Museo Bagatti Valsecchi
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Oggetti in avorio, legno ed osso

Oggetti in avorio, legno ed osso

La collezione di avori dei fratelli Bagatti Valsecchi, pur raccogliendo oggetti eterogenei per cronologia, origine e funzione, comprende un nucleo compatto di manufatti riferibile agli Embriachi, bottega che dominò la produzione di oggetti in osso e avorio in Italia tra il XIV e il XV secolo. L’intento di Fausto e Giuseppe era soprattutto quello di creare una raccolta antiquaria che fosse anche strumento per la ricostruzione d’ambiente.

CofanettoCofanetto

Cofanetto

Bottega degli Embriachi

Primo quarto del XV secolo

Legno, in parte tinto in verde e arancio, osso, corno, ferro

12 × 17 × 10,3 cm

Inv. 0756

Biblioteca

Il cofanetto è decorato con figure in osso scolpite, raffiguranti principalmente coppie in conversazione galante, mentre quattro giovani si trovano agli angoli a guardia della corte d'amore.

La cassa non presenta tarsia, ma l'alto coperchio piramidale è decorato con intarsi a motivi geometrici.

Questo pezzo è stato assemblato nel XIX secolo, con materiali antichi risalenti al 1420. Il cofanetto appartiene alla produzione della bottega degli Embriachi.

Trittico con la crocifissione e scene della vita di CristoTrittico con la crocifissione e scene della vita di Cristo

Trittico con la crocifissione e scene della vita di Cristo

Bottega degli Embriachi

Fine del XIV e XIX secolo

Legno, osso

43 × 45 × 7,5 cm

Inv. 0691

Camera Verde

Il trittico è un'opera d'arte sacra che rappresenta cinque scene della vita di Cristo: la Crocifissione al centro, L’Annunciazione e L’Orazione nell’orto a sinistra e La Natività e la Cattura di Cristo a destra. Le scene sono racchiuse in una cornice lignea ottocentesca.

Le lamelle delle ali sono state prodotte dalla bottega degli Embriachi nel XIV secolo o agli inizi del XV secolo.

Il Cristo crocifisso è stato aggiunto successivamente. Gli altri listelli della Crocifissione, invece, sono probabilmente embriacheschi.

Sono stati aggiunti cunei per riportare il profilo spezzato delle ali alla forma curva.

PacePace

Pace

Bottega degli Embriachi

Primo quarto del XV secolo

Legno, osso

15 × 12 cm

Inv. 0795

Camera del Letto Valtellinese

L'opera in osso presenta il Cristo che emerge a mezzo busto dal sarcofago, tra la Vergine Maria e San Giovanni Evangelista, il tutto incorniciato con una tarsia a spina di pesce.

La Pace è attribuibile alla bottega degli Embriachi, databile al primo quarto del XV secolo.

La testa del Cristo, in forte rilievo, è stilisticamente incongrua rispetto al resto dell'opera, infatti è stata inserita nel XIX secolo per riparare una lacuna.

Sul retro c'è un'impugnatura lignea e abbondanti tracce di colore rosso, presumibilmente ottocentesche.

CofanettoCofanetto

Cofanetto

Bottega degli Embriachi e bottega delle storie di Susanna

FIne XIV e secondo quarto del XV secolo

Legno, in parte tinto in verde e arancio, osso, ferro; tracce di colore verde, azzurro, rosso e di dorature

23 × 30,5 × 20 cm

Inv. 0800

Biblioteca

Il cofanetto ha un coperchio decorato da una fascia di lamelle ossee raffiguranti putti alati su fondo di foglie di rosa.

Due coppie di putti adornano anche i due lati lunghi, mentre i lati brevi presentano un putto che regge un cartiglio con scritte sbiadite.

Il corpo è rivestito da listelli in osso e quattro pilastrini scanalati marcano gli spigoli.

Le scene scolpite sulla faccia anteriore e su quelle laterali sono state realizzate con una notevole maestria, ma sono di difficile decifrazione.

Sulle altre facce compaiono scene della novella dell'Aquila d'oro e, su alcuni listelli, una storia diversa dalle altre opere della "Bottega delle storie di Susanna".

Il cofanetto è stato assemblato nel XIX secolo e rivestito di tessuto rosso cupo all'interno.

La datazione dei rilievi, creati dalla bottega degli Embriachi, è stata collocata nell'ultimo quarto del XIV secolo, mentre gli altri listelli sono probabilmente del secondo quarto del XV secolo.

Crocifisso a due candelieri da viaggioCrocifisso a due candelieri da viaggio

Crocifisso a due candelieri da viaggio

Bottega della Germania meridionale

Inizio del XVII secolo

Avorio tornito, filettato e dipinto


18 x 5,7 cm (crocifisso); 11 x 3,5 cm (candelieri)

Inv. 0804 - 0806

Camera del Letto Valtellinese

Una suppellettile da viaggio che consiste in un crocifisso accompagnato da due candelieri di dimensioni ridotte, corredati da una custodia per il trasporto.

Il tutto è costituito da sottili segmenti curvati; le basi presentato decorazioni a piccoli cerchi concentrici, mentre i fusti sono composti da lanterne alternate a lamelle.

Questi oggetti in avorio sono stati prodotti dalle botteghe di tornitori di Norimberga; questi ultimi si ispiravano ai manufatti cinesi.

Il tipo di decorazione visibile sugli avori è presente anche in oggetti in legno e vetro realizzati nella seconda metà del Cinquecento nella Germania meridionale.

CassettaCassetta

Cassetta

Bottega di Archangelsk (Russia)

1775-1800 circa

Legno, osso, metallo e stoffa

15 × 23,5 × 17 cm

Inv. 0746

Sala della Stufa Valtellinese

La cassetta è stata prodotta nell'area della Russia del nord nella seconda metà del XVIII secolo.; le botteghe di Archangelsk erano specializzate nella produzione di oggetti decorati con impiallacciatura in lastre ricavate dalle zanne di tricheco, traforate e incise.

L'opera è costituita da piedini a mensola e coperchio rialzato. Sul corpo è presente una decorazione a traforo ed elementi incisi a festone e a foglia.

Motivi decorativi come quelli presenti sulla cassetta erano derivati dall'Europa occidentale e raggiunsero le regioni dell'estremo nord grazie agli intagliatori che avevano lavorato a Mosca e Pietroburgo. Il contrasto traforato delle lastrine sulla stoffa damascata rossa è tipico di quella produzione.

PettinePettine

Pettine

Bottega fiamminga (?)

Prima metà del XVII secolo

Osso intagliato

13 × 16 cm

Inv. 0813

Camera Rossa

Il frammento di un pettine a doppia fila di denti con montante e fascia mediana liscia e una scanalatura al centro.

L'oggetto viene assegnato genericamente al XVI secolo, ma la mancanza di decorazione e il suo stato frammentario rendono difficile l'attribuzione a un preciso ambito produttivo.

Pettini simili sono visibili in alcune rappresentazioni della Vanitas nelle pitture fiamminghe del XVII secolo.

CassettaCassetta

Cassetta

Bottega Italia centrale (?)

Fine del XIV secolo

Ebano, osso e bronzo

14 × 15 × 11 cm

Inv. 0740

Camera Verde

Piccola cassettina in ebano e osso costituita da una cassa quadrangolare, sorretta da quattro piedini, un coperchio a spiovente e un peculiare manico bronzeo. Il manufatto è caratterizzato dalla singolare decorazione a marqueterie, qualificata da un’elegante bicromia e da intarsi basati su forme geometriche, rigidamente iscritte entro circonferenze.

La cassetta fa parte di un’ampia produzione artigiana sviluppatasi nella seconda metà del XIV secolo nell’area centroitaliana, in particolare toscana: il museo Bagatti Valsecchi possiede un esemplare molto simile (inv. n. 743) distinto da una decorazione più lineare.

Queste caratteristiche cassettine sono state distinte dalla critica dalla più nota produzione embriachesca, diffusasi tra l’ultimo quarto del secolo XIV ed il primo del successivo tra Firenze e Venezia: una manifattura specializzata nella realizzazione di oggetti a carattere sia devozionale sia profano e contraddistinta da pregevoli intarsi geometrici dallo spiccato contrasto cromatico.

CassettaCassetta

Cassetta

Bottega Italia centrale (?)

Fine del XIV secolo

Ebano e osso

14 × 20 × 10,8 cm

Inv. 0743

Camera Verde

La cassetta è stata datata intorno al XV secolo e attribuita all'ambito artistico italiano.

È decorata con intarsi in ebano e osso, caratterizzati da forme circolari e bicromia rigorosa.

Questo tipo di intarsio è stato associato ad alcune botteghe italiane attive nella seconda metà del XIV secolo.

CassettaCassetta

Cassetta

Bottega Italia centrale (?)

Terzo quarto del XIV secolo

Ebano, osso, corno e bronzo

16,5 × 18 × 12 cm

Inv. 0753

Sala della Stufa Valtellinese

La cassettina è realizzata con tecniche di intarsio e lavorazione dell'avorio.

Essa appartiene alla categoria dei "Pasticci", ovvero cofanetti eburnei di diverse provenienze e stili, uniti in epoche successive.

Il coperchio, rialzato e decorato con motivi curvilinei intarsiati, rispecchia la tipologia del cofanetto nuziale prodotto nella "Bottega a figure inchiodate"; le lamine dei lati, traforate e delineate nei bordi tramite due file di cerchietti, sono riscontrabili nella produzione islamica occidentale del periodo dei Mammelucchi.

CassettaCassetta

Cassetta

Bottega Italia Settentrionale

Metà del XV secolo

Osso, legno, corno e ferro

11 × 19 × 13 cm

Inv. 0744

Camera Rossa

La cassetta è composta da una base quadrangolare e da un coperchio a forma di piramide tronca su cui è applicata una piccola maniglia di ferro. I quattro lati del manufatto sono caratterizzati da un ritmico alternarsi di bande chiare e scure, prodotte dall’innesto di materiali di diversa natura: legno, corno e osso. Lungo il corpo corre un raffinato intarsio alla certosina, contraddistinto da una greca esagonale che racchiude piccole stelle a sei punte; ulteriori greche geometriche sono presenti sul coperchio e all’apice del tronco di piramide.

Questi manufatti incontrarono il favore collezionistico dei fratelli Bagatti Valsecchi che, negli ultimi decenni del XIX secolo, rievocarono nella loro dimora milanese i fasti di una signorile dimora quattro-cinquecentesca. I cofanetti erano infatti parte integrante dei complementi di arredo di tutte le famiglie di alto lignaggio rinascimentali: rispondevano bene all’esigenza di collezionare oggetti raffinati e preziosi quali spille, monili, medaglie, monete ma anche lettere e missive. La loro preziosità sembrava esternare il valore degli oggetti che vi venivano custoditi all’interno.

 

CassettaCassetta

Cassetta

Bottega Italia Settentrionale

Prima metà del XV secolo

Osso, legno, bronzo

11 × 20 × 20 cm

Inv. 0788

Camera Verde

Una cassetta quadrata con coperchio e maniglia in bronzo, decorata alla "certosina".

L'oggetto è parte di una vasta produzione che ha caratterizzato numerose botteghe italiane per oltre un secolo a partire dal XIV secolo.

Questo esemplare, dalla foggia semplice, presenta una buona fattura nella tarsia composta da intrecci e cornici di motivi geometrici formati da tessere lignee ed eburnee di dimensioni piuttosto piccole. Manca tuttavia della complessità formale e decorativa tipica dei grandi esempi "certosini" più tardi.

CassettaCassetta

Cassetta

Bottega Italia Settentrionale

Secondo quarto del XV secolo

Osso, legno, corno e damasco

22 × 39 × 23 cm

Inv. 0923

Salone

Una cassetta rettangolare con coperchio appena rialzato a forma di piramide tronca, ornata da fasce decorative a tarsia che sottolineano le partizioni orizzontali dell'oggetto.

I motivi a dentelli in osso e corno, intrecci e cornici seguono uno stile che caratterizza i cofanetti con decorazione a tarsia del secondo quarto del XV secolo.

All'interno, la cassetta è foderata con stoffa rossa damascata.

CofanettoCofanetto

Cofanetto

Bottega Italia Settentrionale

Secondo quarto del XV secolo

Legno, in parte tinto in verde e arancio, osso, corno, ferro

19 × 25,5 × 14,6 cm

Inv. 0757

Biblioteca

Il cofanetto è un scrigno decorato con figure maschili e femminili che interagiscono galantemente tra di loro, circondati da personaggi armati.

La parte superiore ha una fascia di listelli in osso intarsiati con vari motivi. Su ogni lato, una coppia di geni alati sostiene uno scudo ovale liscio.

Il cofanetto è ben conservato, salvo qualche piccolo difetto nella tarsia. Sul retro, c'è un listello antico del XV secolo.

È stato assemblato nel XIX secolo, con l'aggiunta di lamelle scolpite da un imitatore della bottega degli Embriachi.

Mentre il rivestimento interno in tessuto rosso e le parti metalliche sono stati aggiunti nella ricostruzione del secolo scorso.

CofanettoCofanetto

Cofanetto

Bottega a figure inchiodate

Terzo quarto del XIV secolo

Legno, osso, con tracce di dorature

15 × 19 × 12 cm

Inv. 0745

Biblioteca

Il cofanetto del terzo quarto del XIV secolo, proveniente dalla "bottega a figura inchiodate" in Italia, presenta una forma rettangolare con un coperchio svasato e decorato con intarsi a quadrifoglio.

La fascia sommitale in osso presenta mascheroni fogliati sui lati lunghi e una decorazione a gigli sui lati brevi, mentre la base del coperchio presenta numerose lacune.

La cassa è ornata sul fronte e sui due lati minori con figure di giovani donne e uomini scolpite in osso. Gli angoli sono marcati da colonnine e sul retro appare l'anima lignea dell'opera.

RosarioRosario

Rosario

Bottega tedesca o francese

XVII secolo

Avorio tornito e intagliato

altezza: 51 cm
circa

Inv. 0935

Camera Rossa

Il rosario, del XVII secolo, è composto da un anello iniziale, una croce a rocchetto e dieci sfere traforate di influenza cinese, attaccate ad un ciondolo metà memento mori e metà testa di Cristo morente.

L'uso di combinare le sfere con altri elaborati ebbe successo soprattutto nei manufatti tedeschi dei secoli XVII e XVIII.

CassettaCassetta

Cassetta

India settentrionale, Moghul

XVII secolo

Avorio traforato e intagliato, legno e pergamena dorata

17,5 × 26 × 18 cm

Inv. 0741

Sala della Stufa Valtellinese

La cassetta è rettangolare e dal coperchio a spioventi, interamente decorata con lastrine d'avorio traforato a motivi zoomorfi come elefanti, grifi, cervi e animali fantastici, alternati da riquadri a rosoncini.

Ogni lastrina è inquadrata da cornicette stilizzate con decorazione di fiori e piccole sferule.

La base e il coperchio sono sottolineati da cornici decorate con un elemento continuo traforato a fiore stilizzato su fondo dorato.

L'oggetto è stato assegnato alla produzione Moghul del XVII secolo e combina elementi di origine islamica e indiana.

Altarolo con la Madonna e il Bambino fra santeAltarolo con la Madonna e il Bambino fra sante

Altarolo con la Madonna e il Bambino fra sante

Intagliatore ottocentesco

XIX secolo

Legno, in parte tinto in arancio, osso, corno

32,5 × 25 × 4,2 cm

Inv. 0690

Camera Rossa

Il trittico raffigura al centro la Madonna con il Bambino stante sotto un arco acuto con ghimberga e un paesaggio cittadino stilizzato sullo sfondo.

Due listelli mancano ai lati della Madonna, mentre nelle ali compaiono Sant'Agnese a sinistra e una santa che tiene tra le braccia alcune sfere, non identificabili, a destra.

Il trittico è racchiuso da cornici a tarsie e presenta intarsi anche sulla base.

L'uso dell'arco acuto cuspidato è comune nella produzione embriachesca.

I volti dei personaggi, tuttavia, presentano tratti troppo minuti e guance larghe, e i vari pezzetti in osso sono stati uniti in modo non perfetto.

Cilindro scolpitoCilindro scolpito

Cilindro scolpito

Intagliatore ottocentesco

XIX secolo

Avorio

altezza: 10,8 cmØ 8 cm

Inv. 0802

Camera del Letto Valtellinese

Il cilindro ha una teoria di santi sotto arcate racchiuse tra due fasce di racemi e un volto virile sul bordo superiore.

I santi inclusi sono Sant'Agostino, San Pasquale, il Beato Lao (?), Santa Lucia, San Paolo e San Francesco, ognuno identificato da incisioni sui bordi sotto i loro piedi.

Anche se la forma del pezzo ricorda la situla di Gotofredo, il gusto esuberante di San Gallo e le presenze di rosette piuttosto comuni negli smalti traslucidi trecenteschi, la presenza di San Francesco e Santa Lucia e le iscrizioni in volgare indicano che l'oggetto è stato probabilmente creato nel XIX secolo.

Inoltre, la differenza tra la rozzezza dell'intaglio e la qualità delle iscrizioni suggeriscono che si tratti di un falso.

PacePace

Pace

Intagliatore ottocentesco

XIX secolo

Legno, osso

15 × 12 cm

Inv. 0790

Camera del Letto Valtellinese

L'opera presenta il Cristo a mezzo busto emergente dal sepolcro tra la Vergine Maria e San Giovanni Evangelista piangenti, il tutto racchiuso entro una cornice decorata con una tarsia a spina di pesce.

Le espressioni dei personaggi sono dettagliate, soprattutto quella di San Giovanni, grazie a una maggiore conoscenza dell'anatomia.

La maniglia e le tracce di colore rosso sulla parte posteriore sono state aggiunte in seguito, durante un intervento dello scorso secolo.

CaliceCalice

Calice

Manifattura della Germania meridionale

Fine XVI - inizio XVII secolo

Avorio tornito e graffito

15,6 × 8 cm

Inv. 0792

Sala della Stufa Valtellinese

Il calice si presenta con una forma slanciata, reggendosi sopra uno stelo a balaustro che termina con un piede a disco.

La coppa svasata con sottocoppa completa la composizione di questo calice, decorato con motivi graffiti a foglie e baccellature.

 

PissidePisside

Pisside

Manifattura della Germania meridionale

Fine XVI - inizio XVII secolo

Avorio tornito e intagliato

15 × 8 cm

Inv. 0809

Sala della Stufa Valtellinese

La pisside è priva di elementi decorativi a traforo e intaglio.

Presenta una coppa leggermente schiacciata e una sorta di sottocoppa, il tutto retto da uno stelo con piede a disco.

La forma e una lavorazione riconducibile all'ambito tedesco meridionale di fine XVI - inizio XVII secolo.

PissidePisside

Pisside

Manifattura della Germania meridionale

Fine XVI - inizio XVII secolo

Avorio tornito, intagliato e traforato

20 × 8 cm

Inv. 0706

Sala della Stufa Valtellinese

La pisside è un oggetto decorativo per la tavola, datato intorno al 1600, con fratture sul coperchio e sulla base.

L'opera ha una coppa dalla forma leggermente schiacciata e si sostiene grazie allo stelo a balaustro che si appoggia sul piede a disco.

Il coperchio è decorato con elementi a traforo e foglioline geometriche.

È stata realizzata dai tornitori di avorio della Germania meridionale.

Coppia di candelieriCoppia di candelieri

Coppia di candelieri

Manifattura della Germania meridionale

XVII secolo

Avorio tornito

32 × 10,5 cm

Inv. 0698 - 0699

Sala della Stufa Valtellinese

I candelieri sono stati catalogati come manifattura italiana del XVI secolo, anche se inizialmente si pensava fossero di origine tedesca dello stesso secolo.

Questa tipologia di candelieri è stata riproposta in vari stili anche nel secolo successivo.

La forma è a base circolare con modanature contrapposte a gole lungo il fusto e presentano un innesto del piattello.

Sono simili ad altri esemplari di bronzo prodotti dalle botteghe del sud della Germania nel XVII secolo.

Coppia di candelieriCoppia di candelieri

Coppia di candelieri

Manifattura di Norimberga

Prima metà del XVII secolo

Avorio tornito, intagliato e traforato

45,5 × 9,5 cm

Inv. 0692-0693

Biblioteca

I candelieri a forma di torre poggiano su una base circolare a gueridons con decorazione a traforo.

L'andamento a "chiocciola" suggerisce che siano stati prodotti in una bottega di Norimberga. La balaustra traforata è un motivo tipico dello stile norimberghese e si ritrova in molti esempi di questa produzione conservati a Copenaghen.

I candelieri sono stati scolpiti in modo simile ai manufatti della bottega degli Zick, in particolare di Lorenz, famoso tornitore di Norimberga.

PettinePettine

Pettine

Manifattura francese

Fine XV secolo

Tartaruga intagliata e traforata

12 × 18 cm

Inv. 0799

Camera Rossa

Il pettine ha due file di denti che presentano lacune in alcuni punti.

La fascia mediana e i montanti sono decorati da comparti quadrati e rettangolari con traforo geometrico.

PettinePettine

Pettine

Manifattura francese

Fine XV secolo

Legno di bosso intagliato e traforato, tartaruga e vetro

12 × 18 cm

Inv. 0796

Camera Rossa

Il pettine presenta la parte centrale e i montanti decorati con comparti quadrati e rettangolari a traforo con elementi geometrici.

Sul lato opposto a quello con un intaglio di un piccolo fiore, c'è un incavo di stagno che veniva utilizzato come specchio.

PettinePettine

Pettine

Manifattura francese

Fine XV secolo

Legno di bosso traforato

11 × 17 cm

Inv. 0797

Camera Rossa

Il pettine è decorato con motivi geometrici a traforo e ha due piccoli sportellini scorrevoli che probabilmente servivano a contenere cosmetici.

Su un lato è intagliato un motto in caratteri gotici che fa riferimento alla possibilità di migliorare l'aspetto fisico: "prenes ple-sir".

La fila di denti più fitta presenta alcune lacune, mentre l'altra fila è intatta.

PettinePettine

Pettine

Manifattura francese

Fine XV secolo

Legno di bosso intagliato e traforato

12,2 × 16,8 cm

Inv. 0798

Camera Rossa

Pettine a due file di denti con una fascia centrale decorata.

Il pettine versa in un ottimo stato di conservazione ed è decorato con una "impresa amatoria", raffigurante una mano che trafigge un cuore e un piccolo fiore con il motto "pi-tie" "ayes-de moy", ripartito su entrambi i lati del pettine all'interno di un riquadro dorato.

Le decorazioni traforate e i motti sono una caratteristica distintiva dei pettini tardo quattrocenteschi; il legno di bosso, utilizzato per la sua realizzazione, era il materiale preferito per la produzione di pettini nelle botteghe francesi tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo.

Contenitore per ostieContenitore per ostie

Contenitore per ostie

Manifattura genovese

Primo quarto del XVI secolo

Avorio

altezza: 2,6 cmØ 7,5 cm

Inv. 0823

Camera Rossa

Piccolo contenitore cilindrico in avorio, verosimilmente destinato a custodire le ostie. Sulle due facce sono rappresentati simboli riferiti all’iconografia cristiana mentre sui bordi laterali vi è una greca caratterizzata da cerchi intrecciati che racchiudono stelle puntiformi.

Sulla facciata superiore vi è la rappresentazione della croce, caratterizzata al centro dalla presenza della colomba dello Spirito Santo, e dei simboli della passione di Cristo. Sulla sommità, accanto al titulus crucis, si dispongono le scritte «MONT CAR·» e «SS· PASS·», che si riferiscono rispettivamente al Monte Calvario e alla Santa Passione. Sulla facciata inferiore domina un grande ostensorio raggiato – con al centro l’iscrizione «IN·RI» – sostenuto da due putti laterali e da un cherubino nella porzione inferiore della composizione. All’apice, ai lati dell’ostensorio compaiono le iscrizioni «·L SS· SACRA» e «AN· GENVOA» riferibili relativamente al Santissimo Sacramento e al luogo di produzione del manufatto, Genova.

Il contenitore è da porre in relazione con una scatola conservata presso il museo Amedeo Lia di La Spezia che, per le peculiari qualità stilistiche, deve essere attribuita a un medesimo intagliatore. L’esemplare spezzino oltre a proporre le rappresentazioni della Pietà, sul fronte superiore, e di San Michele Arcangelo, sulla facciata inferiore, reca l’indicazione del luogo e dell’anno di produzione: Genova, 1516.

BroccaBrocca

Brocca

Manifattura italiana

Fine XVI secolo e imitazione del XIX secolo (?)

Avorio tornito e intagliato

altezza: 21 cmØ 8,5 cm

Inv. 0694

Sala della Stufa Valtellinese

La brocca è composta da un corpo che ricalca la conformazione di un’anfora, un manico ad ansa e un piede circolare che sorregge l’intera struttura.

La coppa è semplice, a tornitura liscia ma con la presenza di alcuni modesti elementi decorativi: ampie baccellature su becco e spalle e due cornicette con motivi vegetali sul piede. L’elemento più articolato è il manico zoomorfo, composto da una zampa leonina, poggiata sulla spalla, sulla quale si innesta il corpo di un sinuoso serpente, la cui testa funge da elemento di congiunzione con la bocca della brocca stessa.

Il manufatto risale alla fine del XVI secolo, la sua struttura è infatti tipica dei mesciroba del periodo tardo cinquecentesco, di cui rimangono ancora numerosi esempi di oreficeria.

 

CofanettoCofanetto

Cofanetto

Manifattura italiana

Metà del XVII secolo

Legno, paglia e avorio

17,5 × 14 × 11 cm

inv. 0714

Camera Rossa

Piccolo cofanetto ligneo composto da un’articolata struttura quadrangolare, un coperchio convesso e quattro piedini a disco in avorio. Gli angoli della base sono aggettanti e arricchiti da fini colonne a torciglione, anch’esse prodotte in avorio. La superficie è riccamente ornata da elementi decorativi vegetali e spiraliformi; numerose specie floreali adornano le facciate del cofanetto, tra queste si distingue la campanula. Il coperchio, culminante con una piccola presa in avorio, è decorato con intarsi florali in paglia: circoscritti entro quattro clipei, vi sono piccole applicazioni di fiori, pigne e altri frutti in materiale eburneo. L’interno del cofanetto è internamente rivestito di carta rossa – ora scolorita – decorata con motivi vegetali e animali impressi in oro.

Il cofanetto è unanimemente riferito alla metà del XVII secolo ma l’applicazione della carta che riveste il suo interno deve risalire verosimilmente al XIX secolo. Le ridotte dimensioni e la tipologia di decorazione esibita inducono la critica ad includerlo nel novero degli oggetti liturgici: potrebbe verosimilmente trattarsi di un porta «particole» oppure di un porta «ostia magna», ovvero l’ostia consacrata dal sacerdote.

 

Madonna con il bambinoMadonna con il bambino

Madonna con il bambino

Manifattura italiana, Trapani (?)

XVII-XVIII secolo

Avorio, legno

18 × 7 × 4,3 cm

Inv. 0803

Camera Rossa

La scultura rappresenta una copia in scala ridotta della celebre Madonna di Trapani, realizzata circa nel XVIII secolo.

La copia ripete fedelmente i caratteri formali del modello originale, conservando sia il sistema del panneggio che l'intenso gioco di sguardi e il tenero intreccio di mani tra madre e figlio. Tracce di fori sul capo della Madonna suggeriscono un'originaria sistemazione con corona.

Probabilmente destinata alla devozione privata, la statuetta fu prodotta in un periodo di fervore artistico e religioso nella città di Trapani, dove si replicava il venerato prototipo.

La scultura è stata replicata numerose volte nei secoli, sia a grandezza naturale che in scala ridotta.

CofanettoCofanetto

Cofanetto

Manifattura Italiana nord-orientale

Fine del XV- inizi del XVI secolo

Legno di pioppo, foglia d'oro, rilievi in pastiglia

11 × 21 × 14 cm

inv. 0754

Camera Rossa

Il cofanetto ligneo è caratterizzato da un corpo quadrangolare, con due sporgenti cornici dai bordi smussati poste all’apice e alla base. La struttura è definita da un coperchio con una presa circolare e da quattro piedini, ricostruiti ex novo – in occasione del restauro operato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze nel 1998 – sul modello di un cofanetto di simile fattura conservato presso il museo Davanzati di Firenze.

L’intera superficie è contraddistinta da una fitta decorazione a rilievi in pastiglia, applicata su fondo oro punzonato. Le quattro facce del cofanetto sono incorniciate da lesene angolari, una particolarità che si riscontra anche in alcuni esemplari ricoverati in una collezione privata fiorentina e nel cosiddetto cofanetto del gruppo di Ecouen, conservato presso il Detroit Institute of Arts.

Sui quattro lati sono proposti altrettanti episodi desunti dalla mitologia: Orfeo che incanta gli animali, Piramo e Tisbe, Diana e Atteone e il Giudizio di Paride.

Sul fronte principale vi è la rappresentazione di Orfeo che, con la sua musica, incanta gli animali. Disposte su una distesa erbosa, variamente connotata da diverse piante, vi sono una donna e numerose specie animali. Si distinguono: un cervo, un bovino, un lupo, un dromedario, un cinghiale e altre specie non meglio identificate, che si dispongono attorno alla figura di Orfeo, posta al centro della composizione. Lo sfondo è connotato da alcuni alberi e diverse abitazioni.

Sul lato lungo posteriore è rappresentata la punizione di Atteone, castigato da Diana per averla spiata mentre si bagnava alla fonte. La figura acefala di Atteone è inquadrata tra due alberi posti sullo sfondo: il cacciatore – in origine verosimilmente tratteggiato con la testa di cervo – è colto nel momento in cui sta per essere divorato dai suoi due cani. Sulla sinistra, assiste alla scena un uomo seduto ai piedi di un campanile mentre a destra vi sono Diana e due ninfe al bagno.

Sul lato corto di destra è proposta la tormentata storia d’amore tra Piramo e Tisbe. Accanto a una fonte esagonale e alla leonessa, che causò il tragico equivoco, vi sono i due amanti: Piramo steso a terra ormai in fin di vita ai piedi di Tisbe, raffigurata con le braccia al cielo in segno di dolore. Sul lato corto di sinistra è riportato l’episodio del giudizio di Paride: il principe troiano è rappresentato in armatura, seduto sulla sinistra, in compagnia di un cane accucciato ai suoi piedi, mentre alza un braccio verso le tre dee poste di fronte a lui.

Il coperchio è rifinito da una duplice cornice: una interna, caratterizzata da foglie e frutta, e una esterna più elaborata con foglie stilizzate, affiancate da un sottilissimo cordino. La superficie del coperchio è ornata con motivi decorativi vegetali e da due mostri alati con la testa di donna – verosimilmente arpie – che si affrontano specularmente, affiancati da una coppia di amorini.

 

CassettaCassetta

Cassetta

Manifattura renana

XII secolo

Legno, osso, ferro

10,5 × 17,5 × 11,5 cm

Inv. 0755

Sala della Stufa Valtellinese

Una cassetta rettangolare in legno con lastrine in osso incise a motivi circolari che formano rosoncini con un cratere centrale a stella.

Il coperchio ha la forma di uno spiovente con bordi che presentano elementi a treccia e cerchietti.

La cassetta è rinforzata da staffe angolari e presenta una serratura contenuta in un'edicoletta capovolta con colonnine tortili ai lati.

La produzione di questo tipo di oggetti apparterrebbe all'ambito renano della fine dell'XI - inizio XII secolo.

CofanettoCofanetto

Cofanetto

Manifattura Italiana nord-orientale

Fine del XV- inizi del XVI secolo

Legno di pioppo, foglia d'oro, rilievi in pastiglia

14,5 × 25 × 18 cm

Inv. 0758

Camera Rossa

Il prezioso cofanetto è caratterizzato da un corpo quadrangolare, con due sporgenti cornici dai bordi smussati poste all’apice e alla base, e da un coperchio sovrastato da un piccolo parallelepipedo che cela al suo interno un cassettino segreto, apribile mediante lo scorrimento della faccia superiore.

L’intera superficie presenta una decorazione a rilievo in pastiglia lavorata su un fondo in foglia oro, punzonato con motivi a losanghe e a squamette. Le quattro facce del cofanetto sono incorniciate da lesene angolari e propongono scene di battaglia riferibili alla storia di Roma: il precario stato di conservazione non consente una chiara interpretazione cionondimeno, la critica ritiene che si tratti della raffigurazione dello scontro tra Orazi e Curiazi.

Sul fronte principale si distinguono due scene, separate tra loro da una lesena e dalla serratura della cassetta: a sinistra vi è una città arroccata ai cui piedi si stanno scontrando un cavaliere e tre soldati, contestualizzati all’interno di una vegetazione composta da alberi e da un cespuglio di canne; a destra vi è la rappresentazione di un acceso combattimento tra cavalieri. Sul lato lungo posteriore si dispongono altre due scene separate tra loro da una lesena, a sinistra è riprodotta una violenta battaglia mentre a destra l’episodio è di difficile decifrazione: si tratta verosimilmente di una decapitazione, con al centro un uomo nudo inginocchiato davanti a un soldato e ai suoi sodali; a destra della composizione vi è un uomo genuflesso ai piedi di un altare.

Sul lato corto di destra è rappresentata un’ara attorno alla quale si dispongono due uomini inginocchiati e un folto gruppo di soldati stagliati davanti a una scarna vegetazione. Sul lato corto di sinistra è proposta un’altra scena di battaglia, purtroppo rovinata da ampie cadute della pastiglia. Alla sommità è proposta la rappresentazione della testa di Mercurio, iscritta all’interno di un clipeo decorato con foglie di alloro, circondata da due arpie; le facciate laterali del cassettino segreto sono decorate da figure alate, cornucopie e mostri serpentiformi. La decorazione del coperchio è molto compromessa e articolata: si distinguono figure affrontate (mostri marini?) che reggono cartigli, alternate a mostri alati dai volti umani intrecciati attorno a dei motivi a candelabre. L’interno del cofanetto è rivestito da un prezioso tessuto damascato di seta porpora, rifinito da una fettuccia di tela color ocra.

 

GrattacarteGrattacarte

Grattacarte

Manifattura tedesca

Seconda metà del XVII secolo

Avorio o osso, metallo dorato e cesellato

33 × 1,5 cm

Inv. 0824

Sala della Stufa Valtellinese

Il grattacarte è un oggetto che consiste in una parte in avorio con un manico decorato con modanature e una fanciulla che regge una cartella, su cui si innesta una lama in metallo dorato.

L'oggetto potrebbe essere prodotto in Italia nel XVI secolo, ma è simile ad alcuni manici di coltello risalenti al XVII e XVIII secolo prodotti in Germania.

CofanettoCofanetto

Cofanetto

Manifattura Italiana nord-orientale

Ultimo quarto del XV secolo

Legno di pioppo, foglia d'oro, rilievi in pastiglia

12,5 × 21 × 14 cm

inv. 0789

Camera Rossa

Il cofanetto ligneo è caratterizzato da un corpo quadrangolare, con una sporgente cornice dai bordi smussati posta alla base, un coperchio con una presa circolare e quattro piedini a cuscinetto. La superficie è ricoperta da una sottile lamina di foglia d’oro, sulla quale sono applicate decorazioni a rilievo in pastiglia.

L’ornato coinvolge l’intera struttura del cofanetto: elementi vegetali, variamente iscritti in forme geometriche delimitate da cordoncini, si svolgono sui piedini, il bordo inferiore e la base. Le quattro facce del cofanetto sono incorniciate da otto semicolonne con capitelli corinzi, poggiate su una base ornata da un piccolo busto iscritto entro una decorazione a girali.

Sui quattro lati sono proposte sei scene tratte da episodi biblici e profani. In tutte le rappresentazioni è evidente una chiara reinterpretazione del mondo romano secondo il gusto rinascimentale: i soggetti indossano, pertanto, toghe tratteggiate come se fossero mantelli medievali, appuntati in mezzo al torace, e le armi evocano i vessilli da giostra.

Il fronte principale propone due scene distinte, divise tra loro da una colonna e dalla serratura: a sinistra potrebbe essere rappresentato Attilio Regolo mentre a destra è in scena l’episodio del sacrificio di Marco Curzio. Il personaggio che è stato interpretato come Attilio Regolo è genuflesso al centro della composizione, in atto di supplicare i soldati disposti attorno a lui; sulla sua testa campeggia la scritta «S.P.Q.R». Marco Curzio è rappresentato sul suo destriero, dotato di spada e scudo, ed è circondato da numerose figure, tra cui un togato e cinque soldati che innalzano insegne romane.

Il lato lungo posteriore propone la stessa ripartizione in due scene, divise da una colonna centrale: a sinistra vi è un episodio di dubbia interpretazione – identificato come Cesare a cui viene presentata la testa di Pompeo oppure Salomè che porge a Erode la testa di San Giovanni Battista – mentre a destra è riportato l’episodio di Muzio Scevola. La scena di lettura incerta propone la rappresentazione di un cartiglio con le iniziali «S.P.Q.R», sotto al quale vi è un uomo coronato seduto su un trono; ai suoi piedi un altro uomo inginocchiato gli porge su un vassoio la testa decapitata di un uomo barbuto. L’episodio di Muzio Scevola è connotato dalla presenza di numerosi soldati intenti ad osservare l’eroe romano raffigurato accanto ad un braciere.

Sul lato corto di destra è rappresentato l’episodio di Giuditta e Oloferne: l’eroina, innalzata su un piedistallo, impugna con una mano una spada, mentre con l’altra esibisce ai soldati intorno a lei la testa del condottiero. Il lato corto sinistro propone una composizione simile con la raffigurazione del sacrificio di Lucrezia: la matrona romana, elevata su un basamento, è colta nell’atto di pugnalarsi sotto lo sguardo di un folto gruppo di soldati.

Il coperchio è caratterizzato da una doppia decorazione: una bordatura a treccia con piccoli fiori e un bordo che presenta motivi vegetali, quali frutti e foglie. Attorno alla presa circolare è presente la rappresentazione di una testa barbuta, sovrastata da un elemento vegetale a conchiglia e affiancata da due mostri serpentiformi alati e da due cornucopie ricche di fiori e grappoli d’uva.

 

PissidePisside

Pisside

Manifattura tedesca

Seconda metà del XVII secolo

Avorio tornito

21 × 6 cm

Inv. 0793

Sala della Stufa Valtellinese

La pisside presenta uno stile del piede e dello stelo, a pilastrino, che sembra risalire alla seconda metà del XVII secolo, mentre la sua forma suggerisce un'origine tedesca.

 

"Roulette""Roulette"

"Roulette"

Manifattura tedesca

XVII secolo

Avorio intagliato, tornito e graffito, bronzo e tartaruga

30 × 11,5 × 11,5 cm

Inv. 0697

Biblioteca

Una "roulette" del XVII secolo costituita da una colonnina con fusto decorato a foglie graffite che sostiene una rotella orizzontale con punti.

Al centro si inserisce un elemento tornito a forma di serpentello. Questo tipo di roulette risale alla tradizione italiana del gioco d'azzardo chiamato "girella" o "girello", che ha subito vari divieti da parte dei governanti dalla fine del XVI secolo, tra cui il bando del 1591 a Firenze.

Questo esemplare ha un numero limitato di settori e di punti, indicando una versione piuttosto arcaica del gioco.

La lavorazione dettagliata dell'avorio e la decorazione graffita suggeriscono che l'opera sia di produzione tedesca del XVII secolo.

Elemento (base?) a foggia di colonninaElemento (base?) a foggia di colonnina

Elemento (base?) a foggia di colonnina

Manifattura tedesca

XVII secolo

Avorio tornito

21 × 3,7 cm

Inv. 0814

Camera del Letto Valtellinese

L'oggetto in avorio è stato descritto nel vecchio inventario del museo come "profumino" e datato genericamente al XVII secolo.

Ha la forma di una colonnina scanalata poggiante su un basamento decorato con delle baccellature, e termina con un elemento sferico anch'esso baccellato, su cui dovrebbe essere stato inserito e avvitato un pezzo, attualmente mancante.

Pare che l'oggetto facesse parte di una composizione più grande, vista la sua forma simile ai balaustrini di oggetti seicenteschi di manifattura tedesca.

GrattacarteGrattacarte

Grattacarte

Manifattura tedesca

XVII secolo

Avorio e metallo

33 × 1,5 cm

Inv. 0828

Sala della Stufa Valtellinese

Il grattacarte ha un lungo manico in avorio che si rastrema in punta e si trasforma in un pilastrino sulla parte superiore, dove si innesta la lama di metallo priva di doratura.

Sull'impugnatura c'è una grossa fessura verticale ed è simile, per struttura e intaglio, al manico del grattacarte Inv. 0827.

GrattacarteGrattacarte

Grattacarte

Manifattura tedesca

XVII secolo

Osso e metallo dorato e cesellato

32 × 1,5 cm

Inv. 0825

Sala della Stufa Valtellinese

Il grattacarte, in avorio con un manico lungo e sottile, simile ad un pilastrino, ha la lama in metallo dorato e decorata con motivi incisi, tra i quali un cavaliere e un pavone.

GrattacarteGrattacarte

Grattacarte

Manifattura tedesca

XVII secolo

Avorio e metallo dorato e cesellato

30,5 × 1 cm

Inv. 0826

Sala della Stufa Valtellinese

Il grattacarte è composto da un manico lungo in avorio a sezione esagonale che si rastrema in punta e assume nella zona superiore la forma di un pilastrino.

La lama in metallo dorato presenta decorazioni tra cui una figura femminile ed è interrotta da seghettatura.

L'oggetto segue lo stesso stile dei raschietti tedeschi senza raffigurazioni sul manico del XVII secolo.

GrattacarteGrattacarte

Grattacarte

Manifattura tedesca

XVII secolo

Avorio e metallo dorato e cesellato

30,5 × 1,5 cm

Inv. 0827

Sala della Stufa Valtellinese

Il grattacarte è formato da un lungo manico in avorio che si rastrema in punta per poi assumere, nella zona superiore, la forma di un pilastrino.

La lama in metallo dorato ha una decorazione semplice a cesello nella parte prossima all'attaccatura.

GrattacarteGrattacarte

Grattacarte

Manifattura tedesca

XVII secolo

Osso e metallo dorato e cesellato

35 × 1,5 cm

Inv. 0830

Sala della Stufa Valtellinese

Il raschietto ha un lungo manico rastremato sulla punta e presenta una decorazione con motivi intagliati a reticolo e filettatura.

La lama in metallo ha tracce di doratura ed è decorata con motivi incisi: su un lato è raffigurato un guerriero con un'alabarda, una nave e uno stemma, sull'altro una figura giovanile e uno stemma.

Presenta una spaccatura verticale.

GrattacarteGrattacarte

Grattacarte

Manifattura tedesca

XVII secolo

Avorio o osso, metallo dorato e cesellato

34 × 1,5 cm

Inv. 0829

Sala della Stufa Valtellinese

Il grattacarte è un oggetto da scrittura del XVII secolo, dotato di un manico lungo in avorio a sezione quadrata a foggia di capitellini corinzi nella parte prossima alla lama.

La lama ha un dorso seghettato e presenta motivi incisi con una raffigurazione di un pavone su un lato e di un guerriero sull'altro.

Questo tipo di oggetto artigianale, noto come raschietto, non era solitamente decorato come questo esemplare. Tuttavia, sono stati trovati raschietti di struttura simile in Italia e Germania.

Serie di cinque sfere traforate a corpi concentriciSerie di cinque sfere traforate a corpi concentrici

Serie di cinque sfere traforate a corpi concentrici

Manifattura tedesca (?)

XVII-XVIII secolo

Avorio tornito e traforato

altezza: 5,5 cmØ 3 cm

Inv. 0832 - 0836

Biblioteca

Oggetti in avorio che probabilmente facevano parte di una struttura più grande e avevano una funzione puramente decorativa.

Gli avori in questione richiedevano un grande talento e destrezza per essere realizzati e venivano chiamati Kunststücke, ovvero "pezzi d'arte".

Nel XVII secolo questi manufatti erano molto popolari e, sebbene solitamente di produzione tedesca, venivano importati in Europa dalla Cina, dove erano noti come tao-ch'iu.

Sfera traforata a corpi concentriciSfera traforata a corpi concentrici

Sfera traforata a corpi concentrici

Manifattura tedesca (?)

XVII-XVIII secolo

Avorio tornito e traforato e legno

altezza: 15 cmØ 8 cm

Inv. 0920

Biblioteca

L'oggetto è una sfera in avorio a trafori circolari contenente altre sette palle traforate, poggianti su una base in legno. L'elemento centrale della sfera ha forma dodecaedrica e funge da perno dell'intera struttura.

L'opera era probabilmente parte di un oggetto più grande, come una coppa.

Questi ornamenti lavorati al tornio erano apprezzati per le difficoltà tecniche e matematiche che comportavano.

TeschioTeschio

Teschio

Manifattura tedesca (?)

XVIII secolo

Avorio intagliato

11,5 × 12 × 15,2 cm

Inv. 0918

Camera Verde

Durante il Cinquecento, l'avorio veniva utilizzato per creare modelli anatomici dettagliati di occhi, scheletri e corpi.

Le botteghe di Norimberga, in particolare quelle di Stephan Zich e Johann Michael Hahn, erano specializzate in questa produzione e distribuivano modelli di anatomia attraverso cataloghi fino al primo Ottocento.

I teschi erano considerati anche come memento mori e venivano spesso esposti nelle Kunstkammer.

CofanettoCofanetto

Cofanetto

Manifattura tedesca, Colonia

Seconda metà del XII secolo

Legno, osso, rame

9 × 9 × 40 cm

Inv. 0705

Camera del Letto Valtellinese

Cofanetto con il coperchio, diviso in quattro campi e decorato con animali e piccoli edifici merlati, costellato da diverse figure religiose.

Il pezzo proviene dalla raccolta di don Carlo Trivulzio, confluendo successivamente nella raccolta Baslini.

Ci sono diverse opinioni sulla funzione dell'opera, che potrebbe essere un reliquiario o una cassetta per contenere oggetti profani.

La bottega che ha prodotto questa opera è stata identificata come parte della "Kölner Exportwerkstatt".

Colonnina tornitaColonnina tornita

Colonnina tornita

XIX secolo

Avorio tornito

12 × 2,2 cm

Inv. 0938

Biblioteca

L'oggetto in avorio è un segmento tornito a balaustrino con un piccolo piede a disco e un elemento sferico forato in cima.

La presenza di fori nella colonnina e in cima suggerisce che fosse un elemento di sostegno.

L'oggetto potrebbe aver fatto parte di uno strumento scientifico o di un utensile per lavori femminili.

Tuttavia, a causa del suo stato frammentario, non è possibile fare un'attribuzione precisa.

 

Serie di cinque teschiSerie di cinque teschi

Serie di cinque teschi

XIX secolo

Avorio, legno, bronzo


5 x 4, 7 x 6, 4 cm / 4, 3 x 3, 7 x 5, 9 cm / 6, 3 x 5, 7 x 8 cm / 5, 4 x 4, 5 x 7, 4 cm / 5, 8 x 4, 5 x 7, 8 cm

Inv. 0914 - 0917

Biblioteca

Cinque teschi di piccole dimensioni, uno dei quali privo di mandibola.

Durante il XVIII e XIX secolo, teschi simili vennero esportati in tutto il mondo dalla Cina e dal Giappone combinando arte e scienza.

CassettaCassetta

Cassetta

XIX secolo (?)

Legno, osso, metallo

10 × 18 × 7,5 cm

Inv. 0742

Camera Rossa

Cassetta lignea parallelepipeda interamente rivestita da semplici placchette di osso disposte a cortina. Il coperchio a spioventi propone la stessa decorazione lineare e si innesta sul corpo della cassetta mediante due staffe a forma fogliata. Sul manufatto è presente una piccola serratura metallica incongruente con il resto della produzione.

Il cofanetto rientra nel novero degli oggetti che costituivano i complementi di arredo degli ambienti privati delle famiglie di alto lignaggio. Questi manufatti, caratterizzati come piccoli forzieri dotati di serrature, erano destinati a custodire piccoli oggetti da collezione – quali monili, medaglie e monete – e rispondevano perfettamente al gusto collezionistico dei Bagatti Valsecchi, improntato alla rievocazione domestica degli ambienti delle signorili dimore rinascimentali.

 

Porta aghi (?)Porta aghi (?)

Porta aghi (?)

XVIII secolo

Avorio tornito e intagliato

13 × 1,2 cm

Inv. 0815

Biblioteca

Le dimensioni e la foggia portano a identificare questo oggetto come un porta aghi.

Oggetti simili, come tabacchiere, portaprofumi e ventagli, erano comunemente realizzati in avorio dalla scuola di Dieppe, specializzata in questo tipo di prodotti fino alla metà del Settecento.

Tuttavia, l'intaglio a scacchiera su questo pezzo non corrisponde al tipo di decorazione degli oggetti di Dieppe, quindi non è facile definirne il luogo di produzione.

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CofanettoCofanetto

Cofanetto

Bottega degli Embriachi

Primo quarto del XV secolo

Legno, in parte tinto in verde e arancio, osso, corno, ferro

12 × 17 × 10,3 cm

Inv. 0756

Biblioteca

Il cofanetto è decorato con figure in osso scolpite, raffiguranti principalmente coppie in conversazione galante, mentre quattro giovani si trovano agli angoli a guardia della corte d'amore.

La cassa non presenta tarsia, ma l'alto coperchio piramidale è decorato con intarsi a motivi geometrici.

Questo pezzo è stato assemblato nel XIX secolo, con materiali antichi risalenti al 1420. Il cofanetto appartiene alla produzione della bottega degli Embriachi.

Trittico con la crocifissione e scene della vita di CristoTrittico con la crocifissione e scene della vita di Cristo

Trittico con la crocifissione e scene della vita di Cristo

Bottega degli Embriachi

Fine del XIV e XIX secolo

Legno, osso

43 × 45 × 7,5 cm

Inv. 0691

Camera Verde

Il trittico è un'opera d'arte sacra che rappresenta cinque scene della vita di Cristo: la Crocifissione al centro, L’Annunciazione e L’Orazione nell’orto a sinistra e La Natività e la Cattura di Cristo a destra. Le scene sono racchiuse in una cornice lignea ottocentesca.

Le lamelle delle ali sono state prodotte dalla bottega degli Embriachi nel XIV secolo o agli inizi del XV secolo.

Il Cristo crocifisso è stato aggiunto successivamente. Gli altri listelli della Crocifissione, invece, sono probabilmente embriacheschi.

Sono stati aggiunti cunei per riportare il profilo spezzato delle ali alla forma curva.

PacePace

Pace

Bottega degli Embriachi

Primo quarto del XV secolo

Legno, osso

15 × 12 cm

Inv. 0795

Camera del Letto Valtellinese

L'opera in osso presenta il Cristo che emerge a mezzo busto dal sarcofago, tra la Vergine Maria e San Giovanni Evangelista, il tutto incorniciato con una tarsia a spina di pesce.

La Pace è attribuibile alla bottega degli Embriachi, databile al primo quarto del XV secolo.

La testa del Cristo, in forte rilievo, è stilisticamente incongrua rispetto al resto dell'opera, infatti è stata inserita nel XIX secolo per riparare una lacuna.

Sul retro c'è un'impugnatura lignea e abbondanti tracce di colore rosso, presumibilmente ottocentesche.

CofanettoCofanetto

Cofanetto

Bottega degli Embriachi e bottega delle storie di Susanna

FIne XIV e secondo quarto del XV secolo

Legno, in parte tinto in verde e arancio, osso, ferro; tracce di colore verde, azzurro, rosso e di dorature

23 × 30,5 × 20 cm

Inv. 0800

Biblioteca

Il cofanetto ha un coperchio decorato da una fascia di lamelle ossee raffiguranti putti alati su fondo di foglie di rosa.

Due coppie di putti adornano anche i due lati lunghi, mentre i lati brevi presentano un putto che regge un cartiglio con scritte sbiadite.

Il corpo è rivestito da listelli in osso e quattro pilastrini scanalati marcano gli spigoli.

Le scene scolpite sulla faccia anteriore e su quelle laterali sono state realizzate con una notevole maestria, ma sono di difficile decifrazione.

Sulle altre facce compaiono scene della novella dell'Aquila d'oro e, su alcuni listelli, una storia diversa dalle altre opere della "Bottega delle storie di Susanna".

Il cofanetto è stato assemblato nel XIX secolo e rivestito di tessuto rosso cupo all'interno.

La datazione dei rilievi, creati dalla bottega degli Embriachi, è stata collocata nell'ultimo quarto del XIV secolo, mentre gli altri listelli sono probabilmente del secondo quarto del XV secolo.

Crocifisso a due candelieri da viaggioCrocifisso a due candelieri da viaggio

Crocifisso a due candelieri da viaggio

Bottega della Germania meridionale

Inizio del XVII secolo

Avorio tornito, filettato e dipinto


18 x 5,7 cm (crocifisso); 11 x 3,5 cm (candelieri)

Inv. 0804 - 0806

Camera del Letto Valtellinese

Una suppellettile da viaggio che consiste in un crocifisso accompagnato da due candelieri di dimensioni ridotte, corredati da una custodia per il trasporto.

Il tutto è costituito da sottili segmenti curvati; le basi presentato decorazioni a piccoli cerchi concentrici, mentre i fusti sono composti da lanterne alternate a lamelle.

Questi oggetti in avorio sono stati prodotti dalle botteghe di tornitori di Norimberga; questi ultimi si ispiravano ai manufatti cinesi.

Il tipo di decorazione visibile sugli avori è presente anche in oggetti in legno e vetro realizzati nella seconda metà del Cinquecento nella Germania meridionale.

CassettaCassetta

Cassetta

Bottega di Archangelsk (Russia)

1775-1800 circa

Legno, osso, metallo e stoffa

15 × 23,5 × 17 cm

Inv. 0746

Sala della Stufa Valtellinese

La cassetta è stata prodotta nell'area della Russia del nord nella seconda metà del XVIII secolo.; le botteghe di Archangelsk erano specializzate nella produzione di oggetti decorati con impiallacciatura in lastre ricavate dalle zanne di tricheco, traforate e incise.

L'opera è costituita da piedini a mensola e coperchio rialzato. Sul corpo è presente una decorazione a traforo ed elementi incisi a festone e a foglia.

Motivi decorativi come quelli presenti sulla cassetta erano derivati dall'Europa occidentale e raggiunsero le regioni dell'estremo nord grazie agli intagliatori che avevano lavorato a Mosca e Pietroburgo. Il contrasto traforato delle lastrine sulla stoffa damascata rossa è tipico di quella produzione.

PettinePettine

Pettine

Bottega fiamminga (?)

Prima metà del XVII secolo

Osso intagliato

13 × 16 cm

Inv. 0813

Camera Rossa

Il frammento di un pettine a doppia fila di denti con montante e fascia mediana liscia e una scanalatura al centro.

L'oggetto viene assegnato genericamente al XVI secolo, ma la mancanza di decorazione e il suo stato frammentario rendono difficile l'attribuzione a un preciso ambito produttivo.

Pettini simili sono visibili in alcune rappresentazioni della Vanitas nelle pitture fiamminghe del XVII secolo.

CassettaCassetta

Cassetta

Bottega Italia centrale (?)

Fine del XIV secolo

Ebano, osso e bronzo

14 × 15 × 11 cm

Inv. 0740

Camera Verde

Piccola cassettina in ebano e osso costituita da una cassa quadrangolare, sorretta da quattro piedini, un coperchio a spiovente e un peculiare manico bronzeo. Il manufatto è caratterizzato dalla singolare decorazione a marqueterie, qualificata da un’elegante bicromia e da intarsi basati su forme geometriche, rigidamente iscritte entro circonferenze.

La cassetta fa parte di un’ampia produzione artigiana sviluppatasi nella seconda metà del XIV secolo nell’area centroitaliana, in particolare toscana: il museo Bagatti Valsecchi possiede un esemplare molto simile (inv. n. 743) distinto da una decorazione più lineare.

Queste caratteristiche cassettine sono state distinte dalla critica dalla più nota produzione embriachesca, diffusasi tra l’ultimo quarto del secolo XIV ed il primo del successivo tra Firenze e Venezia: una manifattura specializzata nella realizzazione di oggetti a carattere sia devozionale sia profano e contraddistinta da pregevoli intarsi geometrici dallo spiccato contrasto cromatico.

CassettaCassetta

Cassetta

Bottega Italia centrale (?)

Fine del XIV secolo

Ebano e osso

14 × 20 × 10,8 cm

Inv. 0743

Camera Verde

La cassetta è stata datata intorno al XV secolo e attribuita all'ambito artistico italiano.

È decorata con intarsi in ebano e osso, caratterizzati da forme circolari e bicromia rigorosa.

Questo tipo di intarsio è stato associato ad alcune botteghe italiane attive nella seconda metà del XIV secolo.

CassettaCassetta

Cassetta

Bottega Italia centrale (?)

Terzo quarto del XIV secolo

Ebano, osso, corno e bronzo

16,5 × 18 × 12 cm

Inv. 0753

Sala della Stufa Valtellinese

La cassettina è realizzata con tecniche di intarsio e lavorazione dell'avorio.

Essa appartiene alla categoria dei "Pasticci", ovvero cofanetti eburnei di diverse provenienze e stili, uniti in epoche successive.

Il coperchio, rialzato e decorato con motivi curvilinei intarsiati, rispecchia la tipologia del cofanetto nuziale prodotto nella "Bottega a figure inchiodate"; le lamine dei lati, traforate e delineate nei bordi tramite due file di cerchietti, sono riscontrabili nella produzione islamica occidentale del periodo dei Mammelucchi.

CassettaCassetta

Cassetta

Bottega Italia Settentrionale

Metà del XV secolo

Osso, legno, corno e ferro

11 × 19 × 13 cm

Inv. 0744

Camera Rossa

La cassetta è composta da una base quadrangolare e da un coperchio a forma di piramide tronca su cui è applicata una piccola maniglia di ferro. I quattro lati del manufatto sono caratterizzati da un ritmico alternarsi di bande chiare e scure, prodotte dall’innesto di materiali di diversa natura: legno, corno e osso. Lungo il corpo corre un raffinato intarsio alla certosina, contraddistinto da una greca esagonale che racchiude piccole stelle a sei punte; ulteriori greche geometriche sono presenti sul coperchio e all’apice del tronco di piramide.

Questi manufatti incontrarono il favore collezionistico dei fratelli Bagatti Valsecchi che, negli ultimi decenni del XIX secolo, rievocarono nella loro dimora milanese i fasti di una signorile dimora quattro-cinquecentesca. I cofanetti erano infatti parte integrante dei complementi di arredo di tutte le famiglie di alto lignaggio rinascimentali: rispondevano bene all’esigenza di collezionare oggetti raffinati e preziosi quali spille, monili, medaglie, monete ma anche lettere e missive. La loro preziosità sembrava esternare il valore degli oggetti che vi venivano custoditi all’interno.

 

CassettaCassetta

Cassetta

Bottega Italia Settentrionale

Prima metà del XV secolo

Osso, legno, bronzo

11 × 20 × 20 cm

Inv. 0788

Camera Verde

Una cassetta quadrata con coperchio e maniglia in bronzo, decorata alla "certosina".

L'oggetto è parte di una vasta produzione che ha caratterizzato numerose botteghe italiane per oltre un secolo a partire dal XIV secolo.

Questo esemplare, dalla foggia semplice, presenta una buona fattura nella tarsia composta da intrecci e cornici di motivi geometrici formati da tessere lignee ed eburnee di dimensioni piuttosto piccole. Manca tuttavia della complessità formale e decorativa tipica dei grandi esempi "certosini" più tardi.

CassettaCassetta

Cassetta

Bottega Italia Settentrionale

Secondo quarto del XV secolo

Osso, legno, corno e damasco

22 × 39 × 23 cm

Inv. 0923

Salone

Una cassetta rettangolare con coperchio appena rialzato a forma di piramide tronca, ornata da fasce decorative a tarsia che sottolineano le partizioni orizzontali dell'oggetto.

I motivi a dentelli in osso e corno, intrecci e cornici seguono uno stile che caratterizza i cofanetti con decorazione a tarsia del secondo quarto del XV secolo.

All'interno, la cassetta è foderata con stoffa rossa damascata.

CofanettoCofanetto

Cofanetto

Bottega Italia Settentrionale

Secondo quarto del XV secolo

Legno, in parte tinto in verde e arancio, osso, corno, ferro

19 × 25,5 × 14,6 cm

Inv. 0757

Biblioteca

Il cofanetto è un scrigno decorato con figure maschili e femminili che interagiscono galantemente tra di loro, circondati da personaggi armati.

La parte superiore ha una fascia di listelli in osso intarsiati con vari motivi. Su ogni lato, una coppia di geni alati sostiene uno scudo ovale liscio.

Il cofanetto è ben conservato, salvo qualche piccolo difetto nella tarsia. Sul retro, c'è un listello antico del XV secolo.

È stato assemblato nel XIX secolo, con l'aggiunta di lamelle scolpite da un imitatore della bottega degli Embriachi.

Mentre il rivestimento interno in tessuto rosso e le parti metalliche sono stati aggiunti nella ricostruzione del secolo scorso.

CofanettoCofanetto

Cofanetto

Bottega a figure inchiodate

Terzo quarto del XIV secolo

Legno, osso, con tracce di dorature

15 × 19 × 12 cm

Inv. 0745

Biblioteca

Il cofanetto del terzo quarto del XIV secolo, proveniente dalla "bottega a figura inchiodate" in Italia, presenta una forma rettangolare con un coperchio svasato e decorato con intarsi a quadrifoglio.

La fascia sommitale in osso presenta mascheroni fogliati sui lati lunghi e una decorazione a gigli sui lati brevi, mentre la base del coperchio presenta numerose lacune.

La cassa è ornata sul fronte e sui due lati minori con figure di giovani donne e uomini scolpite in osso. Gli angoli sono marcati da colonnine e sul retro appare l'anima lignea dell'opera.

RosarioRosario

Rosario

Bottega tedesca o francese

XVII secolo

Avorio tornito e intagliato

altezza: 51 cm
circa

Inv. 0935

Camera Rossa

Il rosario, del XVII secolo, è composto da un anello iniziale, una croce a rocchetto e dieci sfere traforate di influenza cinese, attaccate ad un ciondolo metà memento mori e metà testa di Cristo morente.

L'uso di combinare le sfere con altri elaborati ebbe successo soprattutto nei manufatti tedeschi dei secoli XVII e XVIII.

CassettaCassetta

Cassetta

India settentrionale, Moghul

XVII secolo

Avorio traforato e intagliato, legno e pergamena dorata

17,5 × 26 × 18 cm

Inv. 0741

Sala della Stufa Valtellinese

La cassetta è rettangolare e dal coperchio a spioventi, interamente decorata con lastrine d'avorio traforato a motivi zoomorfi come elefanti, grifi, cervi e animali fantastici, alternati da riquadri a rosoncini.

Ogni lastrina è inquadrata da cornicette stilizzate con decorazione di fiori e piccole sferule.

La base e il coperchio sono sottolineati da cornici decorate con un elemento continuo traforato a fiore stilizzato su fondo dorato.

L'oggetto è stato assegnato alla produzione Moghul del XVII secolo e combina elementi di origine islamica e indiana.

Altarolo con la Madonna e il Bambino fra santeAltarolo con la Madonna e il Bambino fra sante

Altarolo con la Madonna e il Bambino fra sante

Intagliatore ottocentesco

XIX secolo

Legno, in parte tinto in arancio, osso, corno

32,5 × 25 × 4,2 cm

Inv. 0690

Camera Rossa

Il trittico raffigura al centro la Madonna con il Bambino stante sotto un arco acuto con ghimberga e un paesaggio cittadino stilizzato sullo sfondo.

Due listelli mancano ai lati della Madonna, mentre nelle ali compaiono Sant'Agnese a sinistra e una santa che tiene tra le braccia alcune sfere, non identificabili, a destra.

Il trittico è racchiuso da cornici a tarsie e presenta intarsi anche sulla base.

L'uso dell'arco acuto cuspidato è comune nella produzione embriachesca.

I volti dei personaggi, tuttavia, presentano tratti troppo minuti e guance larghe, e i vari pezzetti in osso sono stati uniti in modo non perfetto.

Cilindro scolpitoCilindro scolpito

Cilindro scolpito

Intagliatore ottocentesco

XIX secolo

Avorio

altezza: 10,8 cmØ 8 cm

Inv. 0802

Camera del Letto Valtellinese

Il cilindro ha una teoria di santi sotto arcate racchiuse tra due fasce di racemi e un volto virile sul bordo superiore.

I santi inclusi sono Sant'Agostino, San Pasquale, il Beato Lao (?), Santa Lucia, San Paolo e San Francesco, ognuno identificato da incisioni sui bordi sotto i loro piedi.

Anche se la forma del pezzo ricorda la situla di Gotofredo, il gusto esuberante di San Gallo e le presenze di rosette piuttosto comuni negli smalti traslucidi trecenteschi, la presenza di San Francesco e Santa Lucia e le iscrizioni in volgare indicano che l'oggetto è stato probabilmente creato nel XIX secolo.

Inoltre, la differenza tra la rozzezza dell'intaglio e la qualità delle iscrizioni suggeriscono che si tratti di un falso.

PacePace

Pace

Intagliatore ottocentesco

XIX secolo

Legno, osso

15 × 12 cm

Inv. 0790

Camera del Letto Valtellinese

L'opera presenta il Cristo a mezzo busto emergente dal sepolcro tra la Vergine Maria e San Giovanni Evangelista piangenti, il tutto racchiuso entro una cornice decorata con una tarsia a spina di pesce.

Le espressioni dei personaggi sono dettagliate, soprattutto quella di San Giovanni, grazie a una maggiore conoscenza dell'anatomia.

La maniglia e le tracce di colore rosso sulla parte posteriore sono state aggiunte in seguito, durante un intervento dello scorso secolo.

CaliceCalice

Calice

Manifattura della Germania meridionale

Fine XVI - inizio XVII secolo

Avorio tornito e graffito

15,6 × 8 cm

Inv. 0792

Sala della Stufa Valtellinese

Il calice si presenta con una forma slanciata, reggendosi sopra uno stelo a balaustro che termina con un piede a disco.

La coppa svasata con sottocoppa completa la composizione di questo calice, decorato con motivi graffiti a foglie e baccellature.

 

PissidePisside

Pisside

Manifattura della Germania meridionale

Fine XVI - inizio XVII secolo

Avorio tornito e intagliato

15 × 8 cm

Inv. 0809

Sala della Stufa Valtellinese

La pisside è priva di elementi decorativi a traforo e intaglio.

Presenta una coppa leggermente schiacciata e una sorta di sottocoppa, il tutto retto da uno stelo con piede a disco.

La forma e una lavorazione riconducibile all'ambito tedesco meridionale di fine XVI - inizio XVII secolo.

PissidePisside

Pisside

Manifattura della Germania meridionale

Fine XVI - inizio XVII secolo

Avorio tornito, intagliato e traforato

20 × 8 cm

Inv. 0706

Sala della Stufa Valtellinese

La pisside è un oggetto decorativo per la tavola, datato intorno al 1600, con fratture sul coperchio e sulla base.

L'opera ha una coppa dalla forma leggermente schiacciata e si sostiene grazie allo stelo a balaustro che si appoggia sul piede a disco.

Il coperchio è decorato con elementi a traforo e foglioline geometriche.

È stata realizzata dai tornitori di avorio della Germania meridionale.

Coppia di candelieriCoppia di candelieri

Coppia di candelieri

Manifattura della Germania meridionale

XVII secolo

Avorio tornito

32 × 10,5 cm

Inv. 0698 - 0699

Sala della Stufa Valtellinese

I candelieri sono stati catalogati come manifattura italiana del XVI secolo, anche se inizialmente si pensava fossero di origine tedesca dello stesso secolo.

Questa tipologia di candelieri è stata riproposta in vari stili anche nel secolo successivo.

La forma è a base circolare con modanature contrapposte a gole lungo il fusto e presentano un innesto del piattello.

Sono simili ad altri esemplari di bronzo prodotti dalle botteghe del sud della Germania nel XVII secolo.

Coppia di candelieriCoppia di candelieri

Coppia di candelieri

Manifattura di Norimberga

Prima metà del XVII secolo

Avorio tornito, intagliato e traforato

45,5 × 9,5 cm

Inv. 0692-0693

Biblioteca

I candelieri a forma di torre poggiano su una base circolare a gueridons con decorazione a traforo.

L'andamento a "chiocciola" suggerisce che siano stati prodotti in una bottega di Norimberga. La balaustra traforata è un motivo tipico dello stile norimberghese e si ritrova in molti esempi di questa produzione conservati a Copenaghen.

I candelieri sono stati scolpiti in modo simile ai manufatti della bottega degli Zick, in particolare di Lorenz, famoso tornitore di Norimberga.

PettinePettine

Pettine

Manifattura francese

Fine XV secolo

Tartaruga intagliata e traforata

12 × 18 cm

Inv. 0799

Camera Rossa

Il pettine ha due file di denti che presentano lacune in alcuni punti.

La fascia mediana e i montanti sono decorati da comparti quadrati e rettangolari con traforo geometrico.

PettinePettine

Pettine

Manifattura francese

Fine XV secolo

Legno di bosso intagliato e traforato, tartaruga e vetro

12 × 18 cm

Inv. 0796

Camera Rossa

Il pettine presenta la parte centrale e i montanti decorati con comparti quadrati e rettangolari a traforo con elementi geometrici.

Sul lato opposto a quello con un intaglio di un piccolo fiore, c'è un incavo di stagno che veniva utilizzato come specchio.

PettinePettine

Pettine

Manifattura francese

Fine XV secolo

Legno di bosso traforato

11 × 17 cm

Inv. 0797

Camera Rossa

Il pettine è decorato con motivi geometrici a traforo e ha due piccoli sportellini scorrevoli che probabilmente servivano a contenere cosmetici.

Su un lato è intagliato un motto in caratteri gotici che fa riferimento alla possibilità di migliorare l'aspetto fisico: "prenes ple-sir".

La fila di denti più fitta presenta alcune lacune, mentre l'altra fila è intatta.

PettinePettine

Pettine

Manifattura francese

Fine XV secolo

Legno di bosso intagliato e traforato

12,2 × 16,8 cm

Inv. 0798

Camera Rossa

Pettine a due file di denti con una fascia centrale decorata.

Il pettine versa in un ottimo stato di conservazione ed è decorato con una "impresa amatoria", raffigurante una mano che trafigge un cuore e un piccolo fiore con il motto "pi-tie" "ayes-de moy", ripartito su entrambi i lati del pettine all'interno di un riquadro dorato.

Le decorazioni traforate e i motti sono una caratteristica distintiva dei pettini tardo quattrocenteschi; il legno di bosso, utilizzato per la sua realizzazione, era il materiale preferito per la produzione di pettini nelle botteghe francesi tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo.

Contenitore per ostieContenitore per ostie

Contenitore per ostie

Manifattura genovese

Primo quarto del XVI secolo

Avorio

altezza: 2,6 cmØ 7,5 cm

Inv. 0823

Camera Rossa

Piccolo contenitore cilindrico in avorio, verosimilmente destinato a custodire le ostie. Sulle due facce sono rappresentati simboli riferiti all’iconografia cristiana mentre sui bordi laterali vi è una greca caratterizzata da cerchi intrecciati che racchiudono stelle puntiformi.

Sulla facciata superiore vi è la rappresentazione della croce, caratterizzata al centro dalla presenza della colomba dello Spirito Santo, e dei simboli della passione di Cristo. Sulla sommità, accanto al titulus crucis, si dispongono le scritte «MONT CAR·» e «SS· PASS·», che si riferiscono rispettivamente al Monte Calvario e alla Santa Passione. Sulla facciata inferiore domina un grande ostensorio raggiato – con al centro l’iscrizione «IN·RI» – sostenuto da due putti laterali e da un cherubino nella porzione inferiore della composizione. All’apice, ai lati dell’ostensorio compaiono le iscrizioni «·L SS· SACRA» e «AN· GENVOA» riferibili relativamente al Santissimo Sacramento e al luogo di produzione del manufatto, Genova.

Il contenitore è da porre in relazione con una scatola conservata presso il museo Amedeo Lia di La Spezia che, per le peculiari qualità stilistiche, deve essere attribuita a un medesimo intagliatore. L’esemplare spezzino oltre a proporre le rappresentazioni della Pietà, sul fronte superiore, e di San Michele Arcangelo, sulla facciata inferiore, reca l’indicazione del luogo e dell’anno di produzione: Genova, 1516.

BroccaBrocca

Brocca

Manifattura italiana

Fine XVI secolo e imitazione del XIX secolo (?)

Avorio tornito e intagliato

altezza: 21 cmØ 8,5 cm

Inv. 0694

Sala della Stufa Valtellinese

La brocca è composta da un corpo che ricalca la conformazione di un’anfora, un manico ad ansa e un piede circolare che sorregge l’intera struttura.

La coppa è semplice, a tornitura liscia ma con la presenza di alcuni modesti elementi decorativi: ampie baccellature su becco e spalle e due cornicette con motivi vegetali sul piede. L’elemento più articolato è il manico zoomorfo, composto da una zampa leonina, poggiata sulla spalla, sulla quale si innesta il corpo di un sinuoso serpente, la cui testa funge da elemento di congiunzione con la bocca della brocca stessa.

Il manufatto risale alla fine del XVI secolo, la sua struttura è infatti tipica dei mesciroba del periodo tardo cinquecentesco, di cui rimangono ancora numerosi esempi di oreficeria.

 

CofanettoCofanetto

Cofanetto

Manifattura italiana

Metà del XVII secolo

Legno, paglia e avorio

17,5 × 14 × 11 cm

inv. 0714

Camera Rossa

Piccolo cofanetto ligneo composto da un’articolata struttura quadrangolare, un coperchio convesso e quattro piedini a disco in avorio. Gli angoli della base sono aggettanti e arricchiti da fini colonne a torciglione, anch’esse prodotte in avorio. La superficie è riccamente ornata da elementi decorativi vegetali e spiraliformi; numerose specie floreali adornano le facciate del cofanetto, tra queste si distingue la campanula. Il coperchio, culminante con una piccola presa in avorio, è decorato con intarsi florali in paglia: circoscritti entro quattro clipei, vi sono piccole applicazioni di fiori, pigne e altri frutti in materiale eburneo. L’interno del cofanetto è internamente rivestito di carta rossa – ora scolorita – decorata con motivi vegetali e animali impressi in oro.

Il cofanetto è unanimemente riferito alla metà del XVII secolo ma l’applicazione della carta che riveste il suo interno deve risalire verosimilmente al XIX secolo. Le ridotte dimensioni e la tipologia di decorazione esibita inducono la critica ad includerlo nel novero degli oggetti liturgici: potrebbe verosimilmente trattarsi di un porta «particole» oppure di un porta «ostia magna», ovvero l’ostia consacrata dal sacerdote.

 

Madonna con il bambinoMadonna con il bambino

Madonna con il bambino

Manifattura italiana, Trapani (?)

XVII-XVIII secolo

Avorio, legno

18 × 7 × 4,3 cm

Inv. 0803

Camera Rossa

La scultura rappresenta una copia in scala ridotta della celebre Madonna di Trapani, realizzata circa nel XVIII secolo.

La copia ripete fedelmente i caratteri formali del modello originale, conservando sia il sistema del panneggio che l'intenso gioco di sguardi e il tenero intreccio di mani tra madre e figlio. Tracce di fori sul capo della Madonna suggeriscono un'originaria sistemazione con corona.

Probabilmente destinata alla devozione privata, la statuetta fu prodotta in un periodo di fervore artistico e religioso nella città di Trapani, dove si replicava il venerato prototipo.

La scultura è stata replicata numerose volte nei secoli, sia a grandezza naturale che in scala ridotta.

CofanettoCofanetto

Cofanetto

Manifattura Italiana nord-orientale

Fine del XV- inizi del XVI secolo

Legno di pioppo, foglia d'oro, rilievi in pastiglia

11 × 21 × 14 cm

inv. 0754

Camera Rossa

Il cofanetto ligneo è caratterizzato da un corpo quadrangolare, con due sporgenti cornici dai bordi smussati poste all’apice e alla base. La struttura è definita da un coperchio con una presa circolare e da quattro piedini, ricostruiti ex novo – in occasione del restauro operato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze nel 1998 – sul modello di un cofanetto di simile fattura conservato presso il museo Davanzati di Firenze.

L’intera superficie è contraddistinta da una fitta decorazione a rilievi in pastiglia, applicata su fondo oro punzonato. Le quattro facce del cofanetto sono incorniciate da lesene angolari, una particolarità che si riscontra anche in alcuni esemplari ricoverati in una collezione privata fiorentina e nel cosiddetto cofanetto del gruppo di Ecouen, conservato presso il Detroit Institute of Arts.

Sui quattro lati sono proposti altrettanti episodi desunti dalla mitologia: Orfeo che incanta gli animali, Piramo e Tisbe, Diana e Atteone e il Giudizio di Paride.

Sul fronte principale vi è la rappresentazione di Orfeo che, con la sua musica, incanta gli animali. Disposte su una distesa erbosa, variamente connotata da diverse piante, vi sono una donna e numerose specie animali. Si distinguono: un cervo, un bovino, un lupo, un dromedario, un cinghiale e altre specie non meglio identificate, che si dispongono attorno alla figura di Orfeo, posta al centro della composizione. Lo sfondo è connotato da alcuni alberi e diverse abitazioni.

Sul lato lungo posteriore è rappresentata la punizione di Atteone, castigato da Diana per averla spiata mentre si bagnava alla fonte. La figura acefala di Atteone è inquadrata tra due alberi posti sullo sfondo: il cacciatore – in origine verosimilmente tratteggiato con la testa di cervo – è colto nel momento in cui sta per essere divorato dai suoi due cani. Sulla sinistra, assiste alla scena un uomo seduto ai piedi di un campanile mentre a destra vi sono Diana e due ninfe al bagno.

Sul lato corto di destra è proposta la tormentata storia d’amore tra Piramo e Tisbe. Accanto a una fonte esagonale e alla leonessa, che causò il tragico equivoco, vi sono i due amanti: Piramo steso a terra ormai in fin di vita ai piedi di Tisbe, raffigurata con le braccia al cielo in segno di dolore. Sul lato corto di sinistra è riportato l’episodio del giudizio di Paride: il principe troiano è rappresentato in armatura, seduto sulla sinistra, in compagnia di un cane accucciato ai suoi piedi, mentre alza un braccio verso le tre dee poste di fronte a lui.

Il coperchio è rifinito da una duplice cornice: una interna, caratterizzata da foglie e frutta, e una esterna più elaborata con foglie stilizzate, affiancate da un sottilissimo cordino. La superficie del coperchio è ornata con motivi decorativi vegetali e da due mostri alati con la testa di donna – verosimilmente arpie – che si affrontano specularmente, affiancati da una coppia di amorini.

 

CassettaCassetta

Cassetta

Manifattura renana

XII secolo

Legno, osso, ferro

10,5 × 17,5 × 11,5 cm

Inv. 0755

Sala della Stufa Valtellinese

Una cassetta rettangolare in legno con lastrine in osso incise a motivi circolari che formano rosoncini con un cratere centrale a stella.

Il coperchio ha la forma di uno spiovente con bordi che presentano elementi a treccia e cerchietti.

La cassetta è rinforzata da staffe angolari e presenta una serratura contenuta in un'edicoletta capovolta con colonnine tortili ai lati.

La produzione di questo tipo di oggetti apparterrebbe all'ambito renano della fine dell'XI - inizio XII secolo.

CofanettoCofanetto

Cofanetto

Manifattura Italiana nord-orientale

Fine del XV- inizi del XVI secolo

Legno di pioppo, foglia d'oro, rilievi in pastiglia

14,5 × 25 × 18 cm

Inv. 0758

Camera Rossa

Il prezioso cofanetto è caratterizzato da un corpo quadrangolare, con due sporgenti cornici dai bordi smussati poste all’apice e alla base, e da un coperchio sovrastato da un piccolo parallelepipedo che cela al suo interno un cassettino segreto, apribile mediante lo scorrimento della faccia superiore.

L’intera superficie presenta una decorazione a rilievo in pastiglia lavorata su un fondo in foglia oro, punzonato con motivi a losanghe e a squamette. Le quattro facce del cofanetto sono incorniciate da lesene angolari e propongono scene di battaglia riferibili alla storia di Roma: il precario stato di conservazione non consente una chiara interpretazione cionondimeno, la critica ritiene che si tratti della raffigurazione dello scontro tra Orazi e Curiazi.

Sul fronte principale si distinguono due scene, separate tra loro da una lesena e dalla serratura della cassetta: a sinistra vi è una città arroccata ai cui piedi si stanno scontrando un cavaliere e tre soldati, contestualizzati all’interno di una vegetazione composta da alberi e da un cespuglio di canne; a destra vi è la rappresentazione di un acceso combattimento tra cavalieri. Sul lato lungo posteriore si dispongono altre due scene separate tra loro da una lesena, a sinistra è riprodotta una violenta battaglia mentre a destra l’episodio è di difficile decifrazione: si tratta verosimilmente di una decapitazione, con al centro un uomo nudo inginocchiato davanti a un soldato e ai suoi sodali; a destra della composizione vi è un uomo genuflesso ai piedi di un altare.

Sul lato corto di destra è rappresentata un’ara attorno alla quale si dispongono due uomini inginocchiati e un folto gruppo di soldati stagliati davanti a una scarna vegetazione. Sul lato corto di sinistra è proposta un’altra scena di battaglia, purtroppo rovinata da ampie cadute della pastiglia. Alla sommità è proposta la rappresentazione della testa di Mercurio, iscritta all’interno di un clipeo decorato con foglie di alloro, circondata da due arpie; le facciate laterali del cassettino segreto sono decorate da figure alate, cornucopie e mostri serpentiformi. La decorazione del coperchio è molto compromessa e articolata: si distinguono figure affrontate (mostri marini?) che reggono cartigli, alternate a mostri alati dai volti umani intrecciati attorno a dei motivi a candelabre. L’interno del cofanetto è rivestito da un prezioso tessuto damascato di seta porpora, rifinito da una fettuccia di tela color ocra.

 

GrattacarteGrattacarte

Grattacarte

Manifattura tedesca

Seconda metà del XVII secolo

Avorio o osso, metallo dorato e cesellato

33 × 1,5 cm

Inv. 0824

Sala della Stufa Valtellinese

Il grattacarte è un oggetto che consiste in una parte in avorio con un manico decorato con modanature e una fanciulla che regge una cartella, su cui si innesta una lama in metallo dorato.

L'oggetto potrebbe essere prodotto in Italia nel XVI secolo, ma è simile ad alcuni manici di coltello risalenti al XVII e XVIII secolo prodotti in Germania.

CofanettoCofanetto

Cofanetto

Manifattura Italiana nord-orientale

Ultimo quarto del XV secolo

Legno di pioppo, foglia d'oro, rilievi in pastiglia

12,5 × 21 × 14 cm

inv. 0789

Camera Rossa

Il cofanetto ligneo è caratterizzato da un corpo quadrangolare, con una sporgente cornice dai bordi smussati posta alla base, un coperchio con una presa circolare e quattro piedini a cuscinetto. La superficie è ricoperta da una sottile lamina di foglia d’oro, sulla quale sono applicate decorazioni a rilievo in pastiglia.

L’ornato coinvolge l’intera struttura del cofanetto: elementi vegetali, variamente iscritti in forme geometriche delimitate da cordoncini, si svolgono sui piedini, il bordo inferiore e la base. Le quattro facce del cofanetto sono incorniciate da otto semicolonne con capitelli corinzi, poggiate su una base ornata da un piccolo busto iscritto entro una decorazione a girali.

Sui quattro lati sono proposte sei scene tratte da episodi biblici e profani. In tutte le rappresentazioni è evidente una chiara reinterpretazione del mondo romano secondo il gusto rinascimentale: i soggetti indossano, pertanto, toghe tratteggiate come se fossero mantelli medievali, appuntati in mezzo al torace, e le armi evocano i vessilli da giostra.

Il fronte principale propone due scene distinte, divise tra loro da una colonna e dalla serratura: a sinistra potrebbe essere rappresentato Attilio Regolo mentre a destra è in scena l’episodio del sacrificio di Marco Curzio. Il personaggio che è stato interpretato come Attilio Regolo è genuflesso al centro della composizione, in atto di supplicare i soldati disposti attorno a lui; sulla sua testa campeggia la scritta «S.P.Q.R». Marco Curzio è rappresentato sul suo destriero, dotato di spada e scudo, ed è circondato da numerose figure, tra cui un togato e cinque soldati che innalzano insegne romane.

Il lato lungo posteriore propone la stessa ripartizione in due scene, divise da una colonna centrale: a sinistra vi è un episodio di dubbia interpretazione – identificato come Cesare a cui viene presentata la testa di Pompeo oppure Salomè che porge a Erode la testa di San Giovanni Battista – mentre a destra è riportato l’episodio di Muzio Scevola. La scena di lettura incerta propone la rappresentazione di un cartiglio con le iniziali «S.P.Q.R», sotto al quale vi è un uomo coronato seduto su un trono; ai suoi piedi un altro uomo inginocchiato gli porge su un vassoio la testa decapitata di un uomo barbuto. L’episodio di Muzio Scevola è connotato dalla presenza di numerosi soldati intenti ad osservare l’eroe romano raffigurato accanto ad un braciere.

Sul lato corto di destra è rappresentato l’episodio di Giuditta e Oloferne: l’eroina, innalzata su un piedistallo, impugna con una mano una spada, mentre con l’altra esibisce ai soldati intorno a lei la testa del condottiero. Il lato corto sinistro propone una composizione simile con la raffigurazione del sacrificio di Lucrezia: la matrona romana, elevata su un basamento, è colta nell’atto di pugnalarsi sotto lo sguardo di un folto gruppo di soldati.

Il coperchio è caratterizzato da una doppia decorazione: una bordatura a treccia con piccoli fiori e un bordo che presenta motivi vegetali, quali frutti e foglie. Attorno alla presa circolare è presente la rappresentazione di una testa barbuta, sovrastata da un elemento vegetale a conchiglia e affiancata da due mostri serpentiformi alati e da due cornucopie ricche di fiori e grappoli d’uva.

 

PissidePisside

Pisside

Manifattura tedesca

Seconda metà del XVII secolo

Avorio tornito

21 × 6 cm

Inv. 0793

Sala della Stufa Valtellinese

La pisside presenta uno stile del piede e dello stelo, a pilastrino, che sembra risalire alla seconda metà del XVII secolo, mentre la sua forma suggerisce un'origine tedesca.

 

"Roulette""Roulette"

"Roulette"

Manifattura tedesca

XVII secolo

Avorio intagliato, tornito e graffito, bronzo e tartaruga

30 × 11,5 × 11,5 cm

Inv. 0697

Biblioteca

Una "roulette" del XVII secolo costituita da una colonnina con fusto decorato a foglie graffite che sostiene una rotella orizzontale con punti.

Al centro si inserisce un elemento tornito a forma di serpentello. Questo tipo di roulette risale alla tradizione italiana del gioco d'azzardo chiamato "girella" o "girello", che ha subito vari divieti da parte dei governanti dalla fine del XVI secolo, tra cui il bando del 1591 a Firenze.

Questo esemplare ha un numero limitato di settori e di punti, indicando una versione piuttosto arcaica del gioco.

La lavorazione dettagliata dell'avorio e la decorazione graffita suggeriscono che l'opera sia di produzione tedesca del XVII secolo.

Elemento (base?) a foggia di colonninaElemento (base?) a foggia di colonnina

Elemento (base?) a foggia di colonnina

Manifattura tedesca

XVII secolo

Avorio tornito

21 × 3,7 cm

Inv. 0814

Camera del Letto Valtellinese

L'oggetto in avorio è stato descritto nel vecchio inventario del museo come "profumino" e datato genericamente al XVII secolo.

Ha la forma di una colonnina scanalata poggiante su un basamento decorato con delle baccellature, e termina con un elemento sferico anch'esso baccellato, su cui dovrebbe essere stato inserito e avvitato un pezzo, attualmente mancante.

Pare che l'oggetto facesse parte di una composizione più grande, vista la sua forma simile ai balaustrini di oggetti seicenteschi di manifattura tedesca.

GrattacarteGrattacarte

Grattacarte

Manifattura tedesca

XVII secolo

Avorio e metallo

33 × 1,5 cm

Inv. 0828

Sala della Stufa Valtellinese

Il grattacarte ha un lungo manico in avorio che si rastrema in punta e si trasforma in un pilastrino sulla parte superiore, dove si innesta la lama di metallo priva di doratura.

Sull'impugnatura c'è una grossa fessura verticale ed è simile, per struttura e intaglio, al manico del grattacarte Inv. 0827.

GrattacarteGrattacarte

Grattacarte

Manifattura tedesca

XVII secolo

Osso e metallo dorato e cesellato

32 × 1,5 cm

Inv. 0825

Sala della Stufa Valtellinese

Il grattacarte, in avorio con un manico lungo e sottile, simile ad un pilastrino, ha la lama in metallo dorato e decorata con motivi incisi, tra i quali un cavaliere e un pavone.

GrattacarteGrattacarte

Grattacarte

Manifattura tedesca

XVII secolo

Avorio e metallo dorato e cesellato

30,5 × 1 cm

Inv. 0826

Sala della Stufa Valtellinese

Il grattacarte è composto da un manico lungo in avorio a sezione esagonale che si rastrema in punta e assume nella zona superiore la forma di un pilastrino.

La lama in metallo dorato presenta decorazioni tra cui una figura femminile ed è interrotta da seghettatura.

L'oggetto segue lo stesso stile dei raschietti tedeschi senza raffigurazioni sul manico del XVII secolo.

GrattacarteGrattacarte

Grattacarte

Manifattura tedesca

XVII secolo

Avorio e metallo dorato e cesellato

30,5 × 1,5 cm

Inv. 0827

Sala della Stufa Valtellinese

Il grattacarte è formato da un lungo manico in avorio che si rastrema in punta per poi assumere, nella zona superiore, la forma di un pilastrino.

La lama in metallo dorato ha una decorazione semplice a cesello nella parte prossima all'attaccatura.

GrattacarteGrattacarte

Grattacarte

Manifattura tedesca

XVII secolo

Osso e metallo dorato e cesellato

35 × 1,5 cm

Inv. 0830

Sala della Stufa Valtellinese

Il raschietto ha un lungo manico rastremato sulla punta e presenta una decorazione con motivi intagliati a reticolo e filettatura.

La lama in metallo ha tracce di doratura ed è decorata con motivi incisi: su un lato è raffigurato un guerriero con un'alabarda, una nave e uno stemma, sull'altro una figura giovanile e uno stemma.

Presenta una spaccatura verticale.

GrattacarteGrattacarte

Grattacarte

Manifattura tedesca

XVII secolo

Avorio o osso, metallo dorato e cesellato

34 × 1,5 cm

Inv. 0829

Sala della Stufa Valtellinese

Il grattacarte è un oggetto da scrittura del XVII secolo, dotato di un manico lungo in avorio a sezione quadrata a foggia di capitellini corinzi nella parte prossima alla lama.

La lama ha un dorso seghettato e presenta motivi incisi con una raffigurazione di un pavone su un lato e di un guerriero sull'altro.

Questo tipo di oggetto artigianale, noto come raschietto, non era solitamente decorato come questo esemplare. Tuttavia, sono stati trovati raschietti di struttura simile in Italia e Germania.

Serie di cinque sfere traforate a corpi concentriciSerie di cinque sfere traforate a corpi concentrici

Serie di cinque sfere traforate a corpi concentrici

Manifattura tedesca (?)

XVII-XVIII secolo

Avorio tornito e traforato

altezza: 5,5 cmØ 3 cm

Inv. 0832 - 0836

Biblioteca

Oggetti in avorio che probabilmente facevano parte di una struttura più grande e avevano una funzione puramente decorativa.

Gli avori in questione richiedevano un grande talento e destrezza per essere realizzati e venivano chiamati Kunststücke, ovvero "pezzi d'arte".

Nel XVII secolo questi manufatti erano molto popolari e, sebbene solitamente di produzione tedesca, venivano importati in Europa dalla Cina, dove erano noti come tao-ch'iu.

Sfera traforata a corpi concentriciSfera traforata a corpi concentrici

Sfera traforata a corpi concentrici

Manifattura tedesca (?)

XVII-XVIII secolo

Avorio tornito e traforato e legno

altezza: 15 cmØ 8 cm

Inv. 0920

Biblioteca

L'oggetto è una sfera in avorio a trafori circolari contenente altre sette palle traforate, poggianti su una base in legno. L'elemento centrale della sfera ha forma dodecaedrica e funge da perno dell'intera struttura.

L'opera era probabilmente parte di un oggetto più grande, come una coppa.

Questi ornamenti lavorati al tornio erano apprezzati per le difficoltà tecniche e matematiche che comportavano.

TeschioTeschio

Teschio

Manifattura tedesca (?)

XVIII secolo

Avorio intagliato

11,5 × 12 × 15,2 cm

Inv. 0918

Camera Verde

Durante il Cinquecento, l'avorio veniva utilizzato per creare modelli anatomici dettagliati di occhi, scheletri e corpi.

Le botteghe di Norimberga, in particolare quelle di Stephan Zich e Johann Michael Hahn, erano specializzate in questa produzione e distribuivano modelli di anatomia attraverso cataloghi fino al primo Ottocento.

I teschi erano considerati anche come memento mori e venivano spesso esposti nelle Kunstkammer.

CofanettoCofanetto

Cofanetto

Manifattura tedesca, Colonia

Seconda metà del XII secolo

Legno, osso, rame

9 × 9 × 40 cm

Inv. 0705

Camera del Letto Valtellinese

Cofanetto con il coperchio, diviso in quattro campi e decorato con animali e piccoli edifici merlati, costellato da diverse figure religiose.

Il pezzo proviene dalla raccolta di don Carlo Trivulzio, confluendo successivamente nella raccolta Baslini.

Ci sono diverse opinioni sulla funzione dell'opera, che potrebbe essere un reliquiario o una cassetta per contenere oggetti profani.

La bottega che ha prodotto questa opera è stata identificata come parte della "Kölner Exportwerkstatt".

Colonnina tornitaColonnina tornita

Colonnina tornita

XIX secolo

Avorio tornito

12 × 2,2 cm

Inv. 0938

Biblioteca

L'oggetto in avorio è un segmento tornito a balaustrino con un piccolo piede a disco e un elemento sferico forato in cima.

La presenza di fori nella colonnina e in cima suggerisce che fosse un elemento di sostegno.

L'oggetto potrebbe aver fatto parte di uno strumento scientifico o di un utensile per lavori femminili.

Tuttavia, a causa del suo stato frammentario, non è possibile fare un'attribuzione precisa.

 

Serie di cinque teschiSerie di cinque teschi

Serie di cinque teschi

XIX secolo

Avorio, legno, bronzo


5 x 4, 7 x 6, 4 cm / 4, 3 x 3, 7 x 5, 9 cm / 6, 3 x 5, 7 x 8 cm / 5, 4 x 4, 5 x 7, 4 cm / 5, 8 x 4, 5 x 7, 8 cm

Inv. 0914 - 0917

Biblioteca

Cinque teschi di piccole dimensioni, uno dei quali privo di mandibola.

Durante il XVIII e XIX secolo, teschi simili vennero esportati in tutto il mondo dalla Cina e dal Giappone combinando arte e scienza.

CassettaCassetta

Cassetta

XIX secolo (?)

Legno, osso, metallo

10 × 18 × 7,5 cm

Inv. 0742

Camera Rossa

Cassetta lignea parallelepipeda interamente rivestita da semplici placchette di osso disposte a cortina. Il coperchio a spioventi propone la stessa decorazione lineare e si innesta sul corpo della cassetta mediante due staffe a forma fogliata. Sul manufatto è presente una piccola serratura metallica incongruente con il resto della produzione.

Il cofanetto rientra nel novero degli oggetti che costituivano i complementi di arredo degli ambienti privati delle famiglie di alto lignaggio. Questi manufatti, caratterizzati come piccoli forzieri dotati di serrature, erano destinati a custodire piccoli oggetti da collezione – quali monili, medaglie e monete – e rispondevano perfettamente al gusto collezionistico dei Bagatti Valsecchi, improntato alla rievocazione domestica degli ambienti delle signorili dimore rinascimentali.

 

Porta aghi (?)Porta aghi (?)

Porta aghi (?)

XVIII secolo

Avorio tornito e intagliato

13 × 1,2 cm

Inv. 0815

Biblioteca

Le dimensioni e la foggia portano a identificare questo oggetto come un porta aghi.

Oggetti simili, come tabacchiere, portaprofumi e ventagli, erano comunemente realizzati in avorio dalla scuola di Dieppe, specializzata in questo tipo di prodotti fino alla metà del Settecento.

Tuttavia, l'intaglio a scacchiera su questo pezzo non corrisponde al tipo di decorazione degli oggetti di Dieppe, quindi non è facile definirne il luogo di produzione.