Museo Bagatti Valsecchi
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Collezione Sculture

Collezione Sculture

I bassorilievi incastonati nei cortili del Palazzo o incorporati come arredi fissi all'interno della residenza costituiscono il nucleo più importante di questa collezione. Nonostante l'esiguo numero di opere, vi sono manufatti problematici sia in termini di attribuzione che di definizione cronologica. Resta da capire anche il livello di consapevolezza dei due fratelli Bagatti Valsecchi rispetto a opere la cui realizzazione ottocentesca è ormai confermata, come nel caso della "Flagellazione di Cristo" di Alceo Dossena.

Madonna della MisericordiaMadonna della Misericordia

Madonna della Misericordia

Scuola lombarda

Seconda metà del XV secolo

Marmo

76 × 74,5 cm

Inv. 1041

Cortile su via Gesù

Il rilievo marmoreo della Madonna della Misericordia, collocato nel cortile su via Gesù, appartiene alla serie degli stemmi della Fabbrica del Duomo di Milano. Questi stemmi venivano utilizzati probabilmente per contrassegnare le proprietà della Cattedrale.

L'iconografia della serie di stemmi non cambia: la Vergine viene rappresentata mentre protegge col manto la cattedrale di Milano, assistita nell'azione da due angeli.

La facciata rappresentata è quella dell'antica Santa Maria Maggiore, sostituita nel tempo dall'odierna cattedrale (1683); quest'ultima, considerando come testimonianza questi stemmi, presentava un prospetto mistilineo di tipo veneziano, tagliata quasi a metà da una fila di nicchie che divide la parte superiore della facciata da quella inferiore, scandita da un reticolo di riquadri.

Madonna con il Bambino e donatoreMadonna con il Bambino e donatore

Madonna con il Bambino e donatore

Bottega di Bonino da Campione

Metà del XIV secolo

marmo

66 × 68 cm

Inv. 1043

Cortile su via Gesù

Rilievo marmoreo murato sulla parete del cortile che si affaccia su via Gesù, l'opera è una commendatio animae.

La scena, infatti, presenta un santo protettore, San Giovanni Battista, che presenta il donatore alla Madonna con in braccio Gesù bambino benedicente. Questo fa ipotizzare l'appartenenza del rilievo a un sepolcro gentilizio.

 

Madonna col BambinoMadonna col Bambino

Madonna col Bambino

Manifattura siciliana

Fine XV secolo

Marmo

60 × 15 × 13 cm
Basamento esagonale: 19 x 13 x 13 cm

Inv. 0966

Sala degli Armigeri

La scultura è una delle molte derivazioni della Madonna di Trapani.

Diventata oggetto di culto grazie alla tradizione secondo cui i veneziani avevano sottratto la statua da Cipro ai saraceni con l'intento di riportarla in Italia, ma durante uno scontro navale con un'imbarcazione pisana la perdettero nelle coste siciliane.

I pisani superstiti che naufragarono giunsero a terra con la statua. Questi scelsero di affidare il destino della statua al fato, affidandola a un carro trainato da buoi: se il carro si fosse diretto verso destra la statua sarebbe stata portata a Pisa, ma visto che i buoi la tirarono verso Trapani l'opera rimase in Sicilia, venendo collocata nella cattedrale di Santa Maria Annunciata (ancora oggi sede della statua originale).

Madonna con il BambinoMadonna con il Bambino

Madonna con il Bambino

Scultore lombardo

Prima metà del XIV secolo

Terracotta

200 × 51 cm

Inv. 1042

Cortile su via Santo Spirito

L'opera scultorea presenta la Madonna col bambino seduta su un trono custodito da un baldacchino di gusto tardogotico. I due soggetti vengono inquadrati in una cornice stretta che ne intensifica il ritmo verticale.

Quest'ultima è composta, dall'interno verso l'esterno, da torciglioni, palmette pseudoclassiche e dentelli.

Sulla base del trono compare la scritta "AVE MARIA.GRATIA".

La presenza di uno strano animaletto provvisto di muso appuntito e di coda a spatola denomina spesso questa Vergine come la "Madonnina del ratto".

Flagellazione di CristoFlagellazione di Cristo

Flagellazione di Cristo

Alceo Dossena (?)

XIX secolo

Gesso (o scagliola)

63 × 43 cm

Inv. 1033

Studio

Questo rilievo, inquadrato dentro una cornice dorata, è composto da un impasto gessoso ricoperto da una vernice mischiata con la polvere di mattone.

Al centro della scena viene rappresentato Cristo martire, fiancheggiato a destra dal flagellatore e a sinistra da un personaggio che assiste al martirio.

Lo sfondo comprende una struttura architettonica formata da colonne che occupa quasi per intero lo spazio. A sinistra un albero delimita la scena creando un'ambiguità tra interno ed esterno.

Al di sopra della scena è presente una fascia decorativa con motivi vegetali.

L’opera si avvicina moltissimo alla composizione della Flagellazione dei Martiri persiani, scolpita da Giovanni Antonio Amadeo a fine XV secolo e collocata presso la cattedrale di Cremona.

La composizione incredibilmente affine aveva portato inizialmente gli esperti ad attribuite la Flagellazione alla bottega di Amadeo. Da quest'ultimo, maestro scultore originario di Pavia, Dossena non avrebbe tratto ispirazione solo per il soggetto e lo stile ma anche per la realizzazione della decorazione della formella; anche se la finezza dell’originale era inarrivabile per il falsario.

L’attribuzione della Flagellazione ad Amadeo non venne ribaltata fino al 1994, anno in cui Casa Bagatti Valsecchi, il luogo dov'è conservata l'opera, divenne museo.

DavidDavid

David

ambito di Tommaso Rodari

Inizio del XVI secolo

Marmo

167 × 77 cm

Inv. 0972

Sala dell'Affresco

L'opera scultorea rappresenta Davide intento a reggere con la sinistra la testa di Golia. L'identificazione con l'eroe biblico viene rafforzata dalla scritta sul basamento "D A V I D".

Il resto della struttura architettonica è formato sulla sommità da una trabeazione, composta nella decorazione del fregio da coppe e motivi vegetali, che mostra anche il soffitto a cassettoni; tutto questo viene sostenuto da due pilastri decorati da grottesche.

GiudittaGiuditta

Giuditta

Tommaso Rodari

Inizio del XVI secolo

Marmo

167 × 77 cm

Inv. 0971

Sala dell'Affresco

L'opera scultorea rappresenta Giuditta intenta a reggere con la destra la testa di Oloferne. L'identificazione con l'eroina biblica viene rafforzata dalla scritta sul basamento "I V D I T H".

Il resto della struttura architettonica è formato sulla sommità da una trabeazione, composta nella decorazione del fregio da coppe e motivi vegetali, che mostra anche il soffitto a cassettoni; tutto questo viene sostenuto da due pilastri decorati da grottesche.

Basi di torcieraBasi di torciera

Basi di torciera

Manifattura moderna (?)

Fine XV secolo (?)

Marmo

38 × 27 cm
per lato

Inv. 1060 - 1061

Sala dell'Affresco

Due basi marmoree, a pianta triangolare, che sostengono una coppia di candelabri di manifattura senese del Cinquecento.

Le due basi sono decorate con tre sfingi alate, caratterizzate da un volto appiattito e da una collana con gioiello che orna ciascuna di loro, intente a coprire gli spigoli della base.

Queste creature mitologiche avviluppano le code di serpente fra di loro mentre affiancano le ali su tutti i lati del corpo marmoreo.

NativitàNatività

Natività

Bottega lombarda

XIX secolo

Legno dorato

88 × 59 cm

Inv. 1039

Sala Bevilacqua

La scena rappresentata è quella della Natività, oltre a Gesù bambino e alla Vergine sono presenti San Giuseppe, in primo piano, e il bue e l'asinello, in secondo piano all'interno della capanna.

Questa ancona risulta di difficile lettura a causa della pesante doratura che ne offusca la superficie. Toesca l'aveva precedentemente datata al XV secolo; tuttavia, la fattura rozza e semplificata dell'intaglio unita alla schematicità nella rappresentazione dei panneggi, dello sfondo roccioso e della struttura della capanna portano a identificarla come una copia ottocentesca di un'opera più tarda non identificata.

Adorazione dei pastoriAdorazione dei pastori

Adorazione dei pastori

Bottega dei De Donati (?)

inizio del XVI secolo

legno policromo

49,5 × 41,5 × 6 cm

Inv. 1038

Sala Bevilacqua

Questa ancona lignea policroma presenta in primo piano la scena dell'adorazione della Vergine Maria e dei pastori, mentre in alto sullo sfondo viene rappresentato l'annuncio della nascita di Cristo ai pastori.

Un angelo annunciante appare in primo piano, intento a usare il manto blu della Vergine per coprire il bambino Gesù che, nel mentre, indica con la destra i pastori alle sue spalle (richiamando il gesto dell'angelo ritratto nella Vergine delle Rocce del Louvre di Leonardo Da Vinci).

Anche il taglio della montagna e degli speroni rocciosi rimandano a Leonardo.

Nell'impaginazione e nei dettagli dello sfondo, invece, si testimonia l'acquisizione degli insegnamenti prospettici di Donato Bramante.

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Madonna della MisericordiaMadonna della Misericordia

Madonna della Misericordia

Scuola lombarda

Seconda metà del XV secolo

Marmo

76 × 74,5 cm

Inv. 1041

Cortile su via Gesù

Il rilievo marmoreo della Madonna della Misericordia, collocato nel cortile su via Gesù, appartiene alla serie degli stemmi della Fabbrica del Duomo di Milano. Questi stemmi venivano utilizzati probabilmente per contrassegnare le proprietà della Cattedrale.

L'iconografia della serie di stemmi non cambia: la Vergine viene rappresentata mentre protegge col manto la cattedrale di Milano, assistita nell'azione da due angeli.

La facciata rappresentata è quella dell'antica Santa Maria Maggiore, sostituita nel tempo dall'odierna cattedrale (1683); quest'ultima, considerando come testimonianza questi stemmi, presentava un prospetto mistilineo di tipo veneziano, tagliata quasi a metà da una fila di nicchie che divide la parte superiore della facciata da quella inferiore, scandita da un reticolo di riquadri.

Madonna con il Bambino e donatoreMadonna con il Bambino e donatore

Madonna con il Bambino e donatore

Bottega di Bonino da Campione

Metà del XIV secolo

marmo

66 × 68 cm

Inv. 1043

Cortile su via Gesù

Rilievo marmoreo murato sulla parete del cortile che si affaccia su via Gesù, l'opera è una commendatio animae.

La scena, infatti, presenta un santo protettore, San Giovanni Battista, che presenta il donatore alla Madonna con in braccio Gesù bambino benedicente. Questo fa ipotizzare l'appartenenza del rilievo a un sepolcro gentilizio.

 

Madonna col BambinoMadonna col Bambino

Madonna col Bambino

Manifattura siciliana

Fine XV secolo

Marmo

60 × 15 × 13 cm
Basamento esagonale: 19 x 13 x 13 cm

Inv. 0966

Sala degli Armigeri

La scultura è una delle molte derivazioni della Madonna di Trapani.

Diventata oggetto di culto grazie alla tradizione secondo cui i veneziani avevano sottratto la statua da Cipro ai saraceni con l'intento di riportarla in Italia, ma durante uno scontro navale con un'imbarcazione pisana la perdettero nelle coste siciliane.

I pisani superstiti che naufragarono giunsero a terra con la statua. Questi scelsero di affidare il destino della statua al fato, affidandola a un carro trainato da buoi: se il carro si fosse diretto verso destra la statua sarebbe stata portata a Pisa, ma visto che i buoi la tirarono verso Trapani l'opera rimase in Sicilia, venendo collocata nella cattedrale di Santa Maria Annunciata (ancora oggi sede della statua originale).

Madonna con il BambinoMadonna con il Bambino

Madonna con il Bambino

Scultore lombardo

Prima metà del XIV secolo

Terracotta

200 × 51 cm

Inv. 1042

Cortile su via Santo Spirito

L'opera scultorea presenta la Madonna col bambino seduta su un trono custodito da un baldacchino di gusto tardogotico. I due soggetti vengono inquadrati in una cornice stretta che ne intensifica il ritmo verticale.

Quest'ultima è composta, dall'interno verso l'esterno, da torciglioni, palmette pseudoclassiche e dentelli.

Sulla base del trono compare la scritta "AVE MARIA.GRATIA".

La presenza di uno strano animaletto provvisto di muso appuntito e di coda a spatola denomina spesso questa Vergine come la "Madonnina del ratto".

Flagellazione di CristoFlagellazione di Cristo

Flagellazione di Cristo

Alceo Dossena (?)

XIX secolo

Gesso (o scagliola)

63 × 43 cm

Inv. 1033

Studio

Questo rilievo, inquadrato dentro una cornice dorata, è composto da un impasto gessoso ricoperto da una vernice mischiata con la polvere di mattone.

Al centro della scena viene rappresentato Cristo martire, fiancheggiato a destra dal flagellatore e a sinistra da un personaggio che assiste al martirio.

Lo sfondo comprende una struttura architettonica formata da colonne che occupa quasi per intero lo spazio. A sinistra un albero delimita la scena creando un'ambiguità tra interno ed esterno.

Al di sopra della scena è presente una fascia decorativa con motivi vegetali.

L’opera si avvicina moltissimo alla composizione della Flagellazione dei Martiri persiani, scolpita da Giovanni Antonio Amadeo a fine XV secolo e collocata presso la cattedrale di Cremona.

La composizione incredibilmente affine aveva portato inizialmente gli esperti ad attribuite la Flagellazione alla bottega di Amadeo. Da quest'ultimo, maestro scultore originario di Pavia, Dossena non avrebbe tratto ispirazione solo per il soggetto e lo stile ma anche per la realizzazione della decorazione della formella; anche se la finezza dell’originale era inarrivabile per il falsario.

L’attribuzione della Flagellazione ad Amadeo non venne ribaltata fino al 1994, anno in cui Casa Bagatti Valsecchi, il luogo dov'è conservata l'opera, divenne museo.

DavidDavid

David

ambito di Tommaso Rodari

Inizio del XVI secolo

Marmo

167 × 77 cm

Inv. 0972

Sala dell'Affresco

L'opera scultorea rappresenta Davide intento a reggere con la sinistra la testa di Golia. L'identificazione con l'eroe biblico viene rafforzata dalla scritta sul basamento "D A V I D".

Il resto della struttura architettonica è formato sulla sommità da una trabeazione, composta nella decorazione del fregio da coppe e motivi vegetali, che mostra anche il soffitto a cassettoni; tutto questo viene sostenuto da due pilastri decorati da grottesche.

GiudittaGiuditta

Giuditta

Tommaso Rodari

Inizio del XVI secolo

Marmo

167 × 77 cm

Inv. 0971

Sala dell'Affresco

L'opera scultorea rappresenta Giuditta intenta a reggere con la destra la testa di Oloferne. L'identificazione con l'eroina biblica viene rafforzata dalla scritta sul basamento "I V D I T H".

Il resto della struttura architettonica è formato sulla sommità da una trabeazione, composta nella decorazione del fregio da coppe e motivi vegetali, che mostra anche il soffitto a cassettoni; tutto questo viene sostenuto da due pilastri decorati da grottesche.

Basi di torcieraBasi di torciera

Basi di torciera

Manifattura moderna (?)

Fine XV secolo (?)

Marmo

38 × 27 cm
per lato

Inv. 1060 - 1061

Sala dell'Affresco

Due basi marmoree, a pianta triangolare, che sostengono una coppia di candelabri di manifattura senese del Cinquecento.

Le due basi sono decorate con tre sfingi alate, caratterizzate da un volto appiattito e da una collana con gioiello che orna ciascuna di loro, intente a coprire gli spigoli della base.

Queste creature mitologiche avviluppano le code di serpente fra di loro mentre affiancano le ali su tutti i lati del corpo marmoreo.

NativitàNatività

Natività

Bottega lombarda

XIX secolo

Legno dorato

88 × 59 cm

Inv. 1039

Sala Bevilacqua

La scena rappresentata è quella della Natività, oltre a Gesù bambino e alla Vergine sono presenti San Giuseppe, in primo piano, e il bue e l'asinello, in secondo piano all'interno della capanna.

Questa ancona risulta di difficile lettura a causa della pesante doratura che ne offusca la superficie. Toesca l'aveva precedentemente datata al XV secolo; tuttavia, la fattura rozza e semplificata dell'intaglio unita alla schematicità nella rappresentazione dei panneggi, dello sfondo roccioso e della struttura della capanna portano a identificarla come una copia ottocentesca di un'opera più tarda non identificata.

Adorazione dei pastoriAdorazione dei pastori

Adorazione dei pastori

Bottega dei De Donati (?)

inizio del XVI secolo

legno policromo

49,5 × 41,5 × 6 cm

Inv. 1038

Sala Bevilacqua

Questa ancona lignea policroma presenta in primo piano la scena dell'adorazione della Vergine Maria e dei pastori, mentre in alto sullo sfondo viene rappresentato l'annuncio della nascita di Cristo ai pastori.

Un angelo annunciante appare in primo piano, intento a usare il manto blu della Vergine per coprire il bambino Gesù che, nel mentre, indica con la destra i pastori alle sue spalle (richiamando il gesto dell'angelo ritratto nella Vergine delle Rocce del Louvre di Leonardo Da Vinci).

Anche il taglio della montagna e degli speroni rocciosi rimandano a Leonardo.

Nell'impaginazione e nei dettagli dello sfondo, invece, si testimonia l'acquisizione degli insegnamenti prospettici di Donato Bramante.