The core of the Bagatti Valsecchi ceramics is predominantly composed of five to seventeenth-century artifacts, although later works are not lacking. Many production centers are represented in a kind of mapping of the main Italian manufactures, including Venice, Pavia, Ferrara, Faenza, Pisa, Montelupo, Urbino, Casteldurante, Pesaro, Deruta, as well as Rome, Gerace, Trapani, Burgio. Numerous ceramics come from sets of ancient pharmacies dismantled in the course of the 19th century. In contrast to the Italian character of the collection, an exception is a group of lusterware dating from the fifteenth to the seventeenth century attributed to Valencia and Manises.
Burgio
Seconda metà del XVII secolo
Maiolica
height: 30.5 cm
diametro bocca: 11 cm; diametro piede: 11,5 cm
Inv. 0486
Un albarello prodotto a Burgio nella seconda metà del XVII secolo.
Ha un corpo cilindrico con rastremazione centrale, spalle angolate, alto piede a disco e collo a bordo estroflesso.
Sul centro del vaso è raffigurato un angelo all'interno di un medaglione ovale, circondato da un gruppo di trofei, sul retro è presente una grande faccia ovale; appaiono anche disegni a treccia attorno al collo e al piede e file di tondi attorno alle spalle.
Il vaso presenta diverse abrasioni diffuse sulla superficie e piccoli distacchi di smalto.
I colori utilizzati sono blu, verde, giallo e bruno.
Caltagirone
XVIII secolo
Maiolica
height: 24 cm
diametro bocca: 6 cm; diametro piede: 9 cm
Inv. 0463
Il versatore ha una forma ovoidale, con un alto piede a disco, un becco a tubetto ricurvo e un collo lungo con rigonfiamento e bordo estroflesso.
La decorazione è costituita da grandi fiori e foglie su fondo blu e anelli concentrici attorno alla base.
Il pezzo presenta segni di usura, come sbrecchi, abrasioni e cavillature. L'opera do presenta con colori vivaci come il blu, il verde, il giallo e l'arancione.
La bottiglia-versatore appartiene alla produzione di Caltagirone, probabilmente settecentesca, imitando i motivi decorativi della maiolica veneziana rinascimentale.
Caltagirone fu un'importante centro che produsse maiolica decorata a partire dal medioevo, senza particolari interruzioni, fino al terremoto del 1693, che causò terribili distruzioni. La produzione riprese successivamente, ma con un certo scadimento qualitativo.
Casteldurante (Urbania)
Fine del XVI secolo
Maiolica
height: 18 cm
diametro bocca: 10 cm; diametro piede: 9 cm
Inv. 0471
L'albarello è stato prodotto durante la fine del Cinquecento a Casteldurante, l'attuale città di Urbania, famoso centro di produzione di ceramica decorata fin dal medioevo.
L'opera in maiolica, caratterizzata oggi da sbrecciature, abrasioni diffuse, distacchi di smalto e fratture, conteneva l'Unguento cordiale, una sostanza di complessa composizione e dalle proprietà toniche.
Sulla ceramica è infatti dipinta una ghirlanda di fiori e frutti divisa da un cartiglio orizzontale con la scritta "VG° CORDIALE" in caratteri gotici.
Sopra il cartiglio è raffigurata Santa Lucia, mentre nella parte inferiore sono tracciate le lettere iniziali del suo nome "S.L.".
La decorazione della ceramica presenta i colori blu, verde, giallo, arancione con lumeggiature bianche sparse.
La ceramica proviene da uno scavo, probabilmente la destinazione originale era presso una spezieria conventuale dedicata a Santa Lucia.
Casteldurante (Urbania) (?)
1614
Maiolica
height: 24 cm
diametro bocca e piede: 10,5 cm
Inv. 0667
Il versatore è costituito da un corpo globulare con un alto collo cilindrico, un piede a disco, un becco a tubetto e un'ansa a nastro verticale.
Sull'oggetto sono raffigurati trofei d'arme in monocromia arancione su sfondo blu.
Sull'ansa è raffigurato un angelo con le ali aperte, con un globo crucifero, e sotto di esso c'è un cartiglio con la scritta "O. DE. MENTA", riferita all'olio di menta.
La menta piperita, alla quale si riferisce la scritta, veniva utilizzata, date le sue proprietà stimolanti, per le affezioni nervose allo stomaco.
Una targa rettangolare sul piede riporta la data 1614.
L'oggetto ha subito danni visibili e manca di una parte del bordo.
Casteldurante (Urbania) (?)
Inizio del XVII secolo
Maiolica
height: 19 cm
diametro bocca: 9 cm; diametro piede: 8 cm
Inv. 0659
L'albarello presenta spalle arrotondate, un collo breve svasato, un alto piede e una rastremazione centrale cilindrica.
È decorato con un'immagine ovale dell'allegoria della Medicina, circondata da un gallo e da una verga attorcigliata con un serpente. Sotto l'immagine c'è un cartiglio con la scritta "EMP.O DE MELITO".
L'intera superficie è decorata con trofei d'armi in tonalità arancione su sfondo blu.
L'oggetto è frammentato e ricomposto, con lacune alla bocca e a parte del corpo. Sono visibili anche distacchi di smalto e abrasioni.
È datato ai primi del XVII secolo e veniva utilizzato per contenere l'Empiastro di meliloto, una sostanza farmaceutica derivata dal fiore di Melilotus officinalis.
Casteldurante (Urbania) (?)
Seconda metà del XVI secolo
Maiolica
height: 3 cmØ 24 cm
Inv. 0687
Il piatto presenta un putto alato che cammina al centro, con una freccia in entrambe le mani, su uno sfondo giallo intenso.
I colori utilizzati sono blu, verde, giallo, arancione e bianco.
La tesa è decorata con trofei d'arme dipinti in arancio su fondo blu.
Ci sono piccole lacune nell'impasto e nello smalto lungo la bordatura e fra la tesa e il cavetto; inoltre, sono visibili abrasioni diffuse e una frattura incompleta sconnessa che va dall'orlo al centro.
Casteldurante (Urbania) (?)
Seconda metà del XVI secolo
Maiolica
height: 4 cmØ 23 cm
Inv. 0689
Il piatto presenta al centro un putto alato con due bastoncini in mano, circondato da cespugli privi di foglie su un fondo giallo intenso.
La decorazione sulla tesa è composta da trofei d'armi monocromi dipinti in arancione su fondo blu.
Il piatto ha segni di usura, abrasioni diffuse e una frattura incompleta.
La colorazione del pezzo include blu, verde, giallo, arancione e lumeggiature bianche.
Questa tipologia di piatti, che presenta un'elevata decorazione a trofei monocromi su una tinta di fondo, è caratteristica di Casteldurante (oggi Urbania), come dimostrato dal ritrovamento di amorini in vari atteggiamenti su fondo giallo intenso nei reperti locali.
Castelli d'Abruzzo
Fine del XVII secolo
Maiolica
height: 3 cmØ 48 cm
Inv. 0430
Il piatto, dalla tesa inclinata, è privo di piede e con un ampio cavetto poco profondo.
Presenta al centro uno stemma sormontato da un elmo e circondato da lambrecchini, all'interno di una ghirlanda di fiori e frutti. Attorno alla tesa si trovano girali fioriti con quattro angioletti.
L'oggetto è frammentato e reintegrato mediante un restauro antiquario. Sulla superficie si notano anche abrasioni e una frattura incompleta presso lo stemma.
Quest'ultimo corrisponde verosimilmente allo stemma della famiglia napoletana dei Rossi del Leone.
Lo stile dell'ornato rispecchia quello tardo barocco, mentre la tesa a girali fioriti presenta analogie stilistiche con la ghirlanda attorno a un piatto della collezione Acerbo attribuito a un maestro castellano.
Castelli d'Abruzzo, bottega di Francesco Grue
Metà del XVII secolo
Maiolica
height: 3 cmØ 45 cm
Inv. 0432
Il piatto, dalla tesa inclinata, si presenta senza piede e con un ampio cavetto poco profondo.
Al centro del piatto c'è una raffigurazione di un condottiero a cavallo che tiene una spada sguainata mentre arringa il suo esercito. Tutt'attorno alla tesa ci sono trofei d'arme entro scomparti.
Vi sono numerosi sbrecchi e abrasioni diffusi sulla superficie dell'oggetto; inoltre, è stato ricostruito dopo essersi frammentato in sei parti.
I colori includono il blu, il verde, il giallo, l'arancione e il bruno.
La raffigurazione è stilisticamente affine a due piatti della collezione Paparella Treccia - Devlet di Pescara: Alessandro che copre con la clamide il corpo di Dario e Attilio Regolo che combatte contro il serpente africano.
Si ritiene che il piatto sia stato prodotto da Francesco Grue.
Castelli d'Abruzzo
late 16th century
majolica
height: 27 cm
diametro bocca: 12 cm; diametro piede: 13,5 cm
inv. 423
Il vaso ha un corpo ovoidale, un alto piede svasato, un collo alto e due anse verticali contrapposte che si arricciano all'attacco superiore.
Il manufatto è decorato con la figura di un viandante nudo, avvolto in un grande mantello e con un bastone, posizionato tra due colline sormontate da edifici. Sotto di lui si trova un cartiglio con la scritta farmaceutica "MIRABOLANI". Sopra la sua testa, quasi sostenuto da lui, è presente uno stemma miniato con tre monti, una tartaruga che regge una bandiera e il motto "FESTA LENTE" (Festina lente). Ai lati dello stemma, parzialmente restaurato, sono visibili le lettere "N" e "A".
I colori utilizzati includono blu, verde, giallo, arancio.
Questo vaso appartiene a un corredo farmaceutico non identificato contrassegnato dallo scudo con la tartaruga.
La mancanza del bruno di manganese tra i colori suggerisce una datazione precoce per il corredo. Il motto "Festina lente", che significa "affrettati lentamente", è stato utilizzato in araldica e risale all'imperatore Augusto.
Per quanto riguarda il contenuto, i mirabolani sono descritti come sostanze che "confortano lo stomaco, incitano l'appetito e fanno digerire".
Domenico da Venezia
1560-1570 circa
Maiolica
height: 22 cm
diametro bocca e piede: 10 cm
Inv. 0410
Il vaso è caratterizzato da un corpo globulare con un breve collo a bordo estroflesso, decorato con l'immagine di San Lorenzo all'interno di un medaglione.
La superficie esterna presenta grandi tralci di foglie, fiori e frutta su fondo blu con colori vivaci tra cui blu, giallo, arancione, verde e lumeggiature bianche.
La conservazione del vaso è buona, ma presenta alcune abrasioni, cavillo e sbreccature alla bocca.
È comunemente attribuito a Domenico da Venezia, pittore di maioliche, la cui attività risale agli anni '40 del XVI secolo.
Note di archivio dimostrano che la sua produzione consisteva principalmente in vasellame farmaceutico, soprattutto albarelli e vasi a palla ornati con busti e medaglioni circondati da vegetazione fiorita con colori intensi che spiccano sul fondo blu intenso. L'attività del maestro è documentata fino al 1568.
Domenico da Venezia
1560-1570 circa
Maiolica
height: 25 cm
diametro bocca: 12 cm; diametro piede: 13 cm
Inv. 0421
Il vaso è di forma globulare con un breve collo, presenta due medaglioni con le immagini di un vecchio e una donna insieme a decorazioni di foglie, fiori e frutta.
Il vaso ha subito fratture incomplete e distacchi di smalto all'orlo e al piede insieme ad abrasioni diffuse.
I colori utilizzati sono il blu, il giallo, l'arancione, il verde e il bianco.
Si ritiene sia stato realizzato da Domenico da Venezia. Note di archivio dimostrano che la produzione di Domenico da Venezia – attivo negli anni '40 del XVI secolo e documentato fino al 1568 – consisteva principalmente in vasellame farmaceutico, soprattutto albarelli e vasi a palla ornati con busti e medaglioni circondati da vegetazione fiorita con colori intensi che spiccano sul fondo blu.
Domenico da Venezia
1560-1570 circa
Maiolica
height: 25.5 cm
diametro bocca: 8,5 cm: diametro piede: 11,5 cm
Inv. 0494
L'oggetto è composto da un vaso a corpo globulare privato del collo e da un albarello soprastante dalle spalle arrotondate e rastremato al centro.
Il vaso presenta due medaglioni con due profili, maschile e femminile, e tralci di foglie e fiori; l'albarello è decorato con lo stesso tipo di ornato, ma al centro ha un cartiglio con la scritta farmaceutica "PLL DE TRIBQ".
Sono stati praticati due fori diametralmente opposti nella pancia del vaso, in corrispondenza dei due fiori.
La produzione dell'oggetto è attribuita a Domenico da Venezia.
La scritta sull'albarello si riferisce a un rimedio contenente rabarbaro, agarico eletto e aloe succotrino, consigliato dall'antico medico Girolamo Calestani.
L'oggetto mostra tracce di cavillo e abrasioni diffuse, con distacchi di smalto lungo l'orlo e all'attaccatura tra albarello e vaso.
I colori sono blu, giallo, arancio, verde e lumeggiature bianche.
Domenico da Venezia
1560-1570 circa
Maiolica
height: 25.5 cm
diametro bocca: 7,5 cm, diametro piede: 11,5 cm
Inv. 0495
L'oggetto è composto da un vaso globulare con sopra un albarello con spalle arrotondate rastremate al centro.
Il vaso ha due medaglioni dipinti con busti maschili e un ornato di tralci di foglie e fiori, così come l'albarello, che presenta anche un medaglione con il profilo di un giovane.
Entrambe le parti sono frammentate e presentano reintegrazioni, con piccoli distacchi di smalto lungo l'orlo, abrasioni diffuse e una frattura incompleta sul margine della bocca.
I colori visibili sono blu, giallo, arancio, verde con lumeggiature bianche sparse.
Sia il vaso che l'albarello sono tipici della produzione di Domenico da Venezia, pittore di maioliche, la cui attività risale agli anni '40 del XVI secolo ed è documentata fino al 1568.
Deruta
1543
Maiolica
height: 21 cm
diametro bocca: 9,5 cm; diametro base: 9 cm
Inv. 0468
L'albarello è un vaso cilindrico, con un piede alto a disco e un collo che presenta un bordo estroflesso.
I colori della maiolica sono blu, verde, giallo e arancione rossiccio. Sull'albarello c'è un'infiorescenza con due grandi foglie ricurve e un ornamento racchiuso entro una ghirlanda, con una scritta farmaceutica che dice "V SANDALINO" e la data "1543". La scritta si riferisce all'unguento sandalino per la cura della gonorrea.
La conservazione dell'albarello è buona, ma ci sono piccoli danni all'orlo, abrasioni e cavillo diffusi.
L'oggetto, produzione ceramica di Deruta, risale alla prima metà del XVI secolo.
Deruta
1543
Maiolica
height: 21 cm
diametro bocca: 10 cm; diametro piede: 9 cm
Inv. 0469
L'albarello è una produzione ceramica di Deruta ed era, probabilmente, un contenitore per pillole o trochisci di ireos.
Ha un corpo cilindrico con rastremazione centrale, un piede alto a disco e un collo con bordo estroflesso.
La decorazione della maiolica consiste in un cartiglio, con la scritta farmaceutica DIAIRIS e la data "1543", circondato da una ghirlanda e un'infiorescenza con due grandi foglie ricurve.
La conservazione dell'opera è buona, con alcuni segni di usura ai bordi e leggere abrasioni.
Deruta
Fine XV - inizi del XVI secolo
Maiolica
height: 21 cm
diametro bocca: 12 cm; diametro piede: 10,5 cm
Inv. 0404
La coppa presenta un alto piede svasato, pareti cilindriche e due manici ricurvi verticali. Il coperchio, conico, è dotato di un pomello.
La decorazione esterna si concentra su due medaglioni opposti che raffigurano un Agnello mistico (figura iconografica spesso associata all'Arte dei Lanaioli) con vessillo crociato e un sole raggiante. Attorno al coperchio e alla base, vi sono ghirlande di foglie ricurve e infiorescenze ovali.
L'oggetto, frammentato e ricomposto, ha perso circa il 70% della decorazione originale.
I colori principali sono blu e lustro dorato.
Le coppe di questo tipo sono comuni nella produzione di Deruta e sono generalmente datate entro la metà del Cinquecento.
Deruta
Fine del XV - inizi del XVI secolo
Maiolica
height: 18.5 cm
diametro bocca: 23 cm; diametro piede: 12,5 cm
Inv. 0405
Una coppa cinquecentesca, di parete cilindrica e con un alto piede svasato, che presenta lo stemma dei Baglioni, signori di Perugia.
La forma è comune nella produzione derutese dell'epoca, con decorazione a fasce concentriche costituite da motivi geometrici o fitomorfi stilizzati.
La coppa appartiene al gruppo Petal-Back, caratterizzato da ornamenti geometrici e vegetali a base di medaglioni rigidi, e rappresenta la prima tipologia veramente rinascimentale della maiolica derutese. La diffusione del petal-back coincide con quella del lustro, produzione a cui si dedicò la famiglia Masci.
La coppa è frammentata, ricomposta e presenta reintegrazioni, con sbrecchi e distacchi di smalto diffusi; presenta, inoltre, tracce di un restauro antiquario che interessa il centro, la parete, la base e il piede.
I colori di base sono giallo ocra, giallo freddo, blu nerastro e verde smeraldino.
Deruta
Prima metà del XVI secolo
Maiolica
height: 18.5 cm
diametro bocca: 6,5 cm; diametro base: 9,5 cm
Inv. 0660
Il vaso ha una forma a pigna ed è sorretto da un alto piede svasato.
Nonostante siano presenti piccoli distacchi di rivestimento, abrasioni e sbrecciature diffuse, l'opera versa in buone condizioni di conservazione, presentando un colore dorato lucido.
Deruta
Prima metà del XVI secolo
Maiolica
height: 24.5 cm
diametro bocca: 19 cm; diametro piede: 10 cm
Inv. 0474
Il vaso ha un alto piede troncoconico che sostiene un ventre ovoidale; il tutto è sovrastato da un alto collo svasato con due anse verticali ai lati.
Il ventre è decorato con due grandi infiorescenze a pannocchia affiancate da foglie ricurve, mentre il piede è contornato da archetti.
I colori predominanti sono blu, verde, giallo e arancione.
Questo tipo di vaso veniva prodotto a Deruta nel XVI secolo, sia in policromia che a lustro.
L'ornato a girali fioriti si trova su esemplari precoci, databili all'inizio del secolo e contemporanei al petal-back.
Deruta
XVII secolo
Maiolica
10.5 × 12.5 × 12 cm
Inv. 0676
Una saliera derutese del Seicento di forma quadrangolare sagomata che si appoggia su quattro zampe leonine. Le arpie plastiche sono addossate agli spigoli e l'intero oggetto è decorato con grottesche su fondo bianco.
La saliera è caratterizzata dalla vivacità dei colori blu, verde, giallo e arancione.
Durante il Seicento, saliere come questa erano comuni nella produzione ceramica di Deruta, spesso decorate con presenze di putti, donne e arpie di ogni tipo.
Queste saliere non erano solamente utilizzate per contenere il sale, ma anche per il loro intrinseco valore decorativo che rallegrava la tavola e i commensali.
Deruta
XVII secolo
Maiolica
5.5 × 18.5 × 8.5 cmØ 6 cm
Inv. 0665
La salsiera, di forma ovale e baccellata, poggia sopra un piede svasato e presenta due anse a forma di serpente.
L'ornato è composto da grandi sirene bifide e alate, dal ventre rotondo, in un motivo a grottesche su fondo bianco; al centro della composizione è presente un giglio stilizzato.
L'oggetto è frammentato, con distacchi del rivestimento e abrasioni.
I colori predominanti sono blu, verde, giallo e arancione.
Le grottesche su fondo bianco furono utilizzate per la prima volta dai maiolicari urbinati e si diffusero successivamente a Deruta. Le grottesche venivano tracciate in maniera veloce e poco accurata, con la sirena bifida alata come figura dominante.
Il giglio stilizzato al centro può avere una funzione araldica o decorativa.
Questo tipo di decorazione può essere datato al XVII secolo.
Deruta, bottega di Giacomo Mancini detto il "Frate"
1560-1570 circa
Maiolica
height: 21.5 cm
diametro bocca: 11,5 cm; diametro piede: 10,5 cm
Inv. 0414
Il vaso è caratterizzato da un alto piede a disco, un ventre ovoidale e un alto collo svasato con due anse verticali a nastro, contrapposte, che si attorcigliano alla base.
La decorazione mostra motivi a grottesche con mascheroni e volute che terminano in teste mostruose, insieme a due medaglioni circolari con busti di guerrieri nella parte bassa del ventre.
L'oggetto è parzialmente rotto e ricostruito, è mancante di parte del piede e di tre volute delle anse. Inoltre, presenta macchie di smalto e sbrecchi.
I colori utilizzati sono blu, verde, giallo e arancio.
Il tipo di ornato, a grottesche, richiama molto da vicino i due pavimenti eseguiti dalla bottega di Giacomo Mancini detto il "Frate" da Deruta: nella sagrestia di San Pietro a Perugia e in Santa Maria Maggiore di Spello.
Burgio
Seconda metà del XVII secolo
Maiolica
height: 31 cm
Ø bocca: 11 cm; Ø base: 10,5 cm
Inv. 0487
L'albarello è un vaso in maiolica siciliana del XVII secolo, con un corpo cilindrico, spalle angolate e poggiane sopra un alto piede a disco; il tutto è sormontato da un collo a bordo estroflesso.
Al centro del corpo è presente un medaglione ovale con raffigurato un angelo. Sono presenti anche trofei dipinti in manganese diluito, con facce lunari ombreggiate in viola o blu chiaro, medaglioni centrali con santi, puttini alati, elementi floreali e una treccia.
Presenta abrasioni diffuse, piccoli distacchi di smalto e fratture incomplete sul corpo, mentre il piede deformato rende l'oggetto instabile.
Di colore blu, verde, giallo e bruno, l'albarello appartiene alla produzione secentesca burgitana.
La maiolica decorata a Burgio è simile a quella di Caltagirone, sono tipici gli ornati a trofei e i medaglioni centrali con santi e puttini.
Faenza
Metà del XVI secolo
Maiolica
height: 7.5 cmØ 25.5 cm
diametro piede: 13 cm
Inv. 0669
L'alzata, definita "crespina", ha la tesa increspata ed è decorata con un busto di uomo armato al centro, circondato da quartieri alternati con delfini e fogliame. Nella parte posteriore dell'alzata si trovano fasce costituite da più colori.
L'opera presenta diversi colori tra cui il blu, il verde e l'arancione.
Questo tipo di crespina, realizzata mediante stampatura, era comune a Faenza a partire dal 1540. Durante il XVI secolo sono diventati popolari sia nello stile sintetico e poco colorato dei cosiddetti Bianchi, sia nelle vivaci decorazioni dell'ornato a quartieri.
L'opera può essere datata intorno al 1548 grazie alle analogie decorative con altri oggetti simili dell'epoca.
Faenza
Metà del XVI secolo
Maiolica
height: 23.5 cm
diametro bocca: 9,5 cm; diametro piede: 10,5 cm
Inv. 0426
Il versatore ha un corpo ovoidale sulla cui superficie è presente una decorazione scompartita in quartieri dai fondi a colori alternati e vivaci, tipica della produzione faentina del XVI secolo.
La superficie è quasi ricoperta da foglie. Sotto il becco c'è un medaglione con un profilo maschile e un cartiglio con una scritta farmaceutica ormai illeggibile.
L'oggetto è frammentato, ricostruito e reintegrato in alcune parti ed è mancante di parti del becco e del piede. Il restauro, di tipo antiquario, sembra aver coperto la superficie della decorazione originale, ma sono ancora visibili le notevoli affinità decorative con altri oggetti simili del XVI secolo.
Faenza
Seconda metà del XVI secolo
Maiolica
height: 29.5 cm
diametro bocca e piede: 10 cm
Inv. 0501
L'albarello è un vaso da farmacia a forma di cono rovesciato, con breve collo dal bordo estroflesso e decorato con un ornato a quartieri, in cui si alternano elementi geometrici e vegetali su fondi a colori contrastanti.
Al centro presenta un cartiglio con la scritta farmaceutica "SY°. DE. PRASIO" in caratteri gotici.
È stato prodotto a Faenza nella seconda metà del XVI secolo, come dimostra la tonalità dei colori, la fisionomia degli ornati a scomparti e la stilizzazione del cartiglio e della scritta gotica.
La sua conservazione è discreta, a parte sbrecchi, distacchi di smalto e cavilli diffusi su tutta la superficie.
È stato utilizzato per contenere lo Sciroppo di Prassio, ovvero di Marrubium vulgare, stimolante e antispasmodico, usato come rimedio contro la tosse e per trattare le bronchiti.
La produzione di questo tipo di oggetti fu così diffusa a Faenza da essere esportata anche in Sicilia, stimolando l'emulazione da parte delle officine locali.
Faenza
Seconda metà del XVI secolo
Maiolica
height: 37 cm
diametro bocca: 11,5 cm, diametro piede: 14 cm
Inv. 0425
Un vaso che fa parte della tipologia del "vasellame da farmacia" (in cui rientrano albarelli e vasi ovoidali con collo cilindrico), di manifattura faentina e databile alla seconda metà del Cinquecento.
Il vaso presenta un corpo ovoidale, con piede ad anello e collo cilindrico. Al centro si trova un medaglione dipinto con i Santi Cosma e Damiano, sotto di esso è visibile un cartiglio con la scritta farmaceutica "CASIA LASATIVA".
Sul retro spicca un viso solare circondato da stelle, con un cartiglio che esalta il potere divino rispetto a quello degli astri: "SOLE NONPOI / DA TESENCA A LA / POTENCIA DEIDI / O BATISTA HASTRV / CC".
Il committente del vaso risulta essere Giovanni Battista Castruccio, un mercante genovese residente a Palermo.
Faenza
Seconda metà del XVI secolo
Maiolica
height: 30.5 cm
diametro bocca: 12 cm; diametro piede: 10,5 cm
Inv. 0406
Il vaso ha un corpo ovoidale, sostenuto da un piede ad anello e sovrastato da un collo cilindrico.
Al centro del vaso è presente un medaglione raffigurante una santa martire con una coppa in mano (forse Santa Lucia), sullo sfondo di un paesaggio.
La restante parte del vaso è decorata con motivi di tralci e fiori su uno sfondo blu. L'oggetto presenta frammenti di smalto, screpolature e abrasioni diffuse.
Nel 1991 venne eseguito un restauro sul vaso con la pulizia della superficie, la ricostruzione delle parti mancanti, la stuccatura e il ritocco pittorico delle linee di congiunzione.
I colori utilizzati sull'opera sono blu, giallo, arancione, verde con lumeggiature bianche sparse.
Casteldurante (Urbania)
Fine del XVI secolo
Maiolica
height: 18 cm
diametro bocca: 9,5 cm; diametro piede: 8,5 cm
Inv. 0470
Albarello con spalle angolate e rastremazione centrale, decorato con una ghirlanda di fiori e frutti e un cartiglio farmaceutico con la scritta "DIAPENIDION" in caratteri gotici.
Sopra il cartiglio è raffigurata Santa Lucia e sotto sono scritte le sue iniziali.
I colori utilizzati sono blu, verde, giallo, arancione e bianco per le lumeggiature.
Il suo stato di conservazione è mediocre, con sbrecchi e abrasioni, causati in parte da un vecchio restauro di tipo antiquario.
Il diapenidion riportato sul cartiglio potrebbe essere un elettuario a base di zucchero d'orzo.
Faenza
Seconda metà del XVI secolo
Maiolica
height: 31 cm
diametro bocca: 11,5 cm; diametro base: 11 cm
Inv. 0407
Il vaso presenta un corpo ovoidale, un piede ad anello e un collo cilindrico.
Al centro del vaso c'è un medaglione con l'immagine di una donna seduta che si specchia, probabilmente l'allegoria della Prudenza.
Il vaso ha un motivo decorativo a tralci e foglie frastagliate su sfondo blu. I colori predominanti sono blu, giallo, arancione e verde.
L'opera presenta segni di usura e danni su tutta la superficie.
Deruta
Prima metà del XVII secolo
Maiolica
height: 5 cmØ 19 cm
Ø piede 10 cm
Inv. 0685
L'alzata presenta un piede svasato e un centro rialzato con pareti baccellate, il tutto decorato a lustro con motivi fitomorfi disposti radialmente attorno a un tondo centrale, dove si trova un fiore con foglie ricurve.
La conservazione è buona, con piccoli distacchi di smalto e abrasioni.
Il colore predominante è il lustro dorato.
Il motivo a fogliette ricurve e infiorescenze è tipico della produzione secentesca derutese a lustro, che in questo periodo mostra iridescenze violacee e viene utilizzato su un numero limitato di maioliche. Esemplari simili sono stati datati al 1601, suggerendo che questa alzata risalga ai primi anni del secolo.
La tecnica del lustro, di origine islamica, permette di ottenere effetti di metallizzazione sulla ceramica, rendendola particolarmente pregiata. A Deruta, il lustro si affermò come specialità locale a partire dalla seconda metà del XV secolo, continuando fino al Seicento.
Gerace, bottega del Maestro della farmacia Mastroieni (?)
XVII secolo
Maiolica
height: 30 cm
diametro bocca e piede: 13 cm
Inv. 0451
Un vaso dal corpo globulare con piede diritto e collo breve a bordo estroflesso.
Un medaglione incorniciato di volute, recante un busto femminile di profilo, decora il centro del vaso. La superficie restante è coperta di tralci di foglie e fiori su fondo blu.
La conservazione è mediocre, con sbrecchi, abrasioni e una frattura incompleta che attraversa la base e la parete vicino al collo.
Il vaso fa parte della produzione calabrese di Gerace ed è stato realizzato dalla bottega del "Maestro della farmacia Mastroieni", attivo intorno alla metà del XVII secolo.
Gerace, bottega di Giacomo Cefali
XVII secolo
Maiolica
height: 30.5 cm
diametro bocca: 14 cm; diametro piede: 13,5 cm
Inv. 0447
Il vaso ha una forma globulare, con un collo corto a bordo estroflesso.
La decorazione include due medaglioni contrapposti con busti maschili all'interno: il primo ritratto frontalmente e con un berretto in testa, il secondo di profilo con un elmo, quest'ultimo è incorniciato da quattro volute.
Il resto della superficie del vaso presenta decorazioni con tralci di foglie e fiori su fondo blu.
Lo stato di conservazione è discreto, con distacchi di smalto, abrasioni e sbrecchi.
I colori predominanti sono blu, verde, giallo e arancio.
La decorazione richiama lo stile delle botteghe veneziane del Cinquecento, ma con tratti più rapidi e colori vivaci che ricordano la produzione meridionale, sempre influenzata dalle importazioni veneziane.
Il vaso sembra appartenere alla produzione calabrese di Gerace, in particolare alla bottega di Giacomo Cefali da Nicastro, nota per l'esportazione verso la Sicilia.
Manifattura bergamasca (?)
Fine del XVI secolo
Terracotta ingobbiata, graffita, invetriata
height: 19 cm
diametro bocca 14,5 cm, diametro piede 10,5 cm
Inv. 0462
Il boccale presenta un ventre globulare, un collo svasato con bocca trilobata e un'ansa a nastro verticale opposta al beccuccio.
La decorazione, ottenuta incidendo lo strato di ingobbio bianco fino a rivelare il colore rossiccio della terra sottostante, consiste in fasce verticali decorate con motivi circolari.
Il pezzo ha subito danni: manca parte della bocca e presenta sbrecchi, abrasioni e cavillo diffusi. Il rivestimento è annerito, in particolare nella zona gialla. I colori predominanti sono verde e giallo.
Probabilmente di provenienza lombarda, è da datarsi alla fine del XVI secolo. La stessa decorazione a riccioli, separata da bande con triplice filettatura, si riscontra su frammenti di ciotole rinvenuti a Bergamo, considerati di fattura locale.
Manifattura lombarda (Pavia ?)
XIX sec
Maiolica
altezza: 84 cm (con coperchio), diametro bocca: 20, 5 cm; diametro base: 23, 5 cm
Inv. 0479
Il vaso presenta un corpo ovoidale con alto piede, collo sagomato e due anse arricciolate con teste leonine su entrambe le estremità inferiori.
Il coperchio ha una forma a cupola con un pomello a forma di leone che regge uno stemma con croce e lettere C e C.
La decorazione sul ventre ritrae uno scudo con un elmo con pennacchi, un'aquila incoronata con ali spiegate in capo e un leone passante in punta.
L'oggetto è frammentato e ricomposto con numerose lacune reintegrate da un vecchio restauro. Sono presenti distacchi di smalto, abrasioni e fratture incomplete.
Le dimensioni eccezionalmente grandi suggeriscono una produzione successiva, forse del XIX secolo.
Gli stemmi presenti sul vaso appartengono alle famiglie Legnani e Stampa di Soncino, tipiche dell'area lombarda.
Manifattura lombarda (Pavia ?)
XIX sec
Maiolica
height: 32 cm
diametro bocca: 13 cm, diametro piede: 9,5 cm
Inv. 0408
Il versatore presenta un corpo ovoidale su un piede a disco, un alto collo sagomato con bordo increspato ai lati del beccuccio e un'ansa verticale a nastro che si incurva sopra il bordo.
Uno scudo dipinto sulla parte anteriore del ventre è circondato da pennacchi e sormontato da un elmo con un'aquila incoronata. Lo stemma sulla metà destra del versatore corrisponde a quello dei marchesi Stampa di Soncino.
Il versatore è frammentato e ricostruito con un restauro, che riguarda l'ansa e il piede. Presenta danni come sbreccature, distacchi di smalto e abrasioni diffuse.
Manifattura ferrarese (?)
Fine del XV - prima metà del XVI secolo
Terracotta ingobbiata, graffita e invetriata
height: 19 cm
diametro bocca: 10 cm, diametro piede: 9 cm
Inv. 0465
Il boccale è composto da un ventre globulare sostenuto da un piede a disco, un collo svasato a bocca trilobata e un'ansa a nastro verticale contrapposta al beccuccio.
Il trigramma bernardiniano (IHS) è inciso al centro del ventre, circondato da un sole raggiante.
L'oggetto è frammentato e restaurato, con parti di bocca e corpo mancanti o danneggiate.
I colori predominanti sono il verde e il giallo.
La presenza del trigramma bernardiniano è comune nelle ceramiche, come dimostrato da altri esempi simili di Faenza, Bologna, Modena e Carpi.
Manises
1730-1750
Maiolica
height: 16 cmØ 43 cm
Inv. 0440
Il catino ha un fondo piatto e una parete troncoconica, con bordo flesso e ondulato. All'interno è decorato con tralci di garofani, all'esterno con altri motivi vegetali.
L'oggetto si presenta frammentato e ricostruito con un restauro di tipo antiquario. Inoltre, sono visibili i piccoli distacchi di smalto, le abrasioni diffuse e le tracce di un precedente restauro con grappe, i cui fori sono stati stuccati successivamente.
Il catino è color lustro rame.
Faenza
Fine del XVI secolo - inizi del XVII secolo
Maiolica
height: 33 cmØ 10 cm
diametro piede: 8 cm
Inv. 0656
Il versatore presenta un corpo ovoidale su un alto piede espanso e con un collo sagomato che forma due riccioli attorno al beccuccio. L'ansa è verticale e si incurva sopra l'apertura.
L'ornato, eseguito in modo compendiario, è caratterizzato da due figure, una maschile e una femminile, affiancate da un amorino.
L'oggetto è frammentato e ricomposto, con un restauro antiquario che ha subito alterazioni nel tempo; rimangono visibili distacchi di smalto e abrasioni.
I colori predominanti sono blu, verde, giallo e arancio.
Questa forma è particolarmente diffusa nel Ducato di Urbino, ma si trovano esemplari anche a Faenza.
Castelli d'Abruzzo, bottega di Francesco Grue
1640-1650 circa
Maiolica
height: 3 cmØ 42 cm
Inv. 0434
Il piatto presenta un ampio cavetto poco profondo e la tesa inclinata.
Al centro, c'è la raffigurazione della sottomissione di Babilonia ad Alessandro Magno, sormontata da uno stemma non identificato raffigurante un uccello su monticelli accanto a delle stelle. La scena è accerchiata da girali fioriti e uccelli, quadrupedi e figure grottesche.
Il piatto è frammentato, ricomposto ed è stato restaurato nel corso del tempo.
La scena è tratta da un'incisione di Antonio Tempesta e ricorre su altri piatti simili. Il piatto potrebbe essere stato prodotto nella bottega di Francesco Grue, uno dei più ragguardevoli rappresentanti della produzione castellana, esportata in tutto il regno di Napoli.
Manises
Inizi XVI secolo
Maiolica
height: 5 cmØ 39.5 cm
Inv. 0439
Il bacile ha un ampio cavetto umbonato e una tesa baccellata, decorata con fasce concentriche con motivi geometrici e con l'imitazione di un'iscrizione in caratteri cufici. La tesa presenta anche motivi fitomorfi e geometrici.
Sul retro ci sono foglie ricurve tratteggiate attorno a un rosone centrale.
L'oggetto è tipico della produzione di Manises degli inizi del XVI secolo.
La conservazione dell'oggetto è buona, con piccoli sbrecchi all'orlo, abrasioni diffuse e un foro sulla tesa parzialmente colmato.
Il colore è lustro ramato.
Casteldurante (Urbania) o Pesaro
158(7?)
Maiolica
height: 3.5 cmØ 22.5 cm
Inv. 0688
Il piatto presenta un cavetto poco profondo e un'ampia tesa; il tutto è completamente decorato con trofei d'arme in monocromia arancio su fondo blu.
La data, 158(7?), è inscritta all'interno di un cartello rettangolare situato tra i trofei sulla tesa; l'ultima cifra risulta però quasi illeggibile.
I colori utilizzati sono blu, giallo, arancio e lumeggiature bianche.
Questa tipologia di piatto è ampiamente diffusa nel Ducato di Urbino ed è generalmente attribuita a Casteldurante (Urbania), dove sono stati rinvenuti frammenti con decorazioni simili a trofei.
Trofei analoghi sono stati trovati anche in altre località come Pesaro.
Recenti studi hanno evidenziato l'importanza di questo motivo decorativo anche nel contesto dei corredi farmaceutici.
Faenza
17th century
majolica
height: 3.5 cmØ 24.5 cm
inv. 417
L'alzata è decorata con un motivo a grottesche su fondo bianco, disposte a candelabro. L'elemento centrale è rappresentato da un putto in piedi su un plinto, sorretto da una testa, mentre ai lati si trovano sfingi e mostri alati.
L'oggetto è frammentato e ricomposto, mancante del piede; un vecchio restauro ha subito alterazioni nel tempo, con evidenti sbrecchi, distacchi di smalto, abrasioni e cavilli.
I colori utilizzati sono blu, verde, giallo, arancio e bruno.
Il motivo a grottesche su fondo bianco, noto anche come raffaellesco, inizia a comparire nella maiolica dopo il 1560, inizialmente a Urbino e successivamente in altri centri, tra cui Faenza, dove assume caratteristiche diverse.
Nel caso specifico dell'alzata in esame, l'esecuzione appare tipicamente faentina, in quanto si avvicina ai modi rapidi e sintetici dello stile compendiario locale.
I toni dei colori, i ramoscelli di foglie e le arpie richiamano ornamenti presenti su due versatori a staffa appartenenti al servizio dell'Elettore di Sassonia, realizzati da botteghe di Faenza tra il 1619 e il 1636 circa.
Lo stile compendiario si sviluppò nelle botteghe faentine nella seconda metà del XVI secolo come reazione all'eccessivo cromatismo del periodo precedente. Questo stile è caratterizzato da decorazioni semplici e rapide, con una tavolozza cromatica che comprende turchino in diverse gradazioni, giallo, arancio e bruno su uno smalto bianco spesso.
Castelli d'Abruzzo, bottega di Francesco Grue
1640-1650 circa
Maiolica
height: 3.5 cmØ 42 cm
Inv. 0433
Il piatto presenta un ampio cavetto poco profondo e la tesa inclinata; inoltre, è privo di piede.
Al centro del piatto è raffigurato un combattimento fra Alessandro e i Persiani, tratto da un'incisione di Antonio Tempesta. Sulla tesa vi è uno stemma non identificato, con decorazioni a girali fioriti, putti e animali.
Sulla superficie si palesano piccole lacune allo smalto del bordo, sbrecchi e abrasioni diffuse.
Lo stile dell'ornato indica un'esecuzione castellana dell'ambito di Francesco Grue, databile alla metà del XVII secolo. La produzione castellana, di livello altissimo, venne esportata in tutto il regno di Napoli. Francesco Grue fu uno dei più ragguardevoli rappresentanti di questa famiglia di maiolicari.
Manises
XVII secolo
Maiolica
height: 28 cm
diametro bocca: 9 cm; diametro base: 10 cm
Inv. 0680
Il vaso presenta un corpo biconico con un piede a disco, un alto collo campaniforme e due anse verticali contrapposte.
La decorazione consiste in due grandi uccelli insieme a tralci di foglie e fiori.
La conservazione dell'oggetto è mediocre, con sbrecchi e abrasioni diffuse sulla superficie.
Il vaso è colorato di un lustro rosso rame.
Manises
XVIII secolo
Maiolica
height: 8.5 cmØ 37 cm
Inv. 0437
La ciotola ha decorazioni di tralci di garofani e motivi a foglie e fiori ramati, disegnati rapidamente sul fondo.
Ci sono diversi difetti, come un grosso sbrecco all'orlo, distacchi di smalto, abrasioni e una frattura incompleta che arriva fino al fondo.
Castelli d'Abruzzo, bottega di Francesco Grue
Metà del XVII secolo
Maiolica
height: 3 cmØ 45 cm
Inv. 0431
Il piatto presenta un ampio cavetto poco profondo e la tesa inclinata.
Al centro è rappresentata la sottomissione di Babilonia ad Alessandro Magno, che riceve le chiavi della città. Lungo la tesa ci sono trofei d'arma suddivisi in scomparti.
La conservazione è buona, ma ci sono alcune cadute di smalto lungo il bordo e abrasioni sul rovescio.
I colori predominanti sono il blu, il verde, il giallo, l'arancione e il bruno.
Un piatto con la stessa decorazione attorno alla tesa, ma con una scena di battaglia diversa, è conservato nella collezione Paparella Treccia a Chieti. Il piatto potrebbe essere stato prodotto nella bottega di Francesco Grue, uno dei più ragguardevoli rappresentanti della produzione castellana, esportata in tutto il regno di Napoli.
Montelupo
Fine del XVI - inizi del XVII secolo
Maiolica
height: 5 cmØ 24.5 cm
Inv. 0672
L'alzata, del XVI o inizio XVII secolo, presenta una tesa baccellata e un bordo ondulato. Al centro è raffigurato un tondo con alcuni edifici, mentre il resto della superficie è decorato a quartieri con foglie frastagliate.
Il retro è decorato con fasce concentriche di diversi colori.
L'oggetto, di produzione montelupina, è frammentato, ricomposto e con alcune reintegrazioni nella parete.
I colori utilizzati sono blu, verde, giallo e arancio.
Montelupo
Fine del XVI - inizi del XVII secolo
Maiolica
height: 4.5 cmØ 23 cm
diametro piede: 8,5 cm
Inv. 0673
Alzata su basso piede con tesa baccellata e bordo ondulato.
Al centro c'è un tondo suddiviso a scacchiera e il resto della superficie è decorato a quartieri con foglie frastagliate.
Sul retro sono presenti fasce concentriche.
L'oggetto è frammentato e presenta alcune reintegrazioni; inoltre, la tenuta dello smalto è mediocre e presenta numerosi distacchi.
I colori predominanti sono blu, verde, giallo e arancio.
La decorazione a quartieri è ispirata ai modelli faentini, mentre il motivo a scacchiera è di tradizione montelupina.
Montelupo
Fine del XVI secolo - inizi del XVII secolo
Maiolica
height: 22 cm
diametro bocca: 8 cm; diametro piede: 7,5 cm
Inv. 0409
Versatore di forma ovoidale con becco a tubetto e ansa verticale a nastro, decorato con tralci di foglie e frutti in monocromia blu; sulla maiolica spicca lo stemma Serristori dipinto sotto il beccuccio.
Sotto di esso c'è un cartiglio con la scritta farmaceutica "SY DI POMIS", utilizzato per contenere il Syrupus de pomis, un preparato con azione purgativa a base di succo di mela e foglie di senna.
L'oggetto è frammentato e ricomposto, con abrasioni e distacchi di smalto.
La decorazione a foglia di vite è comune nelle produzioni ospedaliere di Montelupo nel XVI e XVII secolo.
Questo versatore proviene dal corredo dell'ospedale Serristori a Figline Valdarno.
Montelupo
Primo quarto del XVII secolo
Maiolica
height: 26.5 cm
diametro bocca: 11 cm; diametro piede: 9,5 cm
Inv. 0452
Il vaso si presenta con un corpo ovoidale sostenuto da un alto piede e sormontato da un collo sagomato e due anse plastiche arricciolate, verticali e contrapposte.
L'intera superficie presenta grottesche su fondo bianco, disposte simmetricamente rispetto a un asse centrale. L'emblema del crescente sormontato dalla croce è dipinto sotto il mascherone alla base delle anse. Il motivo del crescente sormontato dalla croce è particolarmente diffuso sul vasellame da farmacia; l'emblema in questione è una sigla di bottega montelupina databile tra il 1613 e il 1626.
Il resto della decorazione, chiamata a raffaellesche, è simile alle grottesche dipinte dalla scuola di Raffaello nelle Logge Vaticane, ma stilizzato in modo diverso.
L'oggetto, di produzione seicentesca di Montelupo, è frammentato e lacunoso ed è stato restaurato in modo antiquario.
I colori utilizzati sono blu, verde, giallo, arancio e nero.
Montelupo
XVIII secolo
Maiolica
height: 17 cm
diametro bocca: 5,5 cm; diametro piede: 7,5 cm
Inv. 0663
Il versatore si presenta con un corpo ovoidale, sopra un piede a disco e con un collo troncoconico a bordo estroflesso. Il becco a tubetto è sorretto da un mascherone plastico, mentre l'ansa arricciolata è verticale e contrapposta al becco.
La decorazione è caratterizzata da grottesche su fondo bianco, in cui emergono uccelli, sfingi bifide alate e altre creature mostruose. Sul retro, un cartiglio privo di scritta indica l'uso farmaceutico dell'oggetto.
La conservazione è discreta, con alcuni sbrecchi e piccole fratture alla bocca e all'ansa.
I colori utilizzati includono blu, verde, giallo, arancione e nero.
L'oggetto presenta affinità decorative con il vasellame da farmacia di manifattura toscana.
Domenico da Venezia
1560-1570 circa
Maiolica
height: 22 cm
diametro bocca: 10,5 cm; diametro piede: 10 cm
Inv. 0413
Il vaso presenta un corpo globulare, sormontato da un collo a bordo estroflesso.
Presenta sul corpo un dipinto di San Girolamo in posizione penitente, all'interno di un medaglione, mentre adora il crocifisso e stringe il sasso con cui si percuote il petto. Il resto della superficie è decorata con grandi tralci di foglie, fiori e frutta su sfondo blu.
L'opera è danneggiata e ha subito un restauro con reintegrazioni in due punti della bocca. Si notano abrasioni, sfregi e difetti diffusi.
I colori includono blu, giallo, arancione, verde e lumeggiature bianche.
Il vaso è stato attribuito a Domenico da Venezia, attivo negli anni '40 del XVI secolo e documentato fino al 1568, principalmente con una produzione di vasellame farmaceutico, soprattutto albarelli e vasi a palla ornati con busti e medaglioni circondati da vegetazione fiorita con colori intensi che spiccano sul fondo blu intenso.
Perugia o Deruta
1565 circa
Maiolica
height: 21 cm
diametro bocca: 10 cm; diametro piede: 9,5 cm
Inv. 0466
L'albarello è un vaso farmaceutico con corpo cilindrico, spalle arrotondate, collo estroflesso e ornamenti dipinti sulla superficie.
Sotto il piede, ci sono graffiti che potrebbero indicare simboli di pesi o misure.
L'oggetto proviene dal corredo dell'Ospedale Maggiore di Perugia e presenta la sigla "DS ME". È stato prodotto dall'officina di Andrea delle Scine in collaborazione con Francesco di Mastro Onorato.
Il contenuto del vaso, la Confectio Hamech, era un preparato purgante a base di diversi ingredienti polverizzati: coloquintide, scammonea, agarico, senna e rabarbaro.
Pisa, bottega di Nicolò Sisti (?), o Montelupo
Fine del XVI secolo
Maiolica
height: 7.5 cmØ 15 cm
diametro piede 6,5 cm
Inv. 0683
La coppa semisferica è decorata all'esterno con grottesche su fondo bianco, mentre all'interno è raffigurata una scena con protagonisti una donna con bambino, ambientata in un edificio che si affaccia sul paesaggio montuoso.
La conservazione dell'opera è buona, anche se presenta alcune abrasioni diffuse, sbrecchi e distacchi di smalto all'orlo e al piede.
I colori predominanti sono blu, verde, giallo e arancio.
La stilizzazione delle grottesche, inclusi gli insetti neri, suggerisce un'origine dalla bottega pisana di Niccolò Sisti, attiva intorno al 1590.
Questa bottega, voluta dal granduca Ferdinando, produceva maioliche di alta qualità e aveva sede prima a Firenze e poi a Pisa.
Casteldurante (Urbania) (?)
Inizio del XVII secolo
Maiolica
height: 19 cmØ 9.5 cm
diametro piede 8 cm
Inv. 0659bis
L'albarello presenta una forma con spalle arrotondate, una rastremazione centrale cilindrica, un piede alto e un collo svasato.
Su di esso è raffigurata, all'interno di una cornice ovale, l'allegoria della Medicina, che porta gli attributi di Esculapio: un gallo e una verga con un serpente attorcigliato (riferimenti a Cesare Ripa e Vincenzo Cartari). Sotto l'immagine c'è un cartiglio con la scritta farmaceutica "TRIFA MAG A N°". Il resto della superficie è decorato con trofei d'arme in monocromia arancio su sfondo blu.
La conservazione è buona, sebbene presenti alcune sbavature e abrasioni ai bordi.
I colori principali sono blu, verde, giallo e arancio, con luminosità bianche.
Roma
Fine del XVI secolo
Maiolica
height: 34.5 cm
diametro bocca: 12 cm; diametro piede: 13 cm
Inv. 0441
Vaso con corpo ovoidale e collo cilindrico a bordo estroflesso; si presenta decorato in monocromia blu con una figura grottesca nuda che regge una civetta, circondata da uccelli e tralci di foglie e fiori.
Sull'altra faccia dell'oggetto, un angelo in piedi ad ali spiegate regge un cartiglio con la scritta "SEBESTEM" in caratteri gotici.
L'oggetto presenta abrasioni, cavilli e fratture incomplete sulla bocca e lungo la parete.
Il vaso conteneva Sebesten, un farmaco a base di un frutto dall'aspetto simile alla prugna, dall'albero Cordia myxa.
Roma (?)
Fine del XVI secolo
Maiolica
height: 35.5 cm
diametro bocca: 11,5 cm; diametro piede: 13 cm
Inv. 0442
Il vaso è di forma ovoidale, con collo cilindrico a bordo estroflesso.
L'ornato è in monocromia blu e consiste in un cartiglio con la scritta "MEL. VIOLATO" in caratteri gotici su cui è accovacciato un quadrupede dalla testa umana.
Dall'altra parte del vaso, circondata da tralci di foglie e fiori, spicca una figura a mezzo busto nuda con un berretto dalle orecchie animali e un cartello con scritto: "VIRTU NO VAL MANCO VAL LI / PREGHI CHI NO D QUELLI CHE FA / CANTAR LI CIEGHI".
Il contenuto del vaso, Miele violato, era miele misto a petali di viole.
Trapani
XVII secolo
Maiolica
height: 21.5 cm
diametro bocca: 5,5 cm; diametro piede: 11 cm
Inv. 0461
La bottiglia presenta un corpo ovoidale su piede ad anello e un collo alto con bordo estroflesso.
La decorazione principale è costituita da uno stemma raffigurante un'aquila ad ali spiegate, sormontata da una testa angelica, il tutto racchiuso in una ghirlanda di fiori e foglie. Il collo è ornato da cerchi concentrici.
La conservazione dell'oggetto è buona, nonostante piccoli distacchi di smalto, abrasioni, sbrecchi e cavillature, oltre a fratture incomplete sul corpo.
I colori predominanti sono blu, giallo, verde e arancione.
La bottiglia è ricollegabile, probabilmente, alla manifattura trapanese del Seicento. Durante il XVI secolo, Trapani importava maioliche dai principali centri italiani, come dimostra il caso delle mattonelle per il santuario della Madonna di Trapani, realizzate a Sciacca. Solo alla fine del secolo, con l'arrivo del maestro saccense Nicolao lo Xuto, si avviò una produzione locale, ispirata alle maioliche rinascimentali di Montelupo, Faenza e Casteldurante.
Nel 1615, l'arte della maiolica a Trapani raggiunse una regolamentazione ufficiale, con una produzione che includeva principalmente albarelli, vasi, boccali e piastrelle.
Urbino
Fine XVI secolo
Maiolica
height: 23.5 cm
Inv. 0411
La saliera presenta un'alta base quadrangolare sostenuta da zampe leonine, adornata da quattro scudi, sormontati da elmi e pennacchi, raffiguranti un leone rampante e tre stelle.
Dagli spigoli si ergono quattro sirene alate a mezzo busto, mentre sopra l'opera quattro putti, uniti da festoni, sostengono la vaschetta porta-sale, all'interno della quale è dipinta una figura femminile. Quattro conchiglie sono posate agli angoli sopra le teste delle sirene.
L'oggetto è frammentato e presenta diverse lacune, con mancanze rilevate all'orlo della vaschetta, in tre conchiglie, in parte delle figure e nelle due zampe di sostegno.
Nel 1991 l'opera ha subito un restauro che ha comportato la pulizia delle superfici, la ricomposizione dei frammenti e la sostituzione di una zampa leonina mancante con un cilindretto in polifilla.
I colori predominanti sono blu, verde e giallo arancio.
Urbino
Fine XVI secolo
Maiolica
height: 12.5 cm
Inv. 0675
La saliera è composta da quattro putti che siedono agli angoli di una base quadrangolare, intenti a sorreggere a braccia alzate una vaschetta rotonda per il sale.
Quest'ultima è decorata con un putto alato. Sulla base, tra i putti, si trovano quattro conchiglie.
L'oggetto è in condizioni mediocri, frammentato e restaurato in modo antiquario, con alcune lacune, tra cui una conchiglia completamente rifatta e un braccio mancante. Presenta sbrecchi, abrasioni e distacchi di smalto.
In questi oggetti, come in salsiere e calamai, si osserva un'evidente creatività nel design, con forme complesse e ornamentali, pensate per abbellire la tavola.
Deruta
1623
Maiolica
height: 20 cm
Ø bocca e piede: 9 cm
Inv. 0458
L'albarello è un contenitore cilindrico, con spalle arrotondate e un breve collo con bordo estroflesso.
È decorato con una ghirlanda e un cartiglio con la scritta "SERAPINO"; sopra il cartiglio si erge un monte trilobato con una croce, al di sotto San Francesco sostiene con la mano un'altra croce ed è fiancheggiato dalle iniziali "S F".
La maiolica, datata 1623, è decorata con i colori blu, verde, giallo e arancione. La conservazione dell'opera è buona, ma presenta piccoli difetti sulla superficie.
Fa parte del corredo di una spezieria francese, usato per contenere la gomma-resina stimolante e antispasmodica nota come Serapino o Sagapeno, utilizzata per gli empiastri e come componente della teriaca.
Deruta
Fine del XV - inizi del XVI secolo
Maiolica
height: 4 cmØ 24 cm
Inv. 0419
Alzata che presenta al centro un'immagine femminile di profilo a mezzo busto, circondata da denti di lupo e infiorescenze.
L'oggetto è arricchito da motivi ricurvi disposti radialmente sul retro e presenta sbrecchi e distacchi di smalto diffusi.
Manca completamente il piede, che è stato riparato con un restauro di tipo antiquario che interessa anche il bordo.
I colori predominanti sono il blu accompagnato dal lustro, una metallizzazione dorata che rappresenta una particolarità nella produzione derutese.
L'eccezionale padronanza di questa tecnica, di origine islamica, fu uno dei motivi di successo dei vasai derutesi, i quali in genere l'usavano a campitura su ornati delineati col solo blu di cobalto.
La tipologia con la "Bella" al centro e la corona di denti di lupo tutt'attorno, estremamente diffusa a Deruta, è considerata una delle più precoci, essendone stati rinvenuti frammenti assieme a quelli petal-back.
Deruta
Prima metà del XVI secolo
Maiolica
height: 19 cm
diametro bocca: 7,4 cm; diametro base: 9,5 cm
Inv. 0661
Il vaso a forma di pigna è sostenuto da un alto piede svasato ed è interamente colorato di lustro dorato.
Si presenta in un mediocre stato di conservazione, con una forma simile a quella dei vasi utilizzati nel Cinquecento per conservare unguenti a base di olio di pino; questi vasi si trovavano sia a lustro che in policromia.
Di solito, questa tipologia di vaso era dotata di un coperchio con presa a bottone, questo esemplare ne è sprovvisto.
Deruta
XVII secolo
Maiolica
height: 6 cmØ 21.5 cm
Ø piede: 11 cm
Inv. 0671
L'alzata possiede un basso piede e una parete baccellata con un orlo ondulato detto "crespina", il centro si presenta rialzato.
Al centro è raffigurato San Domenico, con un libro nella mano destra e una croce stretta nella sinistra, mentre indossa una veste bicolore.
Intorno al Santo si sviluppano delle grottesche su sfondo bianco. Si nota che la decorazione, secentesca derutese, è eseguita con mano rapida e vivace.
I colori utilizzati per la decorazione sono blu, verde, giallo e arancio.
La conservazione della maiolica è buona, con piccoli distacchi di smalto sul piede e sull'orlo e qualche abrasione.
Deruta
XVII secolo
Maiolica
6 × 9 × 20 cmØ 6.5 cm
Inv. 0664
La salsiera è ovale e baccellata, sostenuta da un piede svasato e con due anse contrapposte a forma di serpente.
Ha un motivo decorativo a grottesche che si estende su uno sfondo bianco, con grandi sirene alate e bifide; il tutto è dipinto in blu, verde, giallo e arancione.
La conservazione è buona, con piccoli difetti di smalto sull'orlo e sul piede.
Manises
XVIII secolo
Maiolica
height: 7.5 cmØ 34.5 cm
Inv. 0438
Ciotola con disegno di un uccello di profilo sul fondo, con ali e coda piumosa, circondato da rami di foglie e fiori.
L'opera è stata frammentata e restaurata con un vecchio metodo antiquario e presenta segni di usura come sbrecchi, piccoli distacchi di smalto e abrasioni.
Il colore è un ramato lucido.
Montelupo
Fine XVI - inizi del XVII secolo
Maiolica
height: 21 cm
diametro bordo: 9 cm; diametro piede: 10,5 cm
Inv. 0459
L'albarello, di forma cilindrica e con una leggera rastremazione centrale, è decorato con motivi di tralci di foglie e frutti in monocromia turchina.
Sul lato anteriore è presente uno stemma miniato che raffigura un pesce, mentre sotto di esso si trova un cartiglio con estremità arricciolate, ma privo di scritte.
I colori utilizzati sono blu, verde, giallo e arancione.
L'oggetto è in condizioni discrete, nonostante presenti diversi distacchi di smalto, abrasioni e cavillature.
Faenza
Metà del XVI secolo
Maiolica
height: 23 cm
diametro bocca: 9,5 cm; diametro piede: 10,5 cm
Inv. 0427
Versatore con corpo ovoidale su alto piede svasato, collo cilindrico, becco a tubetto e ansa a nastro verticale. L'ornamento dell'opera consiste in un motivo a quartieri con foglie frastagliate all'interno, mentre sotto il becco si trova un medaglione con un profilo armato e un cartiglio con scritta farmaceutica illeggibile.
Il versatore è frammentato e lacunoso, presenta un vecchio restauro antiquario che interessa il becco, la bocca, il corpo sotto il medaglione e la base.
I colori predominanti sono blu, giallo, arancio e verde.
Presenta somiglianze con altri prodotti in ceramica faentini.
Montelupo
Fine del XVI secolo - inizi del XVII secolo
Maiolica
height: 22 cm
diametro bocca e piede: 7,5 cm
Inv. 0412
Il versatore è caratterizzato da un corpo ovoidale, un piede ad anello, un becco a tubetto e un'ansa verticale a nastro.
La decorazione monocromatica blu presenta tralci di foglie e frutti, oltre allo stemma Serristori, le lettere "LCB" e il cartiglio con la scritta farmaceutica "DIA MORON" in caratteri latini.
La conservazione è buona, nonostante alcuni segni di usura e un vecchio restauro di tipo antiquario.
Il Diamoron era un preparato a base di succo di more di gelso nero e miele, utilizzato in passato come rimedio medico.
Montelupo
Prima metà del XVII secolo
Maiolica
height: 22 cm
diametro bordo: 7 cm; diametro piede: 8 cm
Inv. 0472
Il versatore ha un corpo ovoidale su piede ad anello, con un becco a tubetto collegato al collo mediante un cordone. L'ansa è completamente mancante, sebbene rimanga l'attacco.
La decorazione consiste in tralci di foglie e frutti, mentre sulla parte anteriore, sotto il beccuccio, si trova un cartiglio dalle estremità arricciolate, senza scritta. Sul retro, sotto l'attacco dell'ansa, sono tracciate le lettere "PA" all'interno di tre cerchi concentrici.
Lo smalto presenta distacchi e abrasioni diffuse.
I colori predominanti sono blu, verde, giallo e arancio.
La decorazione con foglie di vite, tipica delle botteghe di Montelupo nella seconda metà del Cinquecento e nel Seicento, compare inizialmente in monocromia blu e successivamente in versioni colorate, mantenendosi a lungo nel tempo.
In questo esemplare, il tratto sintetico e più libero indica una produzione del Seicento, mentre le lettere sotto il manico identificano la bottega d'origine. La sigla "PA" o "DA" è presente su alcuni versatori dell'ospedale Serristori di Figline e su scarti di fornace cinquecenteschi a Montelupo.
Montelupo
XVI secolo
Maiolica
height: 26.5 cm
diametro bocca: 10 cm; diametro base: 10,5 cm
Inv. 0416
L'albarello è un vaso cilindrico ornato a palmette persiane ed elementi rotondi congiunti da file di tratteggi.
Ha subito distacchi di smalto, abrasioni e presenta una frattura incompleta sul corpo.
Nel 1991 è stato rimosso un vecchio restauro ed è stato effettuato un nuovo intervento con ricostruzione del collo in polifilla e integrazione pittorica.
I colori sono blu, giallo e arancio.
La palmetta persiana è di origini medio-orientali e fa parte del repertorio del gotico tardo. È comune nella maiolica a Faenza e a Montelupo, dove assume un aspetto appiattito e schizzato. Questo albarello è stato probabilmente prodotto nella seconda metà del Cinquecento.
Montelupo o Faenza
Fine del XVI - inizi del XVII secolo
Maiolica
height: 6 cmØ 25 cm
Ø piede 13 cm
Inv. 0674
L'alzata è composta da una base su basso piede con bordo ondulato, decorato con un tralcio di foglie al centro, foglie frastagliate, delfini all'interno di quartieri e fasce concentriche sul retro.
Gli smalti presentano numerose abrasioni e scalfitture nei colori blu, verde, giallo e arancione.
Potrebbe essere una produzione faentina, con i quartieri tipici della maiolica faentina del XVI secolo, che probabilmente ha influenzato il modello montelupino.
L'oggetto è stato frammentato, reintegrato e ricomposto attraverso un vecchio restauro di tipo antiquario, attualmente leggermente alterato.
Gerace, bottega del Maestro della farmacia Mastroieni (?)
XVII secolo
Maiolica
height: 31 cm
Ø bocca: 12,5 cm; Ø piede 15 cm
Inv. 0449
Il vaso presenta un corpo globulare con piede diritto e un breve collo a bordo estroflesso.
Vi è dipinto un medaglione incorniciato da volute e recante un busto maschile, con un elmo sul capo e posto di profilo. La restante superficie è coperta di tralci di foglie e grandi fiori su sfondo blu.
La conservazione è mediocre, con un'ampia lacuna alla bocca e piccoli difetti sulla superficie.
I colori predominanti sono il blu, il verde, il giallo e l'arancio.
Officina indeterminata
XIX secolo
Maiolica
height: 31.5 cm
Ø bocca e piede 10 cm
Inv. 0500
Il vaso presenta un corpo ovoidale su un alto piede a disco, con un collo modanato dal bordo estroflesso, inoltre, ha due anse verticali a forma di serpente, con mascheroni plastici alla base.
Da un lato del vaso è raffigurato uno stemma non identificato, mentre dall'altro un uomo coronato insegue una donna nuda che si trasforma in albero. Sotto la base si trova una sigla leggibile come "Ro".
L'oggetto è frammentato e ricomposto, con una superficie granulosa dovuta a ribolliture durante la cottura. Dopo un intervento di restauro nel 1991, è stata rimossa una vernice scura che nascondeva le giunture dei frammenti.
I colori utilizzati sono blu, verde, giallo, arancio e viola.
La scena rappresenta una fusione tra i miti di Apollo e Dafne e di Mirra e Cinira, suggerendo una produzione ottocentesca di revival ispirata a Ippolito Rombaldoni.
Il vaso narra storie mitologiche ricche di significato simbolico, evidenziando la tradizione ceramica che celebra la bellezza artistica e il racconto di metamorfosi.
Palermo
1610 circa
Maiolica
height: 31.5 cm
diametro bocca: 10,5 cm; diametro piede: 9 cm
Inv. 0428
Vaso di forma globulare con un bordo estroflesso e una decorazione di fasce parallele di varie dimensioni, infiorescenze, cornici ovali, foglie frastagliate, tralci, treccia e riquadri obliqui paralleli.
Al centro c'è un medaglione con un busto maschile di profilo e sotto di esso c'è una scritta farmaceutica che allude al medicinale "sciroppo di rose solutivo de quinque".
L'oggetto è frammentato ed è stato ricomposto, reintegrato e presenta vari danni.
Il vaso proviene dalla produzione seicentesca siciliana e viene generalmente associato ai ceramisti di Palermo come i Lazzaro o Andrea Pantaleo.
Gerace, bottega di Giacomo Cefali
Metà del XVII secolo
Maiolica
height: 30.5 cm
Ø bocca e piede:13,5 cm
Inv. 0450
Il vaso ha forma globulare, con un piede ad anello e un collo breve a bordo estroflesso.
Sulla superficie è presente, in un lato, la raffigurazione di una santa martire incoronata, mentre nell'altro lato è dipinto un uomo barbuto a mezzo busto, entrambe le figure sono circoscritte da medaglioni; il resto è decorato con tralci di foglie e fiori su sfondo blu.
La conservazione della maiolica è buona, presenta solo una frattura incompleta che si estende dal piede.
I colori predominanti sono blu, verde, giallo e arancione.
Alfonso Patanazzi
ca. 1620
majolica
height: 80.5 cm
diametro bocca e piede: 27 cm
inv. 480
L'albarello presenta spalle arrotondate, una rastremazione cilindrica al centro, un bordo espanso e un coperchio a cupola sormontato da un'aquila plastica.
È decorato con due anse verticali a forma di sirena alata. Sul fondo azzurro sono raffigurate, in monocromia blu, due scene di significato incerto: da un lato alcuni personaggi seduti attorno a un tavolo con libri e vasellame, mentre dall'altro un personaggio sdraiato sotto un albero e un cavaliere che si allontana.
I colori utilizzati sono blu con lumeggiature bianche su fondo azzurrato.
Lo stile pittorico, caratterizzato da figure pesanti e panneggi rigidi, è attribuito ad Alfonso Patanazzi, l'ultimo grande maestro dell'istoriato urbinate. Dopo la sua formazione sotto Francesco Patanazzi, Alfonso ereditò l'impresa nel 1616.
Antonio Patanazzi
ca. 1580
majolica
height: 5.5 cmØ 19.5 cm
Ø piede 7,5 cm
inv. 682
La coppa presenta un piede svasato e due anse serpentiformi, verticali e contrapposte.
Al centro, all'interno di un tondo, è raffigurata una donna intenta ad allattare un bambino, circondata da grottesche su fondo bianco.
La conservazione dell'oggetto è discreta, anche se si presenta frammentato ed è stato ricomposto tramite un vecchio restauro antiquario. Rimangono lacune al piede, sbrecchi e abrasioni diffuse.
I colori utilizzati includono blu, verde, giallo, arancio e lumeggiature bianche.
Gerace, bottega di Giacomo Cefali o Maestro della farmacia Lentini
XVII secolo
Maiolica
height: 31.5 cm
Ø bocca: 13 cm; Ø piede: 13,5 cm
Inv. 0446
Il vaso possiede un corpo globulare, con un breve collo a bordo estroflesso.
La superficie è decorata con due busti, in medaglioni circolari, contrapposti; uno dei busti è probabilmente femminile, visto di fronte, mentre l'altro è maschile, di profilo e con un elmo. Il resto del vaso ha una decorazione di tralci di foglie e fiori su sfondo blu.
La conservazione del vaso è mediocre e presenta diverse imperfezioni, tra cui un grosso sbrecco sul bordo e distacchi di smalto, abrasioni e cavilli.
I colori utilizzati sono blu, verde, giallo e arancione.
Perugia o Deruta
1565 circa
Maiolica
height: 22 cm
diametro bocca: 10 cm; diametro piede: 9,5 cm
Inv. 0467
L'albarello presenta un corpo cilindrico con spalle arrotondate e un basso piede, dotato di un collo con bordo estroflesso.
L'ornato è costituito da una cornice ovale a trofei, attraversata da un cartiglio con la scritta farmaceutica "DIAFINICON". Sopra la scritta è presente il monogramma dell'ospedale "DS ME" (Domus Misericordiae), sormontato da una croce e affiancato da due trofei d'arme, mentre sotto sono dipinti altri trofei. Sotto il piede sono presenti alcuni simboli graffiti.
L'oggetto è frammentato e ricostruito con un vecchio restauro antiquario alterato. Presenta sbrecchi, abrasioni, distacchi di smalto e cavillo diffusi.
I colori utilizzati sono blu, verde, giallo e arancio.
L'albarello è stato utilizzato per l'Electuarium diaphoenicum, un purgativo a base di datteri (in greco foinix), scammonea e molti altri ingredienti, utilizzato per varie patologie come letargie, idropisia e paralisi.
Pesaro
17th century
majolica
height: 6.5 cmØ 25 cm
Ø piede 11,5
inv. 417
L'alzata presenta un piede svasato ed è decorata con grottesche su fondo bianco, disposte simmetricamente lungo un asse centrale. Su questo asse si sovrappongono sfingi alate, una colonna, un cammeo e una testina angelica.
Le grottesche richiamano, per il colore brunastro e la stilizzazione, un piatto con stemma Della Rovere ritenuto pesarese, conservato nel Museo Civico di Pesaro.
Questa alzata si inserisce in una tradizione di ceramica marchigiana che utilizza motivi decorativi complessi e stilizzati tipici del periodo rinascimentale. La sua ornamentazione riflette l'influenza delle botteghe locali e la diffusione della maiolica a grottesche nell'arte ceramica dell'epoca.
Pesaro o Urbania
Seconda metà del XVIII secolo
Maiolica
height: 18.5 cm
diametro orlo: 9,5 cm; diametro piede: 9 cm
Inv. 0460
Il versatore ha un corpo globulare su una base alta e un piede a disco, con sopra un collo cilindrico dal bordo ingrossato, un becco a tubetto e un'ansa a nastro verticale opposta al becco.
Sul retro, sotto l'ansa, è presente un cartiglio senza scritta, attorno al quale si sviluppano decorazioni a tralci di peonie e frutti lungo l'ansa.
L'oggetto è frammentato, ricomposto e reintegrato a causa della perdita di parte del beccuccio, del collo, della bocca e del piede. Presenta abrasioni e sbrecchi diffusi, con un restauro antiquario ormai deteriorato.
I colori utilizzati sono blu, verde, giallo, arancione e rosso.
Pesaro o Urbania
Seconda metà del XVIII secolo
Maiolica
height: 18.5 cm
diametro orlo: 9,5 cm; diametro piede: 9 cm
Inv. 0502
Il versatore presenta un corpo globulare su una base alta e un piede a disco, con sopra un collo cilindrico dal bordo ingrossato, un becco a tubetto e un'ansa a nastro verticale.
Nella parte posteriore, sotto l'ansa, è visibile un cartiglio con la scritta farmaceutica "SYR. DE. QIMQVE. RADIC.", riferita allo sciroppo delle cinque radici magistrali, un preparato a base di appio, finocchio, prezzemolo, brusci, asparagi e petrosellino.
Intorno al cartiglio e lungo l'ansa si trovano decorazioni a tralci di peonie e frutti.
L'oggetto è frammentato e reintegrato; inoltre, presenta abrasioni e sbrecchi.
I colori predominanti sono blu, verde, giallo, arancione e rosso.
L'attribuzione alla produzione marchigiana, in particolare di Pesaro, è supportata dalla forma, tipica delle ceramiche settecentesche pesaresi.
Faenza
Metà del XVII secolo
Maiolica
height: 30.5 cmØ 12 cm
diametro piede 9,5 cm
Inv. 0403
Il versatore presenta un corpo ovoidale baccellato, poggiato su un piede svasato, con un collo caratterizzato da un bordo ingrossato e arrotondato. È dotato di un'ansa a staffa e di un beccuccio, sotto il quale è dipinto uno scudo ovale sorretto da due figure femminili.
All'interno dello scudo si trova l'emblema del pellicano, simbolo di nutrimento per i piccoli attraverso il suo sangue, rappresentato su un albero. Sotto il piede è incisa la sigla "F-G".
I colori predominanti sono blu, verde, giallo e arancio.
Lo smalto bianco e coprente, insieme alla forma mossa ispirata all'argenteria manierista e all'ornato eseguito con pennellate rapide e sintetiche in tonalità attenuate, collocano questo versatore nell'ambito dei "bianchi" e dello stile compendiario. Questo stile ha avuto origine a Faenza intorno al 1540 e si è affermato soprattutto nella seconda metà del XVI secolo e nei decenni successivi.
L'emblema del pellicano è presente nell'araldica faentina, in particolare nella famiglia Minguzzi, ed è documentato nei blasonari locali come sigillo del podestà.
Versatori con il manico di questa forma sono piuttosto comuni.
Roma
XVIII secolo (?)
Maiolica
height: 16 cm
diametro bocca: 13 cm; diametro piede: 7,5 cm
Inv. 0475
Il boccale possiede un corpo globulare, con un alto collo svasato, una bocca trilobata e con un'ansa a nastro verticale opposta al beccuccio.
La decorazione principale include uno stemma papale, ormai illeggibile, situato sotto il beccuccio e sormontato dalle chiavi decussate, circondato da motivi vegetali schizzati velocemente. Sotto l'ansa è presente la scritta "ROMA".
Lo stato di conservazione è mediocre, con sbecchi e distacchi dello smalto in diverse aree del corpo, della bocca e dell'ansa e una frattura parziale sul fondo del piede, già restaurata.
I colori predominanti sono blu e arancione.
Questo boccale è un esempio di produzione popolare romana, caratterizzata da stemmi ed emblemi papali tracciati in modo estremamente corsivo.
Questi oggetti, spesso boccali o piatti, erano probabilmente destinati come souvenir per i numerosi visitatori di Roma.
Roma (?)
Fine del XVI secolo
Maiolica
height: 33.5 cm
diametro bocca: 12 cm; diametro piede: 13 cm
Inv. 0453
Il vaso ha un corpo ovoidale e un collo cilindrico a bordo estroflesso con ornamenti monocromatici blu.
Questi includono un cartiglio con la scritta "S. VIOLATO" in gotico e sormontato da una sirena bifida; mentre sotto appare un bucranio affiancato da due uccelli.
Sull'altro lato del vaso due figure alate inginocchiate reggono verticalmente due cartigli che recitano: "NON JUDICAR EL DI NATI LA SERA" "POCO NON FA A CHI FORTUNA FUZE". Le scritte indicano che non bisogna giudicare il giorno prima che sia venuta la sera e che chi non è assistito dalla fortuna riesce a fare poco.
Il contenuto del vaso era "sciroppo di fiori di viole", utilizzato per le affezioni catarrali delle vie aeree.
Ippolito Rombaldoni
1678
maiolica
height: 82 cm
diametro bocca: 29,5 cm; diametro piede: 33 cm
inv. 484
Il vaso ha un corpo ovoidale, un alto piede a disco con modanature e un collo a bordo estroflesso. Presenta due anse verticali contrapposte a forma di serpente, con mascheroni plastici alla base.
Da un lato è raffigurata l'allegoria della Gloria, rappresentata come una donna che regge un canestro di fiori; dall'altro, l'allegoria dell'Eloquenza, raffigurata come una donna alata circondata da ascoltatori intenti a trascrivere le sue parole, mentre Cupido cavalca in cielo. Attorno al piede è incisa la scritta "ELOQENZA / GLORIA", mentre sotto il piede si legge "Hipolito Rombaldotti d'Vrbania pinse l'anno 1678, 25 9enb".
I colori predominanti sono blu, verde, giallo, arancio e bruno.
Iconograficamente, l'immagine della Gloria è tratta dai Documenti d'Amore di Francesco da Barberino, pubblicati nel 1640.
Il vaso potrebbe far parte di un gruppo realizzato per i Barberini. La firma sul vaso attesta l'esecuzione da parte di Ippolito Rombaldoni (1619-1679), attivo a Urbania e noto per il suo stile accademico ed eclettico.
Rombaldoni assimilò influenze da artisti contemporanei come Domenico Peruzzini e Cecco Bravo, il che si riflette nel suo modo di decorare le maioliche con scene complesse ispirate a fonti grafiche marchigiane e bolognesi.
Trapani
Seconda metà del XVII secolo
Maiolica
height: 30 cm
diametro bocca e piede: 10,5 cm
Inv. 0490
L'albarello presenta un corpo cilindrico con una rastremazione centrale, spalle angolate, un piede a disco e un collo a bordo estroflesso.
Al centro c'è uno stemma miniato, circondato da una ghirlanda di fiori, foglie e frutti, con circoli concentrici intorno al piede e al collo; inoltre, sono presenti disegni vegetali stilizzati in blu sul retro.
La conservazione è discreta, con alcune crepe, abrasioni e una piccola frattura.
I colori predominanti sono blu, verde, giallo e arancione.
Trapani
Seconda metà del XVII secolo
Maiolica
height: 30 cm
diametro bocca e piede: 10,5 cm
Inv. 0491
L'albarello presenta un corpo cilindrico con rastremazione centrale, spalle angolate, piede a disco e collo a bordo estroflesso.
Al centro del corpo è presente uno stemma miniato racchiuso in una ghirlanda di fiori, foglie e frutti, mentre circoli concentrici adornano il piede e il collo; motivi vegetali stilizzati si trovano sul retro in blu.
Nonostante sia frammentato e restaurato, è possibile notare i colori originali: blu, verde, giallo e arancione.
Trapani
Seconda metà del XVII secolo
Maiolica
height: 29.5 cm
diametro bocca: 10,5 cm; diametro piede: 9,5 cm
Inv. 0489
L'albarello ha un corpo cilindrico, con una rastremazione centrale, spalle angolate, piede a disco e collo dal bordo estroflesso.
Al centro del corpo è stato miniato uno stemma, circondato da una ghirlanda di fiori, foglie e frutti; ci sono anche dei cerchi al piede e al collo e motivi vegetali stilizzati in blu sul retro.
Lo stato di conservazione mostra alcuni problemi come sbrecchi all'orlo, piccoli distacchi di smalto, abrasioni diffuse, cavillo e fratture incomplete alla bocca.
I colori utilizzati sono blu, verde, giallo e arancio.
Trapani
XVII secolo
Maiolica
height: 28.5 cm
diametro bocca e piede: 11 cm
Inv. 0492
L'albarello presenta un corpo cilindrico con una figura centrale, circondata da due teste umane, due di leone e un mascherone, il tutto racchiuso in una ghirlanda di foglie lanceolate.
Sul retro ci sono nastri bianchi a volute su uno sfondo blu.
Attorno al piede e al collo, invece, sono presenti dettagli di cerchi e punti.
L'albarello presenta segni di usura e sbrecchi all'orlo e al piede, piccoli distacchi di smalto, abrasioni diffuse e una frattura incompleta dal piede alla parete.
I colori predominanti sono blu, verde, giallo e arancio.
Trapani
XVIII secolo
Maiolica
height: 28.5 cm
diametro bocca e piede: 11 cm
Inv. 0493
L'albarello ha forma cilindrica con rastremazione centrale, spalle angolate e piede ad anello.
La decorazione comprende uno stemma miniato al centro, circondato da due teste umane di profilo, due di leone e un mascherone, contornati da una ghirlanda di foglie lanceolate.
Il retro presenta nastri bianchi a volute su fondo blu, mentre cerchi concentrici e file di punti si distribuiscono attorno al piede e al collo del vaso.
La conservazione dell'opera presenta alcune abrasioni diffuse, piccoli distacchi di smalto e sbrecchi all'orlo e al piede.
Il colore predominante è il blu, accompagnato da verde, giallo e arancione.
Lo stemma appartiene ai marchesi Favara di Mozzara di Trapani. L'albarello rispecchia lo stile della produzione secentesca trapanese.
Umbria
Fine del XIX - inizi del XX secolo
Maiolica
height: 8 cmØ 40 cm
Ø piede 13 cm
Inv. 0435
Il piatto presenta un cavetto poco profondo e un'ampia tesa, con due fori di sospensione sul piede a indicarne l'uso da pompa.
Al centro è dipinta l'immagine di una donna a mezzo busto di profilo, circondata da un cartiglio con la scritta "PA / TA-SILEA BELLA / PFVDIT". La tesa è suddivisa in quattro scomparti decorati a embricazioni, in colori blu e lustro dorato.
La conservazione è buona, con piccoli distacchi di smalto, sbrecchi e abrasioni diffuse.
Questo piatto è un'imitazione della tipologia con la "Bella donna", diffusa a Deruta nella prima metà del Cinquecento. Potrebbe essere un'opera del revival umbro, ovvero la produzione di imitazioni e rielaborazioni neorinascimentali, che si affermò a Gubbio, Gualdo e più tardi a Deruta, a partire dalla metà del XIX secolo.
Urbania
XVII secolo
Maiolica
height: 11 cmØ 17.5 cm
Ø piede 10 cm
Inv. 0662
La coppa presenta una forma troncoconica con alto piede svasato e modanato, due anse passanti orizzontali sagomate a mascherone e decorazione a grottesche su fondo bianco
(raffaellesche).
L'opera è frammentata, ricomposta e reintegrata, con distacchi di smalto e abrasioni all'orlo, e manca di parte delle anse, sulle quali restano tracce di un vecchio restauro di tipo antiquario.
I colori utilizzati sono blu, giallo, arancio e bruno.
La forma della coppa richiama tipologie di Urbino e di Casteldurante datate alla fine del Cinquecento o al Seicento.
L'ornamentazione di tipo grottesco sintetico trova riscontri nella produzione successiva di Giuseppe Bertolucci a Urbino e Pesaro e nell'officina pesarese Casali e Callegari. Tuttavia, una similitudine particolarmente rilevante è stata trovata nel materiale di scavo locale conservato nel Museo Diocesano di Urbania.
Urbania, Ippolito Rombaldoni
Seconda metà del XVII secolo
Maiolica
height: 80 cm
diametro bocca: 28 cm; diametro piede: 28,5 cm
Inv. 0482
Il vaso presenta un corpo ovoidale e un alto piede a disco, con collo a bordo estroflesso e due anse verticali a forma di serpente con due mascheroni alla base.
Un lato del vaso rappresenta la scena biblica di Susanna, insidiata dai Giudici di Israele nel bagno, mentre l'altro lato raffigura la caduta di Saulo sulla via di Damasco, accecato dalla visione di Cristo.
L'oggetto è stato frammentato, ricostruito e reintegrato, con parti di anse mancanti. Nel 1991 è stato sottoposto a un nuovo restauro, durante il quale è stato rimosso un vecchio restauro di tipo antiquario.
Lo stile e la forma del vaso indicano la bottega di Ippolito Rombaldoni di Urbania. La scena di Susanna è tratta da un'incisione di Agostino Carracci.
Il vaso è colorato con sfumature di blu, verde, giallo, arancio e bruno.
Lombardia (Pavia?)
XIX sec
Maiolica
height: 77 cm
diametro bocca: 24; diametro piede: 26 cm
Inv. 0478
Vaso presenta un corpo ovoidale con collo sagomato e due anse verticali e arricciolate, decorate con teste leonine.
Il coperchio, a cupola, ha un pomello a forma di leone che regge uno stemma dipinto con tre pervinche, mentre sul ventre del vaso è raffigurato uno scudo con un elmo e il motto "IBO VINCAS".
Il pezzo è frammentato e ricomposto, con danni e abrasioni diffusi visibili sulla superficie.
I colori predominanti sono il blu, il verde, il giallo e l'arancione.
Urbania, Ippolito Rombaldoni
Seconda metà del XVII secolo
Maiolica
height: 81 cm
diametro bocca: 27 cm; diametro piede: 30 cm
Inv. 0483
Vaso con corpo ovoidale, un alto piede a disco, un collo a bordo estroflesso e due anse verticali a forma di serpente con mascheroni alla base.
Sulla superficie sono rappresentati due episodi biblici: Lot e le figlie (Genesi 19, 31-37) e la lapidazione di Stefano (Atti 7, 51-60).
L'oggetto è frammentato e restaurato in modo antiquario, con colori blu, verde, giallo, arancio e bruno.
Manca parte del piede e delle anse, con sbrecchi e distacchi di smalto diffusi.
Lo stile e la forma indicano che proviene dalla bottega di Ippolito Rombaldoni di Urbania.
Lombardia (Pavia?)
XIX sec
Maiolica
altezza: 52 cm (alle anse); diametro bocca: 18 cm; diametro piede: 18,5 cm
Inv. 0444
Vaso ovale con un piede alto e due maniglie verticali arricciate che presentano due teste di leone a rilievo nelle estremità delle maniglie.
Sulla superficie del vaso è dipinto uno scudo con pervinche e sopra di esso c'è un elmo con il motto "IBO VINCAM".
Il vaso è frammentato, ma è stato restaurato nel 1991.
Urbania, Ippolito Rombaldoni
Seconda metà del XVII secolo
Maiolica
height: 73 cm
diametro bocca: 26 cm; diametro piede (di restauro): 23 cm
Inv. 0485
Il vaso presenta un corpo ovale sostenuto da un alto piede, un collo con bordo estroflesso e due manici verticali a forma di serpente con due mascheroni alla base.
Una parte del vaso riporta la raffigurazione dell'arcangelo Michele che respinge Satana all'inferno, mentre l'altra parte raffigura l'evangelista Giovanni intento a scrivere Il Libro, sorretto da un angelo con l'aquila alle spalle.
L'oggetto è stato frammentato, ricomposto e reintegrato e manca del piede e parte delle anse, con sbrecchi e distacchi di smalto.
Lo stile e la forma del vaso indicano la bottega di Ippolito Rombaldoni di Urbania. La figura di San Michele è probabilmente ispirata a Guido Reni o all'incisione di Nicolas Beatrizet, mentre l'evangelista deriva dall'incisione di Bernard Salomon.
Il vaso mostra colori come blu, verde, giallo, arancione e marrone.
Lombardia (Pavia?)
XVIII sec
Maiolica
height: 15.5 cm
diametro bocca: 7,5 cm; diametro base: 8 cm
Inv. 0496
Vaso di forma ovoidale con piede svasato sagomato e collo a bordo estroflesso.
Ci sono due manici arricciolati a serpente, verticali e contrapposti, rappresentanti da una parte un santo di profilo in un medaglione incorniciato da archetti, mentre dall'altra parte una testa angelica.
Ci sono stati dei restauri di tipo antiquario che hanno portato a degli evidenti sbrecchi al piede e hanno interessato alcune parti delle anse.
La foggia dei manici richiama quella dei vasi pavesi, quindi potrebbe essere una produzione di modesta qualità delle officine di Pavia.
Urbino
1560-1575 circa
Maiolica
height: 9.5 cmØ 20 cm
Ø piede 15 cm
Inv. 0668
La salsiera, caratterizzata da un alto piede svasato e baccellato, è sagomata per assomigliare a una conchiglia, la cui forma crea la bocca spalancata di una testa mostruosa situata a un'estremità.
All'interno, è dipinta la figura di un putto che suona la tromba e regge uno scudo, il tutto su uno sfondo paesaggistico.
I colori predominanti sono blu, giallo, arancio e bruno.
Questa salsiera appartiene a una produzione plastica tipica della ceramica urbinate della seconda metà del Cinquecento e degli inizi del secolo successivo, che include anche saliere e calamai.
La rapida esecuzione del putto centrale suggerisce una possibile attribuzione alla produzione tarda dei Fontana o alla bottega dei Patanazzi, dove la forma è presente nel suo schema di base, ovvero la conchiglia che emerge dalla bocca mostruosa, ma che presenta numerose varianti.
Lo stile decorativo richiama il lavoro dell'artista urbinate "Gironimo" di Tomaso, attivo fino al 1575 a Urbino prima di trasferirsi a Savona e poi a Lione, dove morì.
Urbino
Fine del XVI secolo - inizi del XVII secolo
Maiolica
height: 17 cmØ 6.5 cm
Inv. 0677
Versatore dalla forma ovoidale con alto piede svasato e becco a tubetto.
La decorazione, che presenta grottesche su fondo bianco, è suddivisa verticalmente in scomparti. Sotto il beccuccio, spicca una grande sirena bifida ad ali spiegate.
L'oggetto è in cattivo stato di conservazione e manca quasi completamente del collo.
I colori utilizzati sono blu, verde, giallo, arancio e bruno.
La sua forma risale alla fine del cinquecento ed è probabilmente legata alla manifattura Patanazzi. La decorazione della grottesca è simile a quella del servizio "ardet eternum", il cui nome si rifà all'impresa nuziale di Alfonso d'Este e Margherita Gonzaga.
Urbino, Alfonso Patanazzi
1620 circa
Maiolica
height: 81 cm
diametro bocca: 26,5 cm; diametro piede: 27 cm
Inv. 0481
Albarello che si presenta con spalle arrotondate, una rastremazione cilindrica al centro e un bordo espanso con un coperchio a cupoletta, sormontato da un'aquila plastica.
Sulla superficie vi sono dipinte, in monocromia blu su fondo azzurrato, due scene di incerto significato; la prima è una scena funebre, con personaggi intorno a un catafalco, la seconda è una scena di mungitura in ambiente agreste, con una capra e un palmipede.
L'oggetto è frammentato e ricostruito con piccole lacune al coperchio e alla figura di una sirena. Lo stato di conservazione, nel suo insieme, è buono.
La scena funebre potrebbe essere tratta da un'incisione di Bernard Salomon, in una pubblicazione del 1559, che rappresenta la morte di Giuseppe.
Gerace, bottega di Giacomo Cefali
XVII secolo
Maiolica
height: 31 cm
Ø bocca 11,5 cm
Ø piede 13,5 cm
Inv. 0448
Il vaso, di forma globulare, presenta un piede cilindrico e un breve collo con bordo estroflesso.
Su di esso sono dipinti, all'interno di due medaglioni contrapposti, due busti: uno di fronte e l'altro di profilo. La superficie restante è decorata con tralci di foglie e fiori su sfondo blu.
L'oggetto è frammentato e poi ricomposto e reintegrato tramite un vecchio restauro di tipo antiquario, ormai alterato, con segni di sbavature, distacchi di smalto e cavilli.
I colori predominanti sono blu, verde, giallo e arancio.
Urbino, Francesco e Alfonso Patanazzi
Inizi del XVII secolo
Maiolica
height: 6 cmØ 24 cm
Ø piede 9,5 cm
Inv. 0418
L'alzata, appartenente al tipo crespina, ha una tesa sagomata e presenta decorazioni a grottesche su sfondo bianco, con figure simmetriche rispetto a un asse centrale, tra cui una figura con ramoscelli sorretta da una sfinge alata, altre sfingi, delfini e caproni.
La conservazione è buona, nonostante alcune abrasioni e incrinature.
I colori predominanti sono blu, verde, giallo, arancione e nero. Le grottesche ricordano lo stile dei Patanazzi di Urbino, in particolare il maestro Francesco e il figlio adottivo Alfonso.
Questa produzione tardocinquecentesca urbinate aveva forme complesse a più piani e veniva utilizzata come decorazione per la tavola oltre che nella funzione pratica.
Valenza o Manises
XVII secolo
Maiolica
height: 21 cm
diametro bocca: 7 cm; diametro base: 9,5 cm
Inv. 0679
Il vaso presenta un corpo biconico con un piede a disco, un alto collo con tre scanalature al bordo e due anse verticali contrapposte.
La decorazione consiste in due grandi uccelli circondati da tralci di foglie e fiori, eseguiti con la tecnica del pardalot, caratterizzata dall'uccello con le ali rigate e da motivi spiraliformi.
L'oggetto è stato frammentato e ricomposto, manca di un'ansa che è stata reintegrata con un restauro antiquario ormai alterato dal tempo. Presenta anche sbrecchi e abrasioni diffuse.
Il colore è lustro rosso rame.
Valenza o Manises
XVII secolo
Maiolica
height: 23.5 cm
diametro bocca: 8,5 cm; diametro base: 9,5 cm
Inv. 0678
Il vaso è caratterizzato da un corpo biconico, sostenuto da un piede a disco e sormontato da un collo alto con tre scanalature al bordo e due anse verticali contrapposte.
Presenta come ornamento due grandi uccelli circondati da tralci di foglie e fiori.
L'oggetto è stato ricostruito dopo essere stato frammentato, ma manca di parte del piede e il vecchio restauro è ora alterato, compromettendone la stabilità. Ci sono anche segni di scheggiature e abrasioni.
Il lustro è di colore rosso rame.
Maiolica
height: 21 cm
diametro bocca: 10 cm; diametro piede: 9,5 cm
Inv. 0464
Albarello di forma cilindrica, con spalle arrotondate, basso piede e collo dal bordo estroflesso.
Sull'ornato è presente una cornice ovale a trofei, attraversata da un cartiglio con la scritta farmaceutica "LO. D. SQVILLA"; sopra il cartiglio è presente il monogramma dell'ospedale "DS ME", sormontato da una croce e affiancato da due trofei d'arme. Al di sotto della scritta è dipinto un altro gruppo di trofei. Si individuano simboli graffitati sotto il piede.
L'albarello presenta piccoli distacchi di smalto, abrasioni alla bocca e al piede e sbrecchi, ma i colori, blu, verde, giallo e arancio, sono ancora visibili.
Conteneva il "Looch di squilla" o "Urginea maritima", usato in medicina come cardiotonico e diuretico, ma tossico se assunto ad alte dosi.
Maiolica
height: 22 cm
diametro bocca e piede: 9,5 cm
Inv. 0498
Albarello di ceramica con corpo cilindrico e spalle arrotondate, dotato di un basso piede e di un collo con un bordo estroflesso.
Il suo ornamento consiste in una cornice ovale a trofei attraversata da un cartiglio con la scritta farmaceutica "ZV . cugaò BVGALOSSATO". Sopra la scritta si trova il monogramma dell'ospedale, "DS ME" (Domus Misericordiae), sormontato da una croce e affiancato da due trofei d'arme, mentre sotto è dipinto un teschio. Sotto il piede, invece, ci sono dei simboli graffiti.
La conservazione è discreta, con piccoli distacchi di smalto all'orlo.
I colori utilizzati sono blu, verde, giallo e arancio.
L'albarello fa parte di un set di accessori per farmaceutica, conteneva lo Zucchero buglossato, rimestato con i petali della buglossa, conosciuto anche come "Anchusa officinalis".
Italia centrale (Alto Lazio?)
Fine del XV - prima metà del XVI secolo
Maiolica
height: 21.5 cm
diametro bocca: 10 cm; diametro piede: 9 cm
Inv. 0473
Il boccale ha un corpo ovoidale e un collo con bocca trilobata, con un'ansa a nastro verticale opposta al beccuccio.
Al centro, all'interno di una cornice decorata con motivi a fiamma, è tracciato in caratteri gotici il trigramma bernardiniano IHS, che rappresenta il nome di Cristo. Attorno al collo e nella parte posteriore del boccale sono presenti tratti obliqui.
L'oggetto è frammentato e ricomposto, con lacune nella bocca e restauri antiquari ormai alterati nel tempo; si riscontrano piccoli distacchi di smalto, sbrecchi sul piede e sull'ansa, e cavilli diffusi.
I colori prevalenti sono blu e arancio.
Il boccale appartiene a una tipologia tardogotica, tipica della fine del XV secolo, ed è probabilmente attribuibile a officine dell'Italia centrale, in particolare del Lazio settentrionale, dove tali decorazioni continuarono a essere in uso fino al
Cinquecento inoltrato.
Lombardia (Pavia?)
XVIII sec
Maiolica
height: 17 cm
diametro bocca: 8,5 cm; diametro base: 8 cm
Inv. 0497
Il vaso ha una forma ovoidale, con piede svasato e sagomato, collo a bordo estroflesso e due manici arricciolati a forma di serpente, posti verticalmente e contrapposti.
Da un lato del vaso è rappresentato un tralcio fiorito, dall'altro una testa angelica.
L'oggetto è frammentato e ricomposto, con una parte della bocca mancante e l'ansa completamente assente; presenta, inoltre, sbavature e abrasioni diffuse.
I colori principali sono blu, verde, giallo e arancio.
Manifattura di Faenza
Metà del XVI secolo
Maiolica
height: 36.5 cm
diametro bocca: 10 cm; diametro piede: 15,5 cm
Inv. 0422
Il vaso è di forma ovoidale, con un piede ad anello e un collo troncoconico.
La decorazione è a quartieri, con scomparti di diversi colori che presentano trofei e motivi vegetali. Sul lato anteriore è presente un medaglione con un busto femminile e la scritta "DIVA 1 ....", al di sotto si vede un nastro con la scritta farmaceutica "TRIFERA MAGNA" che si riferisce alla Triphera magna di Niccolao.
L'oggetto è frammentato e ricomposto, lacunoso e reintegrato mediante un vecchio restauro di tipo antiquario, alteratosi nel tempo; inoltre, sono presenti abrasioni, cavilli e sbrecchi diffusi.
I colori utilizzati sono blu, giallo, arancio, verde e lumeggiature bianche.
La decorazione a quartieri è menzionata nel trattato cinquecentesco sull'arte del vasaio di Cipriano Piccolpasso e si presenta nella maiolica faentina verso il 1540.
Manifattura di Faenza
Seconda metà del XVI secolo
Maiolica
height: 24.5 cm
diametro bocca: 10,5 cm; diametro piede: 9,5 cm
Inv. 0499
L'albarello presenta spalle angolate e una rastremazione centrale accentuata.
Sulla superficie è rappresentata una santa martire con il ramo di palma e un vessillo crociato all'interno di una cornice ovale contornata da archetti, mentre il resto della superficie è ornato con trofei. Intorno alle spalle è presente una fascia di foglie frastagliate.
Ci sono abrasioni e sbrecchi diffusi, fratture incomplete sulla bocca e il cavillo si presenta esteso e annerito. All'albarello mancano circa un terzo della bocca e parte del piede, entrambi restaurati.
La santa raffigurata è probabilmente Orsola, soggetto presente anche in alcuni esemplari conservati nel Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza.
I colori utilizzati sono blu, verde, giallo, arancione e bruno.
Manifattura di Faenza
Seconda metà del XVI secolo
Maiolica
height: 31.5 cm
diametro bocca: 11,5 cm; diametro base: 11 cm
Inv. 0476
Il vaso ha una forma ovoidale, con collo cilindrico, sostenuto da un piede ad anello.
Al centro del vaso è dipinto un medaglione che raffigura Santa Caterina d'Alessandria seduta accanto ad un frammento di ruota, attributo della Santa martire. Sullo sfondo della scena c'è un paesaggio collinare, mentre attorno al medaglione sono disposti trofei d'armi e foglie ondulate.
L'oggetto è stato restaurato e ha alcune parti mancanti.
I colori predominanti sono blu, verde, giallo e arancione.
Il vaso è caratterizzato dall'ornamento a trofei, un tipo di decorazione presente in molti altri frammenti di scavo faentini.
Manifattura di Faenza
Seconda metà del XVI secolo
Maiolica
height: 33.5 cm
diametro bocca: 11 cm; diametro piede: 12,5 cm
Inv. 0424
Vaso in ceramica faentina della seconda metà del XVI secolo; presenta un corpo ovoidale, un piede svasato e il collo cilindrico.
Sul corpo è presente un medaglione centrale raffigurante un santo frate vestito di bianco, che regge una croce e un libro. Attorno al medaglione sono presenti trofei d'arme e fasce di foglie ondulate e frastagliate.
La conservazione è discreta, con presenza di cavilli, sbrecchi e distacchi di smalto.
I colori utilizzati sono blu, grigio-verde, giallo e arancio.
Il vaso appartiene a una tipologia faentina documentata da una serie di frammenti di scavo conservati nel Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza.
Manifattura di Faenza o Palermo
Seconda metà del XVI secolo
Maiolica
height: 33 cm
diametro bocca e piede: 11,5 cm
Inv. 0420
Il vaso è caratterizzato da un corpo ovoidale, un piede svasato e il collo cilindrico.
Sul medaglione centrale, circondato da trofei d'arme, è dipinta la figura di San Giovanni Evangelista, seduto mentre scrive il Libro, con l'aquila accanto. Lo sfondo della scena è un paesaggio collinare.
Il vaso è decorato con fasce di foglie frastagliate e intrecci attorno alle spalle e al piede, mentre altre foglie circondano il collo.
I colori utilizzati sono il blu, il verde, il giallo e l'arancione.
Il vaso sembra essere di origine faentina, come confermato dai dettagli decorativi e dalla tecnica utilizzata per rappresentare figura e paesaggio. Tuttavia, un albarello delle Civiche Raccolte del Castello Sforzesco di Milano che presenta la stessa immagine è generalmente attribuito alle officine palermitane, causa dell'importazione massiccia di questo tipo di vasellame in Sicilia, talvolta imitato nelle ceramica siciliane.
La produzione faentina e quella siciliana sono infatti molto simili, persino in dettagli decorativi come i tralci di foglie.
Manifattura lombarda
XV secolo (?)
Terracotta ingobbiata, graffita, invetriata
height: 28 cm
diametro bocca: 16 cm; diametro piede: 11,5 cm
Inv. 0477
Boccale con ventre carenato e sormontato da un collo svasato a bocca trilobata. L'ansa, contrapposta al beccuccio, è a nastro verticale.
L'opera presenta una decorazione creata tramite la tecnica del graffito su ingobbio bianco, con invetriatura e chiazze di colore verde e giallo.
Sono presenti quattro fasce orizzontali che decorano il corpo della brocca, intervallate da motivi geometrici e fitomorfi.
La decorazione del boccale trova riscontri nella produzione della Lombardia del XV secolo, ma potrebbe essere una riproduzione tardo-ottocentesca.
Manifattura lombarda (Pavia ?)
XIX sec
Maiolica
height: 77 cm
diametro bocca: 24 cm; diametro piede: 25,5 cm
Inv. 0457
Vaso con corpo ovoidale e collo sagomato.
Due anse verticali arricciolate si contrappongono presentando alle estremità inferiori due teste leonine a rilievo.
La cupola del coperchio è ornata con uno stemma di tre pervinche ed è supportata da un pomello a forma di leone.
Il ventre del vaso presenta uno scudo con lo stesso stemma e il motto "IBO VINCAS".
Il piede e parte delle anse sono stati restaurati in modo antiquario, presentando sulla superficie sbrecchi e abrasioni diffusi.
Manifattura lombarda (Pavia ?)
XIX sec
Maiolica
height: 33 cm
diametro massimo: 12 cm; diametro piede: 8,5 cm
Inv. 0681
Manifattura pavese
Metà del XVIII sec
Maiolica
height: 34.5 cm
altezza con coperchio: 49 cm; diametro bocca: 18,5 cm; diametro piede: 17,5 cm
Inv. 0443
Vaso con corpo ovoidale e collo sagomato chiuso da un coperchio a cupoletta con pomello in cima, ai lati le due anse plastiche sono arricciate.
Il manufatto è decorato con due scene sui lati contrapposti: Ruggero che contempla l'Ippogrifo e Ruggero che salva Angelica dall'orca.
L'opera è frammentata e ricostruita, con parti mancanti nel coperchio e varie lacune, successivamente reintegrate.
Sono presenti sbrecchi, abrasioni e una frattura incompleta sulla base.
I colori predominanti sono blu, giallo, arancione, verde e viola.
Manifattura pavese
Metà del XVIII secolo
Maiolica
height: 34.5 cm
altezza con coperchio: 47 cm; diametro bocca e piede: 17,5 cm
Inv. 0454
Vaso con corpo ovoidale, sormontato da un collo sagomato fiancheggiato da due anse verticali arricciolate e contrapposte. Il coperchio è a forma di cupoletta, con un pomello in cima.
Su un lato del vaso è raffigurato il Noli me tangere, l'incontro di Maria Maddalena con Cristo risorto in veste di ortolano (Giovanni 20, 17); invece, sull'altro lato è rappresentata Agar nel deserto, con il figlio Ismaele, soccorsa da un angelo (Genesi 16, 7-12).
Il vaso si presenta frammentato e ricomposto. Le lacune sono state coperte da un vecchio restauro di tipo antiquario, ora deteriorato; sulla superficie sono presenti anche sbrecchi e abrasioni diffuse.
I colori utilizzati sono blu, giallo, arancione, verde e viola.
Manifattura pavese
Prima metà del XVIII secolo
Maiolica
height: 38 cm
altezza con coperchio: 55 cm; diametro bocca e piede: 19 cm
Inv. 0456
Vaso dal corpo ovoidale e sostenuto da un alto piede, con un collo sagomato fiancheggiato da due anse verticali e sormontato da un coperchio a cupola con pomello.
La decorazione sulla superficie del corpo è costituita da due scene contrapposte: il Sacrificio di Isacco e una scena con protagonista una figura armata a cavallo e un giovane appiedato.
L'opera si presenta frammentata e ricomposta, manca un'ansa originale che è stata successivamente reintegrata con un'altra in legno; inoltre, la superficie presenta abrasioni e sbrecchi.
Si tratta di una variante prodotta in diversi centri in Italia e Francia, a partire dalla seconda metà del Seicento.
I colori e alcuni dettagli decorativi indicano che l'oggetto proviene dalle manifatture pavesi del XVIII secolo.
Roma (?)
Fine del XVI secolo
Maiolica
35.2 × 12 × 13 cm
Inv. 0455
Il vaso presenta un corpo ovoidale, un collo cilindrico con bordo estroflesso e una decorazione monocromatica blu.
Da un lato sono raffigurate due figure mostruose di profilo, con corpo animale e testa umana, legate da un grosso granchio. Dall'altro lato si vede una donna elegantemente vestita, in piedi, che tiene un cartello con la scritta farmaceutica "S. D. FUMITERRA" in caratteri gotici.
I colori principali sono blu, verde, giallo e arancio.
Il vaso conteneva "Sciroppo di Fumosterno" o "Fumiterra" (Fumaria officinalis), una preparazione con proprietà depurative, toniche e antiscorbutiche.