Museo Bagatti Valsecchi
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Collezione oreficerie

Collezione oreficerie

La collezione è costituita da oggetti di uso liturgico e da manufatti domestici: croci, reliquiari, vasi eucaristici si accompagnano a cofanetti smaltati o a posate antiche, coprendo un arco di tempo che va dal XIII al XVII secolo. Lo scopo della collezione, che non mira alla completezza né cronologica né tipologica, è del tutto funzionale alla decorazione delle sale, dove i vari manufatti sono sapientemente disposti.

Doppia effigie della Vergine su baseDoppia effigie della Vergine su base

Doppia effigie della Vergine su base

Arte lombarda

Inizi del XVI secolo

Ferro

55 × 25 cm

Inv. 0658

La Vergine tra due angeli è un oggetto costituito dall'unione di due mezzi rilievi cavi, che riproducono la stessa immagine frontale sia dal recto che dal verso dell'oggetto.

La base esagonale a lobi e punte presenta un fusto con un nodo sferico costolonato e due rocchetti di raccordo rastremati verso l'alto. L'ornato è costituito da poche cornici modanate e a semplici dentelli.

Si nota la mancanza di alcuni elementi, tra cui alcune zeppe metalliche sagomate, tre delle quattro ali e uno degli svolazzi delle cinture degli angeli, e alcuni elementi decorativi della corona della Vergine.

Dal punto di vista dello stile, sono presenti forti influenze dell'arte fiamminga mediata dall'arte francese, ma tradotta con una semplicità di modi tutta lombarda, che ben si accorda alle esigenze tecniche di una scultura eseguita in ferro.

ReliquiarioReliquiario

Reliquiario

Arte lombarda

Metà del XV secolo

Rame dorato

22,2 × 12 cm

Inv. 0739

Camera Verde

L'oggetto è una combinazione di una teca rettangolare e un alto fusto esagonale. Il sostegno ha un piede a lobi, un nodo a sfera schiacciata e rocchetti prismatici di raccordo, riprendendo un modello frequentemente usato in calici e in altri vasi sacri.

La teca, al contrario, è singolare nella forma, con una struttura semplice a parallelepipedo che presenta piramidi, cornici e pinnacoli a rilievo, finestre gotiche a traforo, embrici rovesciati e altri motivi architettonici incisi.

Sui lati della teca compaiono il trigramma bernardiniano e un monogramma che sembra essere la combinazione di un "Alpha" e un "Omega", suggerendo che la reliquia una volta racchiusa fosse di natura cristologica.

Nonostante la somiglianza tra le cornici orizzontali della teca e la cornice del sostegno, la complessità dell'oggetto rende difficile la sua messa a fuoco storico-artistica, poiché richiama sia l'arte veneziana gotica che i modelli genuinamente francesi del Piemonte.

Croce con baseCroce con base

Croce con base

Arte francese

Prima metà del XVI secolo

Metallo dorato, smalti dipinti

33,8 × 19,6 cm

Inv. 0703

Camera Rossa

Si tratta di una croce in metallo, lavorata in un'unica lastra, con un braccio orizzontale molto sviluppato, una sezione quadrata all'incrocio dei bracci e terminali gigliati.

Su entrambi i lati della croce si trovano il Cristo crocifisso e la Madonna con il Bambino. Il piede ottagonale e il fusto esagonale della base sono interrotti da un nodo con chiodi circolari e presentano uno stemma troncato, alla colomba spiegata nell'uno ed al crescente, ali e cuore nell'altro.

Alcune saldature incerte e lacune rendono poco chiaro il rapporto originale tra croce e base.

Stilisticamente, entrambi gli elementi sembrano essere opere francesi della prima metà del Cinquecento, con il Cristo crocifisso potenzialmente risultato di un restauro successivo.

I superstiti smalti dipinti con teste virili di profilo sono simili a quelli prodotti a Limoges agli inizi del Cinquecento, che confermano la collocazione dell'opera nell'arte francese del periodo.

PissidePisside

Pisside

Arte lombarda

Metà del XVI secolo

Rame dorato

21,5 × 12,8 cm

Inv. 0701

Camera Rossa

La pisside è un vaso eucaristico di età moderna, presenta infatti gli elementi caratteristici del periodo, come il piede ottagonale a lati inflessi, il fusto interrotto da un nodo a doppia valva e la coppa chiusa da un coperchio.

Sebbene sia oggi priva di riferimenti sacri come la crocetta apicale, è comunque un autentico arredo liturgico adattato per scopi estetici, probabilmente dopo essere entrata nel mercato antiquario o per collezionismo.

L'ornamento del manufatto, dalle leggere baccellature del nodo fino alle forme plastiche della coppa e del coperchio, testimonia uno sviluppo stilistico avanzato che suggerisce un'origine entro la metà del Cinquecento.

La forma generale della pisside ricorda quella di un'altra pisside conservata nel Tesoro del Duomo di Monza.

OstensorioOstensorio

Ostensorio

Arte lombarda

Prima metà del XV secolo

Rame dorato

19,8 × 13,3 cm
col vetro 25,8 x 13,3 cm

Inv. 0711

Camera Verde

L'ostensorio è un oggetto di forma esagonale con una base e una teca cilindrica un tempo coperta da un cono coronato da una piccola croce. Oggi la teca contiene un vaso in vetro soffiato moderno che è stato aggiunto per completare l'ostensorio antico.

Il nodo a sfera schiacciata è decorato da sei spicchi costolonati e ha perso parte del suo slancio originario a causa della perdita del coperchio a cono.

L'ornato inciso sul piede dell'ostensorio suggerisce che sia stato eseguito nel XIV secolo, ma l'analisi del pezzo anepigrafo suggerisce che l'ostensorio sia stato realizzato quasi un secolo dopo.

La forma della teca e il decoro a quadrifogli traforati sono indicativi di un'epoca più tarda e sono stati riscontrati in ostensori lombardi del Quattrocento.

Croce con baseCroce con base

Croce con base

Arte lombarda

Prima metà del XVI secolo

Rame sbalzato e dorato su anima di legno

40,3 × 23,7 cm

Inv. 0708

Camera Verde

Questa croce latina ha singolari terminazioni a lati inflessi e ornamenti a sbalzo di candelabre vegetali sui bracci, con mezze figure di Cristo, Maria, San Giovanni Evangelista, la Maddalena, il Mistico Pellicano e gli Evangelisti e i loro simboli.

La base ha una pianta a losanga che si alza a reggere un nodo a vaso sotto il puntale della croce.

La croce e la base presentano motivi vegetali simili e sono state attribuite all'arte lombarda del Cinquecento dal Tosca e all'arte veneta coeva dall'Orombelli.

La passione ed il movimento che caratterizzano la croce sembrano costituire un tratto più lombardo che veneto, come ad esempio la vita emotiva delle figure e l'ornato magistralmente corsivo.

OstensorioOstensorio

Ostensorio

Arte lombarda

Seconda metà del XV secolo

Argento e rame argentato

47,6 × 16,2 cm

Inv. 0696

Camera Rossa

L'ostensorio, composto da una struttura metallica originale, si presenta, ancora oggi, come un arredo liturgico di notevole dignità estetica. All'interno della teca si trova un moderno vaso di vetro soffiato.

La cupola in argento si presenta ancora solida, mentre il piede in rame mostra i segni del tempo ed è stato riparato.

L'ornamentazione architettonica include gattoni, archi rampanti e bifore cieche, con elementi vegetali solo alla base del nodo a tempietto e della teca.

Questo nodo a tempietto rappresenta l'attribuzione dell'opera all'arte lombarda del Quattrocento, dove la tradizionale architettura gotica si va semplificando, mostrando già l'influenza dello stile rinascimentale dell'epoca.

OstensorioOstensorio

Ostensorio

Arte lombarda

Verso il 1564

Rame dorato, smalti dipinti su lastra di metallo

34 × 13 cm

Inv. 0695

Camera Verde

L'ostensorio presenta un piede a sei lobi a controcurva con motivi vegetali, mentre la teca è sostenuta da quattro mezze colonne scanalate con teste angeliche e coperta da una cupola embricata.

Lungo l'architrave della teca c'è un'iscrizione che riporta la data del 1564.

Non è chiaro se il manufatto sia omogeneo o il risultato di un montaggio antiquariale, ma comunque è sicuramente attribuibile all'arte lombarda del Cinquecento.

La teca è simile a quella del Reliquiario di una costola di San Giovanni della Cattedrale di Trento.

PacePace

Pace

Arte veneta

Fine del XV - inizi del XVI secolo

Rame fuso, sbalzato, cesellato, inciso e parzialmente dorato

22,5 × 14,3 cm

Inv. 0807

Camera Rossa

La Pace è una piccola pala d'altare composta da un riquadro principale e una lunetta, ornata da decori vegetali e con l'iscrizione "PACEM MEAM DO VOBIS" sul fregio dell'architrave.

Nel riquadro principale, Cristo seduto nel sepolcro davanti ad una croce che reca gli strumenti della Sua passione, apre la piaga del costato e riempie un calice posto alla Sua destra con il suo sangue. Nella lunetta, Dio Padre benedice con la destra e regge il globo cosmico con la sinistra.

Sia il Dio Padre che il Cristo sembrano rimandare ad un'arte veneta tra Quattro e Cinquecento, mentre la rilevantissima qualità artistica del manufatto è data dal raffinato lavoro di sbalzo e cesello.

Mancano la lastra posteriore di chiusura e la connessa maniglia, permettendo di osservare l'interno dell'oggetto.

Da notare il calice che poggia sulla cornice inferiore della pace e che reintroduce con forza un'idea non banale di spazio, per la quale è difficile trovare confronti precisi nell'ambito dell'oreficeria sacra.

ForzierinoForzierino

Forzierino

Arte veneziana

Fine del XV secolo

Rame smaltato

6,6 × 8 × 3,4 cm

Inv. 0821

Camera Rossa

Il forzierino è un oggetto di forma rettangolare con pareti lisce, poggia su quattro sfere in metallo e ha un coperchio a forma di tronco di piramide concava coronato da una presa a forma di pigna.

È realizzato con lastre di rame rivestite di smalti coprenti di colore nero, blu e bianco. Decorato con fiori a cinque petali e linee di demarcazione in oro è ricoperto con uno strato sottile di smalto trasparente.

L'opera fa parte di un gruppo di oggetti tradizionalmente attribuiti all'arte veneziana tra il Quattro e il Cinquecento e presenta forme secche e rettilinee che richiamano i cassoni in legno del Quattrocento italiano.

Coppa con coperchioCoppa con coperchio

Coppa con coperchio

Arte veneziana

Inizi del XVI secolo

Rame smaltato

19,8 × 14 cm

Inv. 0655

Camera Rossa

La coppa è composta da un largo piede a pianta circolare articolato in due piani, un corpo con baccellature e un coperchio dal profilo ad arco a controcurva che sembra riprendere la duplice articolazione del piede.

L'oggetto è completamente ricoperto da smalti coprenti di colore blu scuro, verde e bianco, con un fitto ornato in oro protetto da uno strato sottile di smalto trasparente.

La delicatezza di un simile lavoro ha avuto conseguenze evidenti sulla conservazione del manufatto.

L'opera fa parte di un insieme di oggetti che si rifanno all'arte veneziana tra il Quattro e il Cinquecento, caratterizzati dall'uso di una lastra sottile di rame e dalla smaltatura completa delle superfici esterne e interne.

La copertura di smalto presenta vistose lacune vicino alla linea di giunzione tra la coppa e il coperchio, mentre la presa originale del coperchio presenta una piccola ghianda di metallo non originale.

L'articolazione plastica e il repertorio di ornamenti suggeriscono una datazione ai primi anni del Cinquecento, quando lo stile "all'antica" si affermò nelle arti decorative dell'Italia settentrionale.

L'oggetto presenta una forma similare a quella di altri prodotti della maiolica e dell'arte del vetro dell'epoca.

CoppettaCoppetta

Coppetta

Arte veneziana

Inizi del XVI secolo

Rame smaltato

18 × 10,8 cm

Inv. 0822

Camera Rossa

La coppetta è formata da quattro lobi principali, di cui due maggiori con due lobi secondari sui quali sono attaccati piccoli manici piatti a forma di punto interrogativo.

L'oggetto è in rame smaltato a copertura di colori blu, verde, bianco, turchino e rosso, decorato da foglie d'oro coperte da uno strato di smalto trasparente.

La conservazione dell'oggetto ha risentito dell'uso prolungato. Il design si ispira alle coppe prototipo metalliche d'ambito sassanide, dalle quali si conserva un significativo esempio nella tesoreria di San Marco a Venezia.

Il motivo a foglie di quercia è un marchio di fabbrica di questo tipo di produzione, designato ad una "lunga durata".

L'opera appartiene ad un gruppo di oggetti che evocano l'arte veneziana tra il Quattro e il Cinquecento.

Croce reliquiarioCroce reliquiario

Croce reliquiario

Augsburg (?)

Inizi del XVII secolo

Legno e bronzo dorato


altezza totale 81, 3 cm; larghezza base 25, 2 cm; croce 60 x 31, 3 cm; Cristo 54, 5 x 22, 5 cm; altezza Vergine e San Giovanni 9, 8 cm; altezza Maddalena 7, 2 cm

Inv. 0657

Camera Rossa

La croce-reliquiario si trova su un piedistallo gradinato su cui poggiano le statuette a figura intera della Madonna e del San Giovanni dolenti. Ai piedi della croce si trova la Maddalena in ginocchio, mentre Cristo è applicato all'incrocio dei bracci.

La croce e il basamento includono piccole teche per le reliquie e sono decorati con rapporti in metallo dorato e smaltati.

La tecnica di fusione utilizzata per le figure dei dolenti e del Cristo e la pesante doratura che le copre potrebbe rivelare un rifacimento del XIX secolo. Tuttavia, il gusto dell'opera è pienamente omogeneo ad una cultura tra Cinque e Seicento.

È poi indubbiamente tedesca l'origine di questa particolare categoria di manufatti che esalta l'accostamento tra decorazione plastica in metallo brillante e supporto in legno scuro.

Un prototipo per il gruppo della crocifissione con i dolenti e la Maddalena ai piedi della croce lo possiamo trovare in un esemplare realizzato ad Augsburg tra il 1605 e il 1616.

CrocifissioneCrocifissione

Crocifissione

Il Moderno

Circa l'anno 1500

Placchetta in bronzo fuso

12,7 × 9,1 cm

Inv. 0808

Camera Rossa

La placchetta in bronzo rappresenta una scena della vita di Cristo, con venti personaggi e due cavalli che si trovano su di un terreno ciottoloso.

Questa opera è attribuita a "Moderno", orafo rinascimentale, e risale probabilmente intorno all'anno 1500.

La composizione è caratterizzata da una nuova sensibilità artistica, che accosta elementi classici e sentimenti più profondi. La figura della Maddalena, ad esempio, richiama quella delle donne greche "menadi", mentre il San Giovanni Evangelista richiama la compostezza tipica della scuola peruginesca.

La placchetta sembra aver influenzato anche Gaudenzio Ferrari negli affreschi di Santa Maria delle Grazie a Varallo.

Forchetta con cucchiaioForchetta con cucchiaio

Forchetta con cucchiaio

Manifattura Italia settentrionale

Fine del XVI secolo

Argento


lunghezza totale: 15, 4 cm larghezza massima: 4, 4, cm lunghezza forchetta: 12, 5 cm lunghezza cucchiaio: 6, 5 cm

Inv. 0783

Passaggio del Labirinto

Un esempio interessante di posata raccolta dai Bagatti Valsecchi. Il manico si piega a cerniera a metà della lunghezza ed è mantenuto in posizione dritta da una ghiera scorrevole.

Il terminale a forma di figura armata, qui rappresentata da un'erma con elmo, è un decoro diffusamente utilizzato in questo tipo di oggetto.

Questa posata è uno degli esemplari più importanti della raccolta, altri esempi simili di posate individuali sono stati trovati in Germania e Francia, dove la produzione di questi oggetti era comune dal XVI secolo.

CroceCroce

Croce

Manifattura milanese

Fine del XIX secolo (?)

Rame dorato

37,4 × 28,6 cm

Inv. 0710

Camera del Letto Valtellinese

Croce con terminali lobati, decorata con profili modanati e volute fogliate lungo il bordo esterno e simmetriche volute vegetali sui bracci che formano un fiore stilizzato nei potenziamenti quadrilobati.

L'oggetto sembra essere una fusione tardo ottocentesca (1898), ispirata a modelli cinquecenteschi e dotata di un anello apicale per la sospensione sulla parete.

Non sarebbe stata destinata ad una chiesa ma ad una camera privata come decorazione devota.

Nell'Ottocento la cultura eclettica portò alla rinascita dell'attenzione per le antiche suppellettili del culto cattolico e alla produzione di opere ispirate alle forme del passato. Questo si rispecchia anche nella produzione dell'oggetto in questione, simile alle croci di origine ispanica e siciliana con lamina lavorata a traforo del Cinquecento.

ColtelloColtello

Coltello

Manifattura milanese

Fine del XV - inizi del XVI secolo

Argento inciso, in origine niellato


lunghezza totale: 25, 9 cm larghezza manico: 2, 3 cm larghezza lama: 2, 5 cm

Inv. 0731

Passaggio del Labirinto

Il manico dell'oggetto è decorato con una tecnica di niello che rappresenta trionfi di armi e un monogramma IHS.

Questa tecnica di gioielleria era già conosciuta ed apprezzata sin dal Settecento, come dimostra la presenza di altri coltelli niellati nella collezione di Luigi Malaspina.

La raccolta Trivulzio, ora in gran parte al Castello Sforzesco di Milano, possedeva ben quaranta di questi coltelli a metà del XIX secolo.

La tecnica di niello era particolarmente apprezzata nel Rinascimento lombardo, come dimostra la documentazione storica. Lorenzo il Magnifico possedeva già dei coltellini niellati e delle forchette lavorate alla milanese.

Lame di coltelli da tavola (serie di sei)Lame di coltelli da tavola (serie di sei)

Lame di coltelli da tavola (serie di sei)

Manifattura milanese (?)

XVIII secolo

Acciaio

larghezza: 26 cm

Inv. 0725-0730

Deposito

L'assenza di marchi e dei manici, nei quali le lame erano fissate tramite codoli, rende difficile determinare con certezza il contesto di produzione di questi oggetti.

Tuttavia, il colletto modanato, destinato a connettere la lama all'impugnatura, insieme al notevole sviluppo in lunghezza delle lame, caratteristica tipica dei coltelli da tavola settecenteschi, suggerisce che si tratti di manufatti del XVIII secolo, probabilmente di origine lombarda.

Piccolo contenitore (parte di calamaio?)Piccolo contenitore (parte di calamaio?)

Piccolo contenitore (parte di calamaio?)

Manifattura trapanese

XVII secolo

Rame dorato, corallo

5,7 × 7,1 cm

Inv. 0820

Camera Rossa

Piccolo contenitore in rame dorato costituito da una struttura a forma di ellissoide e un coperchio convesso.

La superficie del manufatto è incastonata di coralli, giustapposti per ricreare la forma di fiori stilizzati e, più generiche, decorazioni vegetali. Diversamente, sul coperchio gli inserti di corallo sono disposti a raggiera attorno alla piccola presa centrale.

La produzione è riferita all’ambito siciliano – trapanese nello specifico – del XVII secolo e rispecchia un gusto decorativo molto diffuso sull’isola nel Seicento, come testimonia una coeva coppia di bruciaprofumi, di fattura sicula, conservata presso la Galleria Doria Pamphilj di Roma.

 

CoppaCoppa

Coppa

Manifattura tedesca (?)

Fine del XVI - inizi del XVII secolo

Conchiglia e ottone dorato

altezza: 25,4 cmØ 11 cm
altezza sostegno metallico: 15,5 cm

Inv. 0913

Sala della Stufa Valtellinese

La coppa è composta da un nautilus innestato su un sostegno in rame dorato, caratterizzato da una base circolare e un profilo sinuoso, inciso ad acquaforte.

L’assemblaggio dell’elemento naturale con la base metallica appare forzato, tanto da far pensare a un tardo intervento di reimpiego di un calice sacro di manifattura italiana.

Tuttavia, la struttura della montatura in rame e la sua ornamentazione – chiaramente desunta dai repertori di moresche pubblicati a stampa a partire dalla metà del XVI secolo – hanno indotto la critica a riferire la produzione dell’oggetto alla cultura orafa del pieno Cinquecento e del principio del secolo successivo.

È proprio in questo periodo che si diffonde il gusto collezionistico da Wunderkammer, teso a indagare il sapere scientifico universale mediante la raccolta sistematica di oggetti suddivisi in naturalia e artificialia: i primi riferiti alle creazioni più rare della natura, i secondi a oggetti sapientemente prodotti dall’uomo.

La distinzione non è sempre univoca poiché ogni oggetto poteva prevedere la coesistenza di più elementi: è il caso della coppa della collezione Bagatti Valsecchi, costituita da un elemento naturale incastonato su un manufatto di oreficeria.

CucchiainoCucchiaino

Cucchiaino

Manifattura lombarda

XV secolo

Argento

4,5 × 14 cm

Inv. 0773

Deposito

Cucchiaino con pala ovale e manico a spigoli vivi.

Si possono trovare esemplari simili nel Museo Civico di Como, molto simili a quelli usati nel Quattrocento.

CucchiainoCucchiaino

Cucchiaino

Manifattura lombarda

XVI secolo (?)

Argento

4 × 14,3 cm

Inv. 0771

Deposito

Cucchiaino con pala ovaleggiante e manico con terminale modanato.

Nonostante la sua semplicità, è uno degli oggetti più antichi delle collezioni/arredi dei Bagatti Valsecchi, che sembrano aver avuto un'attenzione particolare per questo tipo di oggetti.

CucchiainoCucchiaino

Cucchiaino

Manifattura lombarda

XVII secolo (?)

Argento

4,4 × 16,5 cm

Inv. 0772

Deposito

Cucchiaino con pala poco profonda e manico che termina in un piccolo pomolo modanato.

Questo tipo di cucchiaini era utilizzato come parte del corredo per le navicelle portaincenso.

Cucchiaini (serie di quattro)Cucchiaini (serie di quattro)

Cucchiaini (serie di quattro)

Manifattura lombarda (?)

Seconda metà del XVII secolo

Argento

2,8 × 9,7 cm

Inv. 0767-0770

Deposito

Serie di quattro cucchiaini con pala ovale e manico a tortiglione che culmina in un putto stante.

La presenza della figura intera sul manico si riscontra solo in esemplari realizzati verso la fine del XVII secolo.

CucchiainoCucchiaino

Cucchiaino

Manifattura milanese

Fine del XIX secolo

Argento

3,3 × 12,2 cm

Inv. 0780

Deposito

Cucchiaino con manico leggermente modanato e pala a forma di valva di conchiglia.

Lo stesso motivo si può trovare in un altro cucchiaino per saliera realizzato dal famoso argentiere Eugenio Bellosio di Milano e attualmente conservato nel Castello Sforzesco.

CucchiainoCucchiaino

Cucchiaino

Manifattura romana

Fine del XIX secolo

Argento

2,5 × 11,6 cm

Inv. 0781

Deposito

Cucchiaino con manico a tortiglione che culmina in un gruppo scultoreo raffigurante la Lupa Capitolina con i gemelli Romolo e Remo.

Questo particolare dettaglio decorativo suggerisce che questo cucchiaino appartenesse ad una produzione orafa specializzata in piccoli souvenir di viaggio, dove monumenti-simbolo vengono incorporati nei decori di oggetti d'uso.

Questo esemplare potrebbe essere stato prodotto alla fine del XIX secolo.

Cucchiai (serie di due)Cucchiai (serie di due)

Cucchiai (serie di due)

Inizi del XVII secolo

Argento

4,4 × 15,2 cm

Inv. 0786-0787

Deposito

Coppia di cucchiai con manico dall'impugnatura a forma di pila e un ornamento che congiunge la parte superiore con la pala. Riprende una forma molto comune nei cucchiai del XVI e XVII secolo.

Coppia di cucchiaiCoppia di cucchiai

Coppia di cucchiai

Ultimo quarto del XIX secolo

Argento

4,2 × 15,8 cm

Inv. 0784-0785

Deposito

Coppia di cucchiaini con decorazione sui manici, con una coppia di volute all'attacco con la pala e un mascherone terminale.

Questi oggetti riflettono l'eclettico recupero degli stili storici.

CucchiainoCucchiaino

Cucchiaino

XIX secolo (?)

Argento

2,4 × 10,2 cm

Inv. 0782

Deposito

Cucchiaino con manico con una sequenza di volute che termina con un busto con elmo.

Esiste un oggetto simile di produzione olandese del XVII secolo, ma la qualità dell'esecuzione lascia la possibilità che il nostro cucchiaino sia una rielaborazione del XIX secolo nel gusto degli stili storici.

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Doppia effigie della Vergine su baseDoppia effigie della Vergine su base

Doppia effigie della Vergine su base

Arte lombarda

Inizi del XVI secolo

Ferro

55 × 25 cm

Inv. 0658

La Vergine tra due angeli è un oggetto costituito dall'unione di due mezzi rilievi cavi, che riproducono la stessa immagine frontale sia dal recto che dal verso dell'oggetto.

La base esagonale a lobi e punte presenta un fusto con un nodo sferico costolonato e due rocchetti di raccordo rastremati verso l'alto. L'ornato è costituito da poche cornici modanate e a semplici dentelli.

Si nota la mancanza di alcuni elementi, tra cui alcune zeppe metalliche sagomate, tre delle quattro ali e uno degli svolazzi delle cinture degli angeli, e alcuni elementi decorativi della corona della Vergine.

Dal punto di vista dello stile, sono presenti forti influenze dell'arte fiamminga mediata dall'arte francese, ma tradotta con una semplicità di modi tutta lombarda, che ben si accorda alle esigenze tecniche di una scultura eseguita in ferro.

ReliquiarioReliquiario

Reliquiario

Arte lombarda

Metà del XV secolo

Rame dorato

22,2 × 12 cm

Inv. 0739

Camera Verde

L'oggetto è una combinazione di una teca rettangolare e un alto fusto esagonale. Il sostegno ha un piede a lobi, un nodo a sfera schiacciata e rocchetti prismatici di raccordo, riprendendo un modello frequentemente usato in calici e in altri vasi sacri.

La teca, al contrario, è singolare nella forma, con una struttura semplice a parallelepipedo che presenta piramidi, cornici e pinnacoli a rilievo, finestre gotiche a traforo, embrici rovesciati e altri motivi architettonici incisi.

Sui lati della teca compaiono il trigramma bernardiniano e un monogramma che sembra essere la combinazione di un "Alpha" e un "Omega", suggerendo che la reliquia una volta racchiusa fosse di natura cristologica.

Nonostante la somiglianza tra le cornici orizzontali della teca e la cornice del sostegno, la complessità dell'oggetto rende difficile la sua messa a fuoco storico-artistica, poiché richiama sia l'arte veneziana gotica che i modelli genuinamente francesi del Piemonte.

Croce con baseCroce con base

Croce con base

Arte francese

Prima metà del XVI secolo

Metallo dorato, smalti dipinti

33,8 × 19,6 cm

Inv. 0703

Camera Rossa

Si tratta di una croce in metallo, lavorata in un'unica lastra, con un braccio orizzontale molto sviluppato, una sezione quadrata all'incrocio dei bracci e terminali gigliati.

Su entrambi i lati della croce si trovano il Cristo crocifisso e la Madonna con il Bambino. Il piede ottagonale e il fusto esagonale della base sono interrotti da un nodo con chiodi circolari e presentano uno stemma troncato, alla colomba spiegata nell'uno ed al crescente, ali e cuore nell'altro.

Alcune saldature incerte e lacune rendono poco chiaro il rapporto originale tra croce e base.

Stilisticamente, entrambi gli elementi sembrano essere opere francesi della prima metà del Cinquecento, con il Cristo crocifisso potenzialmente risultato di un restauro successivo.

I superstiti smalti dipinti con teste virili di profilo sono simili a quelli prodotti a Limoges agli inizi del Cinquecento, che confermano la collocazione dell'opera nell'arte francese del periodo.

PissidePisside

Pisside

Arte lombarda

Metà del XVI secolo

Rame dorato

21,5 × 12,8 cm

Inv. 0701

Camera Rossa

La pisside è un vaso eucaristico di età moderna, presenta infatti gli elementi caratteristici del periodo, come il piede ottagonale a lati inflessi, il fusto interrotto da un nodo a doppia valva e la coppa chiusa da un coperchio.

Sebbene sia oggi priva di riferimenti sacri come la crocetta apicale, è comunque un autentico arredo liturgico adattato per scopi estetici, probabilmente dopo essere entrata nel mercato antiquario o per collezionismo.

L'ornamento del manufatto, dalle leggere baccellature del nodo fino alle forme plastiche della coppa e del coperchio, testimonia uno sviluppo stilistico avanzato che suggerisce un'origine entro la metà del Cinquecento.

La forma generale della pisside ricorda quella di un'altra pisside conservata nel Tesoro del Duomo di Monza.

OstensorioOstensorio

Ostensorio

Arte lombarda

Prima metà del XV secolo

Rame dorato

19,8 × 13,3 cm
col vetro 25,8 x 13,3 cm

Inv. 0711

Camera Verde

L'ostensorio è un oggetto di forma esagonale con una base e una teca cilindrica un tempo coperta da un cono coronato da una piccola croce. Oggi la teca contiene un vaso in vetro soffiato moderno che è stato aggiunto per completare l'ostensorio antico.

Il nodo a sfera schiacciata è decorato da sei spicchi costolonati e ha perso parte del suo slancio originario a causa della perdita del coperchio a cono.

L'ornato inciso sul piede dell'ostensorio suggerisce che sia stato eseguito nel XIV secolo, ma l'analisi del pezzo anepigrafo suggerisce che l'ostensorio sia stato realizzato quasi un secolo dopo.

La forma della teca e il decoro a quadrifogli traforati sono indicativi di un'epoca più tarda e sono stati riscontrati in ostensori lombardi del Quattrocento.

Croce con baseCroce con base

Croce con base

Arte lombarda

Prima metà del XVI secolo

Rame sbalzato e dorato su anima di legno

40,3 × 23,7 cm

Inv. 0708

Camera Verde

Questa croce latina ha singolari terminazioni a lati inflessi e ornamenti a sbalzo di candelabre vegetali sui bracci, con mezze figure di Cristo, Maria, San Giovanni Evangelista, la Maddalena, il Mistico Pellicano e gli Evangelisti e i loro simboli.

La base ha una pianta a losanga che si alza a reggere un nodo a vaso sotto il puntale della croce.

La croce e la base presentano motivi vegetali simili e sono state attribuite all'arte lombarda del Cinquecento dal Tosca e all'arte veneta coeva dall'Orombelli.

La passione ed il movimento che caratterizzano la croce sembrano costituire un tratto più lombardo che veneto, come ad esempio la vita emotiva delle figure e l'ornato magistralmente corsivo.

OstensorioOstensorio

Ostensorio

Arte lombarda

Seconda metà del XV secolo

Argento e rame argentato

47,6 × 16,2 cm

Inv. 0696

Camera Rossa

L'ostensorio, composto da una struttura metallica originale, si presenta, ancora oggi, come un arredo liturgico di notevole dignità estetica. All'interno della teca si trova un moderno vaso di vetro soffiato.

La cupola in argento si presenta ancora solida, mentre il piede in rame mostra i segni del tempo ed è stato riparato.

L'ornamentazione architettonica include gattoni, archi rampanti e bifore cieche, con elementi vegetali solo alla base del nodo a tempietto e della teca.

Questo nodo a tempietto rappresenta l'attribuzione dell'opera all'arte lombarda del Quattrocento, dove la tradizionale architettura gotica si va semplificando, mostrando già l'influenza dello stile rinascimentale dell'epoca.

OstensorioOstensorio

Ostensorio

Arte lombarda

Verso il 1564

Rame dorato, smalti dipinti su lastra di metallo

34 × 13 cm

Inv. 0695

Camera Verde

L'ostensorio presenta un piede a sei lobi a controcurva con motivi vegetali, mentre la teca è sostenuta da quattro mezze colonne scanalate con teste angeliche e coperta da una cupola embricata.

Lungo l'architrave della teca c'è un'iscrizione che riporta la data del 1564.

Non è chiaro se il manufatto sia omogeneo o il risultato di un montaggio antiquariale, ma comunque è sicuramente attribuibile all'arte lombarda del Cinquecento.

La teca è simile a quella del Reliquiario di una costola di San Giovanni della Cattedrale di Trento.

PacePace

Pace

Arte veneta

Fine del XV - inizi del XVI secolo

Rame fuso, sbalzato, cesellato, inciso e parzialmente dorato

22,5 × 14,3 cm

Inv. 0807

Camera Rossa

La Pace è una piccola pala d'altare composta da un riquadro principale e una lunetta, ornata da decori vegetali e con l'iscrizione "PACEM MEAM DO VOBIS" sul fregio dell'architrave.

Nel riquadro principale, Cristo seduto nel sepolcro davanti ad una croce che reca gli strumenti della Sua passione, apre la piaga del costato e riempie un calice posto alla Sua destra con il suo sangue. Nella lunetta, Dio Padre benedice con la destra e regge il globo cosmico con la sinistra.

Sia il Dio Padre che il Cristo sembrano rimandare ad un'arte veneta tra Quattro e Cinquecento, mentre la rilevantissima qualità artistica del manufatto è data dal raffinato lavoro di sbalzo e cesello.

Mancano la lastra posteriore di chiusura e la connessa maniglia, permettendo di osservare l'interno dell'oggetto.

Da notare il calice che poggia sulla cornice inferiore della pace e che reintroduce con forza un'idea non banale di spazio, per la quale è difficile trovare confronti precisi nell'ambito dell'oreficeria sacra.

ForzierinoForzierino

Forzierino

Arte veneziana

Fine del XV secolo

Rame smaltato

6,6 × 8 × 3,4 cm

Inv. 0821

Camera Rossa

Il forzierino è un oggetto di forma rettangolare con pareti lisce, poggia su quattro sfere in metallo e ha un coperchio a forma di tronco di piramide concava coronato da una presa a forma di pigna.

È realizzato con lastre di rame rivestite di smalti coprenti di colore nero, blu e bianco. Decorato con fiori a cinque petali e linee di demarcazione in oro è ricoperto con uno strato sottile di smalto trasparente.

L'opera fa parte di un gruppo di oggetti tradizionalmente attribuiti all'arte veneziana tra il Quattro e il Cinquecento e presenta forme secche e rettilinee che richiamano i cassoni in legno del Quattrocento italiano.

Coppa con coperchioCoppa con coperchio

Coppa con coperchio

Arte veneziana

Inizi del XVI secolo

Rame smaltato

19,8 × 14 cm

Inv. 0655

Camera Rossa

La coppa è composta da un largo piede a pianta circolare articolato in due piani, un corpo con baccellature e un coperchio dal profilo ad arco a controcurva che sembra riprendere la duplice articolazione del piede.

L'oggetto è completamente ricoperto da smalti coprenti di colore blu scuro, verde e bianco, con un fitto ornato in oro protetto da uno strato sottile di smalto trasparente.

La delicatezza di un simile lavoro ha avuto conseguenze evidenti sulla conservazione del manufatto.

L'opera fa parte di un insieme di oggetti che si rifanno all'arte veneziana tra il Quattro e il Cinquecento, caratterizzati dall'uso di una lastra sottile di rame e dalla smaltatura completa delle superfici esterne e interne.

La copertura di smalto presenta vistose lacune vicino alla linea di giunzione tra la coppa e il coperchio, mentre la presa originale del coperchio presenta una piccola ghianda di metallo non originale.

L'articolazione plastica e il repertorio di ornamenti suggeriscono una datazione ai primi anni del Cinquecento, quando lo stile "all'antica" si affermò nelle arti decorative dell'Italia settentrionale.

L'oggetto presenta una forma similare a quella di altri prodotti della maiolica e dell'arte del vetro dell'epoca.

CoppettaCoppetta

Coppetta

Arte veneziana

Inizi del XVI secolo

Rame smaltato

18 × 10,8 cm

Inv. 0822

Camera Rossa

La coppetta è formata da quattro lobi principali, di cui due maggiori con due lobi secondari sui quali sono attaccati piccoli manici piatti a forma di punto interrogativo.

L'oggetto è in rame smaltato a copertura di colori blu, verde, bianco, turchino e rosso, decorato da foglie d'oro coperte da uno strato di smalto trasparente.

La conservazione dell'oggetto ha risentito dell'uso prolungato. Il design si ispira alle coppe prototipo metalliche d'ambito sassanide, dalle quali si conserva un significativo esempio nella tesoreria di San Marco a Venezia.

Il motivo a foglie di quercia è un marchio di fabbrica di questo tipo di produzione, designato ad una "lunga durata".

L'opera appartiene ad un gruppo di oggetti che evocano l'arte veneziana tra il Quattro e il Cinquecento.

Croce reliquiarioCroce reliquiario

Croce reliquiario

Augsburg (?)

Inizi del XVII secolo

Legno e bronzo dorato


altezza totale 81, 3 cm; larghezza base 25, 2 cm; croce 60 x 31, 3 cm; Cristo 54, 5 x 22, 5 cm; altezza Vergine e San Giovanni 9, 8 cm; altezza Maddalena 7, 2 cm

Inv. 0657

Camera Rossa

La croce-reliquiario si trova su un piedistallo gradinato su cui poggiano le statuette a figura intera della Madonna e del San Giovanni dolenti. Ai piedi della croce si trova la Maddalena in ginocchio, mentre Cristo è applicato all'incrocio dei bracci.

La croce e il basamento includono piccole teche per le reliquie e sono decorati con rapporti in metallo dorato e smaltati.

La tecnica di fusione utilizzata per le figure dei dolenti e del Cristo e la pesante doratura che le copre potrebbe rivelare un rifacimento del XIX secolo. Tuttavia, il gusto dell'opera è pienamente omogeneo ad una cultura tra Cinque e Seicento.

È poi indubbiamente tedesca l'origine di questa particolare categoria di manufatti che esalta l'accostamento tra decorazione plastica in metallo brillante e supporto in legno scuro.

Un prototipo per il gruppo della crocifissione con i dolenti e la Maddalena ai piedi della croce lo possiamo trovare in un esemplare realizzato ad Augsburg tra il 1605 e il 1616.

CrocifissioneCrocifissione

Crocifissione

Il Moderno

Circa l'anno 1500

Placchetta in bronzo fuso

12,7 × 9,1 cm

Inv. 0808

Camera Rossa

La placchetta in bronzo rappresenta una scena della vita di Cristo, con venti personaggi e due cavalli che si trovano su di un terreno ciottoloso.

Questa opera è attribuita a "Moderno", orafo rinascimentale, e risale probabilmente intorno all'anno 1500.

La composizione è caratterizzata da una nuova sensibilità artistica, che accosta elementi classici e sentimenti più profondi. La figura della Maddalena, ad esempio, richiama quella delle donne greche "menadi", mentre il San Giovanni Evangelista richiama la compostezza tipica della scuola peruginesca.

La placchetta sembra aver influenzato anche Gaudenzio Ferrari negli affreschi di Santa Maria delle Grazie a Varallo.

Forchetta con cucchiaioForchetta con cucchiaio

Forchetta con cucchiaio

Manifattura Italia settentrionale

Fine del XVI secolo

Argento


lunghezza totale: 15, 4 cm larghezza massima: 4, 4, cm lunghezza forchetta: 12, 5 cm lunghezza cucchiaio: 6, 5 cm

Inv. 0783

Passaggio del Labirinto

Un esempio interessante di posata raccolta dai Bagatti Valsecchi. Il manico si piega a cerniera a metà della lunghezza ed è mantenuto in posizione dritta da una ghiera scorrevole.

Il terminale a forma di figura armata, qui rappresentata da un'erma con elmo, è un decoro diffusamente utilizzato in questo tipo di oggetto.

Questa posata è uno degli esemplari più importanti della raccolta, altri esempi simili di posate individuali sono stati trovati in Germania e Francia, dove la produzione di questi oggetti era comune dal XVI secolo.

CroceCroce

Croce

Manifattura milanese

Fine del XIX secolo (?)

Rame dorato

37,4 × 28,6 cm

Inv. 0710

Camera del Letto Valtellinese

Croce con terminali lobati, decorata con profili modanati e volute fogliate lungo il bordo esterno e simmetriche volute vegetali sui bracci che formano un fiore stilizzato nei potenziamenti quadrilobati.

L'oggetto sembra essere una fusione tardo ottocentesca (1898), ispirata a modelli cinquecenteschi e dotata di un anello apicale per la sospensione sulla parete.

Non sarebbe stata destinata ad una chiesa ma ad una camera privata come decorazione devota.

Nell'Ottocento la cultura eclettica portò alla rinascita dell'attenzione per le antiche suppellettili del culto cattolico e alla produzione di opere ispirate alle forme del passato. Questo si rispecchia anche nella produzione dell'oggetto in questione, simile alle croci di origine ispanica e siciliana con lamina lavorata a traforo del Cinquecento.

ColtelloColtello

Coltello

Manifattura milanese

Fine del XV - inizi del XVI secolo

Argento inciso, in origine niellato


lunghezza totale: 25, 9 cm larghezza manico: 2, 3 cm larghezza lama: 2, 5 cm

Inv. 0731

Passaggio del Labirinto

Il manico dell'oggetto è decorato con una tecnica di niello che rappresenta trionfi di armi e un monogramma IHS.

Questa tecnica di gioielleria era già conosciuta ed apprezzata sin dal Settecento, come dimostra la presenza di altri coltelli niellati nella collezione di Luigi Malaspina.

La raccolta Trivulzio, ora in gran parte al Castello Sforzesco di Milano, possedeva ben quaranta di questi coltelli a metà del XIX secolo.

La tecnica di niello era particolarmente apprezzata nel Rinascimento lombardo, come dimostra la documentazione storica. Lorenzo il Magnifico possedeva già dei coltellini niellati e delle forchette lavorate alla milanese.

Lame di coltelli da tavola (serie di sei)Lame di coltelli da tavola (serie di sei)

Lame di coltelli da tavola (serie di sei)

Manifattura milanese (?)

XVIII secolo

Acciaio

larghezza: 26 cm

Inv. 0725-0730

Deposito

L'assenza di marchi e dei manici, nei quali le lame erano fissate tramite codoli, rende difficile determinare con certezza il contesto di produzione di questi oggetti.

Tuttavia, il colletto modanato, destinato a connettere la lama all'impugnatura, insieme al notevole sviluppo in lunghezza delle lame, caratteristica tipica dei coltelli da tavola settecenteschi, suggerisce che si tratti di manufatti del XVIII secolo, probabilmente di origine lombarda.

Piccolo contenitore (parte di calamaio?)Piccolo contenitore (parte di calamaio?)

Piccolo contenitore (parte di calamaio?)

Manifattura trapanese

XVII secolo

Rame dorato, corallo

5,7 × 7,1 cm

Inv. 0820

Camera Rossa

Piccolo contenitore in rame dorato costituito da una struttura a forma di ellissoide e un coperchio convesso.

La superficie del manufatto è incastonata di coralli, giustapposti per ricreare la forma di fiori stilizzati e, più generiche, decorazioni vegetali. Diversamente, sul coperchio gli inserti di corallo sono disposti a raggiera attorno alla piccola presa centrale.

La produzione è riferita all’ambito siciliano – trapanese nello specifico – del XVII secolo e rispecchia un gusto decorativo molto diffuso sull’isola nel Seicento, come testimonia una coeva coppia di bruciaprofumi, di fattura sicula, conservata presso la Galleria Doria Pamphilj di Roma.

 

CoppaCoppa

Coppa

Manifattura tedesca (?)

Fine del XVI - inizi del XVII secolo

Conchiglia e ottone dorato

altezza: 25,4 cmØ 11 cm
altezza sostegno metallico: 15,5 cm

Inv. 0913

Sala della Stufa Valtellinese

La coppa è composta da un nautilus innestato su un sostegno in rame dorato, caratterizzato da una base circolare e un profilo sinuoso, inciso ad acquaforte.

L’assemblaggio dell’elemento naturale con la base metallica appare forzato, tanto da far pensare a un tardo intervento di reimpiego di un calice sacro di manifattura italiana.

Tuttavia, la struttura della montatura in rame e la sua ornamentazione – chiaramente desunta dai repertori di moresche pubblicati a stampa a partire dalla metà del XVI secolo – hanno indotto la critica a riferire la produzione dell’oggetto alla cultura orafa del pieno Cinquecento e del principio del secolo successivo.

È proprio in questo periodo che si diffonde il gusto collezionistico da Wunderkammer, teso a indagare il sapere scientifico universale mediante la raccolta sistematica di oggetti suddivisi in naturalia e artificialia: i primi riferiti alle creazioni più rare della natura, i secondi a oggetti sapientemente prodotti dall’uomo.

La distinzione non è sempre univoca poiché ogni oggetto poteva prevedere la coesistenza di più elementi: è il caso della coppa della collezione Bagatti Valsecchi, costituita da un elemento naturale incastonato su un manufatto di oreficeria.

CucchiainoCucchiaino

Cucchiaino

Manifattura lombarda

XV secolo

Argento

4,5 × 14 cm

Inv. 0773

Deposito

Cucchiaino con pala ovale e manico a spigoli vivi.

Si possono trovare esemplari simili nel Museo Civico di Como, molto simili a quelli usati nel Quattrocento.

CucchiainoCucchiaino

Cucchiaino

Manifattura lombarda

XVI secolo (?)

Argento

4 × 14,3 cm

Inv. 0771

Deposito

Cucchiaino con pala ovaleggiante e manico con terminale modanato.

Nonostante la sua semplicità, è uno degli oggetti più antichi delle collezioni/arredi dei Bagatti Valsecchi, che sembrano aver avuto un'attenzione particolare per questo tipo di oggetti.

CucchiainoCucchiaino

Cucchiaino

Manifattura lombarda

XVII secolo (?)

Argento

4,4 × 16,5 cm

Inv. 0772

Deposito

Cucchiaino con pala poco profonda e manico che termina in un piccolo pomolo modanato.

Questo tipo di cucchiaini era utilizzato come parte del corredo per le navicelle portaincenso.

Cucchiaini (serie di quattro)Cucchiaini (serie di quattro)

Cucchiaini (serie di quattro)

Manifattura lombarda (?)

Seconda metà del XVII secolo

Argento

2,8 × 9,7 cm

Inv. 0767-0770

Deposito

Serie di quattro cucchiaini con pala ovale e manico a tortiglione che culmina in un putto stante.

La presenza della figura intera sul manico si riscontra solo in esemplari realizzati verso la fine del XVII secolo.

CucchiainoCucchiaino

Cucchiaino

Manifattura milanese

Fine del XIX secolo

Argento

3,3 × 12,2 cm

Inv. 0780

Deposito

Cucchiaino con manico leggermente modanato e pala a forma di valva di conchiglia.

Lo stesso motivo si può trovare in un altro cucchiaino per saliera realizzato dal famoso argentiere Eugenio Bellosio di Milano e attualmente conservato nel Castello Sforzesco.

CucchiainoCucchiaino

Cucchiaino

Manifattura romana

Fine del XIX secolo

Argento

2,5 × 11,6 cm

Inv. 0781

Deposito

Cucchiaino con manico a tortiglione che culmina in un gruppo scultoreo raffigurante la Lupa Capitolina con i gemelli Romolo e Remo.

Questo particolare dettaglio decorativo suggerisce che questo cucchiaino appartenesse ad una produzione orafa specializzata in piccoli souvenir di viaggio, dove monumenti-simbolo vengono incorporati nei decori di oggetti d'uso.

Questo esemplare potrebbe essere stato prodotto alla fine del XIX secolo.

Cucchiai (serie di due)Cucchiai (serie di due)

Cucchiai (serie di due)

Inizi del XVII secolo

Argento

4,4 × 15,2 cm

Inv. 0786-0787

Deposito

Coppia di cucchiai con manico dall'impugnatura a forma di pila e un ornamento che congiunge la parte superiore con la pala. Riprende una forma molto comune nei cucchiai del XVI e XVII secolo.

Coppia di cucchiaiCoppia di cucchiai

Coppia di cucchiai

Ultimo quarto del XIX secolo

Argento

4,2 × 15,8 cm

Inv. 0784-0785

Deposito

Coppia di cucchiaini con decorazione sui manici, con una coppia di volute all'attacco con la pala e un mascherone terminale.

Questi oggetti riflettono l'eclettico recupero degli stili storici.

CucchiainoCucchiaino

Cucchiaino

XIX secolo (?)

Argento

2,4 × 10,2 cm

Inv. 0782

Deposito

Cucchiaino con manico con una sequenza di volute che termina con un busto con elmo.

Esiste un oggetto simile di produzione olandese del XVII secolo, ma la qualità dell'esecuzione lascia la possibilità che il nostro cucchiaino sia una rielaborazione del XIX secolo nel gusto degli stili storici.