Collezione ceramiche
Collezione ceramiche
Il nucleo della ceramica Bagatti Valsecchi è composto prevalentemente da manufatti dal Cinque al Seicento, anche se non mancano opere più tarde. In una sorta di mappatura delle principali manifatture italiane sono rappresentati molti centri di produzione, tra cui Venezia, Pavia, Ferrara, Faenza, Pisa, Montelupo, Urbino, Casteldurante, Pesaro, Deruta, oltre a Roma, Gerace, Trapani, Burgio. Numerose ceramiche provengono da corredi di antiche farmacie smantellate nel corso del XIX secolo. In contrasto con il carattere italiano della collezione, fa eccezione un gruppo di lustri databili tra il XV e il XVII secolo attribuiti a Valencia e Manises.
Albarello
Burgio
Seconda metà del XVII secolo
Maiolica
altezza: 30,5 cm
diametro bocca: 11 cm; diametro piede: 11,5 cm
Inv. 0486
Biblioteca
Un albarello prodotto a Burgio nella seconda metà del XVII secolo.
Ha un corpo cilindrico con rastremazione centrale, spalle angolate, alto piede a disco e collo a bordo estroflesso.
Sul centro del vaso è raffigurato un angelo all'interno di un medaglione ovale, circondato da un gruppo di trofei, sul retro è presente una grande faccia ovale; appaiono anche disegni a treccia attorno al collo e al piede e file di tondi attorno alle spalle.
Il vaso presenta diverse abrasioni diffuse sulla superficie e piccoli distacchi di smalto.
I colori utilizzati sono blu, verde, giallo e bruno.
Versatore
Caltagirone
XVIII secolo
Maiolica
altezza: 24 cm
diametro bocca: 6 cm; diametro piede: 9 cm
Inv. 0463
Scalone d'ingresso
Il versatore ha una forma ovoidale, con un alto piede a disco, un becco a tubetto ricurvo e un collo lungo con rigonfiamento e bordo estroflesso.
La decorazione è costituita da grandi fiori e foglie su fondo blu e anelli concentrici attorno alla base.
Il pezzo presenta segni di usura, come sbrecchi, abrasioni e cavillature. L'opera do presenta con colori vivaci come il blu, il verde, il giallo e l'arancione.
La bottiglia-versatore appartiene alla produzione di Caltagirone, probabilmente settecentesca, imitando i motivi decorativi della maiolica veneziana rinascimentale.
Caltagirone fu un'importante centro che produsse maiolica decorata a partire dal medioevo, senza particolari interruzioni, fino al terremoto del 1693, che causò terribili distruzioni. La produzione riprese successivamente, ma con un certo scadimento qualitativo.
Albarello
Casteldurante (Urbania)
Fine del XVI secolo
Maiolica
altezza: 18 cm
diametro bocca: 10 cm; diametro piede: 9 cm
Inv. 0471
Biblioteca
L'albarello è stato prodotto durante la fine del Cinquecento a Casteldurante, l'attuale città di Urbania, famoso centro di produzione di ceramica decorata fin dal medioevo.
L'opera in maiolica, caratterizzata oggi da sbrecciature, abrasioni diffuse, distacchi di smalto e fratture, conteneva l'Unguento cordiale, una sostanza di complessa composizione e dalle proprietà toniche.
Sulla ceramica è infatti dipinta una ghirlanda di fiori e frutti divisa da un cartiglio orizzontale con la scritta "VG° CORDIALE" in caratteri gotici.
Sopra il cartiglio è raffigurata Santa Lucia, mentre nella parte inferiore sono tracciate le lettere iniziali del suo nome "S.L.".
La decorazione della ceramica presenta i colori blu, verde, giallo, arancione con lumeggiature bianche sparse.
La ceramica proviene da uno scavo, probabilmente la destinazione originale era presso una spezieria conventuale dedicata a Santa Lucia.
Versatore
Casteldurante (Urbania) (?)
1614
Maiolica
altezza: 24 cm
diametro bocca e piede: 10,5 cm
Inv. 0667
Sala da Pranzo
Il versatore è costituito da un corpo globulare con un alto collo cilindrico, un piede a disco, un becco a tubetto e un'ansa a nastro verticale.
Sull'oggetto sono raffigurati trofei d'arme in monocromia arancione su sfondo blu.
Sull'ansa è raffigurato un angelo con le ali aperte, con un globo crucifero, e sotto di esso c'è un cartiglio con la scritta "O. DE. MENTA", riferita all'olio di menta.
La menta piperita, alla quale si riferisce la scritta, veniva utilizzata, date le sue proprietà stimolanti, per le affezioni nervose allo stomaco.
Una targa rettangolare sul piede riporta la data 1614.
L'oggetto ha subito danni visibili e manca di una parte del bordo.
Albarello
Casteldurante (Urbania) (?)
Inizio del XVII secolo
Maiolica
altezza: 19 cm
diametro bocca: 9 cm; diametro piede: 8 cm
Inv. 0659
Sala da Pranzo
L'albarello presenta spalle arrotondate, un collo breve svasato, un alto piede e una rastremazione centrale cilindrica.
È decorato con un'immagine ovale dell'allegoria della Medicina, circondata da un gallo e da una verga attorcigliata con un serpente. Sotto l'immagine c'è un cartiglio con la scritta "EMP.O DE MELITO".
L'intera superficie è decorata con trofei d'armi in tonalità arancione su sfondo blu.
L'oggetto è frammentato e ricomposto, con lacune alla bocca e a parte del corpo. Sono visibili anche distacchi di smalto e abrasioni.
È datato ai primi del XVII secolo e veniva utilizzato per contenere l'Empiastro di meliloto, una sostanza farmaceutica derivata dal fiore di Melilotus officinalis.
Piatto
Casteldurante (Urbania) (?)
Seconda metà del XVI secolo
Maiolica
altezza: 3 cmØ 24 cm
Inv. 0687
Sala da Pranzo
Il piatto presenta un putto alato che cammina al centro, con una freccia in entrambe le mani, su uno sfondo giallo intenso.
I colori utilizzati sono blu, verde, giallo, arancione e bianco.
La tesa è decorata con trofei d'arme dipinti in arancio su fondo blu.
Ci sono piccole lacune nell'impasto e nello smalto lungo la bordatura e fra la tesa e il cavetto; inoltre, sono visibili abrasioni diffuse e una frattura incompleta sconnessa che va dall'orlo al centro.
Piatto
Casteldurante (Urbania) (?)
Seconda metà del XVI secolo
Maiolica
altezza: 4 cmØ 23 cm
Inv. 0689
Sala da Pranzo
Il piatto presenta al centro un putto alato con due bastoncini in mano, circondato da cespugli privi di foglie su un fondo giallo intenso.
La decorazione sulla tesa è composta da trofei d'armi monocromi dipinti in arancione su fondo blu.
Il piatto ha segni di usura, abrasioni diffuse e una frattura incompleta.
La colorazione del pezzo include blu, verde, giallo, arancione e lumeggiature bianche.
Questa tipologia di piatti, che presenta un'elevata decorazione a trofei monocromi su una tinta di fondo, è caratteristica di Casteldurante (oggi Urbania), come dimostrato dal ritrovamento di amorini in vari atteggiamenti su fondo giallo intenso nei reperti locali.
Piatto
Castelli d'Abruzzo
Fine del XVII secolo
Maiolica
altezza: 3 cmØ 48 cm
Inv. 0430
Sala da Pranzo
Il piatto, dalla tesa inclinata, è privo di piede e con un ampio cavetto poco profondo.
Presenta al centro uno stemma sormontato da un elmo e circondato da lambrecchini, all'interno di una ghirlanda di fiori e frutti. Attorno alla tesa si trovano girali fioriti con quattro angioletti.
L'oggetto è frammentato e reintegrato mediante un restauro antiquario. Sulla superficie si notano anche abrasioni e una frattura incompleta presso lo stemma.
Quest'ultimo corrisponde verosimilmente allo stemma della famiglia napoletana dei Rossi del Leone.
Lo stile dell'ornato rispecchia quello tardo barocco, mentre la tesa a girali fioriti presenta analogie stilistiche con la ghirlanda attorno a un piatto della collezione Acerbo attribuito a un maestro castellano.
Piatto
Castelli d'Abruzzo, bottega di Francesco Grue
Metà del XVII secolo
Maiolica
altezza: 3 cmØ 45 cm
Inv. 0432
Sala da Pranzo
Il piatto, dalla tesa inclinata, si presenta senza piede e con un ampio cavetto poco profondo.
Al centro del piatto c'è una raffigurazione di un condottiero a cavallo che tiene una spada sguainata mentre arringa il suo esercito. Tutt'attorno alla tesa ci sono trofei d'arme entro scomparti.
Vi sono numerosi sbrecchi e abrasioni diffusi sulla superficie dell'oggetto; inoltre, è stato ricostruito dopo essersi frammentato in sei parti.
I colori includono il blu, il verde, il giallo, l'arancione e il bruno.
La raffigurazione è stilisticamente affine a due piatti della collezione Paparella Treccia - Devlet di Pescara: Alessandro che copre con la clamide il corpo di Dario e Attilio Regolo che combatte contro il serpente africano.
Si ritiene che il piatto sia stato prodotto da Francesco Grue.
Vaso
Domenico da Venezia
1560-1570 circa
Maiolica
altezza: 22 cm
diametro bocca e piede: 10 cm
Inv. 0410
Sala da Pranzo
Il vaso è caratterizzato da un corpo globulare con un breve collo a bordo estroflesso, decorato con l'immagine di San Lorenzo all'interno di un medaglione.
La superficie esterna presenta grandi tralci di foglie, fiori e frutta su fondo blu con colori vivaci tra cui blu, giallo, arancione, verde e lumeggiature bianche.
La conservazione del vaso è buona, ma presenta alcune abrasioni, cavillo e sbreccature alla bocca.
È comunemente attribuito a Domenico da Venezia, pittore di maioliche, la cui attività risale agli anni '40 del XVI secolo.
Note di archivio dimostrano che la sua produzione consisteva principalmente in vasellame farmaceutico, soprattutto albarelli e vasi a palla ornati con busti e medaglioni circondati da vegetazione fiorita con colori intensi che spiccano sul fondo blu intenso. L'attività del maestro è documentata fino al 1568.
Vaso
Domenico da Venezia
1560-1570 circa
Maiolica
altezza: 25 cm
diametro bocca: 12 cm; diametro piede: 13 cm
Inv. 0421
Sala da Pranzo
Il vaso è di forma globulare con un breve collo, presenta due medaglioni con le immagini di un vecchio e una donna insieme a decorazioni di foglie, fiori e frutta.
Il vaso ha subito fratture incomplete e distacchi di smalto all'orlo e al piede insieme ad abrasioni diffuse.
I colori utilizzati sono il blu, il giallo, l'arancione, il verde e il bianco.
Si ritiene sia stato realizzato da Domenico da Venezia. Note di archivio dimostrano che la produzione di Domenico da Venezia – attivo negli anni '40 del XVI secolo e documentato fino al 1568 – consisteva principalmente in vasellame farmaceutico, soprattutto albarelli e vasi a palla ornati con busti e medaglioni circondati da vegetazione fiorita con colori intensi che spiccano sul fondo blu.
Vaso e albarello
Domenico da Venezia
1560-1570 circa
Maiolica
altezza: 25,5 cm
diametro bocca: 8,5 cm: diametro piede: 11,5 cm
Inv. 0494
Sala da Pranzo
L'oggetto è composto da un vaso a corpo globulare privato del collo e da un albarello soprastante dalle spalle arrotondate e rastremato al centro.
Il vaso presenta due medaglioni con due profili, maschile e femminile, e tralci di foglie e fiori; l'albarello è decorato con lo stesso tipo di ornato, ma al centro ha un cartiglio con la scritta farmaceutica "PLL DE TRIBQ".
Sono stati praticati due fori diametralmente opposti nella pancia del vaso, in corrispondenza dei due fiori.
La produzione dell'oggetto è attribuita a Domenico da Venezia.
La scritta sull'albarello si riferisce a un rimedio contenente rabarbaro, agarico eletto e aloe succotrino, consigliato dall'antico medico Girolamo Calestani.
L'oggetto mostra tracce di cavillo e abrasioni diffuse, con distacchi di smalto lungo l'orlo e all'attaccatura tra albarello e vaso.
I colori sono blu, giallo, arancio, verde e lumeggiature bianche.
Vaso e albarello
Domenico da Venezia
1560-1570 circa
Maiolica
altezza: 25,5 cm
diametro bocca: 7,5 cm, diametro piede: 11,5 cm
Inv. 0495
Sala da Pranzo
L'oggetto è composto da un vaso globulare con sopra un albarello con spalle arrotondate rastremate al centro.
Il vaso ha due medaglioni dipinti con busti maschili e un ornato di tralci di foglie e fiori, così come l'albarello, che presenta anche un medaglione con il profilo di un giovane.
Entrambe le parti sono frammentate e presentano reintegrazioni, con piccoli distacchi di smalto lungo l'orlo, abrasioni diffuse e una frattura incompleta sul margine della bocca.
I colori visibili sono blu, giallo, arancio, verde con lumeggiature bianche sparse.
Sia il vaso che l'albarello sono tipici della produzione di Domenico da Venezia, pittore di maioliche, la cui attività risale agli anni '40 del XVI secolo ed è documentata fino al 1568.
Albarello
Deruta
1543
Maiolica
altezza: 21 cm
diametro bocca: 9,5 cm; diametro base: 9 cm
Inv. 0468
Biblioteca
L'albarello è un vaso cilindrico, con un piede alto a disco e un collo che presenta un bordo estroflesso.
I colori della maiolica sono blu, verde, giallo e arancione rossiccio. Sull'albarello c'è un'infiorescenza con due grandi foglie ricurve e un ornamento racchiuso entro una ghirlanda, con una scritta farmaceutica che dice "V SANDALINO" e la data "1543". La scritta si riferisce all'unguento sandalino per la cura della gonorrea.
La conservazione dell'albarello è buona, ma ci sono piccoli danni all'orlo, abrasioni e cavillo diffusi.
L'oggetto, produzione ceramica di Deruta, risale alla prima metà del XVI secolo.
Albarello
Deruta
1543
Maiolica
altezza: 21 cm
diametro bocca: 10 cm; diametro piede: 9 cm
Inv. 0469
Biblioteca
L'albarello è una produzione ceramica di Deruta ed era, probabilmente, un contenitore per pillole o trochisci di ireos.
Ha un corpo cilindrico con rastremazione centrale, un piede alto a disco e un collo con bordo estroflesso.
La decorazione della maiolica consiste in un cartiglio, con la scritta farmaceutica DIAIRIS e la data "1543", circondato da una ghirlanda e un'infiorescenza con due grandi foglie ricurve.
La conservazione dell'opera è buona, con alcuni segni di usura ai bordi e leggere abrasioni.
Coppa con coperchio
Deruta
Fine XV - inizi del XVI secolo
Maiolica
altezza: 21 cm
diametro bocca: 12 cm; diametro piede: 10,5 cm
Inv. 0404
Deposito
La coppa presenta un alto piede svasato, pareti cilindriche e due manici ricurvi verticali. Il coperchio, conico, è dotato di un pomello.
La decorazione esterna si concentra su due medaglioni opposti che raffigurano un Agnello mistico (figura iconografica spesso associata all'Arte dei Lanaioli) con vessillo crociato e un sole raggiante. Attorno al coperchio e alla base, vi sono ghirlande di foglie ricurve e infiorescenze ovali.
L'oggetto, frammentato e ricomposto, ha perso circa il 70% della decorazione originale.
I colori principali sono blu e lustro dorato.
Le coppe di questo tipo sono comuni nella produzione di Deruta e sono generalmente datate entro la metà del Cinquecento.
Coppa
Deruta
Fine del XV - inizi del XVI secolo
Maiolica
altezza: 18,5 cm
diametro bocca: 23 cm; diametro piede: 12,5 cm
Inv. 0405
Sala da Pranzo
Una coppa cinquecentesca, di parete cilindrica e con un alto piede svasato, che presenta lo stemma dei Baglioni, signori di Perugia.
La forma è comune nella produzione derutese dell'epoca, con decorazione a fasce concentriche costituite da motivi geometrici o fitomorfi stilizzati.
La coppa appartiene al gruppo Petal-Back, caratterizzato da ornamenti geometrici e vegetali a base di medaglioni rigidi, e rappresenta la prima tipologia veramente rinascimentale della maiolica derutese. La diffusione del petal-back coincide con quella del lustro, produzione a cui si dedicò la famiglia Masci.
La coppa è frammentata, ricomposta e presenta reintegrazioni, con sbrecchi e distacchi di smalto diffusi; presenta, inoltre, tracce di un restauro antiquario che interessa il centro, la parete, la base e il piede.
I colori di base sono giallo ocra, giallo freddo, blu nerastro e verde smeraldino.
Vaso
Deruta
Prima metà del XVI secolo
Maiolica
altezza: 18,5 cm
diametro bocca: 6,5 cm; diametro base: 9,5 cm
Inv. 0660
Camera Rossa
Il vaso ha una forma a pigna ed è sorretto da un alto piede svasato.
Nonostante siano presenti piccoli distacchi di rivestimento, abrasioni e sbrecciature diffuse, l'opera versa in buone condizioni di conservazione, presentando un colore dorato lucido.
Vaso
Deruta
Prima metà del XVI secolo
Maiolica
altezza: 24,5 cm
diametro bocca: 19 cm; diametro piede: 10 cm
Inv. 0474
Studio
Il vaso ha un alto piede troncoconico che sostiene un ventre ovoidale; il tutto è sovrastato da un alto collo svasato con due anse verticali ai lati.
Il ventre è decorato con due grandi infiorescenze a pannocchia affiancate da foglie ricurve, mentre il piede è contornato da archetti.
I colori predominanti sono blu, verde, giallo e arancione.
Questo tipo di vaso veniva prodotto a Deruta nel XVI secolo, sia in policromia che a lustro.
L'ornato a girali fioriti si trova su esemplari precoci, databili all'inizio del secolo e contemporanei al petal-back.
Saliera
Deruta
XVII secolo
Maiolica
10,5 × 12,5 × 12 cm
Inv. 0676
Sala da Pranzo
Una saliera derutese del Seicento di forma quadrangolare sagomata che si appoggia su quattro zampe leonine. Le arpie plastiche sono addossate agli spigoli e l'intero oggetto è decorato con grottesche su fondo bianco.
La saliera è caratterizzata dalla vivacità dei colori blu, verde, giallo e arancione.
Durante il Seicento, saliere come questa erano comuni nella produzione ceramica di Deruta, spesso decorate con presenze di putti, donne e arpie di ogni tipo.
Queste saliere non erano solamente utilizzate per contenere il sale, ma anche per il loro intrinseco valore decorativo che rallegrava la tavola e i commensali.
Salsiera
Deruta
XVII secolo
Maiolica
5,5 × 18,5 × 8,5 cmØ 6 cm
Inv. 0665
Sala da Pranzo
La salsiera, di forma ovale e baccellata, poggia sopra un piede svasato e presenta due anse a forma di serpente.
L'ornato è composto da grandi sirene bifide e alate, dal ventre rotondo, in un motivo a grottesche su fondo bianco; al centro della composizione è presente un giglio stilizzato.
L'oggetto è frammentato, con distacchi del rivestimento e abrasioni.
I colori predominanti sono blu, verde, giallo e arancione.
Le grottesche su fondo bianco furono utilizzate per la prima volta dai maiolicari urbinati e si diffusero successivamente a Deruta. Le grottesche venivano tracciate in maniera veloce e poco accurata, con la sirena bifida alata come figura dominante.
Il giglio stilizzato al centro può avere una funzione araldica o decorativa.
Questo tipo di decorazione può essere datato al XVII secolo.
Vaso
Deruta, bottega di Giacomo Mancini detto il "Frate"
1560-1570 circa
Maiolica
altezza: 21,5 cm
diametro bocca: 11,5 cm; diametro piede: 10,5 cm
Inv. 0414
Studio
Il vaso è caratterizzato da un alto piede a disco, un ventre ovoidale e un alto collo svasato con due anse verticali a nastro, contrapposte, che si attorcigliano alla base.
La decorazione mostra motivi a grottesche con mascheroni e volute che terminano in teste mostruose, insieme a due medaglioni circolari con busti di guerrieri nella parte bassa del ventre.
L'oggetto è parzialmente rotto e ricostruito, è mancante di parte del piede e di tre volute delle anse. Inoltre, presenta macchie di smalto e sbrecchi.
I colori utilizzati sono blu, verde, giallo e arancio.
Il tipo di ornato, a grottesche, richiama molto da vicino i due pavimenti eseguiti dalla bottega di Giacomo Mancini detto il "Frate" da Deruta: nella sagrestia di San Pietro a Perugia e in Santa Maria Maggiore di Spello.
Alzata
Faenza
Metà del XVI secolo
Maiolica
altezza: 7,5 cmØ 25,5 cm
diametro piede: 13 cm
Inv. 0669
Sala da Pranzo
L'alzata, definita "crespina", ha la tesa increspata ed è decorata con un busto di uomo armato al centro, circondato da quartieri alternati con delfini e fogliame. Nella parte posteriore dell'alzata si trovano fasce costituite da più colori.
L'opera presenta diversi colori tra cui il blu, il verde e l'arancione.
Questo tipo di crespina, realizzata mediante stampatura, era comune a Faenza a partire dal 1540. Durante il XVI secolo sono diventati popolari sia nello stile sintetico e poco colorato dei cosiddetti Bianchi, sia nelle vivaci decorazioni dell'ornato a quartieri.
L'opera può essere datata intorno al 1548 grazie alle analogie decorative con altri oggetti simili dell'epoca.
Versatore
Faenza
Metà del XVI secolo
Maiolica
altezza: 23,5 cm
diametro bocca: 9,5 cm; diametro piede: 10,5 cm
Inv. 0426
Sala da Pranzo
Il versatore ha un corpo ovoidale sulla cui superficie è presente una decorazione scompartita in quartieri dai fondi a colori alternati e vivaci, tipica della produzione faentina del XVI secolo.
La superficie è quasi ricoperta da foglie. Sotto il becco c'è un medaglione con un profilo maschile e un cartiglio con una scritta farmaceutica ormai illeggibile.
L'oggetto è frammentato, ricostruito e reintegrato in alcune parti ed è mancante di parti del becco e del piede. Il restauro, di tipo antiquario, sembra aver coperto la superficie della decorazione originale, ma sono ancora visibili le notevoli affinità decorative con altri oggetti simili del XVI secolo.
Albarello
Faenza
Seconda metà del XVI secolo
Maiolica
altezza: 29,5 cm
diametro bocca e piede: 10 cm
Inv. 0501
Biblioteca
L'albarello è un vaso da farmacia a forma di cono rovesciato, con breve collo dal bordo estroflesso e decorato con un ornato a quartieri, in cui si alternano elementi geometrici e vegetali su fondi a colori contrastanti.
Al centro presenta un cartiglio con la scritta farmaceutica "SY°. DE. PRASIO" in caratteri gotici.
È stato prodotto a Faenza nella seconda metà del XVI secolo, come dimostra la tonalità dei colori, la fisionomia degli ornati a scomparti e la stilizzazione del cartiglio e della scritta gotica.
La sua conservazione è discreta, a parte sbrecchi, distacchi di smalto e cavilli diffusi su tutta la superficie.
È stato utilizzato per contenere lo Sciroppo di Prassio, ovvero di Marrubium vulgare, stimolante e antispasmodico, usato come rimedio contro la tosse e per trattare le bronchiti.
La produzione di questo tipo di oggetti fu così diffusa a Faenza da essere esportata anche in Sicilia, stimolando l'emulazione da parte delle officine locali.
Vaso
Faenza
Seconda metà del XVI secolo
Maiolica
altezza: 37 cm
diametro bocca: 11,5 cm, diametro piede: 14 cm
Inv. 0425
Biblioteca
Un vaso che fa parte della tipologia del "vasellame da farmacia" (in cui rientrano albarelli e vasi ovoidali con collo cilindrico), di manifattura faentina e databile alla seconda metà del Cinquecento.
Il vaso presenta un corpo ovoidale, con piede ad anello e collo cilindrico. Al centro si trova un medaglione dipinto con i Santi Cosma e Damiano, sotto di esso è visibile un cartiglio con la scritta farmaceutica "CASIA LASATIVA".
Sul retro spicca un viso solare circondato da stelle, con un cartiglio che esalta il potere divino rispetto a quello degli astri: "SOLE NONPOI / DA TESENCA A LA / POTENCIA DEIDI / O BATISTA HASTRV / CC".
Il committente del vaso risulta essere Giovanni Battista Castruccio, un mercante genovese residente a Palermo.
Vaso
Faenza
Seconda metà del XVI secolo
Maiolica
altezza: 30,5 cm
diametro bocca: 12 cm; diametro piede: 10,5 cm
Inv. 0406
Sala da Pranzo
Il vaso ha un corpo ovoidale, sostenuto da un piede ad anello e sovrastato da un collo cilindrico.
Al centro del vaso è presente un medaglione raffigurante una santa martire con una coppa in mano (forse Santa Lucia), sullo sfondo di un paesaggio.
La restante parte del vaso è decorata con motivi di tralci e fiori su uno sfondo blu. L'oggetto presenta frammenti di smalto, screpolature e abrasioni diffuse.
Nel 1991 venne eseguito un restauro sul vaso con la pulizia della superficie, la ricostruzione delle parti mancanti, la stuccatura e il ritocco pittorico delle linee di congiunzione.
I colori utilizzati sull'opera sono blu, giallo, arancione, verde con lumeggiature bianche sparse.
Vaso
Faenza
Seconda metà del XVI secolo
Maiolica
altezza: 31 cm
diametro bocca: 11,5 cm; diametro base: 11 cm
Inv. 0407
Sala Bevilacqua
Il vaso presenta un corpo ovoidale, un piede ad anello e un collo cilindrico.
Al centro del vaso c'è un medaglione con l'immagine di una donna seduta che si specchia, probabilmente l'allegoria della Prudenza.
Il vaso ha un motivo decorativo a tralci e foglie frastagliate su sfondo blu. I colori predominanti sono blu, giallo, arancione e verde.
L'opera presenta segni di usura e danni su tutta la superficie.
Vaso
Gerace, bottega del Maestro della farmacia Mastroieni (?)
XVII secolo
Maiolica
altezza: 30 cm
diametro bocca e piede: 13 cm
Inv. 0451
Sala da Pranzo
Un vaso dal corpo globulare con piede diritto e collo breve a bordo estroflesso.
Un medaglione incorniciato di volute, recante un busto femminile di profilo, decora il centro del vaso. La superficie restante è coperta di tralci di foglie e fiori su fondo blu.
La conservazione è mediocre, con sbrecchi, abrasioni e una frattura incompleta che attraversa la base e la parete vicino al collo.
Il vaso fa parte della produzione calabrese di Gerace ed è stato realizzato dalla bottega del "Maestro della farmacia Mastroieni", attivo intorno alla metà del XVII secolo.
Vaso
Gerace, bottega di Giacomo Cefali
XVII secolo
Maiolica
altezza: 30,5 cm
diametro bocca: 14 cm; diametro piede: 13,5 cm
Inv. 0447
Sala da Pranzo
Il vaso ha una forma globulare, con un collo corto a bordo estroflesso.
La decorazione include due medaglioni contrapposti con busti maschili all'interno: il primo ritratto frontalmente e con un berretto in testa, il secondo di profilo con un elmo, quest'ultimo è incorniciato da quattro volute.
Il resto della superficie del vaso presenta decorazioni con tralci di foglie e fiori su fondo blu.
Lo stato di conservazione è discreto, con distacchi di smalto, abrasioni e sbrecchi.
I colori predominanti sono blu, verde, giallo e arancio.
La decorazione richiama lo stile delle botteghe veneziane del Cinquecento, ma con tratti più rapidi e colori vivaci che ricordano la produzione meridionale, sempre influenzata dalle importazioni veneziane.
Il vaso sembra appartenere alla produzione calabrese di Gerace, in particolare alla bottega di Giacomo Cefali da Nicastro, nota per l'esportazione verso la Sicilia.
Boccale
Manifattura bergamasca (?)
Fine del XVI secolo
Terracotta ingobbiata, graffita, invetriata
altezza: 19 cm
diametro bocca 14,5 cm, diametro piede 10,5 cm
Inv. 0462
Deposito
Il boccale presenta un ventre globulare, un collo svasato con bocca trilobata e un'ansa a nastro verticale opposta al beccuccio.
La decorazione, ottenuta incidendo lo strato di ingobbio bianco fino a rivelare il colore rossiccio della terra sottostante, consiste in fasce verticali decorate con motivi circolari.
Il pezzo ha subito danni: manca parte della bocca e presenta sbrecchi, abrasioni e cavillo diffusi. Il rivestimento è annerito, in particolare nella zona gialla. I colori predominanti sono verde e giallo.
Probabilmente di provenienza lombarda, è da datarsi alla fine del XVI secolo. La stessa decorazione a riccioli, separata da bande con triplice filettatura, si riscontra su frammenti di ciotole rinvenuti a Bergamo, considerati di fattura locale.
Vaso
Manifattura lombarda (Pavia ?)
XIX sec
Maiolica
altezza: 84 cm (con coperchio), diametro bocca: 20, 5 cm; diametro base: 23, 5 cm
Inv. 0479
Galleria della Cupola
Il vaso presenta un corpo ovoidale con alto piede, collo sagomato e due anse arricciolate con teste leonine su entrambe le estremità inferiori.
Il coperchio ha una forma a cupola con un pomello a forma di leone che regge uno stemma con croce e lettere C e C.
La decorazione sul ventre ritrae uno scudo con un elmo con pennacchi, un'aquila incoronata con ali spiegate in capo e un leone passante in punta.
L'oggetto è frammentato e ricomposto con numerose lacune reintegrate da un vecchio restauro. Sono presenti distacchi di smalto, abrasioni e fratture incomplete.
Le dimensioni eccezionalmente grandi suggeriscono una produzione successiva, forse del XIX secolo.
Gli stemmi presenti sul vaso appartengono alle famiglie Legnani e Stampa di Soncino, tipiche dell'area lombarda.
Versatore
Manifattura lombarda (Pavia ?)
XIX sec
Maiolica
altezza: 32 cm
diametro bocca: 13 cm, diametro piede: 9,5 cm
Inv. 0408
Sala da Pranzo
Il versatore presenta un corpo ovoidale su un piede a disco, un alto collo sagomato con bordo increspato ai lati del beccuccio e un'ansa verticale a nastro che si incurva sopra il bordo.
Uno scudo dipinto sulla parte anteriore del ventre è circondato da pennacchi e sormontato da un elmo con un'aquila incoronata. Lo stemma sulla metà destra del versatore corrisponde a quello dei marchesi Stampa di Soncino.
Il versatore è frammentato e ricostruito con un restauro, che riguarda l'ansa e il piede. Presenta danni come sbreccature, distacchi di smalto e abrasioni diffuse.
Boccale
Manifattura ferrarese (?)
Fine del XV - prima metà del XVI secolo
Terracotta ingobbiata, graffita e invetriata
altezza: 19 cm
diametro bocca: 10 cm, diametro piede: 9 cm
Inv. 0465
Deposito
Il boccale è composto da un ventre globulare sostenuto da un piede a disco, un collo svasato a bocca trilobata e un'ansa a nastro verticale contrapposta al beccuccio.
Il trigramma bernardiniano (IHS) è inciso al centro del ventre, circondato da un sole raggiante.
L'oggetto è frammentato e restaurato, con parti di bocca e corpo mancanti o danneggiate.
I colori predominanti sono il verde e il giallo.
La presenza del trigramma bernardiniano è comune nelle ceramiche, come dimostrato da altri esempi simili di Faenza, Bologna, Modena e Carpi.
Catino
Manises
1730-1750
Maiolica
altezza: 16 cmØ 43 cm
Inv. 0440
Salone
Il catino ha un fondo piatto e una parete troncoconica, con bordo flesso e ondulato. All'interno è decorato con tralci di garofani, all'esterno con altri motivi vegetali.
L'oggetto si presenta frammentato e ricostruito con un restauro di tipo antiquario. Inoltre, sono visibili i piccoli distacchi di smalto, le abrasioni diffuse e le tracce di un precedente restauro con grappe, i cui fori sono stati stuccati successivamente.
Il catino è color lustro rame.
Bacile da acquareccia
Manises
Inizi XVI secolo
Maiolica
altezza: 5 cmØ 39,5 cm
Inv. 0439
Sala dell'Affresco
Il bacile ha un ampio cavetto umbonato e una tesa baccellata, decorata con fasce concentriche con motivi geometrici e con l'imitazione di un'iscrizione in caratteri cufici. La tesa presenta anche motivi fitomorfi e geometrici.
Sul retro ci sono foglie ricurve tratteggiate attorno a un rosone centrale.
L'oggetto è tipico della produzione di Manises degli inizi del XVI secolo.
La conservazione dell'oggetto è buona, con piccoli sbrecchi all'orlo, abrasioni diffuse e un foro sulla tesa parzialmente colmato.
Il colore è lustro ramato.
Vaso
Manises
XVII secolo
Maiolica
altezza: 28 cm
diametro bocca: 9 cm; diametro base: 10 cm
Inv. 0680
Camera Verde
Il vaso presenta un corpo biconico con un piede a disco, un alto collo campaniforme e due anse verticali contrapposte.
La decorazione consiste in due grandi uccelli insieme a tralci di foglie e fiori.
La conservazione dell'oggetto è mediocre, con sbrecchi e abrasioni diffuse sulla superficie.
Il vaso è colorato di un lustro rosso rame.
Ciotola
Manises
XVIII secolo
Maiolica
altezza: 8,5 cmØ 37 cm
Inv. 0437
Galleria della Cupola
La ciotola ha decorazioni di tralci di garofani e motivi a foglie e fiori ramati, disegnati rapidamente sul fondo.
Ci sono diversi difetti, come un grosso sbrecco all'orlo, distacchi di smalto, abrasioni e una frattura incompleta che arriva fino al fondo.
Alzata
Montelupo
Fine del XVI - inizi del XVII secolo
Maiolica
altezza: 5 cmØ 24,5 cm
Inv. 0672
Sala da Pranzo
L'alzata, del XVI o inizio XVII secolo, presenta una tesa baccellata e un bordo ondulato. Al centro è raffigurato un tondo con alcuni edifici, mentre il resto della superficie è decorato a quartieri con foglie frastagliate.
Il retro è decorato con fasce concentriche di diversi colori.
L'oggetto, di produzione montelupina, è frammentato, ricomposto e con alcune reintegrazioni nella parete.
I colori utilizzati sono blu, verde, giallo e arancio.
Alzata
Montelupo
Fine del XVI - inizi del XVII secolo
Maiolica
altezza: 4,5 cmØ 23 cm
diametro piede: 8,5 cm
Inv. 0673
Sala da Pranzo
Alzata su basso piede con tesa baccellata e bordo ondulato.
Al centro c'è un tondo suddiviso a scacchiera e il resto della superficie è decorato a quartieri con foglie frastagliate.
Sul retro sono presenti fasce concentriche.
L'oggetto è frammentato e presenta alcune reintegrazioni; inoltre, la tenuta dello smalto è mediocre e presenta numerosi distacchi.
I colori predominanti sono blu, verde, giallo e arancio.
La decorazione a quartieri è ispirata ai modelli faentini, mentre il motivo a scacchiera è di tradizione montelupina.
Versatore
Montelupo
Fine del XVI secolo - inizi del XVII secolo
Maiolica
altezza: 22 cm
diametro bocca: 8 cm; diametro piede: 7,5 cm
Inv. 0409
Sala da Pranzo
Versatore di forma ovoidale con becco a tubetto e ansa verticale a nastro, decorato con tralci di foglie e frutti in monocromia blu; sulla maiolica spicca lo stemma Serristori dipinto sotto il beccuccio.
Sotto di esso c'è un cartiglio con la scritta farmaceutica "SY DI POMIS", utilizzato per contenere il Syrupus de pomis, un preparato con azione purgativa a base di succo di mela e foglie di senna.
L'oggetto è frammentato e ricomposto, con abrasioni e distacchi di smalto.
La decorazione a foglia di vite è comune nelle produzioni ospedaliere di Montelupo nel XVI e XVII secolo.
Questo versatore proviene dal corredo dell'ospedale Serristori a Figline Valdarno.
Vaso
Montelupo
Primo quarto del XVII secolo
Maiolica
altezza: 26,5 cm
diametro bocca: 11 cm; diametro piede: 9,5 cm
Inv. 0452
Sala da Pranzo
Il vaso si presenta con un corpo ovoidale sostenuto da un alto piede e sormontato da un collo sagomato e due anse plastiche arricciolate, verticali e contrapposte.
L'intera superficie presenta grottesche su fondo bianco, disposte simmetricamente rispetto a un asse centrale. L'emblema del crescente sormontato dalla croce è dipinto sotto il mascherone alla base delle anse. Il motivo del crescente sormontato dalla croce è particolarmente diffuso sul vasellame da farmacia; l'emblema in questione è una sigla di bottega montelupina databile tra il 1613 e il 1626.
Il resto della decorazione, chiamata a raffaellesche, è simile alle grottesche dipinte dalla scuola di Raffaello nelle Logge Vaticane, ma stilizzato in modo diverso.
L'oggetto, di produzione seicentesca di Montelupo, è frammentato e lacunoso ed è stato restaurato in modo antiquario.
I colori utilizzati sono blu, verde, giallo, arancio e nero.
Versatore
Montelupo
XVIII secolo
Maiolica
altezza: 17 cm
diametro bocca: 5,5 cm; diametro piede: 7,5 cm
Inv. 0663
Sala da Pranzo
Il versatore si presenta con un corpo ovoidale, sopra un piede a disco e con un collo troncoconico a bordo estroflesso. Il becco a tubetto è sorretto da un mascherone plastico, mentre l'ansa arricciolata è verticale e contrapposta al becco.
La decorazione è caratterizzata da grottesche su fondo bianco, in cui emergono uccelli, sfingi bifide alate e altre creature mostruose. Sul retro, un cartiglio privo di scritta indica l'uso farmaceutico dell'oggetto.
La conservazione è discreta, con alcuni sbrecchi e piccole fratture alla bocca e all'ansa.
I colori utilizzati includono blu, verde, giallo, arancione e nero.
L'oggetto presenta affinità decorative con il vasellame da farmacia di manifattura toscana.
Albarello
Perugia o Deruta
1565 circa
Maiolica
altezza: 21 cm
diametro bocca: 10 cm; diametro piede: 9,5 cm
Inv. 0466
Sala Bevilacqua
L'albarello è un vaso farmaceutico con corpo cilindrico, spalle arrotondate, collo estroflesso e ornamenti dipinti sulla superficie.
Sotto il piede, ci sono graffiti che potrebbero indicare simboli di pesi o misure.
L'oggetto proviene dal corredo dell'Ospedale Maggiore di Perugia e presenta la sigla "DS ME". È stato prodotto dall'officina di Andrea delle Scine in collaborazione con Francesco di Mastro Onorato.
Il contenuto del vaso, la Confectio Hamech, era un preparato purgante a base di diversi ingredienti polverizzati: coloquintide, scammonea, agarico, senna e rabarbaro.
Coppa
Pisa, bottega di Nicolò Sisti (?), o Montelupo
Fine del XVI secolo
Maiolica
altezza: 7,5 cmØ 15 cm
diametro piede 6,5 cm
Inv. 0683
Sala da Pranzo
La coppa semisferica è decorata all'esterno con grottesche su fondo bianco, mentre all'interno è raffigurata una scena con protagonisti una donna con bambino, ambientata in un edificio che si affaccia sul paesaggio montuoso.
La conservazione dell'opera è buona, anche se presenta alcune abrasioni diffuse, sbrecchi e distacchi di smalto all'orlo e al piede.
I colori predominanti sono blu, verde, giallo e arancio.
La stilizzazione delle grottesche, inclusi gli insetti neri, suggerisce un'origine dalla bottega pisana di Niccolò Sisti, attiva intorno al 1590.
Questa bottega, voluta dal granduca Ferdinando, produceva maioliche di alta qualità e aveva sede prima a Firenze e poi a Pisa.
Vaso
Roma
Fine del XVI secolo
Maiolica
altezza: 34,5 cm
diametro bocca: 12 cm; diametro piede: 13 cm
Inv. 0441
Galleria della Cupola
Vaso con corpo ovoidale e collo cilindrico a bordo estroflesso; si presenta decorato in monocromia blu con una figura grottesca nuda che regge una civetta, circondata da uccelli e tralci di foglie e fiori.
Sull'altra faccia dell'oggetto, un angelo in piedi ad ali spiegate regge un cartiglio con la scritta "SEBESTEM" in caratteri gotici.
L'oggetto presenta abrasioni, cavilli e fratture incomplete sulla bocca e lungo la parete.
Il vaso conteneva Sebesten, un farmaco a base di un frutto dall'aspetto simile alla prugna, dall'albero Cordia myxa.
Vaso
Roma (?)
Fine del XVI secolo
Maiolica
altezza: 35,5 cm
diametro bocca: 11,5 cm; diametro piede: 13 cm
Inv. 0442
Galleria della Cupola
Il vaso è di forma ovoidale, con collo cilindrico a bordo estroflesso.
L'ornato è in monocromia blu e consiste in un cartiglio con la scritta "MEL. VIOLATO" in caratteri gotici su cui è accovacciato un quadrupede dalla testa umana.
Dall'altra parte del vaso, circondata da tralci di foglie e fiori, spicca una figura a mezzo busto nuda con un berretto dalle orecchie animali e un cartello con scritto: "VIRTU NO VAL MANCO VAL LI / PREGHI CHI NO D QUELLI CHE FA / CANTAR LI CIEGHI".
Il contenuto del vaso, Miele violato, era miele misto a petali di viole.
Bottiglia
Trapani
XVII secolo
Maiolica
altezza: 21,5 cm
diametro bocca: 5,5 cm; diametro piede: 11 cm
Inv. 0461
Scalone d'ingresso
La bottiglia presenta un corpo ovoidale su piede ad anello e un collo alto con bordo estroflesso.
La decorazione principale è costituita da uno stemma raffigurante un'aquila ad ali spiegate, sormontata da una testa angelica, il tutto racchiuso in una ghirlanda di fiori e foglie. Il collo è ornato da cerchi concentrici.
La conservazione dell'oggetto è buona, nonostante piccoli distacchi di smalto, abrasioni, sbrecchi e cavillature, oltre a fratture incomplete sul corpo.
I colori predominanti sono blu, giallo, verde e arancione.
La bottiglia è ricollegabile, probabilmente, alla manifattura trapanese del Seicento. Durante il XVI secolo, Trapani importava maioliche dai principali centri italiani, come dimostra il caso delle mattonelle per il santuario della Madonna di Trapani, realizzate a Sciacca. Solo alla fine del secolo, con l'arrivo del maestro saccense Nicolao lo Xuto, si avviò una produzione locale, ispirata alle maioliche rinascimentali di Montelupo, Faenza e Casteldurante.
Nel 1615, l'arte della maiolica a Trapani raggiunse una regolamentazione ufficiale, con una produzione che includeva principalmente albarelli, vasi, boccali e piastrelle.
Saliera
Urbino
Fine XVI secolo
Maiolica
altezza: 23,5 cm
Inv. 0411
Sala da Pranzo
La saliera presenta un'alta base quadrangolare sostenuta da zampe leonine, adornata da quattro scudi, sormontati da elmi e pennacchi, raffiguranti un leone rampante e tre stelle.
Dagli spigoli si ergono quattro sirene alate a mezzo busto, mentre sopra l'opera quattro putti, uniti da festoni, sostengono la vaschetta porta-sale, all'interno della quale è dipinta una figura femminile. Quattro conchiglie sono posate agli angoli sopra le teste delle sirene.
L'oggetto è frammentato e presenta diverse lacune, con mancanze rilevate all'orlo della vaschetta, in tre conchiglie, in parte delle figure e nelle due zampe di sostegno.
Nel 1991 l'opera ha subito un restauro che ha comportato la pulizia delle superfici, la ricomposizione dei frammenti e la sostituzione di una zampa leonina mancante con un cilindretto in polifilla.
I colori predominanti sono blu, verde e giallo arancio.
Saliera
Urbino
Fine XVI secolo
Maiolica
altezza: 12,5 cm
Inv. 0675
Sala da Pranzo
La saliera è composta da quattro putti che siedono agli angoli di una base quadrangolare, intenti a sorreggere a braccia alzate una vaschetta rotonda per il sale.
Quest'ultima è decorata con un putto alato. Sulla base, tra i putti, si trovano quattro conchiglie.
L'oggetto è in condizioni mediocri, frammentato e restaurato in modo antiquario, con alcune lacune, tra cui una conchiglia completamente rifatta e un braccio mancante. Presenta sbrecchi, abrasioni e distacchi di smalto.
In questi oggetti, come in salsiere e calamai, si osserva un'evidente creatività nel design, con forme complesse e ornamentali, pensate per abbellire la tavola.