenienti da fonti diverse, in quanto sedile e schienale sembrano essere di mani diverse e l'incastro è stato ritoccato.
Manifattura lombarda (?)
Fine del XIX secolo, con frammenti del XVI-XVII secolo
Legno di noce e vetro
244 × 98 × 53 cm
Inv. 0012
La vetrina è accoppiata con un'altra vetrina simile (Inv. 0013) presente nella stessa stanza.
Il mobile presenta due pilastri, composti da teste femminili sovrapposte a mensole (antiche). Nella fascia sotto il piano sono intagliati vari nastri, tra cui uno a intreccio.
Il grande pannello centrale è decorato con una maschera accerchiata da elementi vegetali invasi da uccelli.
Manifattura Italia settentrionale
XVII secolo
Legno di noce
127 × 61 × 61 cm
Inv. 0232
Il seggiolone è caratterizzato da una struttura rigida e decorata con baccellini sugli angoli dei montanti e delle traverse.
Lo schienale ha una grande cartella con rosone centrale e due pannelli laterali con anelli intrecciati e traforati, mentre il coronamento superiore presenta volute vegetali e due pinnacoli. La cartella posta sulle gambe anteriori ha un motivo a grata traforato e un nastro intagliato con bocci di fiore nella parte inferiore. I braccioli sono incurvati e poggiano su balaustri sfaccettati e modanati.
L'opera, autentica e ben conservata, si suppone essere di origine italiana settentrionale.
Manifattura lombarda
Fine del XV e fine del XIX secolo
Legno di noce e pioppo
87 × 235 × 68 cm
Inv. 0025
Il cassone delle Sette Virtù è composto da un pannello frontale in legno di noce dipinto a tempera con sette figure femminili sovrapposte alle scritte che rappresentano le virtù teologali e le virtù cardinali.
Il resto dell'opera presenta elementi quattrocenteschi e altri elementi, invece, che potrebbero non essere completamente originali.
La cassa è composta da grandi tavole di noce originali quattrocentesche inchiodate tra loro. Il coperchio, un tempo con quattro cerniere ad anello, ora è ferrato con due cardini a piastra.
La balza, decorata ad archetti gotici, ha la testa laterale ritoccata a fine XIX secolo.
Manifattura Italia settentrionale
XVII secolo e fine del XIX secolo
Legno di noce, abete, cuoio e ottone
130 × 62 × 44 cm
Inv. 0195
Il seggiolone è autentico, ma è stato pesantemente restaurato e modificato: è stata ridotta l'altezza delle gambe ed eseguite riparazioni alla cartella sagomata posta tra i montanti anteriori, alle traverse del sedile e ai braccioli.
I finali di ottone dei montanti posteriori e il rivestimento di pelle sono lavori ottocenteschi. Il seggiolone ha seduta e schienale ricoperti di velluto rosso bordato da gallone, montanti posteriori inclinati con fiamme intagliate e dorate, e ciabatte con piedi a zampa di leone stilizzata.
Gli esemplari simili sono di fabbricazione toscana, mostrando analogie con modelli di seggioloni documentati a Palazzo Pitti e presso il Palazzo Pubblico di Siena, tutte opere datate o databili intorno alla metà del XVII secolo.
Manifattura lombarda (?)
seconda metà del XVI -inizio del XVII secolo e fine del XIX secolo
Legno di noce, abete, ferro
120 × 174 × 53 cm
Inv. 0008 - 0009
Nella Sala da Pranzo è possibile ammirare una coppia di credenze: la credenza collocata a destra del camino è un pezzo originale del XVI-XVII secolo, mentre la seconda è una copia di fine Ottocento.
Un'indagine tecnica ha rivelato che la struttura della credenza antica è stata modificata e rifatta in diverse parti.
Sono presenti elementi decorativi, tra cui colonne corinzie, edicole con piccole sculture lignee e fregi intagliati.
Le ante hanno specchiature con stemmi raffiguranti un'aquila coronata e incatenata e un leone rampante con spada opposto a un castello turrito.
Il coperchio è bordato con teste laterali e lista anteriore.
Manifattura Italia settentrionale
XVII secolo e fine del XIX secolo
Legno di noce, cuoio, bronzo
170 × 71 × 47 cm
Inv. 0177-0178
La coppia di seggioloni monumentali è realizzata in noce con seduta e schienale di cuoio e finiture in bronzo.
Il primo seggiolone, ha avuto il bracciolo destro rifatto mentre il sinistro è stato restaurato. La cartella di collegamento delle gambe anteriori è stata ridecorata. Il secondo seggiolone è meglio conservato con integrazioni minime. Gli incastri delle traverse di sostegno dei sedili sono stati modificati, ma la fattura è originale. Il cuoio e le borchie in bronzo potrebbero essere dei rifacimenti ottocenteschi. Sono stati rinvenuti altri esemplari di seggioloni simili nei Musei di Arti Applicate del Castello Sforzesco a Milano, nel Museo di Francoforte, e nel Museo Civico di Pavia.
L'ossatura dei seggioloni del Bagatti Valsecchi sembra essere originale, ma i braccioli sembrano ricostruiti. I finali in bronzo sono identici a quelli utilizzati dall'intagliatore milanese Innocente Cattaneo.
Manifattura lombardo-veneta (?)
Fine XIX secolo, frontale del XVI secolo
Legno di noce, abete
149 × 128 × 44 cm
Inv. 0045
La credenza è composta da due ante e tre cassetti, decorati con candelabri e girali vegetali intagliati.
Le maniglie dei cassetti sono di ferro e le ante presentano grandi stemmi con un leone rampante e una stella.
Il mobile è stato oggetto di ampi rifacimenti, specialmente nella parte bassa della candelabra di destra e sul cassetto principale.
La struttura del mobile, le cornici, il piano e altri elementi sono di epoca più recente, ovvero del tardo XIX secolo. Il piano è stato realizzato con materiale di recupero, mentre per le parti non a vista sono stati utilizzati legno nuovo assemblato con tecniche ottocentesche.
Manifattura Piemontese
XVI secolo
Legno di noce
27 × 45,5 × 27,5 cm
Inv. 0308
Cassetta molto elaborata ma tecnicamente modesta, con coperchio, fianchi e frontale intagliati con fondo ribassato.
Al centro del coperchio si trova lo stemma araldico dei Savoia, con due leoni rampanti montati su colonne e un corona sullo scudo crociato, affiancata dalle croci di Gerusalemme e di Malta.
Sul frontale ci sono due figurazioni separate da due archi su tre colonne, con il monogramma di Cristo "IHS" e "MARIA" a destra e un cuore trafitto dalla freccia con una corona e stelle a sinistra.
Sotto la figurazione del frontale c'è un braciere fiammeggiante con la scritta "WLS" e "SARTORIA".
Sul fianco sinistro c'è uno scudo incrociato con gigli di Francia, mentre sul lato destro vi è una composizione architettonica con il simbolo della croce e il monogramma "IHS".
Il montaggio delle tavolette sembra essere stato eseguito a chiodi senza incastri.
Il manufatto è originale e probabilmente di scuola piemontese del XVI secolo, con rifacimento solo del fondo e sostituzione della serratura.
Manifattura Italia settentrionale e Innocente Cattaneo
XVII secolo e 1885
Legno di noce, velluto, bronzo
150 × 66 × 54 cm
Inv. 0148-0150, 1058
Sono presenti un esemplare antico e tre copie di questi seggioloni.
L'originale ha mantenuto integri tutti i montanti e alcune traverse, ma parte del telaio della seduta e le altre traverse sono state rifatte. I finali di bronzo sono antichi ma probabilmente riadattati. Simili decorazioni contraffatte sono state rilevate in molti sedili della collezione.
Le tre copie sono state probabilmente realizzate da Innocente Cattaneo di Milano. L' esemplare originale può essere attribuito a un'area dell'Italia settentrionale.
Manifattura spagnola
XVI-XVII secolo
Legno di noce, ferro, velluto
151 × 108 × 45 cm
Inv. 0035
Il mobile è composto, nella parte superiore, da uno stipo con una ricca ornamentazione di ferro battuto su un fondo di velluto rosso, con maniglie, serratura, chiavistelli e cassetti quadrati rettangolari.
Nella parte inferiore, invece, si trova un piede a ponte che sostiene la cassa-stipo, caratterizzato da ciabatte rubuste, colonne tortili, e due elementi estraibili per l'appoggio alla ribalta.
L'opera è stata attribuita a una manifattura spagnola.
Manifattura italiana
Fine del XIX con frammenti del XVI secolo
Legno di noce
87 × 72 × 62 cm
Inv. 0114-0115
Coppia di sedie pieghevoli di tipo "Savonarola" con schienale mobile sagomato a forma di delfini contrapposti e decorati con rosette intagliate.
Uno dei due esemplari presenta parti originali come le stecche anteriori punzonate, i braccioli e una delle ciabatte, mentre l'altro è stato completamente rifatto con nuovo legno patinato.
Manifattura Veneta
Seconda metà del XV secolo (?) e XIX secolo
Legno di cipresso
110 × 90 × 65 cm
Inv. 0241
Il sedile, di modello "snodabile" o "da campo", è composto da robusti montanti e braccioli a sezione rettangolare tenuti insieme da perni di legno passanti.
Le facce delle gambe sono rifinite da doppie incisioni lineari, mentre i braccioli sono decorati con due differenti punzoni quadrati.
Lo schienale è composto da una cartella principale intagliata a fondo ribassato con una scena cortigiana raffigurante due dame e due uomini posti tra alberi al fianco di un vaso, da interpretare come la fontana della giovinezza, mentre nel coronamento sono intagliati due leoni che affrontano uno scudo araldico senza insegne.
Manifattura veneta (?)
XV secolo
Legno di noce e avorio
50 × 119 × 52 cm
Inv. 0094
La cassa è realizzata in legno di noce con incastri a coda di rondine a vista ben eseguiti.
Le superfici sono intarsiate alla certosina con piccole tessere d'avorio che compongono disegni geometrici circolari, a nastro e in quadro. L'interno e la parte posteriore della cassa hanno una decorazione semplificata rispetto al resto.
La serratura, di ferro e montata all'esterno, è originale del XV secolo.
Questo tipo di manufatti decorati in stile islamico viene generalmente attribuito all'Italia settentrionale, in particolare al Veneto, ma non esiste una prova certa che permetta di individuare con precisione i centri di produzione nella penisola. Il gusto di lasciare a vista gli incastri potrebbe essere una consuetudine settentrionale.
Manifattura Veneta
XVI-XVII e fine del XIX secolo
Legno di noce
56 × 147 × 42 cm
Inv. 0017
Il cassone subì un rimaneggiamento alla fine del XIX secolo, durante il quale fu fortificata la struttura, ferrati i piedi a zampa di leone e ricostruiti i lati logori.
Frontalmente è decorato con un fregio a tralcio di vite, delimitato da due cornici, e una specchiatura composta da girali vegetali e uno stemma senza attributi.
Il mobile sembra essere stato ridotto in profondità, probabilmente per permettere il recupero dei frammenti logori delle specchiature laterali.
La fodera posteriore, la porzione anteriore della balza, il coperchio e la serratura sono originali del XVI - XVII secolo, ma il grande pannello frontale sembra essere un lavoro ottocentesco.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo
Legno di faggio
72 × 63 × 50 cm
Inv. 0231
Sedia pieghevole senza schienale con le stecche anteriori decorate da unghiature e braccioli con estremità tornite con anelli.
È realizzata in legno di faggio antico, rifinito con fuliggine per conferire un aspetto patinato.
Tuttavia, alcune stecche potrebbero essere di riutilizzo.
Manifattura Veneta
XVI-XVII secolo, trasformata a fine XIX secolo
Legno di noce
85 × 162 × 50 cm
Inv. 0106
La cassapanca è stata creata unendo due vecchi cassoni, di cui uno in cattive condizioni.
Il corpo inferiore è rimasto sostanzialmente intatto e presenta una balza baccellata sul davanti, un pannello riquadrato da un fregio a tralcio con uno stemma al centro e due erme maschili sugli angoli.
Il copripanca è stato riparato e aperto al centro.
La parte superiore è stata creata utilizzando materiali antichi, tra cui il fronte del cassone probabilmente gemello a quello inferiore, che presenta uno stemma raffigurante un vaso con pietre.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo
Legno di noce
80 × 41 × 26 cm
Inv. 0243
Sedia pieghevole, conosciuta anche come "a tenaglie", con schienale sagomato e decorato con un giglio inciso.
Si tratta probabilmente di una riproduzione di una sedia rinascimentale della fine del XIX secolo.
Maniffattura Veneto nord-orientale
Inizi del XVI secolo
Legno di cipresso, ferro
27 × 64,5 × 54 cm
Inv. 0605
La cassetta è una scatola da viaggio con coperchio inclinato incernierato, maniglie sui lati e serratura di ferro originale.
La superficie esterna è decorata con diverse punzonature come stelle a sette punte, quadretti, piccole stelle vicine e linee interrotte.
Sulla faccia interna della ribalta c'è una Crocifissione realizzata con intaglio ribassato e finita con tratti incisi e pirografati, con intorno un nastro con girali vegetali e i simboli degli Evangelisti ai vertici.
L'interno della cassetta ha dieci cassetti posti su due ordini con racemi e il monogramma di Cristo entro il sole raggiato, oltre a due scomparti con figure di santi armati di lance e girali vegetali abitati da figure umane sui lati.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo
Legno di noce
83 × 70 × 50 cm
Inv. 0170
La sedia in stile "Savonarola" presenta braccioli dritti e uno schienale leggermente sagomato.
La presenza di tracce di utensili moderni e una patina artificiale scura e cerosa suggeriscono che sia stata realizzata verso la fine del XIX secolo.
Maniffattura Veneto nord-orientale
Inizio del XVI secolo
Legno di cipresso, ferro
15 × 41 × 28 cm
Inv. 0593
La cassetta è decorata con intagli a fondo ribassato e pirografia, raffiguranti una scena cortigiana con un cavaliere e due dame sul coperchio e amorini e uccelli lungo i lati.
L'interno presenta cassetti e scomparti con figure di una dama e un cavaliere delimitati da colonne, con un piccolo cassetto segreto.
La tecnica a fondo ribassato suggerisce un'origine nordica, probabilmente veneta, e la datazione è stimata verso la prima metà del XVI secolo, basata sui dettagli delle figure e dei loro atteggiamenti.
La cassetta ha perso la serratura e le cerniere sono state sostituite.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo
Legno di noce, castagno, faggio e pioppo
97 × 72 × 53 cm
Inv. 0223-0226
Camera RossaSedia pieghevole "Savonarola" con stemma inciso, ciabatte con estremità a zampa di leone e decorazioni a fiore-stella sui profili delle gambe e della seduta. I braccioli hanno rosette a basso rilievo.
Tuttavia, i quattro esemplari attualmente in esposizione (in Camere Rosse, Verdi e Salone) sono falsi, costruiti utilizzando legno antico di buona qualità, ma con tecniche di lavorazione difettose. Sembra che le stecche della seduta siano state realizzate con fodere e frontali di cassoni settecenteschi senza decorazioni.
L'analisi e la registrazione dell'impronta del punzone a otto petali presente su queste sedie potrebbe in futuro aiutare a chiarire l'origine di molti altri mobili simili conservati in altre collezioni.
XVII secolo (?)
Legno di ebano, bronzo e ferro
14, 5/14 x 24/25 x 12, 5/12 cm
Inv. 0715 – 0716
Si tratta di una coppia di cofanetti impiallacciati con liste di ebano, che presentano leggere differenze nelle dimensioni e nelle decorazioni bronzee.
Entrambi i coperchi hanno una rifinitura smerlata con una maniglia al centro. Uno dei cofanetti ha una maniglia a sezione circolare, mentre sull'altro è di fusione e riproduce due figure alate. I cofanetti hanno la stessa maniglia montata sui fianchi e una bocchetta a foggia di mascherone.
I piedini, realizzati in bronzo, sono una piccola composizione con piede a zampa di leone sormontato da un mascherone e un puttino.
L'interno di entrambi i cofanetti è rivestito in velluto rosso.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo
Legno di noce, velluto e ottone
125 × 45 × 45 cm
Inv. 0172-0175
La sedia ha seduta e schienale rivestiti di velluto verde, rifiniti con frange e borchie d'ottone.
I montanti posteriori presentano fiamme intagliate, mentre le gambe anteriori sono collegate da una cartella sagomata e intagliata.
Questa sedia è stata realizzata in stile, utilizzando materiali nuovi che sono stati lucidati in modo tradizionale, senza l'utilizzo di patine artificiali per simulare l'effetto antico.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo
Legno di noce, velluto e ottone
87 × 42 × 42 cm
Inv. 0203-0206
La piccola sedia ha la parte anteriore dei montanti e dello schienale decorati interamente a intaglio con motivi a goccia e pinnacolo, affiancati da tre balaustri.
La seduta è rivestita con velluto rosso e fermata con borchie d'ottone. I piedi torniti sono collegati da traverse sagomate.
Anche se mancano alcune decorazioni da parte degli schienali, è un lavoro moderno ispirato a un modello del XVII secolo, probabilmente lombardo.
Le quattro sedie sono state costruite con legno di noce nuovo, opportunamente scurito e patinato, senza tuttavia elaborare finte antiche.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo
Legno, velluto e ottone
125 × 61 × 52 cm
Inv. 0167
Il seggiolone è rivestito interamente di velluto rosso e ha frange e borchie d'ottone a rosetta.
È la replica della poltrona su cui sedeva Sisto IV nell'affresco di Melozzo da Forli ai Musei Vaticani. Uno dei quattro finali bronzei sui montanti è probabilmente antico. Un altro seggiolone simile è stato notato da Rava nella collezione "Antichità Palazzo Morando", che a sua volta è simile a quello raffigurato nella Visione di Sant'Agostino del Carpaccio. Quest'ultimo sedile ha l'ossatura interamente vestita di cuoio e rifinita con borchie di ottone e due finali a forma di carena. Probabilmente hanno entrambi un'origine risalente alla fine del XIX secolo, forse dalla stessa artefice del seggiolone Bagatti Valsecchi.
Si dice che esista anche una sedia "saluzzese" con gambe a X, conservata a Saluzzo, che appartiene a questo stesso filone.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo
Legno di noce, velluto e ottone
144 × 58 × 55 cm
Inv. 0125
Il seggiolone è una replica in stile di esemplari seicenteschi, realizzato con legno nuovo patinato e tappezzato con velluto, che presenta una cartella di collegamento sagomata e intagliata sulle gambe anteriori e fiamme lavorate sui montanti dello schienale, rifinito con borchie d'ottone.
Il gruppo di undici sedie è un mix di legno antico e nuovo, con schienale e seduta rivestiti di velluto ornato di borchie di ottone. Il gruppo di sedili è stato probabilmente fatto appositamente per l'allestimento del Salone, mentre la piccola sedia mostra una decorazione dettagliata degli intagli con piedi torniti e seduta rivestita di velluto rosso, tutti lavori moderni ma ispirati a un modello del XVII secolo, possibilmente lombardo.
Alcune gocce decorative sono mancanti sugli schienali.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo
Legno di noce, velluto e ottone
118 × 61 × 55 cm
Inv. 0209-0210
La coppia di seggioloni presenta seduta e schienale in velluto rosso, decorati con frange dorate e borchie.
Le parti in legno, comprese montanti, finali, braccioli e cartella, sono riccamente intagliate; sulla cartella è raffigurato un mascherone da cui si sviluppano volute vegetali. Questi manufatti risalgono interamente all'Ottocento e sono realizzati in legno nuovo, successivamente abrasato e patinato per simulare un effetto antico.
Tuttavia, questo effetto non è stato raggiunto in modo completamente soddisfacente.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo
Legno di noce
70 × 92 × 62 cm
Inv. 1063
Il tavolino ha un piede formato da due parti a forma di vaso unite da una traversa.
Il piano si apre grazie a una cerniera ad anello.
È in stile rinascimentale e risale a fine Ottocento o anche a periodo successivo.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo
Legno di noce
84 × 300 × 118 cm
Inv. 0014
Tavolo con piano allungabile sostenuto da due elementi a cavalletto con gambe a forma di vaso, unite da un elemento tornito.
L'opera è ispirata ai mobili rinascimentali ed è stata realizzata con materiali nuovi senza l'aggiunta di patine artificiali.
È probabile che sia stata creata appositamente per l'ambiente in cui è ora conservata.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo
Legno di noce e pioppo
84 × 219 × 100 cm
Inv. 0056
Tavolo composto da una traversa in legno di pioppo, che connette le gambe intagliate con profili di arpie alate dalle zampe leonine, e uno stemma con una banda a V.
Il piano, in legno di noce, è rifinito con un becco di civetta lavorato a palmette e montato su un tamburo decorato con scanalature dove un cassetto è posizionato al centro. La particolare scelta del legno di pioppo e la presenza di numerosi fori di sfarfallamento del tarlo suggeriscono che sia stata realizzata alla fine del XIX secolo o agli inizi del XX secolo, ispirandosi ai modelli italiani tardo-cinquecenteschi.
Non è composta da frammenti antichi, ma costruita in uno stile antico.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con frammenti del XV-XVI secolo
Legno di noce e faggio
162 × 64 × 65 cm
Inv. 0041
Leggio costituito da una miscela di elementi antichi e moderni, di origine e natura differenti.
Poggia su tre piedi a zampa leonina con fogliame intagliato e termina con una cornice intagliata. Il fusto è composto da quattro colonne annodate in legno di faggio che potrebbe aver avuto una tinteggiatura. Il leggio è in noce con intarsio di nastri e losanghe con toppi geometrici prospettici, alcune delle quali di alta qualità tecnica.
La struttura del leggio è interamente ricomposta con frammenti antichi e cornici moderne.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con frammenti del XVI e XVII secolo
Legno di noce e abete
90 × 186 × 82 cm
Inv. 0061
Il tavolo è uno dei mobili più famosi del museo, ma la sua origine non è del tutto chiara a causa delle difficoltà nell'indagine.
L'ipotesi più credibile è che si tratti di un tavolo completamente ricostruito con frammenti antichi di provenienza varia. Non sembra esserci evidenza che si tratti di una creazione antica, poiché anche le gambe sembrano essere state integrate e patinate artificialmente. Il tavolo è classificabile come tavolo parietale piuttosto che da centro, a causa della mancanza di decorazione sul retro della traversa e del tamburo. Il piano, il gocciolatoio e il tamburo presentano elementi antichi e nuovi. Le gambe sono composte da tre parti principali, tra cui quattro leoni contrapposti antichi restaurati pesantemente. La pedana sui leoni e altre parti delle zampe sono rifatte.
La provenienza dei frammenti varia e si suppone che provengano dai Fratelli Mora, specializzati in questo tipo di lavori e in rapporti con i Bagatti Valsecchi.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con frammenti del XVI secolo
Legno di noce
91 × 62 × 60 cm
Inv. 0227
La sedia "Savonarola" è pieghevole ed ha lo schienale in velluto, braccioli sagomati con intagli a fogliami sul bordo superiore e decorazioni a rosette sui lati.
Le gambe presentano piedi a zampa di leone.
Solo i braccioli del sedile sono originali del XV secolo, mentre il resto della sedia è stato ricostruito utilizzando legno di riutilizzo.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con frammenti del XVI secolo
Legno di noce
96 × 42 × 50,5 cm
Inv. 0220
Lo sgabello è diversi nei dettagli decorativi rispetto agli altri presenti in collezione.
Le protomi femminili sporgenti hanno una composizione diversa e quelle dello schienale hanno le teste completamente rifatte.
Lo sgabello in questione ha una formella sul piede, ma si differenzia da tutti gli altri per l'elemento centrale dello schienale: una piccola cariatide potenzialmente recuperata da un mobile genovese "a bambocci".
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con frammenti del XVI secolo
Legno di noce
96 × 42 × 50,5 cm
Inv. 0222
Sgabello con piede anteriore decorato con una formella composta da due tavolette ritagliate che raffigurano leoni affrontati d schienale ci sono figure alate.
Al centro dello schienale si trova una grande foglia ottocentesca intagliata e due nastri con minuti tralci vegetali di origine popolare, probabilmente del Cinquecento.
Sul coronamento è presente un mascherone simile oltre ad un finale antico tagliato a metà, foderato e disposto in senso orizzontale.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con frammenti del XVI secolo
Legno di noce
96 × 38 × 48 cm
Inv. 0219
La serie di sgabelli presenta sedili simili con varianti, frutto di un originale lavoro di montaggio di varie parti antiche condotto alla fine del XIX secolo.
Le sirene alate scolpite in legno furono sdoppiate e montate ai lati dello schienale e del piede anteriore per creare gli sgabelli, con un'adeguata struttura lignea di recupero e appoggi a terra anteriori legati alle sirene con una voluta in noce antico patinato. La seduta è costruita con materiale antico e anche le cornici di rifinitura sono di recupero. Lo schienale richiese maggior perizia: le sirene sono agganciate al trapezio, mentre cornici e modanature antiche completano l'insieme.
La provenienza dei frammenti e la loro datazione sono ancora incerti, ma le sirene potrebbero essere elementi di un coro e le meglio conservate suggeriscono una solida formazione artistica forse d'area toscana attivo intorno alla metà del Cinquecento.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con frammenti del XVI secolo
Legno di noce
96 × 38 × 48 cm
Inv. 0221
Lo sgabello ha un pannello montato sul piede anteriore che mostra uno stemma tra fogliami.
Inoltre, lo schienale ha una grande foglia intagliata come decorazione interna.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con frammenti del XVI secolo
Legno di noce
79 × 100 × 64,5 cm
Inv. 0044
Il tavolo è stato creato con quattro elementi di sostegno provenienti dagli stalli di un coro rinascimentale, uniti a un piano di legno nuovo.
Gli intagli presentano motivi naturalistici, tra cui tralci di vite, girali d'acanto, edera e figure di cavalli.
La qualità del modellato indica che l'artefice potrebbe essere proveniente dall'Italia settentrionale.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con frammenti del XVI secolo
Legno di noce e abete
115 × 191 × 88 cm
Inv. 0007
Il tavolo è composto da frammenti originali di legno antico, assemblati insieme.
La base è costituita da un cassone modificato, con una porzione della balza originale, fronte e fianchi aperti e trasformati in cassetti; il lato del cassone che un tempo era a muro è stato completamente rifatto. I piedi sono composti da quattro mensole antiche rovesciate e completate con nuovi appoggi a terra. Il piano è di legno antico riadattato e il tamburo con tre cassetti ha la struttura e l'esterno completamente ricostruiti. Questo tipo di tavolo ha struttura analoga ad altri esemplari chiamati "a tamburo" o "tavoli-madia", con cassetti e sportelli nel corpo della base. Non è certo che fossero veramente utilizzati nel Rinascimento, ma alcuni esemplari hanno un aspetto originale e sono databili al XVI secolo.
Non è noto chi sia stato l'autore del tavolo, ma si suppone che fosse la ditta dei Fratelli Mora di Bergamo, specializzata in questo tipo di lavoro, proprietaria di un altro tavolo simile conservato al Castello Sforzesco di Milano.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con frammenti del XVI secolo
Legno di castagno, noce, faggio e conifera
78 × 127 × 63 cm
Inv. 0049
Il tavolo ha un piano con tre cassetti su un lato, sostenuto da sei balaustri posti su una pedana rialzata da piedi lennini e completata da due cartelle intagliate con teste di cherubino e fogliame.
La base ha una traversa a forma di H costruita con legno di castagno di riutilizzo, piedi a zampa di leone in legno di conifera (cirmolo) e cartelle in legno di faggio. I sostegni torniti sono moderni con quelli sugli angoli di castagno e pioppo e i due centrali in noce. Il frontale dei cassetti è stato modificato, e la fascia sotto piano è un mix di elementi nuovi e originali. Gli studiosi hanno attribuito l'opera a manifattori genovesi del Cinquecento sulla base dell'osservazione dello stile, ma gli esemplari simili conservati presso il museo sono tutti contraffazioni.
Il tavolo originale databile nella prima metà del XVII secolo è conservato in una collezione privata fiorentina, ma presenta una tecnica di assemblaggio diversa rispetto a quella utilizzata per questo tavolo.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con frammenti del XVI secolo
Legno di noce e abete
81 × 120 × 75 cm
Inv. 0046
Il tavolo è stato costruito nell'Ottocento utilizzando parti antiche, tra cui le colonne scalate e gli archetti opportunamente modificati per la nuova funzione.
La base a ciabatta è composta interamente da parti antiche con tracce di operazioni di adattamento. I leoni accovacciati sono probabilmente un tempo stati decorazioni di braccioli di un coro. I tre balaustri sulla base sono risultati essere ricostruiti mentre il tamburo sovrastante è stato realizzato con ossatura di abete e presenta una fascia con due cassetti e figure intagliate. Il piano del tavolo è composto da quattro tavole di legno antico non pertinente, con becco di civetta riadattato e un bassorilievo a losanga con un fiore di recupero.
I leoni intagliati potrebbero essere attribuiti alla zona ligure, mentre la testa muliebre è riferibile a uno scultore francese o piemontese attivo intorno alla metà del Cinquecento.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con frammenti del XVI secolo
Legno di noce
80 × 125 × 125 cm
Inv. 0059
Tavolo composto da un piano ottagonale montato su un sostegno a tre gambe che raffigurano aquile poggianti su piedi a zampa di leone.
È una composizione risalente alla fine del XIX secolo che utilizza legname e frammenti antichi. Il pezzo caratteristico è il piede, con la parte anteriore a forma di aquila (una delle tre è un frammento originale) commessa a un sostegno costruito interamente con legname di riutilizzo. Il decoro è realizzato intagliando il massello e utilizzando "bucce" di legno con patina antica.
Anche se l'opera è stata eseguita con grande abilità, oggi si possono notare alcune ingenuità a causa di fessure dovute a incollaggi allentati e di alcune "bucce" di legno montate senza considerare la presenza dei tarli.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con frammenti del XVI-XVII secolo
Legno di noce, faggio e abete
126 × 58 × 34,5 cm
Inv. 0313
La comoda per bambini è stato creato utilizzando frammenti antichi provenienti da diverse provenienze, ma i pezzi principali, datati alla fine del XVI secolo, sono due formelle con arabeschi intagliati a nastri intrecciati, probabilmente di provenienza veneta.
Il resto dei frammenti sono meno importanti e sono stati integrati pesantemente per adattarli alla dimensione voluta. La conchiglia dello schienale sembra essere del XVIII secolo, mentre le mensole e le orecchie laterali sembrano risalire al XVII secolo. L'architrave e le decorazioni sono state realizzate con legno nuovo. C'è un'etichetta di carta con la scritta "Mostra delle arti popolari / Milano. Barone Bagatti n. 3049" sulla fodera della base.
Al contrario, la sedia è stata realizzata interamente con materiale nuovo ed è stata realizzata in stile senza la preoccupazione di simulare artificialmente il vecchio.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con frammenti del XVI-XVII secolo
Legno di noce e abete
79 × 119 × 78 cm
Inv. 0058
Il tavolo è stato costruito nell'Ottocento utilizzando parti antiche, come le basi a ciabatta con tracce di tarli e i leoni accovacciati.
Le colonne sono state montate insieme a elementi intagliati per la nuova funzione e i balaustri sono probabilmente ricostruiti. Il tamburo sovrastante ha una fascia con due cassetti decorati da fregi e figure intagliate, con una testa femminile al centro. Il piano del tavolo è composto da quattro tavole di legno antico non correlato, con un bassorilievo a losanga con un fiore incassato al centro.
I leoni intagliati potrebbero essere attribuiti all'area ligure, mentre la testa muliebre al Cinquecento francese o piemontese.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con frammenti più antichi
Legno di noce e faggio
86 × 77 × 47 cm
Inv. 0202
La "Savonarola" pieghevole è stata costruita utilizzando parti di legno antico e di legno nuovo.
Lo schienale è in legno di noce nuovo patinato con una forma sagomata a delfini contrapposti e rosette intagliate, mentre i braccioli sembrano essere di legno di faggio recuperato. Gli elementi più interessanti dell'insieme sono le stecche anteriori della seduta e le ciabatte, apparentemente di riutilizzo.
Non è chiaro se gli elementi antichi facessero parte di un'altra sedia o di utensili non identificati.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con legname di riutilizzo
Legno di noce
173 × 40 × 40 cm
Inv. 0054
Il leggio è formato da una base triangolare costruita con legno antico riciclato e decorata con una zoccolatura, cornici e intarsi rifatti.
Ha un'anta con cerniere ad anello su un lato e al centro c'è una colonna che regge il leggio, fatta di una vecchia base di un tavolino del XIX secolo.
Il leggio stesso è fatto di legno antico e decorato con nuovi intarsi, mentre il fregio in cima, intagliato con volute e una foglia, è originale.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con schienale del XVI secolo
Legno di faggio e noce
93 × 68 × 62 cm
Inv. 0187
Sedia "Savonarola" pieghevole con schienale intagliato a profili umani, volute, piume e stemma centrale contenente un ramo e un sole.
Le stecche anteriori presentano profonde unghiature decorative e le estremità delle ciabatte sono a zampa leonina semplificata.
I braccioli hanno un'impugnatura tornita e l'opera è stata realizzata alla fine del XIX secolo utilizzando legni di recupero, tra cui faggio antico per le stecche, ciabatte e braccioli, e uno schienale cinquecentesco di noce che probabilmente apparteneva ad una "Savonarola" distrutta.
Manifattura italiana
Fine del XIX secolo con schienale del XVI-XVII secolo
Legno di noce
105 × 50,5 × 42 cm
Inv. 1053
La sedia è stata costruita interamente con legno di recupero e con due cartelle traforate.
Lo schienale originale è decorato con un quadro di nastro intrecciato e uno stemma tra volute. Sono state prese molte attenzioni nella riproduzione delle parti antiche, come nella patina e nell'usura del legno. Il sedile è stato ricomposto con solo due tavole di legno.
La decorazione a intreccio sulla cartella superiore è simile a quella di un altro seggiolone veneziano presente nella Camera di Fausto.
Manifattura italiana
Metà del XVII secolo trasformati alla fine del XIX secolo.
Legno di noce, velluto e ottone
53 × 42 × 64 cm
Inv. 0163-0166
I panchetti sono stati ottenuti tagliando gli schienali di alcune sedie molto rovinate, originariamente costruite a metà del XVII secolo, con traverse anteriori e posteriori sagomate e intagliate.
I quattro esemplari conservano la struttura antica originale. Hanno subito vari restauri, ma soprattutto ai piedi.
La seduta di velluto e la rifinitura di borchie sono opera ottocentesca, probabilmente realizzata per il primo allestimento del Salone.
Manifattura italiana
XVI e fine del XIX secolo
Legno di noce e abete
90,5 × 128 × 132 cm
Inv. 0082
Il tavolo ottagonale è caratterizzato da una base chiusa con quattro cassetti veri e quattro finti ed è sostenuto da quattro sportelli con cerniere ad anello alternati a semplici specchiature.
Il piano è composto da due tavole di noce radicato commesse al centro, dove una volta era fissato grazie ad una corona sotto il piano (di cui c'è l'impronta). La cornice della base e le otto zampe a forma di zampa di leone sono rifacimenti del XIX secolo. Le serrature non sono originali. Sotto il piano c'è una targhetta che indica la stanza d'origine come "Camera da letto Papà verso finestra di mezzo”.
Questo tavolo è stato prodotto con grande maestria nella metà del XVI secolo, probabilmente in Italia centrale.
Manifattura italiana
XVI secolo e fine del XIX secolo
Legno di noce, abete e castagno
85,5 × 260 × 95 cm
Inv. 0057
Il grande tavolo a tre cassetti è stato creato utilizzando frammenti di un tavolo antico, restaurati e integrati.
Le gambe presentano la parte superiore autentica, mentre il resto è stato ricostruito a causa del degrado dovuto all'azione dei tarli. Gli stemmi nelle facce laterali sono ottocenteschi. Il tamburo e i cassetti sono lavori moderni con essenze diverse come il noce, il castagno e l'abete. Il piano è composto da due tavole antiche e la traversa è l'elemento più interessante: è autentica ma è stata arricchita dagli artefici con una voluta e un mascherone ad alto rilievo in noce nuovo. Sfortunatamente nel lavoro di adattamento è stata toccata parte della superficie antica, scoprendo gallerie di tarli.
Il mobile è stato trovato con una targhetta che recitava "Antiquario - Venezia - Guglielmo Alemansi (?)" e le parti antiche sono databili a metà del XVI secolo.
Manifattura italiana
XVI-XVII secolo
Legno di noce e ferro
84 × 34 × 36 cm
Inv. 0244
Lo sgabello ha il lato frontale, i fianchi e la seduta composti da tavolette di noce sagomate nella parte inferiore e traforate al centro con un disegno a quattro lobi.
Lo schienale, ribaltabile, è fermato al sedile con due robuste cerniere di ferro. L'opera è un originale del XVI o XVII secolo ed è in buono stato di conservazione.
La costruzione con chiodi a vista senza incastri indica che potrebbe essere un manufatto di area provinciale.
Manifattura italiana
XVII secolo
Legno di noce
119 × 56 × 63 cm
Inv. 0004
Arredo a base quadrata e modanata su cui si innesta un piede tornito che sostiene un leggio girevole con facce inclinate dai fondi ribassati e bordati da cornici leggere.
La base è realizzata da una sola porzione di legno e le cornici sono battute direttamente sulle teste della tavoletta di noce, il che suggerisce che l'opera sia originale.
La sagoma dell'elemento tornito è di stile seicentesco.
Manifattura italiana
XVII secolo (?)
Legno di noce
altezza: 93 cmØ 25 cm
Inv. 0653
Arcolaio composto da una base con asta tornita su cui è montato un meccanismo di elementi verticali e di collegamento.
La decorazione è realizzata con semplici incisioni fatte con il tornio.
Non è facile stabilire la datazione, ma l'oggetto potrebbe appartenere al 1600.
Manifattura italiana
XVII secolo (?)
Legno di noce, osso e canna
88 × 35 × 35 cm
Inv. 0654
Il filarello è uno strumento musicale che ha un cassetto e una chiave (canocchia) ed è composto di legno tornito e ha dettagli decorati con dischi e pinnacoli in rilievo.
Sulla ruota, il ripiano e la base ci sono anche dettagli in osso.
Manifattura italiana
XVII secolo e fine del XIX secolo
Legno di noce, bronzo e velluto
118 × 61 × 55 cm
Inv. 0207-0208
I sedili della Sala della Stufa hanno un rivestimento moderno in velluto rosso con frange e borchie in ottone, ma la struttura principale è antica.
Le traversine di collegamento tra i montanti posteriori e quelli anteriori e i finali bronzei sui montanti posteriori sono stati rifatti.
Questi ultimi sono stati riprodotti artificialmente e sono simili a quelli di altri sedili della collezione.
Manifattura italiana
XVII secolo e fine del XIX secolo
Legno di noce
96 × 40 × 42 cm
Inv. 0182
Il seggiolone è un arredo antico con vari restauri e rifacimenti.
Le gambe sono state leggermente ribassate, mentre alcuni elementi come i montanti posteriori e il fregio intagliato sul sedile sono stati recuperati da altre sedie.
Le cartelle dello schienale e i braccioli sono relativamente integri, ma alcuni balaustri sembrano ricostruiti.
Manifattura italiana o spagnola
XVI-XVII secolo con rifacimenti della fine del XIX secolo
Legno di noce, abete e ferro
68 × 97 × 51 cm
Inv. 0055
Tavolino con gambe tornite pieghevoli agganciate al tamburo con cerniere ad anello e tiranti di ferro a S.
La fascia è intagliata con un motivo floreale e ha un cassetto con fronte originale nascosto da una maniglia in legno intagliato raffigurante un putto su un cavallo marino. Il piano ha un becco intagliato con una cornice interna sovrapposta. L'opera è considerata originale ma con pesanti restauri e modifiche, soprattutto al tamburo che è stato rimaneggiato.
L'opera richiama i tavoli spagnoli del primo Seicento, ma non vi sono elementi sufficienti per un'attribuzione certa.
Manifattura ligure
XVI-XVII secolo
Legno di noce, cuoio e ottone
altezza 110/112, 5 cm, larghezza 71/68 cm, profondità 45/42, 5 cm
Inv. 0120 - 0122
Coppia di seggioloni con schienale e seduta di cuoio rifinito da borchie di ottone.
I montanti posteriori sono decorati con borchie di ottone e i sostegni anteriori sono torniti. Hanno nodi squadrati sui quali si attaccano le traverse e una cartella intagliata a basso rilievo con volute vegetali e una figura di arpia o sirena alata. Nonostante siano stati pesantemente restaurati, conservano tutti gli elementi caratterizzanti, comprese le fiamme e la cartella.
Potrebbero essere di produzione ligure, simili ad un seggiolone conservato a Taggia e datato tra il XVI e il XVII secolo.
Manifattura ligure
XVI-XVII secolo
Legno di noce, cuoio e ottone
110 × 71 × 43 cm
Inv. 0121
Seggiolone simile ad altri già presenti nella collezione, ma con particolari diverse nella sagoma degli elementi torniti.
È stato oggetto di pesanti restauri, con sostituzione di alcune traverse e rifacimento completo degli appoggi a terra delle gambe.
La cartella delle gambe anteriori ha subito un riarrangiamento curioso, con l'incasso di una testa di cherubino ottocentesca.
Manifattura ligure (?)
XVI secolo
Legno di olmo, noce, avorio, peltro, ottone e velluto
92 × 50 × 77 cm
Inv. 0169
Sedia "Savonarola" con intarsio elaborato e braccioli costruiti con due pezzi di legno intarsiati longitudinalmente, un metodo utilizzato spesso per falsificare mobili antichi.
Tuttavia, il buono stato di conservazione dell'intarsio e l'usura delle superfici suggeriscono che l'opera sia autentica.
Studi recenti attribuiscono la sedia all'ambiente ligure.
Manifattura lombarda
Metà del XVII secolo
Legno di noce
108,5 × 47 × 33 cm
Inv. 0162
La sedia presenta montanti posteriori rigidi con finali intagliati e decoro a squame sovrapposte sulla faccia frontale, che si ripete sulle gambe anteriori.
Le cartelle dello schienale e della base presentano sagome articolate con motivi a falce, fogliami e bugne rettangolari centrali, mentre il sedile è in legno composto da una sola tavoletta.
Pur essendo stata troppo pulita e patinata con fuliggine, con alcuni restauri agli appoggi a terra e alle traverse, l'arredo è risalente al XVII secolo e corrisponde a modelli lombardi noti per la finitura dei montanti e delle fiamme.
Manifattura lombarda
XVI secolo
Legno di noce
83 × 258 × 105 cm
Inv. 0088
Il tavolo rettangolare ha due piedi a forma di vaso baccellato ornati da fogliami, con un grande elemento a mensola che supporta il piano e una ciabatta altrettanto voluminosa con volute.
Il piano ha una patina alterata e il gocciolatoio è stato riparato in più punti. Sotto il piano c'è una traversa di collegamento sagomata che sembra essere stata modificata dagli incastri e potrebbe essere stata originariamente di un altro tavolo.
L'opera è considerata lombarda, ma la mancanza di riferimenti documentari o stilistici certi impediscono di confermare l'attribuzione.
Manifattura lombarda (?)
Fine del XIX secolo
Legno di noce
72 × 57 × 57 cm
Inv. 0038
I due piedistalli per i mappamondi sono fatti di legno nuovo e presentano una base triangolare con piedi a forma di leone e facce intagliate con decorazioni a girali vegetali.
Il piano ha bordi intagliati ed è decorato al centro con un rosone.
Si presume che siano stati appositamente commissionati dai fratelli Bagatti Valsecchi a un artigiano milanese contemporaneo per sostenere le antiche sfere terrestri in cuoio dipinto.
Manifattura lombarda (?)
Fine del XIX secolo con frammenti del XVII secolo (?)
Legno di noce, cuoio e bronzo
102 × 47 × 41 cm
Inv. 0127-0134, 1069-1074
La serie di sedie è stata prodotta alla fine dell'Ottocento per il Palazzo Bagatti Valsecchi.
Tuttavia, i rilevamenti tecnici hanno rivelato che sono state utilizzate parti antiche per la costruzione, come i montanti posteriori che sono stati scorciati e rifiniti, mentre quelli anteriori hanno piccole scarpette non pertinenti. Le traverse sono state ricostruite, mentre il sedile è stato rialzato di circa tre centimetri. Ci sono alcune perplessità riguardo alle cartelle intagliate, che sembrano antiche ma patinate artificialmente. Le dorature e le borchie di rifinitura sono ottocentesche, mentre i pomi bronzei sono in gran parte moderne, tranne quelli su un seggiolone e una coppia di sedili.
Questo tipo di decorazione era popolare tra gli artefici delle contraffazioni dell'Ottocento e Novecento, offrendo un'alternativa alle fiamme intagliate in legno.
Manifattura lombarda (?)
Inizio del XVII secolo e fine del XIX secolo
Legno di noce, velluto e ottone
77 × 43 × 43 cm
Inv. 0215-0218
Il gruppo di piccole sedie è composto da un'originale con varie aggiunte e da tre sedili completamente ricostruiti con legno di noce antico.
Le sedie hanno montanti e gambe decorate con foglie intagliate e la base ha quattro cartelle con elementi circolari tra volute. Lo schienale è intagliato con uno stemma coronato e decorato con fogliame e tralci di vite, pampini e grappoli d'uva. Il sedile è rivestito di velluto rosso e rifinito con borchie d'ottone. L'opera originale ha subito alcune modifiche, tra cui la parte inferiore dello schienale rifatta e vari rinforzi posti alle giunture dei montanti posteriori. La presenza delle tre riproduzioni permette di distinguere l'usura e la patina naturali dell'originale da quelle artificiali, realizzate circa un secolo fa per i sedili rifatti.
Il gruppo è stato attribuito a artefici lombardi e probabile che sia stato acquistato dalla ditta Fratelli Mora, dato che due sedie identiche alle nostre compaiono in una riproduzione del loro salone alle Esposizioni Riunite di Milano del 1894.
Manifattura lombarda (?)
XVI Secolo (?) e fine del XIX secolo
Legno di noce
66 × 95 × 51 cm
Inv. 0068
La culla è stata trovata presso Cadenabbia sul lago di Como secondo una testimonianza del 1913.
Tuttavia, essa è stata restaurata utilizzando soprattutto materiale di recupero prima di arrivare alla collezione Bagatti Valsecchi. Le due testate, che presentano decorazioni a uccelli e una croce centrale avvolta da serpenti, sono antiche, ma hanno subito varie integrazioni nel tempo. I piedi e alcune cornici sono invece nuovi, mentre le maniglie sono probabilmente riadattate.
La culla presenta due targhette che indicano che è stata esposta in mostre di arredamento del Cinquecento veneto e di arte popolare.
Manifattura lombarda (?)
XVI secolo (?)
Legno di pioppo e abete dipinto
119 × 111 × 52 cm
Inv. 0077
Il Piccolo Letto Dipinto è un originale letto con la testata a forma di arco, rappresentante una Natività sul fronte e uno stemma diviso a metà con un castello, un leone rampante, una ruota e un'aquila coronata sul retro.
La tempera antica sembra essere originale e autentica. Il lato dei piedi e i fianchi sono dipinti con motivi floreali. I piedi, i finali, le cornici dei fianchi e il decoro a nastro intrecciato sui pilastri sembrano invece essere ricostruiti.
L'opera è stata attribuita alla Lombardia e datata al XVI secolo da Toesca, anche se ci sono incertezze a causa della mancanza di confronti.
Manifattura lombarda (?)
XVI-XVII secolo
Legno di noce
altezza: 40 cmØ 54,5 cm
Inv. 0314
Girello composto da due cerchi con immagini di ruote solari, cuori e tralci di vite traforati in cui sono incise figure di bambini.
Sotto l'oggetto è apposta una cartellina con annotato il luogo di origine e il numero di esposizione ad una mostra milanese.
I due piedistalli per i mappamondi sono molto decorati con forme vegetali intagliate e sono probabilmente stati creati appositamente per sostenere le antiche sfere terracquee in cuoio dipinto dei fratelli Bagatti Valsecchi.
Manifattura lombarda (?)
XVI-XVII secolo
Legno di noce e abete
84 × 146 × 89 cm
Inv. 0086
Il tavolo, noto come "a ciabatta", ha un piano con bordi leggermente sgusciati, montato su un tamburo con due cassetti e piedi a forma di vaso ornato da volute scudi senza insegne, con ciabatte dalle punte a zampa di leone.
La fascia è rifinita con una cornice intagliata a nastro intrecciato e piccoli elementi torniti sugli angoli. Sotto il tamburo è presente una traversa mistilinea con volute annodate. L'opera è completamente originale, ben conservata e senza segni di restauro, e risulta di grande interesse per la comprensione dei criteri di costruzione e di scelta del legname nel Rinascimento.
Il decoro, con volute semplici, cornici e fregi dai bordi duri su fondi puliti, sembra riflettere il gusto dell'Italia settentrionale, forse lombarda.
Manifattura Piemontese
Inizi del XVII secolo e fine del XIX secolo.
Legno di noce, bronzo e velluto
118 × 61 × 55 cm
Inv. 0211-0214
Serie di quattro sedie, di epoca seicentesca, rivestite in velluto rosso con frange e borchie. I montanti posteriori terminano con fiamme intagliate a fogliami.
Gli arredi sono stati ampiamente restaurati nel corso dei secoli e solo uno dei quattro conserva ancora la cartella originale tra le gambe. I motivi a volute vegetali sui restanti esemplari sono stati riprodotti utilizzando legno antico alla fine del XIX secolo. Sono presenti diversi rifacimenti anche sugli appoggi a terra e sulle traverse del sedile. Le borchie d'ottone sono probabilmente dell'Ottocento.
La cartella originale è simile a quella di altri sedili piemontesi dell'epoca.
Manifattura Piemontese
Metà del XVII secolo
Legno di noce, cuoio e bronzo
119 × 60,5 × 53 cm
Inv. 0171-0246
Coppia di seggioloni con una traversa anteriore nota come "nodo di Savoia".
Le sedute e gli schienali sono di cuoio impresso con stemma di quattro gigli bordati di volute vegetali. Entrambi gli arredi sono stati modificati: hanno perso la traversa mediana tra i montanti posteriori e le gambe sono state ridotte di qualche centimetro. Un seggiolone ha subito modifiche anche al "nodo di Savoia" e alla bullonatura del sedile, ma ha ancora le cinghie originali dell'imbottitura.
Sull'altro seggiolone, sono state rifatte le traverse a terra e quelle del sedile, ma la chiodatura e il cuoio sono originali.
Manifattura Piemontese
Metà del XVII secolo
Legno di noce cuoio e bronzo
109 × 54 × 42 cm
Inv. 0200
Il petto dell'armatura è fortemente costolato al centro e presenta uno scollo leggermente incavato, con giri ascellari poco pronunciati e una lama di falda dotata di quattro chiodature per fissare i cuoietti delle scarselle.
La superficie in acciaio è forata e decorata con una grande croce trilobata, mentre il lobo superiore e quello destro mostrano segni di un colpo di moschetto.
L'armamento è ornato con il simbolo dell'Ordine di San Maurizio, fondato dai Savoia e approvato dalla Santa Sede. L'insegna dell'ordine è uno scudo rosso con una croce trilobata d'argento. Dopo la fusione con l'Ordine Ospedaliero di San Lazzaro nel 1572, apparve una croce verde associata a quella di San Maurizio.
Il petto è databile a circa vent'anni dopo la fusione, suggerendo una preferenza per l'insegna di San Maurizio.
Manifattura Piemontese
Metà del XVII secolo
Legno di noce, cuoio e bronzo
119 × 61 × 52 cm
Inv. 0245
Seggiolone con bullonatura posta di fronte alla traversa anteriore e "nodo di Savoia".
È stato oggetto di vari interventi, tra cui la perdita della traversa mediana tra i montanti posteriori, il rifacimento della parte finale dei piedi e il consolidamento della seduta.
Il cuoio impresso è originale, ma lo stemma non è leggibile.
Manifattura Piemontese
XVII-XVIII secolo
Legno di noce, radica di pioppo e ferro
111,5 × 35 × 33,5 cm
Inv. 0189-0194
La sedia è caratterizzata da piedi e montanti torniti a rocchetto collegati alla base tramite traverse robuste e due cartelle sagomate e intagliate a volute.
Il sedile consiste di una tavola di noce, rifinita da un becco di civetta. Lo schienale è fatto di legno massello di noce sagomato e intarsiato in radica di pioppo con un disegno mistilineo. Le cartelle posteriori sono collegate alle traverse del sedile tramite stanghette di ferro per irrobustimento. Sebbene l'inventario di Orombelli le definisca come "arti semirustiche", queste sedie sono di buona qualità e di stile ancora seicentesco, con un decoro intarsiato di inizio XVII secolo.
Nonostante la manifattura geografica non sia certa, i rocchetti simili a quelli francesi e le incisioni a griglia sulle cartelle potrebbero indicare una produzione piemontese o addirittura transalpina.
Manifattura toscana
Metà del XVII secolo
Legno di noce, doratura e velluto
125 × 62 × 56 cm
Inv. 0135-0147
Il seggiolone ha seduta e schienale ricoperti di velluto rosso bordato da gallone.
La struttura ha montanti posteriori inclinati con fiamme intagliate e dorate. I braccioli poggiano sul prolungamento delle gambe anteriori che sono tornite come le traverse. Le ciabatte hanno piedi a zampa di leone stilizzata. Gli esemplari sono autentici con alcuni piccoli rifacimenti e ridipinti, concentrati soprattutto sulle ciabatte.
Questo tipo di seggioloni è stato prodotto in Toscana nella metà del XVII secolo e presenta analogie con modelli documentati a Palazzo Pitti e al Palazzo Pubblico di Siena.
Manifattura Veneta
Fine del XV e fine del XIX secolo
Legno di pioppo, abete, tempera e doratura
74 × 202 × 61 cm
Inv. 0023
Il mobile è stato restaurato alla fine dell'Ottocento e ora appare come un cassone diviso in tre riquadri incorniciati da fregi "alla damaschina" dipinti sulla doratura e intervallati da colonne intagliate.
Il fronte è l'unica parte originale del cassone, mentre gli angoli e i lati sono completamente nuovi. Il coperchio è composto da legno ottocentesco decorato con liste in legno antico.
Sono presenti formelle dipinte che raffigurano Il battesimo di Gesù con San Giovanni Battista, e Le stigmate di San Francesco d'Assisi. Il tondo centrale intagliato con stemma araldico con torre e fascia trasversale sembra originale del XV secolo.
Le ricerche sugli stemmi hanno permesso di attribuirli ad artefici veronesi e vicentini attivi tra il 1490 e il 1510.
Il lavoro di doratura del coperchio intagliato è stato probabilmente effettuato dalla ditta del milanese Enrico Brunetti.
Manifattura Veneta
XVI-XVII secolo
Legno di noce
105 × 32 × 43 cm
Inv. 0974
Lo sgabello ha uno schienale e un piede intagliati con volute a S contrapposte, fogliami, e bordure con unghiature.
Sul lato anteriore dello schienale ci sono due timbri impressi a secco con la sigla "GTPM" e sul retro sono incise le lettere "DNL".
L'opera, probabilmente di origine veneta, risale alla fine del XVI secolo o all'inizio del XVII secolo.